sabato 31 ottobre 2009

Le Lectio del prete Carnime Miccoli

Matteo 5. 1-12 - Le beatitudini di Gesù.


Il brano delle “Beatitudini” proposto da Matteo risente della mentalità giudaica
della comunità cristiana delle origini, anche nei suoi aspetti apparentemente più
banali; il vangelo riporta otto beatitudini (l’ultima, la nona, è un aggiunta posteriore),
ossia sette beatitudini più una, per dire che il discorso programmatico di
Gesù ha una prospettiva di pienezza abbondante. Le beatitudini, infatti, sono l’introduzione
al primo dei cinque discorsi di Gesù, che Matteo presenta come nuovo
Mosè, come legislatore dell’Alleanza nuova.1 A nessuno sfugge il particolare
che al v. 1 l'autore usa la stessa espressione di Es 19,3: «Mosè salì sulla montagna
di Dio…». Anche Gesù «salì sulla montagna», segno evidente che l’evangelista
vuole porre un parallelo tra i due personaggi. Mosè sulla montagna del Sinai per
ricevere la Toràh è solo: infatti, in Es 19,12 nessuno può salire sulla montagna,
pena la morte. Nella nuova alleanza sul monte, è Dio stesso che convoca le folle
e discepoli possono accostarsi a lui (v. 1). Mosè riceve la Toràh scritta in tavole di
pietra, mentre Gesù parla direttamente al popolo radunato, senza intermediari (v.
2). La Toràh di Mosè era piena di divieti e sanzioni, tanto che la tradizione aveva
individuato ben 365 precetti negativi da osservare, uno per ogni giorno dell’anno,
insieme ai 248 positivi, che corrispondono al numero delle ossa e delle nervature
che compongono il corpo umano. Dal monte di Cristo scendono invece otto
beatitudini, cioè la pienezza messianica della felicità, indirizzata ai poveri, cioè a
coloro che sono esclusi sia dalla società civile che da quella religiosa.
Alcuni codici antichi riportano una variante di testo: la 4a e la 5a beatitudine sono
invertite, di modo che alla prima che dichiara la beatitudine dei poveri (v. 3) segua
quella che dichiara beati i miti (v. 5). La logica della variante di testo sta nel fatto
che in aramaico lo stesso termine ‘ane/‘anì sta sia per povero che per mite, per
cui la seconda beatitudine sarebbe un prolungamento della prima e una sua lettura
spirituale. Non basta la povertà materiale per essere poveri quanto allo spirito,
perché la povertà sociale senza una qualità morale è una condanna alla disperazione.
Usando la stessa parola aramaica per esprimere due concetti, Mt esprime
le due dimensioni: la povertà sociologica e la mitezza interiore. Se accettiamo la
variante, ci troviamo di fronte ad una costruzione straordinaria che esprime un
messaggio teologico anche attraverso il signifcato dei numeri (ghematrìa) che noi
occidentali abbiamo perso del tutto. Possiamo verifcarlo con una traduzione letterale
del testo e verifcando la struttura linguistica e numerica del brano:
1 Vedendo poi le folle salì su la montagna e mettendosi seduto gli s’accostarono i suoi discepoli;
2 e aprendo la sua bocca ammaestrò loro dicendo: [24 parole] [24]
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1 Nei capp. 5-6 del vangelo è riportato il “discorso della montagna”, quasi la costituente
del nuovo Regno; al cap. 10 quello sulla missione; al cap. 13 quello sul Regno; al cap. 18
quello sulla comunità dei nuovi credenti; ai capp. 24-25 quello escatologico. Per Matteo,
Gesù pronuncia cinque discorsi, come Mosè che, secondo la tradizione giudaica, è l’autore
dei primi cinque libri della Bibbia, la Toràh o Pentateuco.
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3 Beati i poveri in spirito, perché loro è il regno dei cieli [12 parole] [12]
5 Beati i miti perché essi erediteranno la terra [8 parole]
4 Beati gli affitti, perché saranno consolati [6 parole] [26]
6 Beati gli affamati e assetati della giustizia, perché saranno saziati [10 parole]
7 Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia [6 parole]
8 Beati i puri di cuore perché essi il Dio vedranno [10 parole] [26]
9 Beati i pacifcatori perché saranno chiamati fgli di-Dio [8 parole] [8]
10 Beati i perseguitati per giustizia, perché loro è il Regno dei cieli [12 parole] [12]
I vv. 1-2 sono l’ambientazione teologico-geografca e sono formati da 24 parole,
cioè 12+12. Mosè portava la Toràh per le 12 tribù d’Israele, Gesù parla anche all'altro
Israele simboleggiato dai 12 apostoli. La 1a beatitudine riprende il numero
12 per dire che sono dichiarati beati gli anawim, cioè i poveri di YHWH di tutti i
tempi. Nel nuovo Regno si entra solo da poveri e il nuovo popolo sarà formato
solo da poveri, da uomini e donne abbandonati alla volontà di Dio. Ecco il senso
delle 12 parole che formano la 1a beatitudine. Anche l’ultima beatitudine contiene
12 parole: tutte le beatitudini sono per la totalità dei popoli rappresentati da
Israele e dalla Chiesa. Le prime sei divise a gruppi di tre hanno lo stesso numero
fnale di parole: 26 il primo e 26 il secondo gruppo. Il numero 26 in ebraico è il
valore numerico del Nome di Dio, YHWH (10+5+6+5=26): il cuore della rivelazione
di Gesù è YHWH, il Padre, come Gv afferma nel prologo (cf. 1,18). La beatitudine
della pace riprende il numero 8 che è il numero messianico per eccellenza
e la pace è il dono messianico che riassume tutti gli altri. L’ultima, l’ottava beatitudine,
ritorna al numero 12, il numero delle tribù e degli apostoli, quasi presagendo
che non può esserci regno senza persecuzione, non può esserci giustizia a buon
mercato o frutto di compromessi, ma solo nella fedeltà piena, che esige anche la
vita.
Da queste indicazioni secondo il metodo esegetico ebraico ricaviamo che la santità
di Dio è il suo Nome, partecipato a tutti i popoli in Gesù venuto a radunarli
sul monte delle beatitudini per formare un unico popolo (cf. Gal 3,28). Le beatitudini
pertanto sono il metodo che Gesù ci consegna per essere santi come Dio è
santo (cf. Lv 19,2; 1Pt 1,16): otto beatitudini, cioè otto atteggiamenti interiori, che
ribaltano la la logica del mondo e dei poteri di ogni tempo.
Povero è chi non ha posizioni da difendere, ma chi sa di dovere dipendere da altri.
Il povero protende le mani e dipende dall’amore accogliente dell’altro. Il vero povero
nello spirito è Gesù che si è affdato tutto alla volontà del Padre e completamente
nelle mani degli uomini che ne hanno fatto scempio. Mite (che in aramaico
è lo stesso termine che povero) aggiunge a questo una qualità interiore, una
valore morale che rende la povertà materiale un atteggiamento dello spirito, sull’esempio
di Gesù che si presenta come mite ed umile (Mt 11,29; 21,5) e chiede ai
suoi discepoli di imitarlo (2Cor 10,1; Gal 5,23; Tt 3,2; 1Pt 3,16). Affitto (lett.,
colui/colei che è nel lutto) è chi sta lontano da Gerusalemme e dal Tempio perché
in esilio; questi crede nella consolazione promessa dal profeta Isaia (cf. 40,1) e
quindi sa aprirsi all’intervento imprevedibile di Dio, giunto nell’uomo di Nazareth
(Lc 2,25). Misericordioso è chi esercitano la carità e il perdono, perché in ebraico
misericordia ha attinenza con rahamim, “viscere, utero” che forma e genera. Essi
esercitano un’azione materna in quanto genera e in quanto rinnova: è il senso del
nostro chiedere misericordia nella preghiera, certi di essere trasformati da Dio. I
costruttori di pace sono coloro che non hanno pregiudizi e quindi sono liberi nelle
loro relazioni con gli altri per cui non hanno atteggiamenti ostili. In ebraico, la
pace (shalom) è il primo e la somma dei beni messianici, tanto da essere sinonimo
di salvezza. Nominando i puri di cuore, Mt fa riferimento alla purità cultuale che i
Farisei avevano relegato alla sfera esteriore, mentre ora Gesù la trasferisce a
quella del cuore, cioè alla coscienza (15,1-20) per un culto spirituale in un Tempio
spirituale (Rom 12,1): il rapporto con Dio tre volte Santo (cf Is 6, 3; Ap 4, 8) non è
più in un luogo, ma una comunione di cuori (cf. Mt 15,1-20). Perseguitati a causa
della giustizia sono coloro che hanno coscienza del progetto salvifco di Dio, vi
aderiscono e collaborano perché ne possano benefciare anche quelli che
apparentemente non ne avrebbero diritto. Essi, infatti, hanno il senso della
giustizia di Dio che accoglie il peccatore prima ancora che questi abbia espiato la
colpa. Gli affamati e gli assetati di giustizia prendono posizione in difesa di chi non
può difendersi, di chi non ha voce, di chi non è considerato: sono i giusti che si
fanno carico delle ingiustizie per camminare con i fratelli e le sorelle crocifssi
sulle vie del mondo. Piuttosto che recriminare contro gli altri, essi sondano la
propria coscienza per adeguarla sempre più all’ideale delle beatitudini, la santità
come perfezione dell'amore. Essere santi come credenti signifca essere coloro che
scelgono di vivere la loro vita sull’esempio e sul modello di Gesù, povero nello
spirito e mite di cuore; affitto sulla croce e puro di cuore fno al perdono dei suoi
carnefci; artefce e costruttore di pace che accoglie nel suo Regno il compagno di
morte e di risurrezione; perseguitato per la giustizia di Dio perché si è
immedesimato nella volontà del Padre, diventando così egli stesso giustifcazione
di tutta l’umanità di tutti i tempi.

Una comunità che celebra

GESU’, nostra VITA e RISURREZIONE


Antifona d'ingresso
Gesù è morto ed è risorto;
così anche quelli che sono morti in Gesù Dio li radunerà
insieme con lui. E come tutti muoiono in Adamo, così tutti in Cristo
riavranno la vita. (1Ts 4,14; 1Cor 15,22)

Invocazione penitenziale

Signore, nostra Vita, abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Risorto, nostra Pasqua,
abbi pietà di noi. Cristo, pietà!

Signore, nostra Risurrezione,
abbi pietà di noi. Signore, pietà!


Preghiera dell’Assemblea

+ Ascolta, o Padre, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova.
Per il nostro Signore... Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro di Giobbe
19,1.23-27a

Rispondendo Giobbe prese a dire: «Oh, se le mie parole si scrivessero,se si fissassero in un libro,fossero impresse con stilo di ferro
e con piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! Io so che il mio redentore
è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle
sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno
e non un altro».

Parola di Dio.

Salmo responsoriale - 26

R./ Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,q
uesta sola io cerco:abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
Sono certo di contemplare
la bontà del Signorenella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
5,5-11

Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.
Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!
Questa è la volontà del Padre mio:
che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno, dice il Signore.
Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Giovanni
6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore!

Professione di Fede-Simbolo degli Apostoli

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

La Parola si fa Preghiera

+ Fratelli e sorelle, la meta della nostra speranza è l’abbraccio amoroso e appassionato del Padre, che ci attende nella gloria del Cielo. Chiediamogli di attirarci a sé e ci sostenga nelle prove della vita terrena.
R./ Donaci la Vita, o Padre!

1. Per la Chiesa, santa e peccatrice, i credenti non si scoraggino per le mancanze e le sconfitte, ma perseverino nel santo viaggio che li condurrà nella comunione in Te; preghiamo.
2. Per i fratelli e le sorelle che sono perseguitati per il Vangelo, trovino il coraggio di testimoniare; preghiamo.
3. Per chi si impegna ad aiutare i poveri, e promuove il bene comune; preghiamo.

4. Per chi soffre nel corpo e nello spirito, sia unito a Cristo, crocifisso e risorto; preghiamo.

6. Chi muore solo o in modo violento, sia accolto dal tuo amore; preghiamo.

7. Per noi che partecipiamo a questa assemblea eucaristica, anticipo della nostra risurrezione, coltiviamo con l’amore ogni germe di vita; preghiamo.

Dalla Parola all’Eucaristia

+ Ti ringraziamo, o Padre, che in Gesù crocifisso hai vinto la morte e in Lui risorto ci spalanchi la Vita senza fine.
Il pane e vino, che ti portiamo, siano nostro cibo di salvezza e farmaco di immortalità. Per Cristo... Amen!


Preghiera Eucaristica - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!

Annunciamo la tua morte, Signore,
proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua venuta!

alla Comunione

Dice il Signore:
“Io sono la risurrezione e la vita.
Chi crede in me,
anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me,
non morrà in eterno”.

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Dal libro del profeta Isaìa 25, 6a.7-9

In quel giorno, preparerà il Signore
degli eserciti per tutti i popoli,
su questo monte,
un banchetto di grasse vivande.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime
su ogni volto, l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale - 24 (25)

R/. Chi spera in te, Signore, non resta deluso.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati.
Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 14-23

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. […]
Parola di Dio.

Alleluia, alleluia!
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi
fin dalla creazione del mondo.
Alleluia!

+ Dal Vangelo secondo Matteo
25, 31-46

In quel tempo. Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.

E' inutile credere... se Cristo non è risorto dai morti - 2 Novembre: Tutti i Defunti

Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto.
In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì.
Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio.
Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la Sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l'uomo immortale, per l'immortalità, secondo la sua natura l'ha creato. Dentro di noi, quindi, c'è già l'immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio. La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura.

don Oreste Benzi, commento a Giobbe
per la commemorazione di tutti i defunti

Morire è tremendo, ma l'idea
di dover morire senza aver vissuto è insopportabile.


Erich Fromm

Non c'è nulla che possa sostituire l'assenza di una persona a noi cara.
Non c'è alcun tentativo da fare, bisogna semplicemente tenere duro e sopportare.

Ciò può sembrare a prima vista
molto difficile, ma è al tempo stesso
una grande consolazione, perché finché
il vuoto resta aperto si rimane legati
l'un l'altro per suo mezzo.

E' falso dire che Dio riempie il vuoto;
Egli non lo riempie affatto, ma lo tiene
espressamente aperto, aiutandoci
in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore.

Ma la gratitudine trasforma il tormento
del ricordo in una gioia silenziosa.
I bei tempi passati si portano in sé
non come una spina,
ma come un dono prezioso.

Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi;
così come non si resta a contemplare
di continuo un dono prezioso,
ma lo si osserva in momenti particolari
e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza.

Allora sì che dal passato emanano
una gioia e una forza durevoli.

Dietrich Bonhoeffer

In preghiera

Che io sia come Te, perché, se io sono come Te,
non posso fare che della mia vita un dono.
Che il dono della mia vita sia il Tuo.
Che il mio servizio sia il Tuo.
Che il mio essere servo degli altri
sia il tuo essere servo degli altri,
come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito,
ma per servire.

d. Giovanni Moioli

Appronfondiamo la Parola: Santificati e chiamati alla Santità


Parola che si fa Vita
Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.

Chiamati ad essere santi in Cristo Gesù:
Efesini cc. 4 - 5; Colossesi 3; Ebrei 12 - 13

Santificati dallo Spirito di Gesù risorto:
Romani c. 8; 1Corinzi c. 12

Uomini e donne, primizie dell’Agnello:
Apocalisse 14,1-5; 15,1-11

Una città nuova, la Gerusalemme del Cielo
Apocalisse cc. 21 - 22

Agenda settimanale


Agenda settimanale
2 - 8 Novembre 2009
* * *
Lunedì 2
Commemorazione di tutti i Defunti
ore 8.00 - S. Messa in chiesa p.le
ore 18.30 - S. Messa in san Giorgio
ore 21.00 - S. Messa a Paglieroni

Martedì 3: Non si celebra la S. Messa a San Giorgio

Mercoledì 4
ore 21.00 - Condividiamo la Parola:
Incontro nella Parola domenicale

Giovedì 5, ore 18.30 - S. Messa in chiesa p.

Suffragio di Carità
VENERDI’ 6, alle ore 18.30
S. Messa per tutti i Defunti.

Sabato 7
XXXII Domencia dell'Anno B
ore 18.30 - S. Messa in chiesa p.le

Domenica 8 Novembre

ore 9.00 - S. Messa in san Giorgio
ore 11.00 - S. Messa in chiesa p.le ore 16.00 - Convegno regionale CRAL
ai 12 Apostoli - Chieti Scalo
* * *
Settimana biblica a Ortona

Lunedì 2 – Venerdì 7, ore 19.00
tenuta dal vescovo Carlo:
chiesa Cattedrale San Tommaso.

Una Comunità che celebra - La Liturgia domenicale: 1 Novembre - Tutti Sanati e le Sante

GESU’, il SANTO che ci santifica


Invocazione penitenziale

Signore, Santo di Dio, risana la nostra umanità e salvaci.
Signore, pietà!
Cristo Risorto, donaci il tuo Spirito che ci santifichi e ci beatifichi.
Cristo, pietà!
Signore, Primogenito del Padre, rinnova il nostro essere figli.
Signore, pietà!

Inno di lode: Gloria a Dio…

Preghiera dell’Assemblea

+ Padre, onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un’unica festa tutti i cristiani santificati dal tuo Spirito: concedi a noi, tuo popolo, per la comunione con questi nostri fratelli e sorelle, l’abbondanza della tua misericordia.
Per il nostro Signore... Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
7,(2-4) 9-14

[Io, Giovanni], (vidi salire dal-l’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose) vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!».
Uno degli anziani allora si rivolse a me
e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?».
Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai».
E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale - 32

R./ Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Laudate omnes gentes, laudate Dominum!

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3,1-3

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!
Venite a me, voi tutti che siete stanchi
e oppressi, e io vi darò ristoro. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
5,1-12a

In quel tempo. Vedendo le folle [che cominciarono a seguirlo (4,25)], Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame
e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno,
vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli».

Parola del Signore!


Professione di Fede-Simbolo degli Apostoli

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

La Parola si fa Preghiera

+ Fratelli e sorelle, nella comunione di tutti i Santi e le Sante, nata dal dono della vita di Cristo Gesù e dall'effusione dello Spirito, al Padre, fonte di santità, presentiamo la nostra preghiera:

R./ Dona il tuo Spirito, o Padre!

- Alla tua Chiesa, comunione di santificati nel Battesimo; preghiamo.

- Ai nostri governanti, perché promuovano la giustizia; preghiamo.

- A chi cerca Dio nella difesa dei poveri e dei deboli; preghiamo.

- Ai poveri, agli afflitti della terra, affamati, senza casa e lavoro, trovino solidarietà dai credenti, giustizia nelle istituzioni, speranza in Te; preghiamo.

- A coloro che vogliono seguire Gesù con tutto se stessi; preghiamo.

- A tutti noi che abbiamo ascoltato l'annuncio delle Beatitudini, perché troviamo in Te la nostra gioia e il nostro impegno quotidiano ci conduca tutti insieme alla santità, preghiamo.

Dalla Parola all’Eucaristia

+ Ti ringraziamo, o Padre, perché tu ci ami. Cosa potremmo chiedere di più? Ti portiamo pane e vino, cibo che il tuo Spirito trasformerà per noi in corpo e sangue del tuo Figlio. Egli trasformerà anche noi in tuoi figli, santi e felici.
Per Cristo nostro Signore. Amen!

“Santi, cioè Cristiani” - 1 Novembre


Vivere in noi l’umanità di Cristo, come Lui l’ha vissuta in sé,
e far si che ora Lui viva la nostra.

Anche se sembra poco attuale, è sempre però affascinante la figura di un Santo: basti pensare al successo delle fiction televisive su san Francesco, santa Rita, Madre Teresa… Rimaniamo spesso solo ammirati, sapendo che rimangono per noi inimitabili.
Un discepolo, impegnato ormai da tempo in un severo ed esigente cammino ascetico, un giorno chiese al suo maestro: “Alla fine di tutta questa fatica cosa otterrò?” Dopo un po’ di silenzio, gli rispose con un sorriso: “Diventerai un cristiano!”.
Già, tutto qui… diventare quello che già siamo, cioè cristiani, “di Cristo”, lasciando che sia Lui a vivere in sé la nostra umanità così come è, e ricevendo da Lui la capacità di vivere da figli come Lui, lo Spirito che ci fa figli del Padre.
Nemmeno imitare Cristo, ma un rapporto di comunione che ci fa assaporare la bellezza di un modo “nuovo” di essere donne e uomini, felicemente realizzati.
Come una saldatura di esistenze, delle quali una diventa forza e origine dell’altra..
Lo afferma il vangelo di Giovanni (c. 15,1-17), insistendo: rimanete in me e io in voi, chi rimane in me…
Scrivo queste riflessioni in un clima sociale e politico, nostro e internazionale, che sembra offuscare questa ingenua visione della vita… ma sono altrettanto consapevole che ho bisogno di infondere un respiro umano-divino alla mia esistenza, ai miei pensieri, alle mie azioni, ai miei desideri e progetti, ai miei errori… per questo cerco in Gesù chi sono io, in risposta alla mia ricerca: chi voglio essere?

Provo a tratteggiare un profilo che ognuno potrà arricchire per sè:

Quotidiani. Nessuno come Gesù ha saputo vivere in pienezza i dettagli del quotidiano; in tutto e su tutti ha manifestato lo sguardo del Padre che dona il Figlio a questo mondo, da lui ritenuto “affidabile”.
Compassionevoli. Gesù non ha vissuto come ospite di passaggio tra noi: uomo con noi uomini e per noi. Noi, anonimamente depressi, cerchiamo l’evasione; Lui, solo di stare con noi: nella gioia, nel pianto, nella noia!
Soli col Padre. Gesù cercava il Padre nella solitudine come conferma del suo portarlo a noi. Nell’unico rapporto con il Padre, ritroviamo noi stessi amati, amabili e ci riscopriamo capaci di amare.
Per qualcun altro. Si può vivere senza sapere perché, ma non senza saper per chi! Gesù ha fatto sempre, tutto per noi.
Allo scoperto. Gesù non è rimasto in trincea o in una posizione strategica: è uscito allo scoperto… fino alla Croce. Noi possiamo avere un altro modo di “dire” quanto “costa” amare?!
p. Roberto Geroldi