Tutti abbiamo paura della morte, ma ciò che temo di più è la stupidità umana.
Dopo mesi e mesi di overdose di idiozia, che ci sia un caso “umano” su cui riflettere - e riflettere seriamente -ben venga a provocarci nella nostra ipocrisia, e non penso che possiamo essere tacciatidi voler invadere la privacy di una famiglia provata e prostratada un dolore “disumano”.
L’ipocrisia la tocchiamo tutti i giorni,ma non abbastanza, se è vero che basta poco perché essa si tolga la maschera,magari per poco, senz’altro per poco il tempo “favorevole” perché l’ipocrisiarimetta a posto qualche dubbio fuori posto,per poi nascondersi di nuovo dietro la rassicurante facciata dei soliti dogmi sulla vita e sulla mortema che oggi più che dogmi sono ingiustificabili pretese sul diritto del vivere e del morire,a l di là delle leggi stabilite dalla madre natura.
Come al solito, anche nel caso di Eluana, dobbiamo dire a tutti che siamo italiani,o, meglio, che ci divertiamo nell’esporre all’aria apertale nostre ideologie di cartapesta,o le nostre concezioni filosofiche e religiose, che chissà in quale recondito angolosi nascondono, attecchiscono e come zizzania invadono il campo dell’esistenza umana.
Avrei voluto che anche in questo casosi lasciasse ai dubbi via libera, perché il mistero della vita e della morteci togliesse per un attimo dall’apatia esistenziale,e iniziassimo a capire che cosa significa vivere, senza dover costringere una ragazza a rimanere in uno stato vegetativo, quasi a giustificare il nostro stato vegetativo, che si riduce al mangiare, al bere, al defecare.
Invece che lasciarci provocare dai dubbi esistenziali, quelli che ad esempio sono repressi dalla idiota cultura dell’avere,- da qui partono le peggiori difese della vita comatosa -pensiamo di riscattarci solo perché ci riteniamo i paladini di una vita ad oltranza: al di là dei limiti dell’essere umano.
Idioti! Doppiamente idioti!
Tutti abbiamo paura della morte, ma ciò che temo di più è la stupidità umana.
Una stupidità che arriva al punto di difendere una esistenza ormai spenta, lasciando poi milioni di esseri umani allo stato vegetativo, solo perché a noi- e qui la Chiesa ha le sue pecche infami! -interessa nutrirci di princìpi allo stato puro, mentre una parte dell’umanità muore di fame.
E nessuno alza la voce, urla ai quattro venti l’amore di un Dio che ci ha consegnato un mondo meraviglioso non perché ci vivessimo come larve, ma come esseri liberi, come fratelli, ognuno col diritto sacrosanto di un pezzo di terra da amministrare, di un po’ di pane di cui nutrirsi, di un bicchiere d’acqua senza doverla comperare…
Ma noi siamo preoccupati di nutrire chi non ha più bisogno!
E non parliamo poi della malasanità che mortifica quel diritto alla salutedi chi si vede magari costretto a subire carenze di cure solo perché nessuno lo considera,non è un “caso” di cui parlare… L’eutanasia si consuma ogni giorno nei nostri ospedali, nel silenzio mediatico più vigliacco!
Non si parla abbastanza dei malati mutilati da interventi inutili, utili solo a introiti pecuniari: questa è la legge del mercatodel dio venerato dai cattolici di destra e dagli ideologi di sinistra, sempre pronti a combattere per ideali accarezzati per interesse, e sempre pronti a tradirli per interesse.
“Ma noi difendiamo la vita!”.
Quale vita?
DonGiorgioDeCapitani.it