GESU’, SALVEZZA DEI LONTANI : GLI ULTIMI, PRIMI !
Dopo il tema della «provvisorietà» connesso a quello della «vigilanza» (dom. 19a) e
quello dei «segni dei tempi» (dom. 20a, sostituita quest’anno dall’Assunta), oggi la 21a
domenica del tempo ordinario C allarga ancora di più la visuale della nostra anima,
proponendoci «l’universalità» come tema centrale della fede sia nella 1a lettura che nel
Vangelo. La 2a lettura, come di consueto, avendo uno scopo parenetico, cioè esortativo, ci
presenta invece un commento ad un brano del libro dei Proverbi (Pr 3,11-12), sul tema
pedagogico della correzione, collocata dentro il quadro familiare della cultura dell’AT.
La scienza biblica ha ormai accertato che l’esodo come è raccontato nella Bibbia è una
grande epopea, ingigantita durante l’esilio a Babilonia per dare fondamento teologico
a problemi e situazioni nuove. Solo due furono le tribù interessate all’esodo, quelle
della «casa di Giuseppe», cioè quelle che fanno capo ai due figli del patriarca Giuseppe,
viceré d’Egitto: Èfraim e Manasse. Ad esse si aggiunse più tardi anche Levi, la tri -
bù di Mosè e Aronne1. Durante l’esilio a Babilonia (sec. VI a.C.), si ripensò al passato
in termini fondativi, rileggendo la storia alla luce degli eventi nuovi che diventarono
così un'interpretazione nuova degli eventi passati. Gli Ebrei che ritornano dall’esilio di
Babilonia (538 a.C.) si considerano gli unici eredi dell’esodo perché il loro ritorno è
vissuto e sperimentato come una riedizione del primo esodo, che diventa così il para -
digma della nuova epopea di salvezza (cf. ad esempio Is 41,18; 43,20; 50,2). Questi reduci,
considerandosi privilegiati, arrivarono a disprezzare coloro che erano rimasti in Palestina
senza mai conoscere l’esilio, giudicandoli forse come rinnegati. La loro visione
della storia è angusta e si riflette anche sulla nozione che essi hanno di Dio che è il
«loro» Dio, proprietà esclusiva dei reduci esiliati, quasi che l’esilio materiale debba essere
la condizione essenziale per essere «credenti autentici». A questa mentalità si oppone
l’autore della 3a parte del libro di Isaia (capp. 56-66): questi ha vissuto l’esilio come
deportato e, probabilmente all’interno di una corrente di pensiero, ha sviluppato i
grandi temi del profeta Isaia, storicamente vissuto due secoli prima, come l’unicità e
l’universalità di Dio nel contesto del Regno finale, in cui tutti i popoli della Terra sa -
ranno protagonisti dell’unico popolo di Dio. Si compie così il raduno universale descritto
dal grande profeta (cf. Is 2,1-5). Questo discepolo di Isaia sviluppa il tema dell’esilio
a Babilonia come il segno del rifiuto di Dio da parte del suo popolo (cf. Is 56,1-3);
coloro pertanto che tornano da Babilonia per ricostruire la città santa e il tempio non
sono dei privilegiati, ma devono fare penitenza e riconoscere nell'esilio un evento
purificatore della loro fede, una fede che è data ad Israele per condividerla, portandola
ai popoli della terra (cf. Is 66,18-19). Questi popoli, considerati impuri e chiamati
sprezzantemente goym, «genti», ora portano offerte nel Tempio e sono abilitati a
celebrare la liturgia nel luogo santo di YHWH (cf. Is 66,20-21). É l capovolgimento
radicale dell’immagine di Dio, del Dio liberatore dell’esodo e dell’esilio: nessun popolo
è estraneo alla sua Dimora. Gesù si colloca in questa linea universalistica con una
novità: toglie ogni sicurezza a coloro che fanno dell’appartenenza alla religione la
garanzia dei loro privilegi. Non basta più una religiosità del dovere, ora è tempo della
fede personale e coinvolgente, della fede del rischio che mette in gioco la vita nella
dinamica interiore della relazione fondata sulla conoscenza intima e totale. «Non so di
dove siete» (Lc 13,25): è la condanna a chi crede di possedere Dio e di poterlo rinchiudere
in comodi riti che alimentano l’illusione del potere su di Lui. Grande sarà la sorpresa
finale quando vedremo una folla sterminata proveniente da «ogni nazione, tribù,
lingua e popolo» (cf. Ap 14,6) che affollerà il regno di Dio, costruito sull’umanità del
Figlio dell’Uomo (cf. Lc 13,29). Dove si collocheranno coloro che in nome dei
«principi cristiani della civiltà occidentale» hanno espulso, condannato a morte e
ucciso i migranti e i “diversi” che ora siedono accanto a Dio? Celebrare l’Eucaristia ha
questo significato: salire sul monte di Dio e da lì guardare il mondo con il suo sguardo,
la sua benevolenza, la sua misericordia, la sua paternità/maternità di tenerezza e
compassione verso il mondo degli uomini e delle donne che Gesù è venuto a
convocare al grande raduno verso cui anche noi, piccola Chiesa, siamo in cammino.
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1 La teoria più accreditata riguardo all’esodo è quella che parla di «due esodi» dall’Egitto:
nel 1° si tratta di un'espulsione avvenuta intorno al 1550 a.C., quando gli Egiziani
cacciarono fuori dai loro confini gli invasori Hyksos e con essi anche i nomadi asiatici
che a loro seguito si erano insediati in Egitto (vd. l'epopea di Giuseppe: cf. Gen 37,2-
50,26); tra gli «espulsi» vi erano alcuni clan di Ebrei (cf. Es 6,1; 11,1; 12,39) che dopo
una lunga traversata s’insediarono nella terra di Cànaan, sempre di pertinenza dell’Egitto.
Nel 2° esodo, invece, si tratta di una fuga avvenuta in circostanze favorevoli durante
un passaggio di dinastia, probabilmente intorno al 1250 a.C.: questo è l'«esodo»
celebrato nella Bibbia come una epopea di tutte le dodici tribù. Ci troviamo nel periodo
in cui Ràmses II fece costruire le città di Pìtom e Ràmses (cf. Es 1,11), obbligando
ai lavori alcuni gruppi di Ebrei e altri clan che vivevano ai margini delle frontiere; alla
morte del faraone, questi gruppi ne approfittarono per fuggire e rifugiarsi nel deserto;
da lì, intrapresero la via di Cànaan che, lontana dal centro politico, garantiva una maggiore
autonomia, pur restando dentro i confini dell'impero. Solo nel X sec. a.C., con la
conquista di Gerusalemme, cominciò a profilarsi un processo di unione delle tribù che
sarà completato sotto Salomone.
PREGHIERA PENITENZIALE
Signore, se noi preferiamo cammini facili e sicuri, scorciatoie per non far fatica:
Signore, pietà!
Cristo Gesù, se noi mangiamo e beviamo in tua presenza, e continuiamo ad essere ingiusti: Cristo, pietà!
Signore, se tu accogli tutti nel tuo Regno, ma noi vogliamo primeggiare sugli altri:
Signore, pietà!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA
+ O Padre, chiami tutti al banchetto pasquale della vita nuova: rafforzaci con il tuo Spirito perché, attraverso la porta stretta della Croce, siamo uniti al sacrificio del tuo Figlio e gustiamo così il frutto della vera libertà e la gioia del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del profeta Isaìa
66,18...31
Così dice il Signore: «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le razze; essi verranno e vedranno la mia gloriosa presenza. Io porrò in essi un segno della mia presenza: manderò i loro superstiti a tutti (…), in terre lontane dove non hanno mai udito parlare di me o visto la mia presenza. Essi annunzieranno che io mi faccio conoscere anche a loro. Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, fino al mio santo monte a Gerusalemme come un’offerta al Signore: come i figli di Israele portano l'offerta su vasi puri nel Tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti e leviti».
Parola di Dio!
Salmo responsoriale - 116
R./ Laudate Dominum, omnes gentes.
Alleluja!
1. Nazioni tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.
2. Perchè forte il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore rimane per sempre!
Dalla lettera agli Ebrei 12,5-7.11-13
Fratelli e sorelle. Avete già dimenticato l'esortazione che Dio vi rivolge come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge chi egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio (Proverbi 3,11-12).
Quando voi soffrite Dio vi corregge, Egli vi tratta come figli! Quale figlio che non è corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca come frutto la pace e la giustizia a quelli che in questo modo sono stati formati. Perciò rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritto con i vostri piedi (Isaia 35,3); perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire (Proverbi 4,26). Parola di Dio!
Alleluja, alleluja!
Io sono la via, la verità e la vita - dice il Signore
nessuno viene al padre se non per me.
Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca 13, 22-30
Gesù passava insegnando per città e villaggi, facendo cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Lottate di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici! Ma egli vi risponderà: Non so di dove venite. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli vi dichiarerà: Non so di dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia! (Sal 6,8) Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa (Sal 107,3) nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, Dio vuole che tutti siano salvi e giungano a conoscere la Verità, nella libertà e nell’amore. Preghiamo per questo dono che Egli continua ad offrirci.
R./ Ascolta Signore la nostra preghiera!
1. Fa’che la tua Chiesa non ponga limiti alla salvezza, e sia testimone della tua infinita misericordia, preghiamo.
2. Insegna a tutti gli esseri umani a non sprecare i tuoi doni e a non utilizzarli da egoisti, ma per tutti, preghiamo.
3. Sostieni i giovani che si preparano alla giornata mondiale di Madrid, preghiamo.
4. Accompagna il cammino del piccolo Giorgio, perché cresca con la forza del tuo Spirito, uomo e cristiano, preghiamo.
5. Rafforzaci quando siamo deboli e vulnerabili, che non cediamo alla tentazione di sentirci da te abbandonati, preghiamo.
6. Convertici, perché non contraddiciamo con le nostre azioni quotidiane il mistero di amore e di condivisione che celebriamo nell’Eucaristia, preghiamo.
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, o Padre, di averci radunati nel tuo Figlio Gesù. Egli ha aperto a tutti i popoli le promesse fatte ad Israele ed accoglie tutti gli esseri umani alla festa della tua mensa. Anche noi, che qui portiamo pane e vino, possiamo accoglierli come fratelli e sorelle.
Egli vive e regna per sempre. Amen!