sabato 26 febbraio 2011

Il consumismo....

L’esplosione del consumo nel mondo attuale crea più rumore di tutte le guerre e le armi, più confusione di tutti i carnevali. Come dice un vecchio proverbio turco, chi beve mettendo sul conto, si ubriaca il doppio. La cultura del consumo suona molto come il tamburo perché è vuota; e all’ora della verità, quando il rumore si ferma e la festa è finita, l’ubriaco si sveglia, solo, accompagnato dalla sua ombra e dai piatti rotti che deve pagare. Il diritto allo spreco, privilegio di pochi, dice di essere la libertà di tutti. Dimmi quanto consumi e ti dirò quanto vali.




Questa civiltà non lascia dormire i fiori, né le galline, né le persone. Nelle serre i fiori sono sottomessi alla luce continua, così crescono più veloci. Nelle fabbriche di uova, anche le galline hanno il divieto alla notte. E la gente è condannata all’insonnia, per l’ansia di comprare e l’angoscia di pagare. Questo modello di vita non è molto buono per le persone, ma è molto positivo per l’industria farmaceutica. Gli USA consumano la metà dei sedativi, ansiolitici ed altre droghe chimiche che si vendono legalmente nel mondo, e più della metà delle droghe vietate che si vendono illegalmente, che non è una cosa da poco se si tiene conto che gli USA sono appena il cinque per cento della popolazione mondiale. Il mondo intero tende a trasformarsi in un grande schermo televisivo, dove le cose si guardano ma non si toccano. Il campionato mondiale di calcio ci hanno confermato, tra le altre cose, che la carta di credito della Master Card tonifica i muscoli e che la Coca Cola dona eterna giovinezza e che il menù di McDonald’s non può mancare nello stomaco di un buon atleta. Le masse consumatrici ricevono ordini in una lingua universale: la pubblicità è riuscita in ciò che l’ Esperanto ha provato e fallito. Chiunque capisce, in qualsiasi posto, i messaggi che la TV trasmette. Nell’ultimo quarto di secolo, le spese della pubblicità si sono duplicate nel mondo. Grazie a queste, i bambini poveri bevono sempre più coca cola e sempre meno latte, e il tempo dell’ozio si trasforma in tempo di consumo obbligatorio. Tempo libero, tempo prigioniero: le case molto povere non hanno un letto, ma hanno una TV, e la TV ha la parola. Comprando a rate, questo animaletto prova la vocazione “democratica” del progresso: non ascolta nessuno, ma parla a tutti. Poveri e ricchi conoscono, così, le virtù della macchina ultimo modello, e poveri e ricchi vengono a sapere dei vantaggiosi tassi d’interesse che questa o quell’altra banca offrono. La cultura del consumo, la cultura dell’effimero, condanna tutto al disuso mediatico. Tutto cambia al vertiginoso ritmo della moda, messa al servizio del bisogno di vendere. Le cose invecchiano in un battito di ciglia, per essere sostituite con altre di vita fugace.



Oggi tutto ciò che resta è l’insicurezza, le merci, costruite per non durare, risultano così volatili come il capitale che le finanzia ed il lavoro che le crea. Il denaro vola alla velocità della luce: ieri era là, oggi è qui, domani chi lo sa, e ogni lavoratore è un disoccupato potenziale. Paradossalmente, i centri commerciali, regni della fugacità, offrono l'illusione di maggior successo di sicurezza. Essi resistono fuori dal tempo, senza età e senza radice, senza notte, senza giorno e senza memoria, ed esistono fuori dallo spazio, oltre le turbolenze della pericolosa realtà del mondo.

venerdì 25 febbraio 2011

Una comunità che celebra: La liturgia domenicale della VIII Domenica Anno A: 27 febbraio 2011

GESU’, IL FIGLIO CHE SI AFFIDA AL PADRE

INVOCAZIONI PENITENZIALI
Dio, nostro Padre, nel tuo infinito amore non dimenticarti di noi.
Signore, pietà!

Cristo Gesù, illumina le nostre tenebre e salvaci da ogni nostra colpa!
Cristo, pietà!

Figlio del Padre, liberaci da ogni ansia di possedere e facci veri figli del Padre.
Signore, pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ Padre santo, che vedi e provvedi a tutte le creature, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché in mezzo alle fatiche e alle preoccupazioni di ogni giorno non ci lasciamo dominare dall’avidità e dall’egoismo, ma operiamo con piena fiducia per la libertà e la giustizia del tuo regno. Per il nostro Signore... Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa
49,14-15

Il popolo di Sion ha detto:
«Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Ma il Signore ha risposto:
«Può la donna dimenticarsi di allattare
il suo bambino; non amare più il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai».
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 61
R./ Solo in Dio riposa l'anima mia, da lui la mia speranza.
1. Lui solo è mia rupe e mia salvezza;
mia roccia di difesa, non potrò vacillare.

2. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa.

3. Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore.

4. Poiché il potere appartiene a Dio.
Tua, Signore, è la grazia.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
4,1-5

Fratelli e sorelle. Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori del misterioso progetto di salvezza di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce ciò che le tenebre nascondono e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno sarà gratificato da Dio stesso.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
La parola di Dio è viva ed efficace, discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Matteo
6,24-34
In quel tempo. Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché amerà l’uno o l’altro, oppure sarà fedele all’uno o all’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra esistenza, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro, quello del cielo, li nutre. Non valete voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si inquieti, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi affannate?
Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua ricchezza, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel fuoco, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non state in ansia dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose sono in ricerca affannosa coloro che non credono in Dio. Il Padre vostro, quello del cielo, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e di fare la sua volontà: Egli vi darà in più tutte queste cose. Non angosciatevi dunque del domani, perché il domani avrà le sue angustie. A ciascun giorno basta il suo affanno».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen!

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle. Cristo ci libera dal nostro affanno quotidiano e ci dona la sua fiducia nell’amore del Padre. A lui ci rivolgiamo con fede:

R./ Liberaci, Signore, da ogni affanno!
1. La tua Chiesa dia per prima l’esempio di distacco dal denaro, dai beni materiali e di fiducia nell’amore del Padre.
2. Chi opera nell’economia di mercato non facci prevale gli ingiusti interessi di pochi, ma agisca per il bene comune.
3. Si metta fine alle violenze di questi giorni che affliggono molti paesi: torni la ragionevolezza del diritto e della libertà.
4. I credenti in Gesù, con le loro scelte di vita, dimostrino che la gioia non sta nell’affanno dell’avere, ma nel coraggio di donare.

5. I genitori e gli educatori aiutino i più piccoli a capire che si usano le cose e si amano le persone, non viceversa.
6. A questa mensa ci nutriamo del Corpo del Signore Gesù, nella sua Parola e del suo Pane, che Egli sazi la nostra fame e sete di felicità e di giustizia.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, Padre, Dio di tenerezza e di amore: per ogni essere umano hai donato il tuo figlio Gesù. Così tu non ci lasci soli negli affanni e nelle preoccupazioni della vita, ma ci offri il tuo Pane che ci sazia, come oggi qui riniti nello Spirito di Cristo Gesù, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - ACCLAMAZIONI

+ Prendete, e mangiate… e bevetene tutti…
- E’ il Signore Gesù, si offre per noi!
+ Prendete e bevetene tutti… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù, si offre per noi!

+ Mistero della fede!
- Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta!
+ Celebrando… come popolo sacerdotale.
- Noi ti ringraziamo, o Padre!
+ Ti preghiamo… un solo corpo.
- Un cuor solo, un’anima sola per la tua gloria, o Padre!
+ Ricordati… popolo cristiano.


- Un cuor solo, un’anima sola per la tua gloria, o Padre!
+ Ricordati… la luce del tuo volto.
- Ricordati, o Padre!
+ ...canteremo la tua gloria:
- Per Cristo, con Cristo, in Cristo… Amen!

ALLA COMUNIONE

“Cercate prima il regno di Dio e di fare la sua volontà:
Egli vi darà tutto ciò che vi serve”.

Approfondiamo la Parola domenicale: Domenica VIII dell'Anno A - 27 febbraio 2011

PAROLA CHE SI FA VITA

 
Letture bibliche a commento della Parola domenicale.
Meditandola e pregandola,
cogliamo il suo attuale avvenimento nella nostra esistenza.
I brani proposti ci aiutano a comprenderla
alla luce di tutta la storia della salvezza:

Ebrei 10,32-39; 13,5-6
Non abbandonate la vostra fiducia

Giovanni 21,1-14 Non avete nulla mangiare?

Apocalisse 2,8-11
Conosco la tua povertà: non temere!

Romani 4,13-25
Gesù si affidò contro ogni speranza.

Filippesi 3,20– 4,9 Non angustiatevi per nulla.

Per la preghiera con i Salmi

8 - Cos’è l’uomo perché te ne curi?
10 - Nel Signore mi sono rifugiato… come fuggirò?
15 - Nelle mani del Signore è la mia vita.

Agenda settimanale: 28 febbraio - 6 marzo 2011

AGENDA SETTIMANALE
28 FEBBRAIO - 6 MARZO 2011
* * *
Lunedì 28, ore 21.00: Messa in Paglieroni

Martedì 1 marzo
ore 18.30: Messa in S.Giorgio
ore 21.00: Preparazione al Matrimonio

Mercoledì 2
ore 21.00: Condividiamo la Parola
Giovedì 3
ore 21.00: Incontro Catechisti I.C. e della commissione liturgica
Venerdì 4 - primo del mese -
ore 18.30: Messa e Adorazione in chiesa p.le

Sabato 5
Convivenza invernale dei gruppi Emmaus
IX DOMENICA DEL T.O. A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 6
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

Luce e Sale del mondo

Libia – Italia: l'imbarazzata complicità
Bloccare il mercato delle armi e rispettare i diritti umani

Il 2 settembre scorso abbiamo espresso il nostro disgusto per lo “spettacolo indecoroso” in onore di Gheddafi preparato dal capo del governo che ha ostentatamente baciato la mano al dittatore trascurando completamente ogni accenno alla violazione dei diritti umani, alla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, a chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Ora la repressione delle rivolte è spietata. Gruppi armati sparano sulla folla che viene anche bombardata.

Pax Christi vuole ricordare che l’Italia è il primo esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi. Nel biennio 2008-2009 il governo italiano ha autorizzato alle proprie ditte l’invio di armamenti per oltre 205 milioni di euro, più di un terzo di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’UE. A differenza dei colleghi europei, il ministro degli Esteri si è guardato bene dal dichiarare anche solo la sospensione temporanea dei rifornimenti di armi a Gheddafi.

L’Italia, complice di tanti affari e orrori, imbarazzata, balbetta.
Eppure non sono mancate le sollecitazioni.

Dopo i primi tumulti nei paesi del nord Africa, con la Rete Disarmo e la Tavola della pace avevamo chiesto al Governo di sospendere ogni forma di cooperazione militare con tutti i paesi dell’area.

Ma la vita dei libici vale più del petrolio, del gas e di ogni altro interesse.

E’ urgente rivedere il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia” (firmato a Bengasi nell’agosto del 2008 da Berlusconi e Gheddafi ) con cui le esportazioni di armamenti italiani verso le coste libiche hanno preso slancio.

Vogliamo ricordare che la legge 185 del 1990 sulle esportazioni di armamenti chiede di accertare il “rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale" e di rifiutare le esportazioni di armamenti “qualora esista un rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di repressione interna”.

Disarmo, giustizia e democrazia sono la premessa perché il nord Africa e il Mediterraneo diventino, secondo il sogno di La Pira, un “grande nuovo lago di Tiberiade”. Non il bagno di sangue che siamo costretti a guardare di fronte a casa.

Pax Christi Italia

Firenze, 22 febbraio 2011