sabato 7 febbraio 2009

Treglio in cammino - 4/191 - 8 febbraio 2009

“Change has come to…”

Da mesi ormai non si fa altro che parlare di “crisi”, non solo nei telegiornali o nei dibattiti televisivi, ma anche dalla parrucchiera o nella sala d’attesa del medico curante…

Spesso la si tira in ballo anche per giustificare fenomeni che non centrano nulla, tanto per allargare a macchia d’olio gli effetti della “crisi”. Si sono sbizzarriti sociologici, psicologi, economisti, politici e politologi e anche, immancabilmente, uomini di chiesa, ...perfino astrologi!
Che posso aggiungere io? Veramente non saprei nemmeno da dove iniziare a dire qualcosa di sensato, che poi non sfoci nel facile moralismo: “La vera crisi è nelle coscienze, nelle relazioni famigliari, nell’educazione, nella perdita dei valori…”.


Credo sia tutto vero. Scrivere mi permette di fermarmi a riflettere con calma e di fissare alcune idee, certo molto discutili.


1. E’ in crisi un “sistema economico” basato sulla finanza e sul profitto di pochi a scapito di molti. Cercare e proporre soluzioni ai sintomi, senza rimuovere le cause, provocherà danni ancora più gravi nel prossimo futuro. Non funziona più questo tipo di economia e non abbiamo il coraggio di proporne un altro, perché il prezzo sta nella condivisione e nella solidarietà, che sono tutt’altro che assistenzialismo e interventi statali.


2. Non è solo una crisi economica essa è stata preceduta ed è accompagnata da un profondo turbamento sociale che, dal dopo-guerra, sta sconvolgendo il mondo occidentale e che ha diverse sfaccettature.


3. E’ la crisi del mondo occidentale anche a livello culturale e quindi religioso. Chi parla di un’identità perduta, di una debolezza di fronte alla sfide interculturali, di una corruzione che sgretola tutti i princìpi finora certi…


4. La crisi è preludio di cambiamento. Astrologi indicano un passaggio epocale (dalla costellazione dei pesci all’ariete) ma i cambiamenti non vengono da sè, anche se hanno un forte margine di casualità.

Un cambiamento ci sarà se noi lo vogliamo sinceramente e lealmente per tutti, se non sarà solo un’ipocrita soluzione a nostro vantaggio.

p. Roberto G.



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