UNA COMUNITÀ CHE CELEBRA
GESU’ CI INSEGNA A PREGARE… PER CREDERE!
Il tema centrale della liturgia di questa 29a domenica del tempo ordinario C è la preghiera
(1a lettura e Vangelo), mentre la 2a lettura è centrata sull’importanza della Parola
di Dio come fondamento della vita e contenuto della preghiera. Le tre letture quindi
possono considerarsi un insieme organico sul tema della preghiera. Pretendere di parlare
della preghiera è come conoscere l’intimità di Dio, una realtà inesauribile. Essa
come la vita deve essere vissuta: solo chi vive sperimenta e conosce1. L’unica spiegazione
possibile della preghiera è il silenzio, come pienezza della parola, come ambiente
naturale della preghiera.
La 1a lettura ha un sapore alquanto magico: Mosè, per vedere l’efficacia della sua mediazione,
deve tenere le braccia alzate e se è stanco, ha bisogno di due che le sorreggano.
Tutte le religioni vivono di simboli e gesti rituali che spesso diventano anche teatrali,
nel senso più benevolo del termine, perché la ritualità religiosa è anche teatralità.
Solo in una dimensione di fede la teatralità diventa anacronistica, perché la fede si fonda
sulla parola che spesso si esprime nel silenzio e nella contemplazione. Mosè è mediatore
per mettere in risalto che la vittoria non dipende dalle armi o dal numero dei
soldati, ma che «la salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell’angoscia è loro
difesa» (Sal 37[36],39). Il vangelo è sulla stessa lunghezza d'onda: perseverare nella
preghiera insistente non significa infrangere l’insensibilità di Dio che cinicamente resiste
alle richieste dei suoi figli/e, ma educare se stessi alla fedeltà nella relazione con
Dio, nutrendola di affettività orante. L’immagine del giudice «che non temeva Dio» è
un paradosso che fa risaltare meglio lo splendore della «vedova» che con la sola forza
del suo diritto smuove l’impossibile. La sua insistenza non è petulanza, ma l’affermazione
«ostinata» di una giustizia negata di cui solo lei ha coscienza.
La 2a lettura ci parla della Scrittura come Parola di Dio e costituisce quasi il punto di
convergenza tra la prima lettura e il vangelo: non può esserci preghiera al di fuori della
Parola di Dio che dona forma e contenuto alle parole umane. La Parola di Dio è la
persona stessa del Lògos e quindi pregare è lasciarsi possedere dalla Shekinàh/Dimora
per essere alla presenza di Dio che è «già» nell’intimo di ciascuno. La Bibbia non è
solo la lettera che Dio ha inviato da tempo all’umanità attraverso i profeti e il suo stesso
Figlio (Eb 1,1-2), ma è anche il diario di bordo essenziale dell’intervento di Dio nella
storia universale e personale. Essa è il paradigma della storia di ciascuno che tutti
noi dobbiamo declinare in modo personale. La Bibbia è il paradigma del «viaggio» personale
di fede ed è lecito che il lettore, all’interno di questo paradigma, si domandi
dove si trova adesso. Pregare è la risposta alla domanda di Dio ad Àdam: «Dove sei?»
(Gen 3,9) che non chiede solo l’identità di un luogo, ma la coscienza di una consapevolezza:
«dove» significa prospettiva, dimensione, profondità, angolo di visione. Il «dove»
è il punto focale della consistenza e della identità di ciascuno perché indica il cuore interiore
da cui noi prendiamo posizione per la conoscenza di noi, degli altri/e, dell’Altro;
indica la visione strategica della vita, ma anche la profondità e lo spessore della
nostra identità nel contesto della comunità e ancora prima in quello della storia della
salvezza. Non è detto e non è scontato, infatti, che ci troviamo nel NT. Nonostante
oltre duemila anni di cristianesimo, il battesimo e l’impegno in parrocchia, potremmo
trovarci in un momento descritto dall’AT molto lontani da Cristo: potremmo ancora
essere con Àdam ed Eva, vittime complici del serpente; solidali con il fratricida Caino;
schiavi in Egitto; vaganti nel deserto senza Legge e senza coscienza; attenti ascoltatori
della Parola dei profeti o in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di penitenza di
Giovanni il Battezzante. Potremmo essere ai piedi della croce o ai bordi del sepolcro
vuoto. Pregare significa sapere chi si è e dove si è. La liturgia ci impegna oggi a
sperimentare la Parola di Dio che ci nutre e ci trasforma (Eb 4,12-13). Pregare è essere
nudi davanti alla nudità di Dio: creatura e Creatore, mediati dalla Parola fondamento
sia della creazione che della redenzione. Mosè e la vedova, il profeta e la povertà
assoluta: il mediatore «sta ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio» (Es
17,9); la vedova molesta e importuna (cf. Lc 18,4-5) vittima del sopruso e della
prevaricazione. Tutti e due pregano, tutti e due ottengono risultati perché tutti e due
non si sono stancati, ma sono stati perseveranti e insistenti, ciascuno fedele alla
propria condizione e alla propria natura. Il profeta costringe Dio a cambiare pensiero
(metànoia), costringendolo alla fedeltà alla sua natura e quindi al suo popolo (cf. Es
32,1-14; Lc 18,2). Allo stesso modo noi rinnoviamo ogni settimana l’Eucaristia che è la
perseveranza della Chiesa che dà senso al tempo della storia che percorre. L’Eucaristia
è la presa d’atto ecclesiale della fedeltà di Dio, è la garanzia che Dio non può rinnegare
se stesso (cf. Rm 9,6). Abbiamo bisogno di sapere per noi stessi che la fede non
s’inventa e non si vive per rendita o per forza d’inerzia. Noi possiamo credere solo se
impariamo ad essere opportuni e importuni (cf. 2Tm 4,2) per nutrirci della Parola e del
Pane che ci danno al forza di giungere alla fine del «viaggio» e approdare alla santa
Gerusalemme dove con Gesù conosceremo al volontà del Padre che ora, qui e adesso,
invochiamo con l’aiuto dello Spirito Santo.
-----------------------------------------------------
1 In ebraico il verbo yadà‘, «conoscere», si applica anche ai rapporti sessuali che sono la conoscenza più radicale esistente in natura perché è «generativa» (cf. Gen 4,1). La versione greca della LXX traduce con il verbo ghnôsko, «conosco»: questo verbo ha la radicale (ghno-) molto vicina a quella del verbo ghennào, «genero» (radice ghèn[na]-), che si riferisce all’atto procreativo maschile (per la donna, si usa tìkto, «partorisco»).
INVOCAZIONI PENITENZIALI
Figlio dell’uomo, che ci manifesti la premura del Padre: soccorrici!
Kyrie, eleyson!
Cristo Gesù, che ci insegni a pregare con fiducia e senza paure: aiutaci!
Christe, eleyson!
Signore risorto, che intercedi per noi e per tutti presso il Padre: ascoltaci!
Kyrie, eleyson!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA (Colletta)
+ O Padre, guarda la tua Chiesa raccolta in preghiera, con le mani alzate a te come Mosè. Con il tuo amore vinca il male che minaccia il mondo, nell’attesa che tu faccia giustizia dei poveri che, giorno e notte, gridano a te. Per il nostro Signore...Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro dell’Esodo 17,8-13a
In quei giorni. Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva, ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk.
Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo. Parola di Dio!
Salmo responsoriale - 120
R./ Il mio aiuto viene dal Signore.
[Bonum est confidere in Domino. Bonum sperare in Domino.]
1. Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
egli ha fatto cielo e terra.
2. Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.
3. Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra,
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
4. Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà,
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timòteo 3,14 - 4, 2
Figlio mio. Tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Parola di Dio!
Alleluja, alleluja!
La parola di Dio è viva, efficace: scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca 18,1-8
[Nell’andare verso Gerusalemme, Gesù poi raccontava ai suoi discepoli una parabola, insegnando loro che non dovevano trascurare di pregare sempre:]
«In una città c’era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava sempre da lui e gli diceva: “Fammi giustizia verso il mio avversario”. Per un po’ di tempo [il giudice] non volle, ma dopo pensò: “Anche se non temo Dio né ho rispetto per alcuno, farò giustizia a questa vedova che mi dà tanto fastidio, perché non venga continuamente ad importunarmi”».
Disse allora il Signore: «Ascoltate cosa dice il giudice ingiusto. E Dio non farà giustizia ai suoi figli, che gridano giorno e notte verso di lui. Tarderà per loro? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà nel mondo ancora chi crede ?». Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, nel nome di Gesù, e con tutte le persone del mondo, possiamo pregare e chiedere, sicuri di essere esauditi: R./ Ascoltaci, o Padre!
1. Con chi non sa come pregare, la tua chiesa sia la voce incessante che ti invoca nello Spirito, ti preghiamo:
2. Con chi subisce ingiustizie, ravviva negli amministratori politici la responsabilità verso i più deboli, ti preghiamo:
3. Con coloro che nel mondo seminano amore e solidarietà, sostieni i missionari che annunciano la tua Parola, ti preghiamo:
4. Con chi è vittima di violenze, rendici perseveranti nella preghiera, operosi nella carità e nel diritto, ti preghiamo:
5. Con coloro che faticano a credere, vieni in aiuto alla nostra incredulità e donaci la fiducia in te, ti preghiamo:
6. Con le chiese del Medio Oriente e con i loro pastori riuniti in Sinodo, facci sentire uniti in questa celebrazione eucaristica, fonte e segno di comunione fraterna e universale, ti preghiamo:
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre, nel nome del tuo Figlio Gesù che ci ha donato il tuo Spirito. Egli ci fa rimanere in un dialogo continuo con te, sperando contro ogni speranza, la venuta del tuo regno in mezzo a questo nostro mondo. Per Cristo, nostro Signore. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
Alla comunione
“Il Padre farà giustizia ai suoi figli!”, dice il Signore.