IL NUOVO AMBONE NELLA NOSTRA CHIESA
Il luogo per la proclamazione della parola di Dio
Il luogo per la proclamazione della parola di Dio
"Nell'ambiente della chiesa deve esserci un luogo elevato, stabile, ben curato e opportunamente decoroso, che risponda insieme alla dignità della parola di Dio, suggerisca chiaramente ai fedeli che nella Messa viene preparata la mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e infine sia adatto il meglio possibile a facilitare l'ascolto e l'attenzione dei fedeli durante la liturgia della Parola. Si deve pertanto far sì che, secondo la struttura di ogni singola chiesa, l'ambone si armonizzi architettonicamente e spazialmente con l'altare.
L'ambone, tenuta presente la sua struttura, venga sobriamente ornato in modo stabile o in determinate occasioni, specialmente nei giorni solenni.
Poiché l'ambone è il luogo dal quale viene proclamata dai ministri la parola di Dio, deve essere riservato, per sua natura, alle letture, al salmo responsoriale e al preconio pasquale.
Si possono tuttavia proferire dall'ambone l'omelia e la preghiera dei fedeli, data la strettissima relazione di queste parti con tutta la liturgia della Parola. È invece meno opportuno che salgano all'ambone altre persone, per esempio il commentatore, il cantore o l'animatore del canto.
Perché l'ambone possa servire in modo adeguato alle celebrazioni, abbia una certa ampiezza, giacché talvolta vi debbono stare più ministri insieme. Si deve inoltre curare che i lettori dispongano sull'ambone di una illuminazione sufficiente per la lettura del testo e possano servirsi, secondo l'opportunità, dei moderni mezzi tecnici perché i fedeli li possano comodamente sentire."
(Ordinamento delle Letture - La celebrazione della liturgia della Parola nella messa, nn. 32-34)
Descrizione
L'ambone, tenuta presente la sua struttura, venga sobriamente ornato in modo stabile o in determinate occasioni, specialmente nei giorni solenni.
Poiché l'ambone è il luogo dal quale viene proclamata dai ministri la parola di Dio, deve essere riservato, per sua natura, alle letture, al salmo responsoriale e al preconio pasquale.
Si possono tuttavia proferire dall'ambone l'omelia e la preghiera dei fedeli, data la strettissima relazione di queste parti con tutta la liturgia della Parola. È invece meno opportuno che salgano all'ambone altre persone, per esempio il commentatore, il cantore o l'animatore del canto.
Perché l'ambone possa servire in modo adeguato alle celebrazioni, abbia una certa ampiezza, giacché talvolta vi debbono stare più ministri insieme. Si deve inoltre curare che i lettori dispongano sull'ambone di una illuminazione sufficiente per la lettura del testo e possano servirsi, secondo l'opportunità, dei moderni mezzi tecnici perché i fedeli li possano comodamente sentire."
(Ordinamento delle Letture - La celebrazione della liturgia della Parola nella messa, nn. 32-34)
Descrizione
In base a questi orientamenti generali, abbiamo scelto per il nostro ambone materiali già presenti nell’altare maggiore e nell’attuale mensa eucaristica: marmo di Carrara e verde Guatemala.
Le dimensioni si armonizzano con gli altri due elementi presenti nel presbiterio e si adeguano allo spazio non molto ampio.
E’ collocato a destra della mensa, poco più avanti verso l’assemblea, ad una distanza che permetta di aggirarlo.
Appare massiccio, ma non imponente; rispetto ad una persona che vi si accosti a leggere si presenta solido ma non sovrastante; le sue linee verticali, armonizzate con la mensa, gli conferiscono sobrietà e slancio.
E’ fondamentalmente costituito da due lastre verticali (10x50x100) che poggiano su di una base rettangolare (10x50x60) e che supportano il leggio (65x52x6).
Interpretazione simbolica
Nelle due lastre verticali si possono vedere le due dimensioni della Parola incarnata: quella divina e quella umana, l’ascendente e la discendente.
La Parola si cala fino a noi in questa modalità, su di un piano inclinato, affinché giunga facilmente a noi e possa essere accolta senza ostacoli in uno spazio vuoto, aperto dalla divinità di Cristo all’interno della sua umanità.
Le due lastre poggiano su una base rettangolare, con una zoccolatura in nero d’Africa: umanità e divinità di Cristo nell’unica persona di Gesù di Nazareth. Il bianco e il nero sono i limiti che abbracciano tutte le sfumature etniche della persona umana.
Solidità e snellezza, essenzialità e chiarore alludono alla “personalità mariana”.
Maria, discepola attenta alla parola del Signore, serva obbediente al suo adempimento, è la persona umana che accoglie la Parola in sé, in un vuoto esistenziale di sé che permette alla Parola stessa di donarsi attraverso di lei.
Accogliendo il Figlio di Dio in sé, ella lo genera per tutta l’umanità.
E ciò che la Chiesa è chiamata a compiere nell’azione liturgica e nella sua missione. Questo evento salvifico continua a riproporsi per noi dall’ambone, luogo da cui la parola di Dio è annunciata, proclamata, predicata. Ciò fa sì che quest’elemento architettonico dell’ambiente e dell’azione celebrativi, abbia una sua “identità mariana”, anche soltanto simbolica.
Nella prospettiva di una futura ristrutturazione completa del presbiterio della nostra chiesa, in seguito al rifacimento della pavimentazione, speriamo in una più felice collocazione dell’ambone e della mensa armonizzati con un’adeguata sede di presidenza.
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