sabato 28 novembre 2009

Le lectio del prete Carmine Miccoli

Luca 21, 25-36


Note di esegesi per la comprensione del testo
Il vangelo di oggi raccoglie idee e parole che Gesù ha pronunciato in occasioni diverse
e che Lc mette insieme per descrivere in termini tragicamente apocalittici
la fne di Gerusalemme come premessa della fne del mondo, con le categorie
mentali del suo tempo. La domanda a cui egli vuole rispondere è: «Come può la
comunità cristiana riconoscere i segni che annunciano gli avvenimenti degli ultimi
giorni?». A questa domanda Lc risponde in modo articolato, nel cap. 21, che costuisce
il suo discorso apocalittico; lo si può dividere in tre parti: a) l'offerta della
vedova povera (21,1-4; cf. Mc 12,41-44); b) l'annuncio della venuta del Figlio (21,5-
28, in parte letto nella liturgia); c) la parabola del fco e l'invito alla vigilanza e alla
preghiera (21,29-38; la parabola dei vv. 29-33 viene omessa dalla liturgia).
Per capire il senso del brano del vangelo, bisogna ritornare a quanto detto in
questi ultimi incontri sulla distruzione di Gerusalemme e sulla fne del mondo (cf.
Mt 24,37-44; Mc 13,33-37); sulla caduta di Gerusalemme, su cui Gesù pronuncia
parole durissime (Mt 23,37-38; Mt 24,1-2; cf. Ger 22,5; Ez 11,22-23). Lc dirà più
puntualmente che «Gerusalemme sarà calpestata dai pagani fnché i tempi dei pagani
siano compiuti» (Lc 21,24), in linea con i profeti che parlano di Gerusalemme
ridotta a «desolazione» (Is 64,9; Ger 25,18). Questi discorsi di Gesù, ripresi a distanza
di più di quarant'anni, vengono riletti e proiettati su scala universale. La
fne del mondo è descritta prendendo in prestito immagini e sensazioni da un
evento terribile, vissuto e subìto come un trauma irreversibile: la profanazione e
la distruzione con incendio del Tempio e della città santa di Gerusalemme. Nessuno
poteva immaginare che il Tempio sarebbe stato distrutto e che i pagani vi
avrebbero costruito un altare agli idoli: il popolo d’Israele vedeva Gerusalemme e
il tempio come la garanzia della protezione divina contro la quale nessuna potenza
avrebbe potuto vincere. Quando la struttura, anche la più sacra, diventa così
esorbitante da sostituirsi addirittura a Dio nella presunzione di essere intoccabile
e al sicuro (cf. Mt 3,9; Lc 3,8) giunge allora il momento in cui Dio parla il linguaggio
degli avvenimenti che sconvolgono schemi e ragionamenti precostituiti e
scontati. Gli Ebrei non hanno saputo leggere gli eventi che accadevano perché si
erano chiusi nel sistema religioso basato sull’osservanza materiale della Toràh, divenuta
un impedimento ad incontrare Dio per la maggior parte della popolazione:
ritualità, divieti e norme erano diventati «idoli», escludendo Dio dall’orizzonte
della vita (cf. Mt 15,3.6; Mc 7,9). Non era più Dio che si cercava, ma si adeguava la
realtà e la stessa Parola di Dio all’immagine che l’istituzione si era fatta di Dio.
Oggi nella Chiesa cattolica stiamo vivendo lo stesso rischio: la Chiesa è destinata
a fnire perché essa appartiene alla categoria del «tempo» e quindi non può appartenere
all’ordine dei «fni», ma solo a quello dei «mezzi»; questo costituisce il
fondamento della provvisorietà che chiunque nella Chiesa dovrebbe avere, mentre
spesso troviamo funzionari che pensano di essere eterni e insostituibili; sono
moderni farisei, che non solo non entrano nel regno di Dio, ma ne impediscono
l’accesso anche a chi vorrebbe entrarvi (Mt 23,13).
Nessun passo della Scrittura può e deve essere letto al di fuori del contesto
prossimo (ciò che precede e segue), del contesto remoto (libro) e del contesto
globale (tutta la Bibbia) se si vuole cogliere il senso genuino di una parola, espressione
o brano. Il contesto globale non può che essere quello della salvezza e della
liberazione per cui Gesù è venuto appositamente; quello remoto è il contesto del
vangelo di Lc che descrive la missione di Gesù come un viaggio che sta per giungere
alla fne e quello prossimo è il contesto della caduta di Gerusalemme, che
l’evangelista riprende come paradigma per il capitolo fnale della sua teologia della
storia. Lo schema che Lc usa è quello della «catastrofe cosmica» a cui partecipa
tutto il creato, come avvenne sul Sinai quando Dio si manifestò tra «lampi, tuoni e
nube densa sulla montagna» (Es 19,16). Il quadro di riferimento è l'apocalisse giudaica
che legge la distruzione di una città come la venuta «del giorno del
Signore» che arriva improvviso, grande e terribile, spaventoso e come un ladro
nella notte (Is 13,6-10; Ger 4,23-28; Ez 30,3; Gl 2,1.11; 4,14; Am 5,18.20; Ml 3,23;
1Ts 5,2; 2Ts 2,2; 2Pt 3,10). La caduta di Babilonia, di Samaria, di Gomorra e ora di
Gerusalemme è il simbolo di una fne più grande e più universale. Da questo punto
di vista, possiamo dire che l’evangelista non vuole dire quando e come il mondo
fnirà, ma solo che gli avvenimenti che accadono nella nostra storia e di cui noi
siamo testimoni sono soltanto una tappa nel cammino verso la conclusione della
storia stessa, le cui modalità sono conosciute solo da Dio: infatti quanto a quel
giorno e a quell’ora nessuno li consoce, nemmeno il Figlio, ma solo il Padre (Mc
13,32). Lo schema dell’apocalisse è un genere letterario che, diversamente da
quanto appare superfcialmente, vuole rafforzare la speranza e consolidare la fortezza
dei cristiani che debbono affrontare le sfde della vita. Il Figlio dell’uomo che
viene sulle nubi del v. 27 è certamente quello descritto da Daniele (7,13-14)
come giudice delle nazioni, che sono così convocate non per assistere alla distruzione
del mondo, ma per partecipare ad una nuova creazione in sostituzione di
quella antica (cf. Is 65,17; Gl 3,1-5; Ag 2,6). La venuta del Messia vista come «nuova
creazione» è comune nella mentalità biblica: Gv nel prologo descrive l’incarnazione
del Lògos come una «ri-creazione» e usa lo stesso linguaggio del libro della
Genesi (Gv 1,1). Lo stesso fa il salmista o il profeta quando annunciano la fne dell’esilio
come un ritorno trionfale attraverso il deserto trasformato in nuovo giardino
di Eden (Sal 107[106],33.35; Is 41,18; 43,20). In Lc la venuta del Figlio dell’uomo
come giudice delle nazioni coincide con la caduta di Gerusalemme perché
ora non è più la città santa che attende il raduno dei popoli, ma è la Chiesa che
va in mezzo ai popoli in un processo costante di simbiosi per cui credenti e non
credenti s’incontrano e lavorano per cambiare la disumanità del mondo in una avventura
di disponibilità tesa all’incontro fnale con il Figlio dell’uomo. Quando una
persona innamorata ha un appuntamento d’amore, il tempo dell’attesa è vissuto
con una intensità e profondità maggiori dell’incontro stesso: l’attesa è una tempesta
satura di emozioni che si acquieta e si risolve nella pace dell’incontro. Nell’attesa
si coagulano e si combattono tutti i sentimenti possibili e immaginabili: si è
irrequieti e pacifcati, tesi e sereni, agitati ed entusiasti, seduti e in piedi, fermi e
sempre in movimento. La persona amata non c’è ancora, ma la sua presenza non
visibile, eppure reale, gestisce e coordina tutta la nostra vita perché noi viviamo
in funzione di essa. Tutto ha senso perché siamo proiettati all’incontro che assaporiamo
già, ma senza averlo ancora realizzato. Aspettare chi si ama è la dimensione
del paradiso in terra; per questo, la vigilanza che ci raccomanda il Vangelo
diventa espressioe della dimensione del desiderio, che sa cogliere in ogni segno
della storia la presenza dell'Amato e la sua pienezza che ci riempie.

Agenda settimanale: 29 novembre - 8 dicembre 2009


Agenda settimanale
30 Novembre - 8 Dicembre 2009
* * *
Lunedì 30 - Sant’Andrea ap.
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Messa a Paglieroni

Martedì 1 dicembre
ore 18.30: Messa a S. Giorgio e Novena

Mercoledì 2
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Condividiamo la Parola

Giovedì 3
ore 18.30: S. Messa e Novena in chiesa p.

Venerdì 4
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Consiglio pastorale

Sabato 5
Seconda Domenica di Avvento C
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le

Domenica 6
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le

Lunedì 7
Festa di Maria Immacolata
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le

Martedì 8 dicembre
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
e Battesimo di Tommaso La Morgia
* * *
Oggi ricorre il 26° anniversario
del ritorno al Padre
di don Antonio Chiaromonte
* * *
La commissione caritativa
confezionerà dei dolci
che saranno messi a offerta
durante le S. Messe dal 5 all’8
per le attività di sostegno
alle famiglie indigenti.
* * *

Di Domenica in Domenica


La Parola: PANE di ogni GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale:

Lunedì: Isaia 4,2-6; Matteo 8,5-11
Martedì: Isaia 11,1-8; Luca 10,21-24
Mercoledì: Isaia 25,6-10a; Matteo 15,29-37
Giovedì: Isaia 26,1-6; Matteo 7,21.24-27
Venerdì: Isaia 29,17-24; Matteo 9,27-31
Sabato: Isaia 30, 19...26; Matteo 9,35– 10,1.6-8

L’annuncio domenicale prosegue
e richiama l’attesa per il compimento di ciò che il Messia
opererà nell’umanità: guarigioni, segni prodigiosi,
la compassione di Dio per i poveri.
Gesù ha operato questo tra noi.
Oggi tocca a noi vivere la novità del Vangelo:
vigilare, operosi nella carità!
Così collaboriamo anche noi all’unità di tutti gli uomini in Dio,
camminando con loro verso la luce,
fuori dal buio dell’egoismo,
e la sperimentiamo nella Parola e nell’Eucaristia.

Avvento in preghiera

Avvento in preghiera

Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più soli:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione con gli altri
se non è in comunione con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.
Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore!

Una Comunità che celebra: Prima Domenica di Avvento / C - 29 novembre 2009

Accensione I Cero d’Avvento

Geremia ci invita
ad aver fiducia nelle
promesse del Signore.
E’ un segno dell’attesa
di liberazione
con tutta l’umanità.
Invocazione penitenziale

Vieni, Signore Gesù, a realizzare tra noi la giustizia di Dio e salvaci!
Signore, pietà!
Vieni, Cristo Risorto, a farci crescere nell’amore e santifica le nostre azioni!
Cristo, pietà!
Vieni, Figlio dell’uomo, a liberarci dalla paura e risvegliaci dal torpore!
Signore, pietà!


Preghiera dell’Assemblea

+ Padre santo, che mantieni per sempre le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri il nostro cuore alla speranza, affinché attendiamo, senza turbamento,
il ritorno glorioso di Cristo, nostro Salvatore e nostro Dio, che vive… Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Geremia
33,14-16
Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato
e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale - 24

R./ A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

[Confitemini Domino quoniam bonus… Alleluja!]

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore
e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza
e i suoi precetti. Il Signore si confida
con chi lo teme: gli fa conoscere
la sua alleanza.

Dalla prima lettera di san paolo apostolo ai Tessalonicesi
3,12– 4,2
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più.
Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
Parola di Dio
.
Alleluja, alleluja!
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza. Alleluja!


+ Dal vangelo secondo Luca
19,47; 20,45; 21,25-28.34-36

19,47 Ogni giorno [Gesù] insegnava nel Tempio. 20,45 Mentre tutto il popolo lo ascoltava, disse ai suoi discepoli: 21,25 «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria (Daniele 7,13-14). Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. [28-33]
34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
39 Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire
a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore!

La Parola si fa Preghiera

+ Fratelli e sorelle, il Signore Gesù ci invita ad essere vigilanti nella preghiera e nella carità.
Chiediamo a Lui di rendere saldi i nostri cuori:

R./ Vieni, Signore, in mezzo a noi!

- Rendi la tua Chiesa vigilante, affinché sostenga ogni persona nella sua attesa di giustizia e di salvezza: Vieni…

- Accompagna e illumina i responsabili della convivenza sociale, perché facciano scelte di giustizia e di pace per le nazioni: Vieni, Signore, in mezzo a noi!

- Illuminaci con la tua parola, perché sappiamo vivere il presente senza ansia e con fiducia nella tua presenza: Vieni...

- Vieni incontro alle attese dell’umanità di oggi con la nostra carità: Vieni…

- Facci crescere e abbondare nell’amore fra noi e verso tutti, nutrendoci della tua Parola e del tuo Pane: Vieni, Signore…

[Intenzioni proposte dai gruppi di I.C.]

Dalla Parola all’Eucaristia

+ Ti ringraziamo, Padre, tu sei fedele: compi le tue promesse e le nostre attese! Con Gesù, tuo Figlio, hai rialzato a te la nostra attenzione: ora ti presentiamo pane e vino, segni del tuo amore, cibo che alimenta il nostro amore per te e per gli altri.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!

Preghiera Eucaristica - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!
- Annunciamo la tua morte,Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!

Alla Comunione
“Vegliate e pregate in ogni momento,
per esser degni di comparire
davanti al Figlio dell’uomo”.

Avvvento...


Un giorno qualcuno chiedeva a un rabbino: «Ma Dio, dov’è?».
E quel rabbino rispose: «E’ lì dove lo si lascia entrare».

“Avvento” vuol dire venuta.
L’Avvento cristiano è l’arrivo di Dio… non è semplicemente la preparazione
al Natale: è l’invito ad accorgersi che Dio passa, visita il suo popolo,
bussa alla nostra porta.
È l’invito a dare veramente attenzione a questo Dio che il libro dell’Apocalisse definisce come «Colui che è, che era e che viene ».
Colui che è, perché Dio è; che era; ma anche che viene,
che continua a venire, che sta arrivando.
Gesù addirittura parla di un Dio “ladro ” che arriva
quando meno ce l’aspettiamo.

Questo invito è particolarmente importante in questo momento,
per noi in Occidente. L’Occidente letteralmente sta dormendo.
È profondamente addormentato dal benessere,
dal torpore della vita borghese.
E seduto, non ha più voglia di camminare, non ha più ideali.
Stiamo godendoci la vita, nulla di più.
E, così addormentati, non ci accorgiamo di vivere
un momento di estrema gravità.

Gesù aveva percepito la gravità del momento che il suo popolo
stava vivendo, aveva capito che davanti c’era il fuoco delle legioni romane,
che una crisi immane si avvicinava, e ha lavorato per aprire gli occhi alla gente.

Ma, se ai tempi di Gesù si trattava di una crisi
locale, oggi abbiamo di fronte una crisi mondiale.
Viviamo dentro un sistema che non leggiamo,
ma che ci sta portando letteralmente alla morte.

Un sistema che permette a pochi
di avere quasi tutto a questo mondo.

Un sistema borghese che ci appiattisce tutti,
che ci rende tubi digerenti, che ci trasforma in cose.
Non ci si accorge più di nulla,
nemmeno della sofferenza altrui,non c’è più neanche
la compassione, il “soffrire-con ” chi soffre, e questo, in fondo, è il risultato del nostro benessere.

P. Alex Zanotelli, sx

domenica 22 novembre 2009

Lavoro e Comunità cristiane

L’AZIONE CATTOLICA E IL PROBLEMA DEL LAVORO
L’Azione Cattolica dell’Abruzzo-Molise fa suo il dolore e la speranza delle persone che hanno perso il lavoro, di quelle che vivono nell’incombente minaccia della disoccupazione, dei giovani precari, dei lavoratori che non percepiscono da mesi il dovuto stipendio.
In quest’ottica riteniamo di dover rivolgere un appello a tutte le istituzioni regionali, provinciali e locali, affinché si adoperino, ciascuna per quanto di propria competenza e in atteggiamento di corresponsabilità, indipendentemente dagli schieramenti politici di appartenenza, nell’affrontare con tempestività i casi di disagio di tutte le persone che vivono tali situazioni.
La dignità della persona e l’esigenza di una giustizia sociale, richiedono da parte di tutti il massimo impegno affinché le nostre regioni sappiamo uscire dal momento difficile che stanno attraversando.
Auspichiamo, all’inizio di questo nuovo anno liturgico che ci immetterà nell’evento che ha segnato la storia dell’umanità, il Santo Natale, che si possa donare uno spazio concreto di serenità alle famiglie delle nostre comunità territoriali restituendo loro quanto è stato tolto e quanto non dato.
In quest’ottica l’Azione Cattolica d’Abruzzo e Molise, volendo rinsaldare il suo legame col proprio territorio ed essendo sempre disponibile nell’adoperandosi concretamente con gesti di accoglienza e solidarietà, offre questo contributo maturato nella gratuità del servizio alla nostra terra.

La delegazione regionale dell’Azione Cattolica Abruzzese Molisana
I Presidenti delle undici Diocesi di Abruzzo e Molise