venerdì 15 ottobre 2010

Approfondiamo la Parola domenicale: XXIX dell'anno C - 17 ottobre 2010

PAROLA CHE SI FA VITA

Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.

Chiedere, senza dubitare
Giacomo 1,5-7; 5,13-20
Giuditta 9,1-12 Matteo 15,21 ss.

La gratuità nel pregare
1Timoteo 2,1-8
Giuditta 4,9-15; 6,14-21

Puoi pregare:

Salmo 3: Alzo al Signore la mia voce.

Salmo 41-42: Dov’è il tuo Dio?

Di notte innalzo a Lui la mia preghiera.

Salmo 141: Supplico il Signore.

Catechesi degli adulti 2010 - 2011

CATECHESI DEGLI ADULTI
Mercoledì 27 ottobre
alle ore 21.00 in sala convegni

Inizieremo una serie di 6 incontri per approfondire la nostra tipica “vocazione laicale”:
uomini e donne al servizio degli altri, del bene comune di tutti,
che avvertono la responsabilità della loro cittadinanza
in modo partecip’attivo.

Ci guiderà il vangelo di Matteo
nella riflessione sui percorsi storici personali e sociali.
Luce della terra e Sale del mondo

La tua presenza è importante:
anche tu puoi dare il tuo contributo
per non rimanere al buio e insipidi!

Agenda settimanale: 18 - 24 ottobre 2010

AGENDA SETTIMANALE
18 - 24 OTTOBRE 2010
* * *
Lunedì 18, ore 21.00: Messa in Paglieroni

Martedì 19: Incontro regionale preti al santuario di san Gabriele

Non si celebra Messa in S. Giorgio

Mercoledì 20, ore 21.00: Attorno alla Parola domenicale

Giovedì 21: ore 18.30: Messa in chiesa p.le

ore 19.30: Veglia missionaria in Cattedrale

ore 21.00: Commissione liturgica

Venerdì 22 ore 18.30: Formazione Caritas a Ortona
ore 21.00: Incontro genitori

Sabato 23 ore 11.00: Matrimonio di
ALESSIA AMOROSO e LUCIANO MARTELLI

XXX DOMENICA DELL’ANNO C
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 24
ore 9.00: Messa in S. Giorgio

ore 11.00: Messa in chiesa p.le

ore 16.00: Incontro coppie (decennio) in casa parrocchiale

* * *

Una Comunità che celebra: la Liturgia domenicale - XXIX dell'anno C: 17 ottobre 2010

UNA COMUNITÀ CHE CELEBRA
GESU’ CI INSEGNA A PREGARE… PER CREDERE!

Il tema centrale della liturgia di questa 29a domenica del tempo ordinario C è la preghiera



(1a lettura e Vangelo), mentre la 2a lettura è centrata sull’importanza della Parola


di Dio come fondamento della vita e contenuto della preghiera. Le tre letture quindi


possono considerarsi un insieme organico sul tema della preghiera. Pretendere di parlare


della preghiera è come conoscere l’intimità di Dio, una realtà inesauribile. Essa


come la vita deve essere vissuta: solo chi vive sperimenta e conosce1. L’unica spiegazione


possibile della preghiera è il silenzio, come pienezza della parola, come ambiente


naturale della preghiera.


La 1a lettura ha un sapore alquanto magico: Mosè, per vedere l’efficacia della sua mediazione,


deve tenere le braccia alzate e se è stanco, ha bisogno di due che le sorreggano.


Tutte le religioni vivono di simboli e gesti rituali che spesso diventano anche teatrali,


nel senso più benevolo del termine, perché la ritualità religiosa è anche teatralità.


Solo in una dimensione di fede la teatralità diventa anacronistica, perché la fede si fonda


sulla parola che spesso si esprime nel silenzio e nella contemplazione. Mosè è mediatore


per mettere in risalto che la vittoria non dipende dalle armi o dal numero dei


soldati, ma che «la salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell’angoscia è loro


difesa» (Sal 37[36],39). Il vangelo è sulla stessa lunghezza d'onda: perseverare nella


preghiera insistente non significa infrangere l’insensibilità di Dio che cinicamente resiste


alle richieste dei suoi figli/e, ma educare se stessi alla fedeltà nella relazione con


Dio, nutrendola di affettività orante. L’immagine del giudice «che non temeva Dio» è


un paradosso che fa risaltare meglio lo splendore della «vedova» che con la sola forza


del suo diritto smuove l’impossibile. La sua insistenza non è petulanza, ma l’affermazione


«ostinata» di una giustizia negata di cui solo lei ha coscienza.


La 2a lettura ci parla della Scrittura come Parola di Dio e costituisce quasi il punto di


convergenza tra la prima lettura e il vangelo: non può esserci preghiera al di fuori della


Parola di Dio che dona forma e contenuto alle parole umane. La Parola di Dio è la


persona stessa del Lògos e quindi pregare è lasciarsi possedere dalla Shekinàh/Dimora


per essere alla presenza di Dio che è «già» nell’intimo di ciascuno. La Bibbia non è


solo la lettera che Dio ha inviato da tempo all’umanità attraverso i profeti e il suo stesso


Figlio (Eb 1,1-2), ma è anche il diario di bordo essenziale dell’intervento di Dio nella


storia universale e personale. Essa è il paradigma della storia di ciascuno che tutti


noi dobbiamo declinare in modo personale. La Bibbia è il paradigma del «viaggio» personale


di fede ed è lecito che il lettore, all’interno di questo paradigma, si domandi


dove si trova adesso. Pregare è la risposta alla domanda di Dio ad Àdam: «Dove sei?»


(Gen 3,9) che non chiede solo l’identità di un luogo, ma la coscienza di una consapevolezza:


«dove» significa prospettiva, dimensione, profondità, angolo di visione. Il «dove»


è il punto focale della consistenza e della identità di ciascuno perché indica il cuore interiore


da cui noi prendiamo posizione per la conoscenza di noi, degli altri/e, dell’Altro;


indica la visione strategica della vita, ma anche la profondità e lo spessore della


nostra identità nel contesto della comunità e ancora prima in quello della storia della


salvezza. Non è detto e non è scontato, infatti, che ci troviamo nel NT. Nonostante


oltre duemila anni di cristianesimo, il battesimo e l’impegno in parrocchia, potremmo


trovarci in un momento descritto dall’AT molto lontani da Cristo: potremmo ancora


essere con Àdam ed Eva, vittime complici del serpente; solidali con il fratricida Caino;


schiavi in Egitto; vaganti nel deserto senza Legge e senza coscienza; attenti ascoltatori


della Parola dei profeti o in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di penitenza di


Giovanni il Battezzante. Potremmo essere ai piedi della croce o ai bordi del sepolcro


vuoto. Pregare significa sapere chi si è e dove si è. La liturgia ci impegna oggi a


sperimentare la Parola di Dio che ci nutre e ci trasforma (Eb 4,12-13). Pregare è essere


nudi davanti alla nudità di Dio: creatura e Creatore, mediati dalla Parola fondamento


sia della creazione che della redenzione. Mosè e la vedova, il profeta e la povertà


assoluta: il mediatore «sta ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio» (Es


17,9); la vedova molesta e importuna (cf. Lc 18,4-5) vittima del sopruso e della


prevaricazione. Tutti e due pregano, tutti e due ottengono risultati perché tutti e due


non si sono stancati, ma sono stati perseveranti e insistenti, ciascuno fedele alla


propria condizione e alla propria natura. Il profeta costringe Dio a cambiare pensiero


(metànoia), costringendolo alla fedeltà alla sua natura e quindi al suo popolo (cf. Es


32,1-14; Lc 18,2). Allo stesso modo noi rinnoviamo ogni settimana l’Eucaristia che è la


perseveranza della Chiesa che dà senso al tempo della storia che percorre. L’Eucaristia


è la presa d’atto ecclesiale della fedeltà di Dio, è la garanzia che Dio non può rinnegare


se stesso (cf. Rm 9,6). Abbiamo bisogno di sapere per noi stessi che la fede non


s’inventa e non si vive per rendita o per forza d’inerzia. Noi possiamo credere solo se


impariamo ad essere opportuni e importuni (cf. 2Tm 4,2) per nutrirci della Parola e del


Pane che ci danno al forza di giungere alla fine del «viaggio» e approdare alla santa


Gerusalemme dove con Gesù conosceremo al volontà del Padre che ora, qui e adesso,


invochiamo con l’aiuto dello Spirito Santo.
-----------------------------------------------------
1 In ebraico il verbo yadà‘, «conoscere», si applica anche ai rapporti sessuali che sono la conoscenza più radicale esistente in natura perché è «generativa» (cf. Gen 4,1). La versione greca della LXX traduce con il verbo ghnôsko, «conosco»: questo verbo ha la radicale (ghno-) molto vicina a quella del verbo ghennào, «genero» (radice ghèn[na]-), che si riferisce all’atto procreativo maschile (per la donna, si usa tìkto, «partorisco»).

INVOCAZIONI PENITENZIALI


Figlio dell’uomo, che ci manifesti la premura del Padre: soccorrici!
Kyrie, eleyson!

Cristo Gesù, che ci insegni a pregare con fiducia e senza paure: aiutaci!
Christe, eleyson!

Signore risorto, che intercedi per noi e per tutti presso il Padre: ascoltaci!
Kyrie, eleyson!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA (Colletta)

+ O Padre, guarda la tua Chiesa raccolta in preghiera, con le mani alzate a te come Mosè. Con il tuo amore vinca il male che minaccia il mondo, nell’attesa che tu faccia giustizia dei poveri che, giorno e notte, gridano a te. Per il nostro Signore...Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro dell’Esodo 17,8-13a

In quei giorni. Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva, ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk.

Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo. Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 120

R./ Il mio aiuto viene dal Signore.

[Bonum est confidere in Domino. Bonum sperare in Domino.]

1. Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
egli ha fatto cielo e terra.

2. Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.

3. Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra,
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

4. Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà,
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timòteo 3,14 - 4, 2

Figlio mio. Tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!

La parola di Dio è viva, efficace: scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca 18,1-8

[Nell’andare verso Gerusalemme, Gesù poi raccontava ai suoi discepoli una parabola, insegnando loro che non dovevano trascurare di pregare sempre:]

«In una città c’era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava sempre da lui e gli diceva: “Fammi giustizia verso il mio avversario”. Per un po’ di tempo [il giudice] non volle, ma dopo pensò: “Anche se non temo Dio né ho rispetto per alcuno, farò giustizia a questa vedova che mi dà tanto fastidio, perché non venga continuamente ad importunarmi”».

Disse allora il Signore: «Ascoltate cosa dice il giudice ingiusto. E Dio non farà giustizia ai suoi figli, che gridano giorno e notte verso di lui. Tarderà per loro? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà nel mondo ancora chi crede ?». Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, nel nome di Gesù, e con tutte le persone del mondo, possiamo pregare e chiedere, sicuri di essere esauditi: R./ Ascoltaci, o Padre!
1. Con chi non sa come pregare, la tua chiesa sia la voce incessante che ti invoca nello Spirito, ti preghiamo:

2. Con chi subisce ingiustizie, ravviva negli amministratori politici la responsabilità verso i più deboli, ti preghiamo:

3. Con coloro che nel mondo seminano amore e solidarietà, sostieni i missionari che annunciano la tua Parola, ti preghiamo:

4. Con chi è vittima di violenze, rendici perseveranti nella preghiera, operosi nella carità e nel diritto, ti preghiamo:

5. Con coloro che faticano a credere, vieni in aiuto alla nostra incredulità e donaci la fiducia in te, ti preghiamo:
6. Con le chiese del Medio Oriente e con i loro pastori riuniti in Sinodo, facci sentire uniti in questa celebrazione eucaristica, fonte e segno di comunione fraterna e universale, ti preghiamo:

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre, nel nome del tuo Figlio Gesù che ci ha donato il tuo Spirito. Egli ci fa rimanere in un dialogo continuo con te, sperando contro ogni speranza, la venuta del tuo regno in mezzo a questo nostro mondo. Per Cristo, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!

Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!

Alla comunione

“Il Padre farà giustizia ai suoi figli!”, dice il Signore.

Il nostro nuovo Vescovo

Emidio Cipollone
nostro nuovo pastore


Papa Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona (CH), presentata dal vescovo Carlo Ghidelli (in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico) ed ha nominato Arcivescovo il rev.do EMIDIO CIPOLLONE, della diocesi di Avezzano, finora animatore spirituale del Seminario regionale "San Pio X" di Chieti.
Nato a Cese di Avezzano (AQ) il 26 gennaio 1960.

Dopo aver frequentato le scuole medie ed il ginnasio nel seminario minore di Avezzano, ha continuato il suo percorso formativo presso il seminario regionale di Chieti, ottenendo il baccellierato in teologia. A Roma ha frequentato i corsi di licenza in teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana.

È stato ordinato Prete il 18 agosto 1984 ed è incardinato nella diocesi di Avezzano.

Negli anni del suo ministero presbiterale ha svolto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale di "San Giovanni" ad Avezzano dal 1984 al 1985; cappellano ospedaliero a Pescina dal 1984 al 1985; parroco di "Santa Maria Assunta" a Lecce dei Marsi dal 1985 al 1989; parroco di "San Giuseppe" a Pescina dal 1989 al 2000.

Inoltre è: direttore spirituale del seminario regionale di Chieti dal 2000; responsabile della “pastorale familiare regionale” dal 2007; assistente spirituale dei medici cattolici di Avezzano dal 2008 e assistente spirituale delle "Maestre Pie e laici per il Vangelo" dal 2009. È stato anche vice-direttore dell’ufficio catechistico diocesano, responsabile della pastorale familiare, assistente spirituale dell’Unitalsi di Avezzano, nonché vicario foraneo e insegnante di religione cattolica nel liceo classico del capoluogo.

Preghiamo per il nostro nuovo vescovo, Emidio:

+ Signore Gesù, nostro unico e vero pastore,
che guidi il tuo popolo con la tenerezza del Padre,
guarda il tuo servo Emidio, che hai posto a presiede
la Chiesa di Lanciano-Ortona; sostienilo con il tuo amore,
perché edifichi con la parola e con l’esempio
il popolo che gli hai affidato,
e insieme giungiamo alla vita eterna. Amen!