sabato 19 marzo 2011

Le lectio del prete Carmine Miccoli: Matteo 17,1-9 (Domenica II/A di Quaresima - 20 marzo 2011)

Chiesa del Purgatorio – Lanciano (CH)


LECTIO DIVINA

“Questi è il mio Figlio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!” (cf. Mt 17,5)

Canto (facoltativo), a scelta della comunità.

Dopo un’opportuna introduzione, si può invocare lo Spirito Santo con il canone Veni Sancte Spiritus o

Vieni, Spirito Creatore (Taizè), o altra preghiera simile, come la seguente.

P.: O Padre, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare

la tua parola: in essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’

tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella

tua parola, letta, ma non accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita,

contemplata, ma non realizzata, manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e

a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro incontro con la tua parola sarà rinnova -

mento dell’alleanza e comunione con te e con il Figlio e lo Spirito Santo, Dio benedetto

nei secoli dei secoli. A.: Amen.

Canto (facoltativo): Alleluia (Taizè).

L.: Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Matteo (Mt 17,1-9;

trad. CEI 2008; tra [] le parti omesse dalla liturgia).

[1 Sei giorni dopo,] Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li

condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto

brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco apparvero

loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Prendendo la parola, Pietro disse a

Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te,

una per Mosè e una per Elia». 5 Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa

li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il mio

Figlio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!». 6 All’udire ciò, i

discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7 Ma Gesù si

avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8 Alzando gli occhi non videro nessuno,

se non Gesù solo. 9 Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non

parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai

morti».

Segue la meditazione della Parola proposta dalla guida della celebrazione; dopo un momento personale di

silenzio per la lectio, si prosegue con la condivisione comune sulla Parola ascoltata. Al termine, ognuno

dei presenti può proporre un’intenzione di preghiera; ad ognuna, l’assemblea canta o risponde con un’acclamazione.

Si conclude con la preghiera del Padre nostro… [e la benedizione finale].

Note di esegesi per la comprensione del testo

Il brano del vangelo riporta l'episodio centrale della Trasfigurazione; il nucleo originario

comune ai tre Sinottici (Marco, Matteo e Luca) è stato rielaborato da ogni

evangelista per le fnalità specifche del proprio vangelo nella propria comunità. In

origine il racconto descriveva solo la scoperta da parte dei discepoli della personalità

di Gesù come realizzazione della fgura misteriosa del Figlio dell’Uomo descritta

da Daniele (cf. Mt 17,2 e Dn 10,4-6; Mt 17,6 e Dn 10,9; Mt 17,7 e Dn 10,10;

Mt 19,9 e Dn 12,4); successivamente, si collegò alla festa ebraica di Sukkôt (delle

Capanne o dei Tabernacoli), che celebrava l’alleanza del Sinai e la conseguente dimora

nel deserto del popolo d’Israele (v. 4); nel giudaismo del dopo esilio, ai tempi

di Gesù, cominciò a celebrarsi in questa festa anche l’intronizzazione del Mes -

sia sofferente (cf. Is 40,3-5; Zc 14; Ap 7,9-11).

Il racconto di Mt mette in evidenza Gesù come nuovo Mosè. Se il popolo non

poteva guardare il volto di Mosè che aveva parlato con Dio (cf. Es 34,25), i discepoli

cadono in ginocchio pieni di timore come si fa quando si sta davanti a Dio

(cf. Mt 17,6; cf. Sal 95[94],6; Es 3,6). Là è Dio che chiama, qui è Dio che si manifesta

e si rivela; là è il deserto, qui è un monte, uno dei sette monti citati da Matteo

nel suo vangelo; là c’è solo Abram e una Voce, qui c’è Gesù con alcuni dei suoi

apostoli e due fgli di Abram, Mosè ed Elia; là la Toràh deve ancora venire, qui la

Toràh fa da testimone qualifcata alla personalità di Gesù; là c’è la Voce che ordina

la separazione, qui c’è la Voce che invita all’ascolto; là c’è Dio che parla al futuro,

qui c’è Dio che parla al presente.

Ci troviamo su un monte, dove avviene una teofania a cui assistono due testimoni

d’eccezione che a loro volta hanno sperimentato la vicinanza di Dio, Mosè ed Elia

(cf. Es 19,3.14.18.20; 1Re 19,8-13). Essi sono l’attesa e la speranza d’Israele che garantiscono

quanto sta avvenendo sul monte Tabor: la Toràh e la profezia garantiscono

che Gesù è il Messia promesso e fnalmente giunto. Mt nel suo vangelo cita

sette monti reali e due in parabola o come esempio1: il monte della trasfgurazione

è il quinto2. Se ci fermiamo solo alla lettura che ne fa un raccontino edifcante

1 Cf. Mt 4,8; 5,1; 17,1; 21,1; 24,3; 26,30; 28,16.

2 I numeri 7 e 5 sono molto cari a Mt, nel suo utilizzo della ghematria ebraica. Il numero 5

è 6-1, quindi rappresenta l’imperfezione che cammina verso la totalità del mondo perfetto

di Dio, espresso dal numero 7. Simbolicamente, è connesso ai 5 libri della Toràh, ai 5 libri

del Salterio e alle 5 Meghillot (o rotoli: Cantico, Rut, Lamentazioni, Qoelet, Ester): la Scrittura fa

da pedagogo che guida verso la conoscenza di Dio, espressa da Gesù che fa, in questa visione,

5 discorsi (Mt 5,1-7,28; 10,5-11,1; 13,3-53; 18,1-19,1; 24,1-26,1). Per esprimere il

compimento, la pienezza della rivelazione di Dio, ai 5 discorsi di Gesù, Mt aggiunge il libretto

del vangelo dell'infanzia e il libretto finale del racconto della passione e della risurrezione coche

termina con lo stupore di Pietro, fniamo per concludere che Pietro non ci fa

una bella fgura perché dimostra di non avere capito nulla (e con lui anche noi...).

Se invece leggiamo il testo dal punto di vista di Mt, scopriamo che è un

capolavoro letterario: da una parte abbiamo l’intronizzazione di Gesù fatta

davanti alla Toràh (Mosè) e alla Profezia (Elia); dall’altra sappiamo, grazie alle

parole stupite di Pietro, che questa intronizzazione messianica avviene nella festa

della Capanne. Pietro non vuole stare comodo, ma vuole celebrare con Gesù,

Mosè ed Elia la festa ebraica delle Capanne che si svolgeva in quei giorni3. Il

racconto della Trasfgurazione è dunque il modo cristiano di dire con modalità

ebraiche che Gesù è il Messia atteso da Israele e riconosciuto dai suoi discepoli e

discepole, che hanno anche la testimonianza autorevole e decisiva di Mosè ed

Elia.

C’è Gesù e vi sono tre discepoli i quali hanno la funzione di testimoni, perché secondo

la Legge giudaica ogni fatto o situazione deve essere garantita da due o tre

testimoni per avere valore legale (Dt 17,6; 19,15; Mc 1,14-20 e par.; Mt 18,16.20;

2Cor 13,1; 1 Ti 5,19; Eb 10,28). Accanto a Gesù troviamo Mosè ed Elia, che nella

tradizione giudaica rappresentano la Toràh e i Profeti, ossia tutta la Scrittura (cf. Lc

24,27): tutta la tradizione di Israele è testimone di ciò che sta avvenendo. In Mt

(vv. 3-4; cf. Lc 9,30.33) Mosè è citato per primo, mentre in Mc 9,4 è citato prima

Elia. Secondo la tradizione, Elia, il profeta che non è morto, ma che è stato rapito

in cielo da Dio su un carro di fuoco (2Re 2,11), sarebbe ritornato prima del Messia

per preparargli la strada (cf. Lc 1,17); ancora oggi, durante la Pasqua ebraica, a

tavola è lasciato vuoto un posto, il posto di Elia, che può manifestarsi sotto le

sembianze di chiunque entri e venga a sedersi alla cena. La tradizione sinottica ha

individuato Elia nella persona di Giovanni il Battista (Mt 11,14). Lc aggiunge un

particolare: dice che Gesù, Mosè ed Elia «parlavano dell'esodo di Lui» (9,31).

Mosè è il protagonista assoluto dell’esodo; Elia, inseguito dalla polizia della regina

Gezabèle, ripercorre all’indietro la stessa strada dell’esodo fno alla montagna di

sicché l’intera ossatura evangelica si compone di 7 parti. Ancora: 7 volte è citato Mosè

(Mt 8,4; 17.3.4; 19,7.8; 22,24; 23,2); 7 (+1) sono le beatitudini (5,2-10: l’ottava è aggiunta

posteriore); 7 sono le domande del Padre nostro (6,9-13); 7 sono le parabole del Regno

(13,3-52); 7 sono i pani moltiplicati e 7 le ceste avanzate (15,34-37); 7 sono i «guai» contro

gli scribi e i farisei (23,13-32); 7 sono le «parole» che Gesù dice nel Getsemani (26,36-46),

etc.

3 Il mese di Tishri è il 1° mese del calendario ebraico, durante il quale si celebrano alcune

delle maggiori feste ebraiche: Rosh Ha-Shanàh (Capodanno), Yamim Noraìm (Giorni di Paura)

che sfociano nel digiuno di Yom Kippur (Giorno dell’Espiazione). Il 15 del mese si celebra

anche la festa di Sukkôt (Capanne o Tabernacoli) che si conclude con altre due festività:

Sheminì Atzereth (Ottavo [giorno di] Conclusione) e Simchàt Toràh (Gioia della Toràh).

Durante questa festa, per otto giorni tutto il popolo si trasferisce ai margini dell’abitato e

vive e prega in capanne di paglia, per ricordarsi dei quaranta anni che gli antenati vissero

nel deserto del Sinai.

Dio: Gesù, come loro, sta per intraprendere l’esodo con la sua morte e

risurrezione.

Il rapporto tra trasfgurazione ed esodo, già visibile da questi primi riferimenti, è

ancora più profondo e diretto di quanto non appaia. Vediamone alcuni.

a. Il monte Tabor4 richiama il monte Sinai che è testimone del momento decisivo

della storia della salvezza, perché è il monte della Toràh scritta e orale in cui è sigillata

l’Alleanza; è anche identifcato con il monte Horeb dove si rifugia Elia durante

la persecuzione e dove viene consolato dalla manifestazione di Dio (1Re

19,11-14).

b. La trasfgurazione è descritta al capitolo 17 di Mt; il capitolo 18 propone il discorso

sulla comunità, cioè sulla futura assemblea messianica ed escatologica che

è la Chiesa, come primizia del Regno. Come ai piedi del Sinai il popolo attese la

proclamazione della Parola, così oggi il Cristo chiama la Chiesa nascente ad essere

il segno della Parola nuova e defnitiva di Dio.

c. Per Mt la trasfgurazione avviene «sei giorni dopo» (v. 1), mentre sul Sinai la

teofania si svolge «il terzo giorno», che corrisponde al «sesto giorno» secondo

lo schema 3+3 (Es 19,1-17).

d. La nube avvolge sia il Tabor che il Sinai; il volto di Mosè è raggiante, tanto che

nessuno può guardarlo, così come il volto di Gesù si trasfgura davanti ai suoi discepoli

che restano attoniti e folgorati (Es 34,29-35; 2Cor 3,7-11); la voce celeste

che parla dalla nube esprime un comando: “Ascoltatelo!” (v. 5), che richiama la

descrizione di Dt 18,15. Mosè accanto a Gesù vede realizzarsi la profezia che egli

stesso ha pronunciato su Israele ed Elia che ha il compito di introdurre il Messia

nel cuore d’Israele è sua volta garante di questo compimento.

e. La trasfgurazione è un anticipo della risurrezione, ma avviene poco prima della

morte. La croce non è facoltativa: essa è la via che Dio accetta di percorrere per

indicare a ciascuno di noi la mèta della propria trasfgurazione. All’udire la voce

(v. 5) gli apostoli cadono con la faccia a terra perché «sentono» la presenza di

Dio e da giudei sanno che chi vede Dio muore (Es 3,6; Lv 9,24; ecc.), ma ancora

non sanno che la visione di Gesù, volto del Padre (cf. Gv 1,18), ha sconftto la

morte e Dio può essere guardato faccia a faccia.

L'ascolto della Parola è il luogo della nostra trasfgurazione: essa diventa un progetto

di trasformazione della nostra vita che deve impegnarci nella storia umana,

per portare il mondo intero alla piena manifestazione luminosa del Regno, passando

per la Pasqua di Gesù, Figlio amato che ci dona il suo amore.

- pro manuscripto -

4 Il vangelo non dice dove Gesù si trasfgurò, ma parla solo di «un alto monte» della Galilea

(Mt 17,1; cf. Mc 9,2); Pietro, che cita il fatto della trasfgurazione, parla di «monte santo»

(1Pt 1,18), dandogli così una connotazione teologica. La localizzazione sull’attuale monte

«Tabor» si deve alla costante tradizione cristiana di Palestina.

Approfondiamo la Parola domenicale: II Domenica di Quaresima 2011 - Matteo 17. 1-9

PAROLA CHE SI FA VITA

Letture bibliche a commento della Parola domenicale.
Meditandola e pregandola,
cogliamo il suo attuale avvenimento
nella nostra esistenza.
I brani proposti ci aiutano a comprenderla
alla luce di tutta la storia della salvezza:

Gàlati 3,1-14. 22-29
Siamo di Cristo, discendenza di Abramo nella promessa.

Giovanni 17,1-5. 22-23
La gloria che tu Padre hai dato a me, io l’ho data a loro.

Giovanni 8,28-40. 53-58
Abramo vide il mio giorno e ne gioì.

2Pietro 1,1-10. 16-19
Siamo partecipi della natura divina che Cristo ci ha donato.

Romani 4,1-8. 13-25
Abramo credette e divenne erede del mondo.

 

Agenda settimanale: 21 - 27 marzo 2011

AGENDA SETTIMANALE
21 - 27 MARZO 2011

* * *

Lunedì 21, ore 21.00: Messa in Paglieroni

Martedì 22, ore 18.30: Messa in S.Giorgio
ore 21.00: Preparazione al Matrimonio

Mercoledì 23, ore 21.00:
Condividiamo la Parola domenicale

Giovedì 24: RICORDO MISSIONARI MARTIRI
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

Venerdì 25
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

Sabato 26
Sulmona: Aggregazioni Laicali della regione

III DOMENICA DI QUARESIMA/A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 27

ore 9.00: Messa in S. Giorgio

ore 11.00: Messa in chiesa p.le

ore 16.00: Incontro diocesano catechisti e operatori pastorali
a Lanciano - Curia diocesana

Una comunità che celebra: La liturgia domenicale della II Domenica di Quaresima/A - 20 marzo 2011

NEL FIGLIO AMATO, AMATI, ABBIAMO LA VITA

INVOCAZIONE dello SPIRITO

Vieni, Spirito creatore, vieni, vieni!

Spirito santo, tu animasti Abramo a fidarsi solo di Dio;
Spirito santo, tu guidasti Abramo nel deserto, per aderire all’Alleanza.*

Spirito santo, tu sei difesa di chi spera, con amore, nell’amore di Dio.*

Spirito santo, tu sei la forza di Dio che ci sostiene nel soffrire per il Vangelo;
Spirito santo, tu distruggi la morte e ci doni la fonte della Vita incorruttibile.*

Spirito santo, tu accompagnasti Gesù e i suoi discepoli sul monte;
Spirito santo, tu trasfiguri il volto sofferente di Gesù nel Risorto.*

Spirito santo, tu sei la Voce che ci invita ad ascoltare il Figlio Gesù;
Spirito santo, tu ci doni il coraggio che non ci fa temere nel seguire Gesù.*

INVOCAZIONI PENITENZIALI
 
Figlio Gesù, tu manifesti l’amore del Padre: rialzaci e trasformaci! Signore, pietà!

Cristo risorto, tu ci doni la Vita che vince la morte: salvaci! Cristo, pietà!
Signore Gesù, tu rimani con noi e illumini il nostro cammino: non farci temere!Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, tu hai chiamato Abramo a fidarsi di te ed hai fatto a noi il dono di camminare alla luce del Vangelo. Apri il nostro cuore, perché ascoltiamo il tuo amato Figlio Gesù e, seguendolo sulla via della croce, troviamo in lui la vita incorruttibile. Egli è Dio e vive… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro della Gènesi 12,1...4a

In quei giorni. Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome. In te saranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore. Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 32
R/ Bonum est confìdere in Domino. Bonum sperare in Domino.

1. La parola del Signore è veritiera
ogni sua opera è nella fedeltà.
Egli ama la giustizia e il diritto:
l’amore del Signore riempie la terra.

2. Il Signore guarda chi lo serve con amore,
chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo nel tempo della carestia.

3. Noi siamo in attesa del Signore:
egli è nostro aiuto e nostra difesa.
Il tuo amore ci accompagni, Signore,
perché noi in te speriamo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1,8b-10

Figlio mio. Non vergognarti di testimoniare il nostro Signore, né di me che sono in prigione per Lui. Piuttosto, con la forza che Dio ti dà, soffri con me per il Vangelo. Egli, infatti, ci ha salvati e ci ha chiamati ad essere il suo popolo santo; non per opera nostra, ma per suo progetto e per il suo amore gratuito ed eterno che ci ha donato ora, con la venuta di Gesù Cristo, nostro salvatore. Egli ha distrutto il potere della morte e, per mezzo del Vangelo, ha fatto sperimentare la Vita incorruttibile. Parola di Dio!

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: costui è il mio Figlio, l’amato. Ascoltatelo!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

+ Dal vangelo secondo Matteo 17,1-9

[Sei giorni dopo, nella regione di Cesarèa di Filippo] Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.

E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.

Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra.

Ed ecco una voce dalla nube e diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui io mi compiaccio. Ascoltatelo!».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Parola del Signore!



PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle carissimi, dopo aver ascoltato la parola del Padre su Gesù, il Figlio amato, invochiamo il suo Spirito, perché anche noi possiamo sentirci amati da lui.
R./ Trasformaci, o Padre!

1. Trasforma, con la forza della Croce, le paure della Chiesa nell’annunciare il tuo Vangelo, ti preghiamo.
2. Trasforma, con la forza della Risurrezione, le aspirazioni di giustizia di ogni uomo e di ogni donna in una primizia di vita nuova, ti preghiamo.
3. Trasforma, con la forza della tua Parola, il nostro vuoto interiore in un ascolto attento e paziente del tuo progetto su ciascuno di noi, ti preghiamo.

4. Trasforma, con la forza del Corpo di Cristo dato per noi, la paura della sofferenza e della morte, ti preghiamo.

5. Trasforma, con la tua luminosa presenza, le nostre esistenze in capolavori di amore e di comunione, ti preghiamo.

6. Trasforma la nostra comunità parrocchiale nel tuo popolo che diffonde nel mondo la tua presenza, ti preghiamo.

Intenzioni particolari della comunità

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre, perché su di noi fai risplendere la luce del tuo amato Figlio. Trasfigurato da Te, Egli per noi trasforma, con la forza del tuo Spirito, questo il pane e il vino nel suo corpo e sangue. Ora e per sempre. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - ACCLAMAZIONI
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Mistero della fede!
- Tu ci hai rendenti con la tua Croce
e la tua Risurrezione.
Salvaci, o Salvatore del mondo!
+ Celebrando… come popolo sacerdotale.
- Noi ti ringraziamo, o Padre!

+ Ti preghiamo… un solo corpo.
- Un cuor solo, un’anima sola per la tua gloria, o Padre!

+ Ricordati… popolo cristiano.
- Un cuor solo, un’anima sola per la tua gloria, o Padre!

+ Ricordati… la luce del tuo volto.
- Ricordati, o Padre!

+ Di noi tutti… canteremo la tua gloria:
- Per Cristo, con Cristo, in Cristo, a te Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito santo,
ogni onore e gloria… Amen!

ALLA COMUNIONE
“Costui è il mio amato Figlio, io ve lo mando”. Ascoltatelo!”.

Quaresima 2011: Il nostro cammino seguendo Gesù - Messaggio di papa Benedetto XVI

C’è più gusto nella vita!
per 40 Giorni seguiamo Gesù più da vicino

“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti”. (Colossesi 2,12)

Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima… è per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante: mentre guarda all’incontro definitivo con il suo Sposo nella Pasqua eterna, la Comunità ecclesiale, assidua nella preghiera e nella carità operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore abbondanza al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).

1. Questa stessa vita ci è già stata trasmessa nel nostro Battesimo, quando, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo” (Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010). San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata in questo lavacro: si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze. La misericordia di Dio… viene comunicata all’uomo gratuitamente.

2. Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.

Questo dono gratuito deve essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insostituibile di fede e di vita cristiana: davvero essi vivono il Battesimo come un atto decisivo per tutta la loro esistenza.

La prima domenica
dell’itinerario quaresimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Mt 17,1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5).

E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.



Dal messaggio di papa Benedetto per la Quaresima 2011