domenica 25 aprile 2010

San Giorgio... non solo a Treglio

L’arcivescovo mons. GianCarlo Bregantini
ha inviato alla città di Campobasso
un Messaggio in forma di “lettera”,
in occasione della festività di san Giorgio,
patrono di Campobasso.

Carissimi fratelli e sorelle,
vi Scrivo con tanta emozione nel cuore mio, per la festa patronale della città. Quasi una paterna “lettera alla città”!
È una festa sempre più sentita. Più gustata, più amata. Perchè ci si rende conto che fa parte della nostra storia. È la festa di tutti.
Perchè Giorgio è il “grande martire”, come lo chiama la Chiesa d’Oriente. Ed anche oggi ci insegna tante cose.
Rincorre anche oggi sulle nostre mura, tra le nostre case il grido del 1200: «È san Giorgio che ci difende; è san Giorgio che ci salva!». È un vero grido di liberazione, un inno di Pasqua!
E mi piace sintetizzarlo in uno stile di vita: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci, con il bene, il male»!
Quel drago che san Giorgio ha coraggiosamente affrontato e vinto anche oggi riappare sulle nostre mura e insidia le nostre case. Lo possiamo intravedere in precisi atteggiamenti.
Drago è l’egoismo, quando mettiamo in primo luogo, in tanti momenti, i nostri interessi personali, prima di quelli sociali. Quando si uccide il Bene Comune. È quel drago terribile che crea le gelosie e invidie! Quando non si lavora a squadra. Quando le nostre “reti” sociali, a difesa dei piccoli e dei poveri, si spezzano!
Drago è quella sottile permalosità che intuisco e che ci fa tutti soffrire. Quando perdi un amico, perchè gli hai detto la verità. Quando le nostre relazioni si fanno inautentiche, formali, deboli. E prevale il conformismo.
Drago è quando i nostri giovani vivono le notti vuote per la mancanza di ideali forti, perchè non hanno più la passione del futuro. Quando i pub non hanno orari rispettati di chiusura. E si muore, sulla strada, all’alba!
Drago è soprattutto la droga! Quasi un sottile gioco di parole, nel gioco misterioso delle sillabe. Sta uccidendo i nostri giovani, come ieri il drago divorava le fanciulle nella leggenda. Occorre un grosso lavoro a rete. Specie dalle famiglie colpite, come già si sta vedendo.
Drago per i nostri giovani, già formati e laureati, è la precarietà, con cui purtroppo sono accolti nel mondo del lavoro. È un forte monito per chi guida le sorti politiche del nostro paese, specie al Sud. Ma non solo il livello legislativo va cambiato. Anche lo stile. I nostri giovani si dispiacciono anche per come sono trattati: con arroganza, con durezza, dall’alto in basso, senza dignità!
La disponibilità di denaro non giustifica nulla, ma richiede uno stile maggiore di servizio!
Un imprenditore deve essere un servitore.
Drago è poi l’insidia speculativa che rischia di prendere la nostra città. Ci sono aree che devono restare ad utilizzo della nostra gente. Per spazi verdi, per la gioia di tutti. Le scelte siano sagge!
Ma allora, con quali forze si può vincere il male con il bene?
Si metta sempre il bene di tutti prima di quello personale!
Le scuole siano sempre sicure, come si sta coraggiosamente facendo. Ma soprattutto siano piene di ideali alti, coraggiosi, puliti; siano capaci di edu care alla cooperazione, al lavoro insieme. Accanto alla qualità e competenza, le scuole diano corresponsabilità e flessibilità, aperte all’integrazione con i ragazzi stranieri, che diventano risorsa e non paura!
I nostri ospedali siano sempre di qualità, coltivata e rafforzata con ogni mezzo. Capaci anch’essi di un bel lavoro in rete!
Ma sarà soprattutto la forza della fede a darci quel coraggio che ha avuto san Giorgio.
Una fede alimentata dalla preghiera, insieme, in famiglia.
A cominciare dalla preghiera alla Madonna dei Monti, nell’imminente Mese di maggio.
Grazie del vostro ascolto. Dio vi benedica tutti.