sabato 27 novembre 2010

Approfondiamo la parola domenicale: Matteo 23,37-44

Le lectio del prete Carmine Miccoli
Chiesa del Purgatorio – Lanciano (CH)


“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Matteo 23,42)

+ O Padre, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare

la tua parola: in essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’

tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella

tua parola, letta, ma non accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita,

contemplata, ma non realizzata, manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e

a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro incontro con la tua parola sarà rinnova -

mento dell’alleanza e comunione con te e con il Figlio e lo Spirito Santo, Dio benedetto

nei secoli dei secoli. A.: Amen.

L.: Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Matteo 23, [4a.36]37-44;
(trad. CEI 2008).

[4a Gesù rispose ai suoi discepoli: 36 «Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa,

né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre.] 37 Come furono i giorni di Noè,

così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il

diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al

giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio

e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno

nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno

alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete

in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di

casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe

scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate,

viene il Figlio dell’uomo».

Note di esegesi per la comprensione del testo

Il brano del vangelo è un centone, raccoglie cioè idee e parole che Gesù ha pronunciato

in occasioni diverse e che Mt mette insieme per descrivere in termini

tragicamente apocalittici la fne di Gerusalemme come premessa della fne del

mondo. Lo fa con le categorie mentali del suo tempo. La domanda a cui Mt vuole

rispondere è: «Come può la comunità cristiana riconoscere i segni che annunciano

gli avvenimenti degli ultimi giorni?». A questa domanda, la comunità dell'evangelista

Mt risponde in modo articolato con tre piccole parabole: a) il fco che annuncia

la primavera (24,32-35, assente nella liturgia domenicale e nel brano ascoltato);

b) il diluvio di Noè (24,36-41) e infne il proprietario e il ladro (24,42-44).

La caduta di Gerusalemme è inevitabile perché il Figlio dell’uomo con la sua persona

ha sostituito il Tempio, cioè il centro della vita stessa della santa città (Mt

23,38-39; 26,61-64). In questo modo pare che la caduta della città santa coincida

con il «giorno del Signore» che si presenta improvvisamente, come avvenne per il

diluvio che piombò sull’umanità senza preavviso, creando inevitabilmente una discriminazione:

alcuni furono risparmiati, altri caddero vittime (vv. 40-41 con Mt

24,19-22; cf. Gen 7,23). Allo stesso modo, i sopravvissuti alla caduta di Gerusalemme

formeranno un «piccolo resto» (cf. Ger 44,12.28), premessa e sorgente di un

nuovo popolo rinnovato, quasi una riedizione della famiglia di Noè che ripopola la

terra dopo la distruzione delle acque. Questo ricordo del diluvio è un modo per

dire che gli stessi discepoli e la prima comunità cristiana usavano, nell'incertezza

sulla data della fne del mondo, cercando nella Bibbia esempi che potessero richiamare

la vigilanza e la consolazione: se, a differenza di quanto fecero i contemporanei

di Noè, ci prepariamo a questo giorno e stiamo pronti, noi possiamo essere

il «resto» che ha la missione di ricominciare la nuova umanità. La caduta di

Gerusalemme è quindi la fne di una religione «chiusa» particolaristica, mentre il

«resto» si apre ad una prospettiva di universalità senza limiti.

La breve parabola del proprietario e del ladro (vv. 43-44) è probabilmente la ripresa

di un fatto di cronaca che impressionò l’opinione pubblica. Gesù se ne serve

per illustrare il suo pensiero. Gerusalemme sarà sorpresa come il ladro ha

sorpreso il proprietario e lo ha derubato: chi è negligente ne paga le conseguenze

(1Ts 5,2-4; 2Pt 3,10; Ap 3,3) perché sarà sorpreso senza preavviso. Coloro che invece

vivono la vita consapevolmente, aspetteranno e sperimenteranno la venuta

del Signore senza angoscia e senza traumi: sarà un incontro vitale.

La caduta di Gerusalemme per la Chiesa primitiva ha avuto lo stesso valore di un

parto: si è staccata dal giudaismo e ha cominciato a camminare autonomamente

per le strade del mondo con un sentire senza confni e aprendosi ad ogni cultura

e popolo. Per uscire dall’isolamento che può diventare isolazionismo anche religioso,

è necessario vivere la vigilanza che è l’attenzione che si presta agli avvenimenti

che accadono e la capacità di coglierne la portata e il signifcato alla luce

della risurrezione del Signore.

Essere vigilanti non signifca quindi essere preoccupati di ciò che può succedere

di strano, ma unicamente essere capaci di vivere in profondità la vita che accade

comunque, anche a nostra insaputa. In linguaggio moderno possiamo dire che la

vigilanza è il discernimento attento e partecipato di ciò che viviamo sia come singoli

che come popolo. La vigilanza ha in sé anche una componente psicologica

che si chiama desiderio di andare oltre, di raggiungere uno scopo per cui vigilanza

e desiderio di futuro sono le due molle che spingono la nostra anima ad essere

sempre presente in ciò che siamo e che viviamo.

Ci domandiamo: per essere libero o libera devo assistere alla caduta della «mia»

Gerusalemme; so darle un nome? Quando e se vedo cadere la «mia» Gerusalemme

» come reagisco? Fuggo da me stesso, nascondendomi, oppure so stare «lì» in

attesa di prendere coscienza di ciò che sta accadendo per mettere in moto gli

strumenti e i sentimenti necessari per fare fronte alle diffcoltà? Come mi preparo

di fronte alle imprevedibilità che la vita porta sempre con sé? Mi lascio travolgere

dagli avvenimenti oppure vivo equipaggiandomi giorno dopo giorno, prestando

attenzione agli accadimenti ordinari e straordinari della vita? Vivo rassegnato o

cerco di cogliere in ogni cosa e persona che incontro ciò che c’è oltre la superfcialità

di apparenza? Ho coscienza che l'ascolto della Parola è il luogo sacramentale

che anticipa e prepara alla fne come ad un incontro con una Persona viva,

che qui ed ora possiamo già sperimentare? Se abbiamo coscienza di essere una

assemblea convocata dalla Parola e per questo resa sacramento che rappresenta

e vive la totalità dell’umanità, allora possiamo intraprendere di nuovo il cammino

per andare incontro al Signore che viene con fducia e gioia, pellegrini verso la

convergenza fnale insieme ai popoli della terra sul monte del Signore, ossia nell'esperienza

della conoscenza di Dio nella fraternità tra di noi.

- pro manuscripto -

venerdì 26 novembre 2010

La PAROLA, PANE per il cammino di ogni giorno

LA PAROLA: PANE DI OGNI GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale

LUNEDÌ: Isaia 4,2-6 Matteo 8,5-11

MARTEDÌ: Isaia 11,1-8 Luca 10,21-24

MERCOLEDÌ: Isaia 25,6-10a Matteo 15,29-37

GIOVEDÌ: Isaia 26,1-6 Matteo 7,21.24-27

VENERDÌ: Isaia 29,17-24 Matteo 9,27-31

SABATO: Isaia 30,19...26 Matteo 9,35– 10,1.6-8

L’annuncio domenicale prosegue e richiama l’attesa per il compimento di ciò che il Messia opererà nell’umanità: guarigioni, segni prodigiosi, la compassione di Dio per i poveri. Gesù ha operato questo tra noi.

Oggi tocca a noi vivere la novità del Vangelo: vigilare, operosi nella carità! Così collaboriamo anche noi all’unità di tutti gli uomini in Dio, camminando con loro verso la luce, fuori dal buio dell’egoismo, e la sperimentiamo nella Parola e nell’Eucaristia.

Agenda settimanale: 29 novembre - 6 dicembre

AGENDA SETTIMANALE 29 NOVEMBRE - 5 DICEMBRE 2010
* * *
Lunedì 29, ore 21.00: Messa in Paglieroni
XXVII Anniversario della morte
di don ANTONIO CHIAROMONTE

Martedì 30, ore 18.30: Messa in S. Giorgio

Mercoledì 1, ore 21.00: Catechesi degli adulti

Giovedì 2, ore 18.30: Messa in chiesa p.le
ore 21.00. Preghiera in casa Bianco

Venerdì 3 - I del mese
ore 18.30: Messa e adorazione

ore 19.30: Preparazione al Matrimonio/2

Sabato 4
II DOMENICA DI AVVENTO/A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 5
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

Lunedì 6
ore 19.30: Preparazione al Matrimonio/2

AVVENTO 2010 dell'anno liturgico A

AVVENTO: tempo di attesa vigilante nella preghiera
e operosa nella carità



“L’Avvento si presenta come una scuola di spiritualità valida per tutta la storia
tra la Pentecoste e il ritorno glorioso del Signore Gesù risorto”.



La I domenica annuncia la venuta finale di Cristo Signore e chiede l’atteggiamento di un attesa vigilante, orante e operosa.

La II domenica annuncia il compimento delle promesse tramite Giovanni il battezzatore e chiede l’atteggiamento di prepararci(conversione) alla venuta tra noi dell’Inviato di Dio.

La III domenica annuncia la gioia di una venuta ormai prossima e chiede il coraggio di darvi la priorità su tutto.

La IV domenica annuncia l’incarnazione umana del Figlio, Parola del Padre, e chiede un’umile adesione di fede.

Quest’anno (A), seguendo il vangelo di Matteo vivremo l’Avvento
percorrendo un itinerario che possiamo descrivere in una sintesi:



E’ una presenza dunque che l’Avvento celebra, un evento liberatore che si fa avvenimento oggi nella fede, nella speranza (I domenica: profezia universale di Isaia 2), nell’amore non solo dei credenti, ma di tutti gli esseri umani.

Per questo è un cammino di conversione (II domenica: appello del Battista): Dio alla ricerca dell’essere umano, dell’umanità e noi alla ricerca di Lui.

Gesù di Nazaret unifica le due ricerche ininterrottamente sostenute dallo Spirito nelle due sfaccettature del “regno che viene” e che “deve venire”. E’ lo Spirito di Gesù risorto che rende possibile che sorghi la gioia (III domenica: i segni messianici), sempre vissuta e comunicata nei caldi toni della fede di chi, come Giuseppe e Maria, si fida del cammino di Dio in mezzo a noi (IV domenica).



Una Comunità che celebra la Liturgia domenicale: I di Avvento A - 28 novembre 2010

GESU': la salvezza vicina a tutti

Oggi inizia il nuovo anno liturgico con il tempo dell’Avvento, che ci invita a riflettere



sulla venuta di Gesù Cristo; propriamente, l’Avvento non è una preparazione al Natale,


ma una contemplazione della venuta di Gesù alla fine del mondo come compimento


della prima, avvenuta con l’incarnazione. L’Avvento, infatti, fluttua tra questi due appuntamenti


con il Cristo: uno già sperimentato, l’altro atteso: il termine stesso, filologicamente,


deriva dal latino ad-venio, da cui Adventus Domini, la venuta del Signore. Nella


prima venuta il Lògos si è fatto fragilità, assumendo la pienezza dell’umanità nel


grembo di Maria: Dio ha relativizzato la divinità condizionandosi al passo degli uomini


e delle donne. Nella seconda venuta, Cristo ritornerà di nuovo visibilmente sulla


terra, non più per incarnarsi, ma per liberare l’umanità intera da ogni condizionamento


e ricapitolare in sé tutto il creato (Ef 1,10). Noi viviamo nei penultimi tempi che precedono


questo appuntamento verso il quale camminiamo.


L’Avvento si estende per quattro settimane in cui prevale il colore liturgico viola, riservato


ai tempi di attesa (Avvento e Quaresima) o di dolore e penitenza, tranne la 3a domenica,


detta Gaudete dalla prima parola dell’antifona d’ingresso, in cui anticamente si


interrompeva il digiuno di Avvento, simile a quello di Quaresima, per l’imminente Natale


del Signore e si indossavano i paramenti liturgici di colore rosa: si fa festa a metà


percorso e l’attesa ormai rotola verso la fine. Durante il periodo di Avvento non si


canta, né si recita il Gloria a Dio..., che ha una struttura innica e gioiosa, mentre si mantiene


il canto dell’Alleluia, come speranza aperta al futuro.


Nel 490 il vescovo Perpetuo di Tours stabilì che il periodo precedente il Natale fosse


un tempo penitenziale nella Chiesa dell’Europa Occidentale: a tale scopo egli stabilì un


digiuno di tre giorni ogni settimana a partire dall’11 novembre, festa di san Martino di


Tours, protettore della sua città. Tra la festa di san Martino e il Natale intercorrono


esattamente 40 giorni. Questo periodo richiamò immediatamente il corrispondente


tempo dei 40 giorni della Quaresima, che a loro volta richiamavano i 40 giorni e le 40


notti di Mosè sul monte Sinai (Es 24,18; 34,28), i 40 anni del popolo d’Israele nel deserto


(Nm 14,33-24), i 40 giorni che impiegarono gli esploratori della terra di Canaan,


mandati da Mosè prima di entrarvi e prenderne possesso (Nm 13,25) e i 40 giorni e le


40 notti di Gesù nel deserto (Mt 4,2). Fu quindi naturale che il tempo di Avvento fosse


anche chiamato Quadragesima Sancti Martini: come la Pasqua era preceduta dalla Quaresima


di penitenza, così anche il Natale era preceduto dalla Quaresima di San Martino.


Non stupisce che anche le letture fossero prese in prestito dal tempo quaresimale. Si


venne così a creare una situazione abbastanza paradossale: si celebra la gioia dell’arrivo


del Messia nella sua duplice venuta, ma il clima che la liturgia crea è un clima di penitenza.


Un secolo dopo (sec. VI) anche a Roma viene introdotto il tempo di Avvento,


ma qui assume carattere gioioso e non penitenziale perché sviluppa di più l’aspetto di


preparazione al Natale. Si ebbe una strana situazione: in Gallia prima di Natale vi era


un tempo penitenziale più lungo perché composto di 40 giorni per assimilarlo alla


Quaresima, mentre a Roma, si celebrava un Avvento più festoso, ma anche più corto


perché composto di appena 30 giorni. Ciò ci induce a pensare che nella Chiesa non è


mai esistita una uniformità di pensiero e di liturgia, ma un sano pluralismo che si basa


sull’autonomia delle singole Chiese locali. Nel sec. XIII, al culmine del Medio Evo, si


raggiunse un compromesso che combinò i due aspetti: dalla liturgia gallicana si prese in


prestito il carattere penitenziale e i testi della Messa, mentre dalla tradizione romana si assunsero


il ciclo più breve (quattro settimane) e il suo andamento festoso. Questo compromesso


continua anche oggi perché Paolo VI nella riforma liturgica voluta dal concilio


Vaticano II, per rispetto alla tradizione volle mantenere la struttura dell’Avvento e della


Quaresima precedenti: pertanto la liturgia, specialmente quella del ciclo A che iniziamo


oggi, è rimasta la stessa della riforma di Pio V del sec. XVI. Paolo VI, però, volle che


anche i tempi di Avvento e di Quaresima fossero inseriti nel ritmo ciclico triennale che


vede una più ricca disponibilità di letture e qualche piccolo cambiamento per sottolineare


gli aspetti propri dell’Avvento. Con la 1a domenica di Avvento di oggi inizia il ciclo


A delle letture che avrà come filo conduttore il Vangelo di Matteo. Nei due tempi


forti di Avvento e Quaresima, quindi, avremo letture che non seguiranno l'andamento


quasi continuo di Mt, ma saranno in funzione del tema particolare che si tratta in quel


giorno.


Invochiamo come maestro della nostra vita lo Spirito Santo che veglia sull’Avvento di


Cristo affinché ci dia la sapienza dell’ascolto e il ministero della veglia per entrare nel


sacramento dell’Eucaristia che ci fa conoscere il volto di Dio nel volto dei fratelli e


delle sorelle. Abbiamo concluso l’anno liturgico C con l’invito alla vigilanza, apriamo il


nuovo anno con lo stesso invito perché l’Eucaristia è il sacramento dell’attesa che ci


nutre e ci apre all’incontro con il Cristo, quando ritornerà alla fine dei tempi per prendere


possesso del suo Regno preparato fin dalla fondazione del mondo (Mt 25,34).
 
ACCENSIONE I CERO D’AVVENTO

Isaìa ci invita ad aver fiducia nelle promesse del Signore.
Egli verrà e sarà Pace tra tutti.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Pigrizia, egoismo e disimpegno ci fanno pensare solo a noi stessi: svegliaci e rinnovaci. Signore, pietà!

Il compromesso con il male ci ostacola nel rapporto con te e con gli altri: illuminaci e trasformaci.
Cristo, pietà!

Invidie, gelosie e conflitti lacerano i rapporti tra noi: facci capaci di amare e costruttori di pace.
Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ Padre misericordioso, per riunire tutti i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo unigenito Figlio, maestro di verità e fonte di riconciliazione. Svegliaci!
Vigilanti nell’attesa, cammineremo illuminati da te sulle tue vie di pace e di amore, seguendo fedelmente Gesù Cristo, tuo figlio, nostro Signore… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa 2,1-5
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del Tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al Tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 121
R./ Andiamo con gioia incontro al Signore!



1. Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

2. E’ là che salgono insieme

le tribù del Signore,

secondo la Legge di Israele,

per lodare il Signore.

3. Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;

Sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

4. Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: Su di te sia pace!

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.



Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Romani 13,10b-14a

Fratelli e sorelle. Chi ama non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento in cui viviamo: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Comportatevi come il Signore Gesù Cristo.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
24,1.37-44

Mentre Gesù, uscito dal Tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del Tempio. Egli disse loro: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca - e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti - così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si ascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, solo il Signore fa germogliare, ogni giorno, la novità della nostra vita. A lui rivolgiamo la nostra preghiera:
R./ Vieni, Signore nella nostra vita!
1. Rendi la tua Chiesa vigilante, perché tenga viva nel mondo la speranza del tuo incontro con ogni persona. Vieni...
2. Accompagna e illumina i responsabili della convivenza sociale, perché facciano scelte di giustizia e di pace tra le nazioni. Vieni, Signore nella nostra vita!

3. Illuminaci con la tua parola, perché sappiamo correggere i nostri comportamenti e rivestirci di te. Vieni, Signore...

4. Aiutaci nelle nostre scelte di ogni giorno, perché l’amore sia il nostro unico riferimento e vero bene. Vieni...
5. Spalanca gli orizzonti di questa eucaristia su tutto il mondo, perché ci sentiamo uno con tutti in te. Vieni, Signore nella...

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre: la venuta del tuo Figlio è sempre vicina e ci sorprende non come ladro, ma come amico atteso. Egli ci convoca alla sua mensa per condividere con noi pane e vino, per vivere uniti a Lui, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore…

+ E ora siamo qui riuniti… nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto tra noi!
ALLA COMUNIONE
“State svegli, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà”.

Avvento 2010 per l'Iniziazione Cristiana

Accendi una luce… e illumina il mondo!



Finché ci saranno persone senza casa, lavoro, medicine, istruzione, giustizia… senza pace il mondo è al buio!

Quando ti lasci trasportare dai tuoi istinti, pensi solo a te stesso e ai tuoi bisogni da soddisfare...
senza preoccuparti degli altri il mondo è al buio!



Ascolta, il vangelo ci invita: “State pronti!” (Matteo 24,37-44)
allora… accendi il CUORE!

Ascolta, una voce ci esorta: “Cambiate modo di vivere!” (Matteo 3,1-12)
allora… accendi la VITA!

Ascolta, la chiesa ci annuncia: “Gesù è presente!” (Matteo 11,2-11)
allora… accendi l’AMORE!
Ascolta, il cielo ci incoraggia: “Non avere paura” (Matteo 1,18-24)
allora… accendi la FIDUCIA!

“GESU’: è Dio che in-con-tra noi” (Luca 2,1-14) allora… accendi GIOIA!

Dillo a tutti: “Abbiamo visto la sua Stella!” (Matteo 2,1-12)
allora… accendi il MONDO!