sabato 18 settembre 2010

Approfondiamo la Parola: le LECTIO del prete Carmine Miccoli

Chiesa del Purgatorio – Lanciano (CH) LECTIO DIVINA

“...non potete servire Dio e la ricchezza” ( Luca 16,13)

O Padre, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua parola: in essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella tua parola, letta, ma non accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita, contemplata, ma non realizzata, manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro incontro con la tua parola sarà rinnovamento dell’alleanza e comunione con te e con il Figlio e lo Spirito Santo, Dio benedetto nei secoli dei secoli. A.: Amen.

Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Luca 16,1-13 (trad. CEI 2008)

1 [Gesù] diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi

fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: “Che cosa

sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

3 L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi

toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4 So

io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia

qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5 Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone

e disse al primo: 6 “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili

d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7 Poi disse

a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi

la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8 Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché

aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono

più scaltri dei figli della luce. 9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza

disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore

eterne.] 10 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi

è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11 Se dunque

non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non

siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13 Nessun servitore può

servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà

all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Note di esegesi per la comprensione del testo

Come per le altre parabole, anche per quella che abbiamo appena ascoltato bisogna

fare una distinzione su tre livelli: a) il testo redazionale scritto, che è quello

che leggiamo noi; b) il testo in uso nella comunità cristiana, magari in forma orale

o parzialmente scritta; c) quello che Gesù ha detto con la sua viva voce. Da tutto

il contesto del NT, noi sappiamo che Gesù non ebbe alcuna intenzione di fondare

una «chiesa» perché il suo orizzonte non era la storia umana fnita nel tempo, ma

il Regno di Dio come prospettiva di tutto il creato. Il Regno non è un luogo materiale

o una forma di governo, ma indica uno «stato», cioè una condizione per essere

fgli/e di Dio. Il «Regno» apre due prospettive: la prima afferma che c’è una

dimensione più grande di qualsiasi realizzazione umana che si chiama «Dio» e l’altra

dice che non può esservi realizzazione umana nella dimensione di Dio senza

condivisione e fraternità, senza assumere su di sé l’anelito di salvezza integrale

che c’è in tutta l’umanità. Il Regno non è una sètta, ma è il luogo della volontà di

Dio che vuole tutti gli uomini e le donne salvati (cf. 1Tm 2,4). Annunciando questo

orizzonte, Gesù dice ai suoi contemporanei che bisogna fare in fretta perché il

tempo a disposizione è molto poco. La prova di ciò sta nel fatto che la «Chiesa»

non è fondata su Gesù Cristo perché essa è destinata a fnire una volta compiuto

il cammino verso il Regno. La «Chiesa» come la sperimentiamo storicamente è

un «mezzo», non un «fne» e come tutti i mezzi un giorno potrà scomparire.

Gesù annuncia il «Regno», cioè la prospettiva di Dio che diventa fondamento della

dinamica umana per realizzare anche sulla terra un «segno-sacramento» dell’armonia

fnale: è la tensione che la Scrittura descrive tra Gerusalemme celeste e

Gerusalemme terrestre (cf. Ap 21). La «Chiesa cristiana» come storicamente noi

la sperimentiamo è fondata sulla testimonianza apostolica, cioè di tutti/e coloro

che ne garantiscono la presenza e la funzione. Per essere più precisi, la nostra

fede si fonda sulla fede dei primi cristiani, che a noi garantiscono la storicità di

Gesù e trasmettono il criterio dell’incarnazione come unica via per incontrare il

Dio invisibile: essa è lo strumento che poggia sulle colonne degli Apostoli (cf. Gal

2,9) per indicare agli esseri umani di tutti i tempi l’indirizzo del «Regno di Dio».

Con la parabola dell’amministratore disonesto e scaltro, che s’ispira ad un fatto

rilevante di cronaca, Gesù, senza dare patenti di moralità al padrone e all’amministratore,

si premura di annunciare l’urgenza di decidersi a scegliere, in base ad un

criterio di priorità. Sulla bocca di Gesù, l’amministratore è solo uno che

approftta della situazione imprevista e la capovolge a suo favore. Per questo lo

loda (cf. Lc 16,8), perché non si è scoraggiato di fronte alle diffcoltà, ma ha saputo

affrontarle. Gesù non esprime un giudizio sulla moralità o immoralità

dell’amministratore, ma invita a cogliere la situazione che si è venuta a creare al

momento di decidere sul futuro della propria esistenza. La parabola non è di

facile lettura: la riporta solo Lc, l’unico evangelista che può armonizzarla nel

contesto del suo vangelo dove è primario il ricorso al binomio ricchezza-povertà.

La parabola, infatti, dopo la predicazione di Gesù ha avuto un processo evolutivo

complesso con almeno tre passaggi, dopo il primo dovuto alla predicazione del

Gesù storico.

I primi cristiani (2° livello) modifcano questa interpretazione perché applicano la

parabola alla loro condizione concreta: in forza della loro fede e della loro scelta

non possono usare i «mezzi» che usa il mondo come, per es., frodare nei pesi

delle bilance, essere disonesti nel commercio, barare nelle relazioni e farsi strada

a danno di altri. Vivendo coerentemente, i cristiani sono svantaggiati di fronte a

chi è più disinvolto e non si pone problemi di comportamento e vive solo in funzione

di se stesso. I primi cristiani fanno subito una constatazione: negli affari i «fgli

di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei fgli della luce» (Lc 16,8).

L’espressione «fgli della luce» è un semitismo, cioè un modo orientale per defnire

i credenti: l’espressione si trova anche a Qumran dove i membri della comunità

sono identifcati in questo modo per la battaglia fnale contro i «fgli delle tenebre

», scontro a cui parteciperanno anche le schiere angeliche1. Questa constatazione

dei primi cristiani «dovrebbe» essere vera, anche se può apparire deprimente,

perché un cristiano da questo punto di vista sarà sempre inferiore di fronte

ai suoi simili perché egli non può usare certi mezzi: per la fede, il fne non li

giustifca mai, ma ad ogni fne deve corrispondere un mezzo adeguato, vero e

coerente. Un credente, p. es., non può frodare il fsco, perché ruba alla collettività

e anche a se stesso, impedendo la partecipazione ai beni della creazione che sono

un diritto; non può dire il falso per avere un vantaggio personale; non può pretendere

e fare leggi a suo uso e benefcio; non può servirsi della sua posizione sociale,

politica o ecclesiale per perseguire tornaconti suoi a danno della comunità.

Nei primi secoli, alcuni mestieri erano dichiarati incompatibili con la professione

di fede in Cristo proprio per i motivi sopradetti: il commerciante, il militare, il

macellaio, l'attore...

Un 3° livello interpretativo della parabola, in un tempo ancora successivo, ma prima

della redazione fnale di Lc, riguarda l’uso del denaro, argomento molto caro

alla comunità lucana che è attenta alla condizione reale dei poveri (cf. At 2,44-45;

1 Il tema dei «fgli della luce/fgli delle tenebre» è ricorrente in Qumran, ma è trattato in

modo speciale nella «Regola della Guerra» (=QM), databile tra il 110 a. C. e il 25 d. C.,

che descrive con minuziosità anche strategica la guerra tra il bene e il male che durerà 40

anni: cf. 1QM [+1Q33], col. 1 et passim.

4,34.36-37; 5,1-10). Non si tratta più di rassegnarsi di fronte alla malizia degli altri

e ammettere la propria inferiorità in certi comportamenti privati e pubblici, ma

ora ci si interroga sulla sorte che capita a chi possiede molti beni. È la questione

che affronta anche la lettera di Giacomo (cf. Gc 2,1-13; 5,1-6): la ricchezza in

rapporto al vangelo nella stile di vita dei cristiani. La comunità prende atto che

l’amministratore ha usato denaro di cui ancora disponeva per distribuirlo e

garantirsi un futuro; allo stesso modo i ricchi possono sperare di salvarsi, solo se

partecipano la loro ricchezza distribuendola come pegno per il Regno (cf. Lc 6,29-

30.34-35; 12,33). Solo spogliandosi della zavorra della ricchezza, i ricchi possono

sperare di entrare nel Regno di Dio (cf. Lc 18,25).

Si arriva infne al testo di Lc (4° e ultimo passaggio), questa volta scritto e giunto

a noi. Anche Lc dà una sua valutazione: ormai quasi alla fne del I sec. cambia la

prospettiva, perché cambiano le situazioni e le condizioni e Lc si trova di fronte

ad una comunità ormai stabile, dove le differenze sociali mettono in evidenza la

grande separazione che vi è tra i ricchi e i poveri, frutto di una sperequazione ingiusta,

e così aggiunge di suo pugno l’osservazione parenetica (cioè esortativa):

«Procuratevi amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a

mancare, vi accolgano nelle dimore eterne» (Lc 16,9); con essa invita espressamente

i ricchi e farsi carico dei poveri con la condivisione dei loro beni, in forza

del principio che la comunione della fede comporta anche la comunione dei mezzi

materiali. Lc è l’autore che, sull’esempio di Paolo (cf. Rm 15,25-28; Gal 2,10;

1Cor 16,1.12; 2Cor 8-9), attribuisce grande importanza al denaro come strumento

di salvezza, dando così concretezza alla professione di fede che i primi cristiani,

così come gli ebrei, facevano pregando con lo Shemà Israel: «Amerai il Signore

Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua forza», dove il termine

«forza» (eb.: me’od) signifca appunto i beni terreni (Dt 6,5; Lc 10,27).

Vi è un ultimo insegnamento fnale (Lc 16,10-12) che l’evangelista propone prendendo

ancora una volta l’amministratore ad esempio. Egli è stato scaltro secondo

la sua etica disonesta, ma il cristiano non deve imitarlo in questa scaltrezza, per -

ché deve imparare che se vuole essere vero nelle cose che riguardano la fede e

Dio è necessario che impari a sapere amministrare le cose più insignifcanti. Se diciamo

di credere in Gesù risorto, dobbiamo anche darlo a vedere non nelle parole

proclamate o nei giudizi che spesso facilmente diamo sugli altri, ma solo attraverso

i nostri comportamenti e la nostra vita ordinaria, le sole vie attraverso le

quali siamo credibili noi e testimoniamo la credibilità di Dio. La parola senza la testimonianza

della vita, trasforma il vangelo in ideologia che esclude la fede e si

trasforma in religione civile, strumento di dominio e di possesso delle coscienze

e negazione dell'annuncio liberante di Gesù e del Regno.

- pro manuscripto -

CALENDARIO ANNO CATECHISTICO 2010 - 2011

PARROCCHIA S.MARIA ASSUNTA – TREGLIO CH
DIOCESI DI LANCIANO-ORTONA
CALENDARIO 2010 – 2011 ITINERARIO DI INIZIAZIONE CRISTIANA
DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
30 AGOSTO – 1 SETTEMBRE: Aggiornamento Diocesano a Lanciano (Curia)

SETTEMBRE
Giovedì 2: Incontro dei catechisti (ore 21.00)
Da lunedì 6: Incontri con i catechisti per gruppi
Giovedì 23: Incontro dei catechisti (ore 21.00)
Da lunedì 20 : Incontri con i genitori per gruppi (cf. Lettera)
Giovedì 30: Incontro dei catechisti (ore 21.00)
OTTOBRE:
ANIMAZIONE MISSIONARIA - SPEZZARE PANE PER TUTTI I POPOLI

Sabato 2: Incontro inaugurale di preghiera (in chiesa ore 15.30)
Domenica 3: Mandato ai Catechisti (ore 11.00)
Lunedì 4: Inizio della catechesi nei gruppi

NOVEMBRE:
 Sabato 27: Prepariamoci all’Avvento (in chiesa ore 15.30)
Domenica 28: AVVENTO - I DOMENICA/A

DICEMBRE :
Sabato 18: Celebrazione natalizia (in chiesa ore 15.30)

NUOVO ANNO 2011
GENNAIO
6 gennaio: EPIFANIA DEL SIGNORE - Presentazione gruppo Nazaret
Domenica 9: BATTESIMO DEL SIGNORE -Memoria dei Battezzati 2010
Rinnovo Promesse battesimali del gruppo Giordano
Lunedì 10: Ripresa della catechesi nei gruppi
Domenica 16: Consegna del Vangelo di Matteo alla comunità e a Cafarnao


MARZO
Mercoledì 9: LE CENERI -Celebrazioni Penitenziali
Sabato 12: Inizio cammino dei 40 giorni - QUARESIMA (in chiesa ore 15,30)
Domenica 20: II di Quaresima: Consegna del Padre nostro al gruppo Galilea

APRILE
Sabato 16: Via crucis (ore 15.30, all’aperto)
Domenica 17: DOMENICA DI PASSIONE - Processione dei Rami
Giovedì 21: CENA DEL SIGNORE - Consegna del Comandamento nuovo
e Lavanda dei piedi gruppo Cenacolo
Sabato 23: Veglia Pasquale
Domenica 24: RISURREZIONE DEL SIGNORE


MAGGIO
Ritiro del Gruppo Cenacolo con i genitori
Domenica 29: Prime Comunioni

GIUGNO
Domenica 3: Prime Comunioni - Domeniche: 12 – 19- 26
Giov. 23 – Sab. 25: “Giornate eucaristiche” di adorazione
Domenica 26: CORPO E SANGUE DEL SIGNORE

* La data del sacramento della Confermazione sarà individuata lungo l’anno.

Incontri genitori dei bambini e dei ragazzi dell'Iniziazione Cristiana

Parrocchia Maria SS. Assunta - Treglio
Diocesi di Lanciano–Ortona
Via Abbazia, 12 – Tel 0872 54196
http://www.parrocchiatreglio.blogspot.com/

“CATECHESI: …un cantiere aperto”

Treglio, settembre 2010

Carissimi genitori.
Stiamo per avviare un nuovo anno del nostro cammino di catechesi per l’iniziazione alla vita cristiana dei vostri figli. Anche noi adulti possiamo camminare con loro, crescere con loro nella nostra fede in Gesù, che magari abbiamo un lasciato indietro agli anni della nostra infanzia.

I nostri obiettivi, fin dall’inizio di questo progetto, sono di camminare insieme, come comunità parrocchiale, educandoci insieme nella vita cristiana; sentendoci responsabili gli uni degli altri; valorizzando le risorse presenti nelle nostre famiglie.

Vi invito quindi ad andare oltre l’obbligo di frequentare per poi ricevere i sacramenti (Confessione – Comunione – Cresima) per condividere invece un percorso di formazione umana e cristiana.

Con i catechisti abbiamo già fatto una programmazione per il nuovo 2010-2011 e ora vorremo incontrarci con voi genitori dei diversi gruppi per presentare il progetto (PCP) e l’itinerario annuale (ICA).

CALENDARIO INCONTRI DEI GENITORI (IN CASA PARROCCHIALE)

Lunedì 20 ore 19.00 III elementare - Giordano

Martedì 21 ore 19.00 I elementare - Nazaret

                  ore 21.00 II elementare - Galilea

Venerdì 24 ore 21.00 I - II e III media: Emmaus 1 - 2 e 3

Sabato 25 ore 16.00 IV elementare - Cenacolo

Venerdì 29 ore 19.00 V elementare – Cafàrnao

Vi ringraziamo per la vostra partecipazione e attiva collaborazione.

Vi chiediamo di restituire il modulo sottostante, debitamente compilato, quando venite per l’incontro del vostro gruppo.

p. Roberto e i catechisti della nostra parrocchia



---------tagliare e consegnare-------------------------------------------------------------------------------

Noi genitori di………………...…………………………………………..……………………………(classe………………………….) desideriamo che nostra/o figlia/o partecipi al percorso di catechesi del suo gruppo.
Ci impegniamo alla frequenza e alla nostra partecipazione anche alla vita della comunità parrocchiale. Siamo anche disponibili a collaborare……………………………….………………………………..……… …………………………………………………………………………………….…………………………………………………………………..

Recapito della famiglia:….………………………………………………………...

Firma:



ITINERARIO DI INIZIAZIONE CRISTIANA
DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI



I TAPPA : NAZARETH – Gruppo di I elementare
CON GESÙ, ALLA SCOPERTA DELL’AMORE DI DIO
* Catechesi mensile e in famiglia con i genitori

II TAPPA: GALILEA – Gruppo di II elementare
SEGUENDO GESÙ, SCOPRIAMO INSIEME LA PRESENZA DI DIO CREATORE E PADRE
* Primo anno in un gruppo settimanale

III TAPPA: GIORDANO – Gruppo di III elementare
GESÙ CI FA INCONTRIAMO IL PADRE
* Preparazione alla Festa del Perdono (Sacramento della Confessione)
IV TAPPA: CENACOLO - Gruppo di IV elementare
GESÙ CI UNISCE A SÉ IN COMUNIONE DI VITA
* Preparazione alla prima Comunione eucaristica

V TAPPA: CAFARNAO - Gruppo di V elementare
DIVENTIAMO DISCEPOLI DI GESÙ
* Anno di approfondimento con il vangelo dell’anno: MATTEO

VI TAPPA: EMMAUS – Gruppi di I, II, III media
DIVENTIAMO TESTIMONI DI GESÙ
* Preparazione alla Confermazione

Approndiamo la Parola domenicale: XXV anno C

PAROLA CHE SI FA VITA
Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.



Il vero tesoro:
Michèa 6,9-16 Giovanni 21,1-14 Apocalisse 3,14-22
Matteo 6,19-21; 13,44-46;19, 23-26

La disonesta ricchezza:
1Corinti 7, 29-31

…e il vero guadagno:
Filippesi 4,10-20 Luca 12,15...33-34 1Pietro 4.1-10

Puoi pregare:

Salmo 14 - Il povero abita con il Signore.

Salmo 36 - Avere compassione e donare.

Salmo 111 - Felice chi dona i suoi beni.

Agenda settimanale: 20-26 settembre 2010

AGENDA SETTIMANALE 20 - 26 SETTEMBRE 2010

INCONTRI CON I GENITORI DEI GRUPPI DEL CATECHISMO
* * *
Lunedì 20, ore 21.00: Messa in Paglieroni
Martedì 21, ore 18.30: Messa in S. Giorgio

Mercoledì 22, ore 21.00: Attorno alla Parola domenicale (in casa p.le e portare la Bibbia)

Giovedì 23, ore 18.30: Messa e Matrimonio di
TIZIANA BERGHELLA e MANUEL HORN

ore 21.00: Incontro catechisti I.C.

Sabato 25
XXVI DOMENICA DELL’ANNO C
ore 18.30: Messa in chiesa p.le
DOMENICA 26
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le
* * *
ore 16.30, in casa p.le: Incontro coppie
(primo decennio di matrimonio)

Una Comunità che celebra: La Liturgia della XXV domenica del ciclo C - 19 settembre 2010

GESÙ CI FA RICCHI
CON LA POVERTÀ DEL SUO AMORE


La liturgia di oggi, 25ma domenica del tempo ordinario C, risulta quanto mai attuale,



con la riflessione che parte dall'economia concreta di ogni tempo della storia umana.


Nel vangelo abbiamo un chiaro esempio di questa economia nell’amministratore che


specula alla rovescia perché sta per essere licenziato per furto. L’ultimo atto che


compie è un furto ancora maggiore e originale con cui prova a sistemarsi per sempre:


trasforma la crisi economica del padrone che lui stesso ha generato in opportunità per


lui e in una ulteriore perdita per il padrone. Forse l'episodio è stato un fatto di cronaca


così eclatante che era ancora conosciuto al tempo di Gesù, e che lui assume come pa -


rabola. Nello stesso brano leggiamo che «il padrone lodò quell’amministratore disonesto,


perché aveva agito con scaltrezza» (Lc 16,8). La traduzione è ambigua ed è più corretto


ritenere che Lc faccia un’annotazione redazionale per dire che è Gesù, il «Signore


», che loda l’amministratore infedele per la sua capacità di capovolgere una catastrofe


in una opportunità, ponendo come modello la sua capacità di valutazione e di inventi -


va. Gesù non loda la condotta truffaldina, ma la capacità di cambiare radicalmente


condizione, senza smarrirsi e cadere nella paura. I figli del Regno, invece, che si sentono


adagiati sull'assicurazione della salvezza eterna, non sanno sfruttare le situazioni


contraddittorie della vita in un progetto a lungo termine verso il Regno. La rassegnazione


non è una virtù cristiana, ma un comodo alibi per fuggire la responsabilità dell’impegno.


La 1a lettura è una pagina drammatica di Amos: nel sec. VIII a.C. esistevano


«veggenti» professionisti che lavoravano per il re e da lui erano pagati e mantenuti; di


certo, le loro profezie così cortigiane non erano libere, né sincere. Amos non appartiene


a questa categoria e per questo è una voce libera che sfida senza bavaglio e con for -


za la corte e lo stesso re, che usa la profezia per ingannare il suo popolo. Il re non è


vittima, ma responsabile e complice del degrado del Paese. Per questo, il profeta viene


espulso da parte di quei religiosi ufficiali che, invece, avrebbero dovuto riconoscerlo


come inviato da Dio; essi non possono riconoscere ciò, perché usano Dio stesso


come merce scadente per i propri interessi. Quando Dio e la religione diventano moneta


di scambio, tutto può accadere, anche la negazione di Dio, nonostante la finzione


formale del suo rispetto. Amos è un contadino che lo Spirito di Dio strappa al suo lavoro


per scaraventarlo in mezzo alla mischia della storia contro i «veggenti del re» che


profetizzano sempre benessere e prosperità per avere per sé una vita garantita, senza


annunciare mai qualcosa che vada contro il suo padrone e i suoi interessi. Se si ha un


padrone, è difficile mantenere una coscienza, specialmente se il padrone la può corrompere


per una pagnotta. Quando l’istituzione ecclesiastica prevale sul mistero e la


struttura di potere prevarica sui profeti, si potrà salvare forse l’uniformità esteriore


dell'«ordine», ma la «religione» perde la sua anima e diventa inutile, perché ha come


obiettivo quello di perpetuare se stessa, diventando cassa di risonanza vuota e senza


contenuto. Questa storia è uguale, dalla corte del re d’Israele o dal tempio ufficiale di


Gerusalemme, fino alla Chiesa di ieri e di oggi. Ogni religione che combatte la profezia


resta un mostro, vero oppio che vanifica le coscienze.


Il profeta Amos si scaglia contro un sistema economico che favorisce il lusso dei ric -


chi, alimentato dalla povertà dilagante. Egli bolla questo perbenismo come sacrilegio


davanti a Dio (Am 5,7-13; 8,4-7; 5,11-27; 6,1-7); condanna i riti di una religione di comodo


che copre misfatti e ingiustizie e annuncia il ripudio del ricco da parte di Dio.


D’altra parte, i ricchi ritengono Dio una suppellettile utile al loro sistema, perché funge


da cianfrusaglia per le menti meno sviluppate. La struttura religiosa in cui anche noi


siamo prigionieri non reagisce, vanificando la forza profetica della Parola di Dio per il


desiderio di acquietarci la coscienza mentre dividiamo la nostra parte di ricchezze.


Come succede anche oggi, al tempo di Amos, mentre cresceva la ricchezza illecita, aumentavano


le offerte al tempio: i ricchi approfittavano anche di questo, come se Dio


potesse essere comprato e piegato a giustificazione del proprio operato iniquo. Dovremmo


essere talmente esperti in discernimento da essere subito capaci di riconoscere


ciò che viene da Dio e ciò che gli è avverso. Non tutte le offerte, specialmente quelle


consistenti di uomini e politici equivoci dovrebbero essere accettate, nemmeno se


tutti i poveri morissero di fame e le chiese-edifici crollassero su stesse. Il profeta, in


modo semplice e duro, ci dice che ogni ricchezza che supera la decenza del necessario


è un furto ai danni della giustizia, un insulto a Dio e la causa dello squilibrio ecologico


ed etico del mondo intero. La Chiesa non può tacere e non può partecipare a questo


infame banchetto di indegnità. In questo sistema c’è la responsabilità diretta che appartiene


a coloro che governano, sia in ambito civile che religioso. Ad essi guarda Paolo


quando ordina a Timoteo di pregare «per i re e per tutti quelli che stanno al potere»


(1Tm 2,2a), indipendentemente se sono credenti o meno: se costoro seguono la coscienza


della loro funzione, dovrebbero giungere agevolmente a promuovere il «bene


comune» dei loro popoli con lo scopo di giungere a «trascorrere una vita calma e tranquilla,


dignitosa e dedicata a Dio» (1Tm, 2,22b), ossia sviluppare in armonia la realizzazione


della felicità propria insieme a quella degli altri, senza prevaricazioni. «Dio vuole


che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tm 1,4) attraverso


la concordia e la condivisione dei beni della terra che appartengono a tutti/e:


per fare questo non occorre che ci sia uno stato cristiano, ateo o agnostico, ma che


ciascuno riconosca il primato della legge e l'orizzonte del bene comune, misurato sempre


sul bisogno dei più poveri.


Entriamo nel Santuario dell’Eucaristia per imparare la salvezza e la conoscenza della


verità perché nella presenza dello Spirito possiamo essere testimoni credibili della scelta


preferenziale dei poveri che Dio ha fatto da tutta l’eternità e che affida a noi come


sacramento della sua paternità materna nel mondo.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Signore, quando poniamo fiducia nel denaro e nelle ricchezze.

Kyrie, elèison!

Cristo Gesù, quando cerchiamo compromessi con il potere di questo mondo.

Christe, elèison!

Signore, quando pretendiamo di vivere il Vangelo senza rinunciare a nulla.

Kyrie, elèison!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA

+ O Padre, tu ci chiami ad amarti come unico nostro Signore: perdonaci per il nostro desiderio di possedere e se commettiamo l’errore di amare le cose e usare le persone. Fa' che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore… ... Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Amos 8,4-7

Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo la misura (l’efa) e aumentando la valuta (il siclo), usando bilance false? Venderemo anche lo scarto del grano! I poveri non potranno pagare i loro debiti, nemmeno per comprare un paio di sandali”». Il Signore davanti all’arroganza della discendenza di Giacobbe, giura: «Certo non dimenticherò mai le loro opere». Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 112

R./ Laudate Dominum… omnes gentes. Alleluja!

1. Lodate il Signore, voi che lo amate,
lodatelo: grande è il Signore!
Ringraziate il Signore, ora e sempre.

2. Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio:
siede nell'alto, ma si china
a guardare quaggiù.

3. Solleva dalla polvere l'indigente,
dall'immondizia rialza il povero,
per farlo sedere al primo posto
tra i prìncipi del suo popolo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2, 1-8

Figlio mio. Raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli esseri umani, per quelli che stanno al potere, perché tutti possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli esseri umani siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli esseri umani, l'Uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nel tempo stabilito, e di essa io sono stato fatto annunciatore e apostolo - dico la verità, non mentisco - maestro nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo tutti preghino, alzando a Dio (Cielo) mani pure, senza collera e senza contese. Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

+ Dal vangelo secondo Luca 16,1...14*

Gesù disse ai suoi discepoli: (…) «Coloro che vivono in questo mondo, nei loro rapporti con gli altri, sono più astuti di voi, “figli della luce”. Ebbene, io vi dico: ogni ricchezza è ingiusta, ma voi usatela per farvi degli amici; perché, quando questa vi verrà a mancare, essi vi accolgano nell’amicizia con Dio (dimore eterne).

Chi è fedele in cose di poco conto, lo è anche in quelle importanti; e chi è ingiusto in cose di poco conto, lo è anche in quelle importanti. Se dunque voi non siete stati fedeli nella ricchezza ingiusta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nell’amministrare i beni altrui, chi vi darà quelli veri che spettano a voi?

Nessun servitore può servire a due padroni: preferirà l'uno o l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro.

Non potere servire il Signore Dio e il dio denaro!».

I farisei stavano ad ascoltare tutto quello che Gesù diceva e ridevano delle sue parole perché erano molto attaccati al denaro. Parola del Signore!



PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, chiediamo a Dio Padre di liberarci dal desiderio di possedere beni materiali e di farci capaci di amare e di donare. ./ Insegnaci la fedeltà, o Padre!
1. Alla tua Chiesa, chiamata a testimoniare il primato dell’amore, dona di manifestare sobrietà e povertà nell’amministrare i beni che le sono affidati. Preghiamo
2. A chi ha doveri amministrativi verso la società, dona di non scendere a compromessi con il potere ingiusto. Preghiamo
3. A tutti le persone ispira il desiderio di arricchire la vita con amicizie vere e durature, e di scoprire in esse il tuo amore. Preghiamo

4. A Doriana e a Claudio dona il sostegno della nostra comunità cristiana nella loro comunione in Cristo. Preghiamo

5. Alla nostra comunità parrocchiale, che inizia il nuovo anno pastorale, dona una particolare attenzione ai poveri vicini a noi e a quelli lontani. Preghiamo

6. A tutti noi che celebriamo l’Eucaristia, dona di scoprire con stupore e riconoscenza la presenza di Gesù: da ricco che era, si fece povero. Preghiamo

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, o Padre, perché trasformi noi e le nostre povere cose in un dono d’amore, come il pane e il vino che ti presentiamo, e che diventeranno vero cibo per la nostra fame di vita vera. Per Cristo, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi. E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me. E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!

Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!

+ Celebrando… popolo sacerdotale. - Noi ti ringraziamo, o Padre!

+ Ti preghiamo… un solo corpo.

- Un cuor solo, un’anima sola, per la tua gloria, o Padre!

+ Ricòrdati… il popolo cristiano. - Un cuor solo, un’anima sola, per la tua gloria, o Padre!

+ Ricòrdati... la luce del tuo volto. - Ricordati, o Padre!

+ Di noi tutti abbi misericordia… canteremo la tua gloria. [mani alzate]

Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito santo,
ogni onore e gloria
per tutti secoli dei secoli. Amen!

Alla comunione

“Non potere servire il Signore Dio e il dio denaro! - dice il Signore Gesù”.

Un anno insieme…

Il nostro anno pastorale 2010 - 2011 si apre nell’orizzonte dell’esigenza educativa impegno e passione della chiesa italiana per il prossimo decennio. Dopo aver vissuto con tutta la nostra diocesi la “tre giorni” di aggiornamento, anche noi abbiamo accolto le 10 consegne del vescovo Carlo che ci accompagnano nel passaggio sotto la guida del nuovo pastore.
Oltre a questi riferimenti, altri eventi segnano le coordinate del nostro cammino di comunità parrocchiale, in sintonia con tutta la Chiesa.

Difesa della verità e dei diritti umani

Le vicende legate ai casi di abusi sessuali compiuti da preti su minori non hanno solo scosso l’opinione pubblica e sollevato un polverone di polemiche: hanno rafforzato la consapevolezza che la chiesa non deve mai presumere di se stessa e soprattutto non deve avere paura della verità, perché è Cristo stesso la Verità! Notevoli anche le espressioni di rinnovata fiducia e stima per i suoi ministri, preti in particolare.

La passione di educare

Non sarà solo l’impegno della chiesa italiana nei prossimi 10 anni… ma è il respiro stesso del Vangelo di Gesù: Egli è l’Uomo vero, “nuovo” che ha realizzato l’identità della persona umana donandogli consapevolezza di un progetto d’amore sulla sua esistenza. Così ogni uomo e ogni donna, fin dall’infanzia, trovano in sé e nel rapporto con Cristo le risorse per realizzarsi felicemente, nella piena responsabilità e nella reciproca capacità di amare. Anche la comunità cristiana deve diventare consapevole di svolgere una missione educativa: con la catechesi, con la stessa liturgia… abbiamo il compito di aiutare le persone a cui ci rivolgiamo a crescere in tale prospettiva.

L’impegno per il “bene comune”

Uno degli impegni fondamentali è l’educazione della persona al senso del “bene comune” che inizia fin dall’infanzia trasmettendo il senso sociale delle proprie azioni, la responsabilità individuale di ciò che è di tutti, la solidarietà con chi è più debole e svantaggiato, il rispetto delle regole, facendo crescere l’amore per il territorio e il proprio patrimonio sociale e culturale… a prezzo anche della propria vita.

A Reggio C. dal 14 al 17 ottobre si daranno appuntamento i cattolici italiani per confermare il loro impegno sociale e aiutare tutte le comunità cristiane a rispondere coraggiosamente alle attese del Paese e alla loro vocazione di immettere energie positive che fanno rifiorire risorse nuove negli individui e nella società.

Giovani: oltre la Giornata Mondiale

Destinatari privilegiati dell’impegno educativo e protagonisti attivi di ogni impegno sociale e culturale sono i giovani. La loro ormai tradizionale “giornata” è per il 2011 a Madrid (16-21 agosto). Non è soltanto un appuntamento per farli sentire consapevoli della fede cristiana nella chiesa e nel mondo, è soprattutto per tutti noi un’occasione per non lasciarli soli nell’affrontare le sfide della nostra società: nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni affettive… Siamo noi adulti a dover superare una certa paralisi che ci impedisce di rivolgerci a loro con immediatezza e profondità, con la voglia di ascoltare e non di insegnare, di condividere e di fare strada insieme, comunicando loro la forza della nostra fede vissuta.

Convenire per ringraziare: l’Eucaristia

Ancora una volta è l’Eucaristia il centro della nostra esistenza cristiana e di ogni nostra azione, riportate al “grazie!” per tutto ciò che ancora Cristo opera in noi e tra noi con il dono di se stesso. E’ questo l’atteggiamento che vivifica le nostre comunità ritrovandosi ogni domenica, ed anche oltre il momento liturgico, in ogni gesto di carità e di solidarietà.

E’ Cristo che ci educa tutti la sua Parola di Vita e con il suo amore, che in noi diventano forza vitale, nel Pane di cui tutti ci nutriamo. Sarà questa comunione a farci convenire ad Ancona dal 4 all’11 settembre 2011 in Congresso.