sabato 18 luglio 2009

Progetto Catechistico Parrochiale - Settembre 2009

catechesi… un cantiere aperto

Progetto di Catechesi con le Famiglie e nelle Case
per l’Iniziazione Cristiana dei Bambini e Ragazzi
Parrocchia S. Maria Assunta – Treglio (ch)
Arcidiocesi di Lanciano-Ortona
settembre 2009

“L’Iniziazione Cristiana [IC] si presenta oggi alle nostre chiese come una sfida cruciale e come un grande cantiere aperto, dove c’è bisogno di dedizione e passione formativa ed evangelizzatrice, di sicura fedeltà e, al contempo, del coraggio di affrontare creativamente le difficoltà odierne” (card. Camillo Ruini al Convegno ecclesiale di Verona 2006).

1. Il coraggio di ricominciare nel 2006

Nel novembre 2006 i preti e i catechisti della parrocchia si sono riuniti per progettare e programmare il nuovo anno catechistico. Abbiamo dato uno sguardo all’impegno di questi ultimi anni nella catechesi dei bambini e dei ragazzi e una serena verifica ci ha fatto constatare una situazione ormai diffusa in tutta la chiesa italiana: dopo aver ricevuto i sacramenti dell’IC (eucaristia e confermazione) i ragazzi spariscono dalle nostre assemblee liturgiche e dalla vita parrocchiale; è sempre più difficile gestire i momenti di catechesi con serenità e serietà; i genitori, pur consapevoli dell’importanza della catechesi, delegano il compito dell’educazione cristiana dei loro figli alla “parrocchia” (preti e catechisti).
Di fronte alla scadenza di ricominciare abbiamo colto questa situazione come una sfida per dare una svolta che, siamo coscienti, avrà conseguenze su tutta la vita pastorale della nostra parrocchia.

2. Ricominciare dalla famiglia. con le famiglie… e nelle case?
L’educazione dei figli avviene ancora oggi, pur in mezzo a notevoli difficoltà, nella famiglia; sono i genitori a determinare l’orientamento di fondo della vita dei loro figli che sarà poi scelto da loro liberamente e consapevolmente.
La scuola e gli altri ambienti sono chiamati a svolgere il loro compito in questo impegno formativo ma, oggi più che mai, ognuno è destinato al fallimento se non agisce insieme con gli altri, in un sistema integrato di educazione, “in rete”.
Lo stesso avviene, a maggior ragione, per la formazione cristiana.
Fin dall’inizio del cristianesimo sono stati i genitori che, accogliendo per primi all’annuncio del vangelo e convertendosi alla vita cristiana, hanno trasmesso ai loro figli i valori esigenti e innovativi del cristianesimo. Di questo la Chiesa ne è sempre più consapevole e da anni nelle parrocchie si insiste per una rinnovata catechesi degli adulti, dei giovani, per un sempre maggior coinvolgimento dei genitori nella IC dei lori figli.
Anche oggi i nostri genitori hanno questo dono, dobbiamo solo offrirgli la possibilità di riscoprirlo e di sentirsene responsabili.

3. Una comunità che vive – celebra – annuncia
Nella nostra Chiesa italiana è usuale descrivere la vita della comunità cristiana ed evidenziare l’azione pastorale in base a tre capisaldi cui fanno riferimento i momenti di vita e di attività:
Catechesi (dall'iniziazione cristiana dei bambini alla formazione permanente degli adulti)
Liturgia (dalla celebrazione dei sacramenti
all’eucaristia domenicale)
Carità (dalla vita fraterna in comunità alla caritas parrocchiale).
Emerge così la fisionomia di una comunità che annuncia – celebra – vive il Vangelo di Gesù “in una società che cambia” (CEI, 2001).

3.1. Una comunità che accoglie e vive il Vangelo di Gesù
L’annuncio dell’evento cristiano avviene attualmente soprattutto attraverso due canali: la predicazione domenicale (omilìa) e la catechesi dell’iniziazione cristiana. Sporadicamente e occasionalmente in una catechesi per adulti.
Se Treglio non vive in un'altra galassia… il processo di “scristianizzazione” è un dato da cui partire per un progetto di evangelizzazione che preveda un primo annuncio del Vangelo su cui gli stessi vescovi hanno invitato a riflettere e ad agire (CEI, 2006; Congregazione per la fede, 2007).
Come facciamo ad educare i piccoli alla fede se non abbiamo adulti formati e motivati?
Di catechesi degli /o/per gli adulti abbiamo fatto una piccola esperienza nella quaresima del 2007 e nelle assemblee parrocchiali di ottobre 2008. In quell’anno ci siamo trovati anche in un gruppo della Parola, per approfondire l’annuncio domenicale. Nel 2009, in sintonia con tutta la chiesa, abbiamo proposto un itinerario con l’apostolo Paolo: approfondendo la sua figura, le sue lettere e facendo un percorso di catechesi sulla lettera ai cristiani della Galazia (cf. Linee guida per una catechesi degli adulti 2008-2009).
Alcuni genitori, accompagnando l’IC dei loro figli hanno l’opportunità di fare anche loro un percorso di catechesi, anche in gruppo.
La catechesi pre-battesimale dei genitori è attualmente affidata al parroco e finalizzata alla celebrazione del sacramento.
La preparazione al matrimonio è stata affidata finora ad altre parrocchie, con limiti oggettivi e soggettivi. Nel 2009 abbiamo dato vita ad un percorso per fidanzati che si preparano al matrimonio insieme a quello di giovani coppie.

3.2. Una comunità in missione che evangelizza
Occorre dar vita, all’interno del C.P.P. ad una commissione evangelizzazione – catechesi – formazione ha un ambito di riflessione e un raggio di azione molto ampio.
Oggi, di fronte alla quasi totale estraneità al cristianesimo, si capisce
- che occorre partire da un primo annuncio del vangelo di Gesù a tutti;
- che la nostra catechesi deve diventare un itinerario catecumenale dove si possa fare l’esperienza di quello che si annuncia;
- che la vita della comunità cristiana deve essere costantemente alimentata dall’ascolto della parola di Dio, dalla celebrazione consapevole della presenza di Cristo Signore in mezzo a noi, dalla testimonianza della vita di fraternità e di solidarietà.
Questo esige una scelta, consapevole e condivisa, di mettere la parrocchia e la comunità cristiana in “stato di evangelizzazione e di missione”.
E’ una scelta provocante, sicuramente difficile, ma irrinunciabile per un risveglio della fede cristiana in tutti e per essere testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo (Verona 2006).

4. L’Iniziazione Cristiana
Per IC s’intende l’intero itinerario, in sé complesso e articolato, attraverso il quale si diventa cristiani. E’ un cammino per tappe, scandito dall’annuncio della parola di Dio, dalla celebrazione liturgica e dalla testimonianza di carità della comunità cristiana.
Questo itinerario per i più piccoli che sono già stati battezzati è “un apprendistato di vita cristiana” finalizzato ad aiutarli nella scelta di vivere come figli di Dio e discepoli di Gesù Cristo.
Cristiani lo siamo per il Battesimo, ma lo diventiamo accogliendo il dono della fede e coltivandolo in un cammino che si attua in famiglia, in parrocchia: attraverso la catechesi, la vita liturgica e la carità vissuta in comunità e testimoniata nella cura dei poveri.

5. Catechesi: un cantiere aperto…
Per quanto riguarda l’iniziazione cristiana dei bambini, nella nostra parrocchia, cerchiamo di seguire il “progetto catechetico italiano” che prevede un “itinerario catecumenale” per bambini e ragazzi (CEI, 1997). Comunque, dopo anni di esperienza e di ricerca, non si è soddisfatti e ci si sente come in un “cantiere aperto” (Ruini, 2006).
Abbiamo iniziato nel 2006, proponendo un nuovo percorso di catechesi di IC per i nostri bambini e ragazzi coinvolgendo anzitutto le famiglie, in modo tale che sia possibile poi costituire un itinerario di IC e gruppi di catechesi più gestibili ed efficaci.
Nell’elaborare il nostro Progetto di Catechesi per l’Iniziazione Cristiana dei Bambini e dei Ragazzi, siamo partiti da lacune convinzioni, abbastanza condivise, che costituiscono “punti fermi” anche nella stesura del Programma annuale.
1. una comunità che, evangelizzata, annuncia e forma alla vita cristiana;
2. la famiglia come “luogo” di esperienza e di crescita nella vita cristiana (e quindi l’insostituibile ruolo e coinvolgimento dei genitori nel percorso catechistico… siamo ancora agli inizi!);
3. catechisti che annunciano e animano, non tanto insegnanti;
4. il superamento di un catechismo come preparazione ai sacramenti (prima comunione e cresima) per un percorso progressivo di crescita personale e familiare, all’interno di una comunità, segnato da tappe significative (sacramenti);
5. non più solo istruzione, ma esperienza in una comunità che vive – celebra – annuncia.
La verifica che facciamo al termine di ogni anno porta degli aggiustamenti ma… oltre non si va se non si muovono contemporaneamente gli altri due pilastri della vita parrocchiale.
Trattandosi di un “cantiere aperto” non possiamo contare né sull’obbligo della partecipazione (nemmeno motivato del ricatto di amministrare o no il sacramento…) né sulla pretesa della sua immediata accoglienza da parte di tutti: siamo chiamati a procedere con coraggio e fiducia, nella chiarezza e con pazienza di crescere e progredire insieme.

5.1. Le persone coinvolte
1. Abbiamo constatato che una simile proposta sta in piedi se è assunta e gestita da un gruppo (prete e catechisti). Essi sono il laboratorio di progettazione, sperimentazione e verifica che necessità di incontri periodici e di un attivo coinvolgimento personale.
2. I genitori sono quindi coloro che trasmettono, a nome della Chiesa, la fede ai loro figli; Tra di essi si sono già evidenziati, quasi naturalmente, degli “animatori” che tengono uniti e motivati gli altri genitori.
3. I catechisti devono essere in grado di sostenere i gruppi i genitori: conoscere meglio gli obbiettivi di ogni tappa, i testi, ed essere in grado di accompagnare i genitori nell’annuncio della fede ai loro figli.


5.2. Un percorso articolato
1. Gli incontri di inizio anno sono un momento significativo per invitare i genitori: nella preghiera si invoca lo Spirito
sulle persone presenti e sul nuovo progetto; si danno le prime indicazioni per il percorso annuale, si presenta il calendario annuale.

2. L’integrazione nella vita della comunità cristiana.
Entrano qui in gioco gli altri elementi fondamentali della vita della comunità cristiana: la liturgia, in particolare la celebrazione eucaristica domenicale e gli altri momenti, tradizionali o meno, della vita della parrocchia; la carità condivisa e testimoniata.

3. In particolare l’Avvento, la Quaresima e la Pasqua saranno vissuti in modo unitario, seguendo il ciclo liturgico annuale e il cammino della parrocchia. Ogni gruppo lo adatterà all’età dei bambini.
Fondamentali sono i momenti comunitari di preghiera e di catechesi per i vari gruppi in varie circostanze.

5.3. I mezzi e gli strumenti utili
1. Il modo di proporre il PCP alla parrocchia deve essere chiaro, semplice e non ambiguo (un volantino da diffondere a scuola, nelle case… che può essere riproposto in formato poster affisso nei punti di incontro e di passaggio; è utile una breve lettera alle famiglie, firmata dal prete e dai catechisti che possono recapitarla loro stessi nelle famiglie da loro conosciute…).
2. I testi da scegliere per il percorso annuale (oltre il testo CEI che hanno i catechisti) devono essere adatti a far lavorare attivamente i bambini e nello stesso tempo con opportuni suggerimenti per aiutare anche i genitori.
3. Ogni tappa catechetica dell’IC è accompagnata da momenti celebrativi specifici all’interno della comunità parrocchiale.
4. La verifica periodica ci consente di adeguare sempre meglio il progetto alla nostra realtà e di rettificare scelte e obiettivi. Va fatta prima del termine di ogni anno per aiutare la stesura del programma dell’anno successivo.

5.4. La formazione di catechisti e genitori
Sia per i catechisti che per i genitori, questa parte del progetto, prevede una formazione specifica limitata ad alcuni momenti essenziali come l’inizio dell’anno e gli incontri per prepararsi alla catechesi con i figli. Tuttavia i genitori dovrebbero essere coinvolti nella catechesi degli adulti… ma siamo consapevoli di non poter chiedere troppo. Tuttavia qualche possibilità ci deve essere altrimenti viene meno il principio che la formazione parte dagli adulti ed è comunitaria. Forse si potrebbero coinvolgere in alcune liturgie domenicali del T.O.

6. Le tappe della nostra IC: un itinerario evangelico

Il nostro PCP si prefigge l’obiettivo di portare a compimento, entro l’adolescenza, l’itinerario di IC attraverso una catechesi che serva alla vita, per diventare consapevolmente cristiani e non solo abilitati a ricevere i sacramenti.
E’ un percorso che prevede la costituzione di gruppi non strettamente identificati con le classi scolastiche, ma che possano procedere, tappa dopo tappa, con i tempi necessari per la maturazione di fede di ciascuno. Si deve tener conto dell’età, sapendo che la formazione della vita cristiana ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi passaggi, che richiede gradualità e progressione.
Il passaggio alla tappa successiva o l’ammissione ai sacramenti non dovrebbe avvenire automaticamente, ma con un discernimento tra genitori, prete e catechista (tenendo conto della frequenza agli incontri di catechismo e ai momenti celebrativi in comunità, la qualità della partecipazione…).
Il catechista accompagna il gruppo, solitamente, per tutto l’intero ciclo che segue la distinzione scolastica di elementari e medie inferiori.
Le nostre tappe seguono gradualmente l’itinerario evangelico entro il quale viene descritta l’esistenza storica e la missione stessa di Gesù: da Nazareth a Cafarnao, per tutta la Galilea, partendo dal Giordano Egli è giunto fino a Gerusalemme, nel Cenacolo. Da lì i suoi discepoli sono partiti come apostoli, uomini trasformati dallo Spirito.

Prima Tappa: Nazareth
Alla scoperta dell’amore di Dio
(6 anni – I elementare)

Nazareth, dove Gesù è cresciuto con Maria e Giuseppe: la sacra Famiglia. Ogni nostra famiglia trova qui il suo modello ispiratore. Per avviare i nostri figli ad un rapporto più personale con Dio, dobbiamo anzitutto noi adulti aiutarci a stabilire quell’armonia nei nostri rapporti e il necessario desiderio di crescere insieme, tipici della Famiglia di Nazareth.

1. Questa tappa si svolge fondamentalmente in famiglia: i genitori sono contemporaneamente catechisti e in cammino con i loro figli. Occorre aiutarli perché riprendano o intensifichino con i loro figli la vita cristiana in famiglia.
2. La comunità parrocchiale ha il compito di dare loro fiducia, valorizzando le loro risorse e la loro esperienza, e di renderli partecipi di alcuni momenti comunitari del nostro ICA (Itinerario Catechistico Annuale). La catechista e il prete li incontrano per presentare loro l’itinerario di IC che stanno iniziando con i loro figli, il cammino che svolgeranno con loro lungo l’anno e il testo che potrebbe aiutarli. Periodicamente si danno loro alcune semplici indicazioni di metodo per gli incontri da svolgere preferibilmente in famiglia. A questo scopo è importante individuare alcuni genitori più sensibili e partecipi. Periodicamente si incontrano anche i bambini tra loro per incontri organizzati dalla catechista e dai genitori.

Seconda Tappa: Galilea
Insieme, alla scoperta della presenza di Dio Creatore e Padre
nella Natura e nella Storia
(7 anni – II elementare)

Galilea è la regione della Palestina nella quale Gesù ha iniziato la sua missione in mezzo a noi. Una località un po’ marginale, frequentata da gente di varie razze e culture… di ogni estrazione: uno spaccato vero di umanità, il luogo ideale per inaugurare l’annuncio della prossimità del Regno di Dio: Dio è qui, in mezzo a noi! Cambiate la vostra vita credendo a questo annuncio.
Gesù stesso è la presenza di Dio in mezzo a noi e attraverso di lui noi lo possiamo scoprire presente nella natura e nella storia.
1. I genitori, seguiti da un catechista e in gruppo tra loro (se lo desiderano) iniziano con i lori figli a riflettere sulla presenza di Dio nella natura e nella storia (cf. schede 2006).
2. Obbiettivi:
- aiutare il bambino ad avere un’idea personale di Dio e non solo genericamente spirituale
- avere uno sguardo alla natura non solo scientifico, ma cogliendovi i segni di un amore intelligente
- attraverso alcune figure storiche della Bibbia, come Abramo, cogliere la possibilità di un rapporto personale e comunitario con Dio
- avviare ad una preghiera più consapevole spiegando il testo
della preghiera di Gesù il Padre nostro.
3. Testo: “Io sono con voi” (CEI).
4. Tappa: - Consegna del Padre nostro.

Terza Tappa: Giordano
Incontriamo il Padre
(8 anni – III elementare)

Giordano è il fiume presso il quale Gesù ha iniziato a manifestarsi come Figlio del Padre e come colui che viene a liberare l’uomo dal male e a farlo figlio di Dio.
Proprio al Giordano, mettendosi in fila con la gente che andava da Giovanni per farsi immergere nell’acqua alla ricerca di una purificazione interiore, Gesù è stato indicato e riconosciuto come il Salvatore.
Il nostro Giordano, quello dei nostri figli, è stato il Battessimo nel quale siamo rinati.

1. I genitori sono stati già coinvolti con favore nell’itinerario precedente, ora, accompagnati da un catechista, entrano con i loro figli in questa nuova tappa della loro IC, più vicina alla celebrazione dei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.
2. Obbiettivi
- aiutare lo sviluppo della “coscienza” morale dei figli
- riscoprire il proprio Battesimo come nascita a figli di Dio
- prepararsi al sacramento della Riconciliazione.
3. Testo: “Io sono con voi” e “Venite con me“ (CEI).

4. Tappa:
- Presentazione alla comunità e rinnovo delle promesse Battesi mali.
- Celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

Quarta Tappa: Cenacolo
Incontriamo Gesù
(9 anni – IV elementare)

Cenacolo è il luogo scelto da Gesù per la Cena Pasquale con i suoi discepoli. Richiama quindi a tutti noi una realtà che continua ad essere presente nell’Eucaristia: l’intimità di Gesù con i discepoli, i suoi discorsi, la lavanda dei piedi, la consegna del comandamento nuovo dell’amore reciproco, la consegna di se stesso nello spezzare il pane e nel condividere il vino.

1. Anche questi genitori sono stati già coinvolti con favore nell’itinerario e ora, accompagnati dal catechista, entrano con i loro figli nel cuore dell’ IC, la prima comunione con Gesù nell’Eucaristia. Sarà utile, lungo l’anno intensificare con loro gli incontri di catechesi, in modo tale che possano vivere con i loro fili più intensamente questa tappa, anche attraverso l’assidua partecipazione alla celebrazione eucaristica domenicale.
2. Obbiettivi:
- aiutare i bambini al rapporto personale con Gesù (a tu per tu) e ad incontrarlo nel Vangelo, nella Comunità, negli altri… nei poveri, nell’Eucaristia domenicale
- preparazione alla celebrazione eucaristia.
3. Testo: “Venite con me“ (CEI).
4. Tappa: - Presentazione alla comunità e consegna del comandamento nuovo. - Ritiro di preparazione.

Quinta Tappa: Cafarnao
Diventiamo discepoli di Gesù
(10 anni – V elementare)

Cafarnao è la città, sul lago di Tiberìade, dove Gesù inizia la sua missione. Lì chiama i suoi primi discepoli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, Levi. Non è più Betlemme dove è nato e nemmeno Nazareth dove è cresciuto: è dove Gesù sceglie di andare vivere con i suoi discepoli, la sua casa. Cafarnao rievoca il luogo del discepolato e della formazione dei seguaci di Gesù.
1. Si tratta di proseguire ed approfondire la conoscenza e la comunione con Gesù che ha avuto nella prima comunione una tappa fondamentale. I genitori si fanno compagni di cammino dei loro figli, lasciando più spazio al catechista che guida il cammino di adulti e ragazzi.
2. Obbiettivi:
- Attraverso la lettura in famiglia e in gruppo del Vangelo in uso nell’anno liturgico, possono approfondire la conoscenza della figura e dell’annuncio di Gesù, per rispondere alla chiamata di seguirlo come suoi discepoli.
3. Testo: Vangelo dell’anno liturgico con un sussidio adeguato.
4. Tappa: Consegnare ai ragazzi il testo del Vangelo in una celebrazione liturgica specifica.

Sesta Tappa: Èmmaus
Diventiamo testimoni di Gesù
(11 - 13 anni – I-III media inf.)

Emmaus è l’itinerario che i due discepoli percorrono, dopo gli eventi della Pasqua, insieme a Gesù Risorto che, all’inizio non riconosciuto da loro, spiega loro le Scritture alla luce degli eventi che l’hanno riguardato in prima persona e che ora coinvolgono loro. E’ il Risorto che ci permette di leggere e di capire la Scrittura, di accogliere la sua sofferenza e morte come salvezza, di riconoscerlo nell’Eucaristia vissuta e celebrata nella comunità.
E’ l’itinerario verso la maturità cristiana fatta di appartenenza alla comunità cristiana e di testimonianza.

1. Con l’inizio della scuola media inferiore, si propone ai ragazzi di proseguire il loro cammino catechetico preparandosi a ricevere il sacramento della Confermazione.
Questa preparazione ha la durata di due anni ed è condotta da uno o più catechisti, mentre i genitori partecipano ad alcuni momenti specifici di questo cammino.
I ragazzi e le ragazze sono chiamati a diventare sempre più protagonisti del loro cammino di crescita.
2. Obbiettivi: - Aprire gli occhi su di sé e sulla vita reale.
- Diventare consapevoli delle esperienze che si fanno: nella propria crescita fisica e intellettuale, nella propria famiglia, nelle amicizie, a scuola… di ciò che succede nel mondo.
- Chiedersi: “chi sono io e chi voglio diventare”.
- Scoprire che Gesù è “una proposta di vita”, una persona umana realizzata e che noi abbiamo il suo Spirito in noi che ci conferma nelle nostre scoperte, nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni.
- Accorgersi che c’è una compagnia: la Chiesa e che se ne può fare l’esperienza nel gruppo e nella parrocchia
3. Testo: “Sarete miei testimoni” (CEI).
4. Tappa: - Consegna della Bibbia.
- Presentazione alla Comunità e richiesta di sacramento della Confermazione che è stata collocata nei primi mesi del III anno di scuola media inferiore.

Settima Tappa: Gerusalemme
Diventiamo testimoni di Gesù
(14-15 anni)

Gerusalemme è il punto di arrivo del ministero di Gesù (Luca 9,31) e il luogo di partenza per la missione degli apostoli (Atti 1,8). Dopo l’esperienza della Pasqua, nella quale sono stati immersi - morti e sepolti - con Gesù, essi fanno l’esperienza della vita nuova che sgorga dallo Spirito vivificatore e santificatore di Gesù risorto.

1. Le ragazze e i ragazzi cresimati proseguono il loro cammino di crescita in gruppo, accompagnati da animatori ed educatori “adulti nella fede”.
2. Il loro percorso deve essere in sintonia con le linee di pastorale giovanile nazionale e diocesana. Questi adolescenti, che iniziano l’iter della scuola superiore, devono avere la possibilità di coniugare la loro crescita umana e cristiana con la bellezza di spendere la propria vita per Cristo e per i fratelli, già in piccole esperienze di volontariato e caritative.
3. Testo: Il catechismo dei giovani (CEI)
4. Questa tappa fa già parte di un eventuale Progetto di Pastorale Giovanile Parrocchiale (PPGP).

Vangelo di Giovanni 6 - Il Pane della Vita


Vangelo di Giovanni
6,1-15
(vedi anche Marco 6,34-44) [26 luglio 2009: XVII Domenica B]

Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

6,24-35 [2 agosto 2009: XVIII Domenica B]

Quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

6, (36-40) 41-51 [9 agosto 2009: XIX Domenica B]

I Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

6,52-58 [16 agosto 2009: XX Domenica B]

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

6, (59) 60-69 [23 agosto 2009: XXI Domenica B]

Molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

GESU' si dona a noi come PANE di VITA


In queste domeniche, dal 26 luglio al 23 agosto, la Liturgia della Parola ci propone la proclamazione del capitolo 6 del vangelo di Giovanni, il discorso di Gesù, nella sinagoga di Cafàrnao, del “Pane di Vita”.
Abbandoniamo per ora il racconto di Marco, che ci guida in questo anno B, proprio nello stesso capitolo 6 dove l’evangelista racconta la “distribuzione prodigiosa” a 5000 uomini, dopo aver condiviso 5 pani e 2 pesci (6, 34-44).
Il racconto fa notare Gesù che, mosso dalla compassione per la folla che era come pecore senza pastore (Zaccaria 10,12; Giuditta 11,19), non solo si mise ad insegnare a lungo, ma sazia in modo definitivo e radicale, “messianico”, la fame “esistenziale” di ogni essere umano (così come la sete: cf. Gv 4,14; 6,35, 7,38).
Il capitolo 6 ha un posto centrale nel racconto evangelico di Giovanni, sia per la comprensione della messianicità di Gesù che vuole dare ai suoi lettori, che per il profondo contenuto catechistico indirizzato non solo a prepararsi per ricevere l’eucaristia, ma all’intera esistenza cristiana che trova in Cristo colui che dà se stesso come pane per la nostra Vita autentica e incorruttibile.
Per aiutarci a coglierne l’importanza riportiamo per intero su questo foglio il capitolo 6, suddiviso nei brani che ascolteremo nelle diverse domeniche e che sarà commentato nelle omelie. Alla fine un breve schema di p. A. Nocent (1978) che può essere di aiuto. Ciascuno troverà nelle note della propria Bibbia altre spiegazioni utili alla comprensione più profonda e fruttuosa.
Sarebbe davvero una grave perdita che una catechesi così essenziale andasse perduta solo per il fatto che in questo periodo estivo siamo più dispersi.
P. Roberto Geroldi