“Volgeranno lo sguardo a me che hanno trafitto” (Zaccaria 12,10)
Gesù, sulla Croce, consuma per l’intera umanità il sacrificio della sua vita (cfr Gv 19,25).
L’amore di Dio: agape ed eros
Agape, nel NT, indica l’amore di chi ricerca esclusivamente il bene dell’altro; eros denota invece l’amore di chi desidera possedere ciò che gli manca ed anela all’unione con l’amato. L’amore di cui Dio ci circonda è senz’altro agape, ma è anche eros. Il profeta Osea esprime questa passione divina con immagini audaci come quella dell’amore di un uomo per una donna adultera (cfr 3,1-3; Ez 16, 1-22). L’eros fa parte del cuore stesso di Dio che attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo, fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7).
La Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio
E’ nel mistero della Croce che si rivela appieno la potenza incontenibile della misericordia del Padre: per riconquistare l’amore della sua creatura, Egli ha accettato di pagare un prezzo altissimo: il sangue del suo Unigenito Figlio. La morte, che per il primo Adamo era segno estremo di solitudine e di impotenza, si è così trasformata nel supremo atto d’amore e di libertà.
Nella Croce si manifesta l’eros di Dio per noi “che non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge ad unirsi all’amato”.
(Pseudodionigi)
Quale più “folle eros” (Cabasilas) di quello che ha portato il Figlio di Dio ad unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti?
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Cristo trafitto in Croce! E’ Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio, un amore in cui eros e agape… è Dio stesso che mendica l’amore della sua creatura: Egli ha sete dell’amore di ognuno di noi. Gesù ha detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
La risposta che il Signore ardentemente desidera da noi è innanzitutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui.
Occorre corrispondere a tale amore: Cristo “mi attira a sé” per unirsi a me, perché impari ad amare i fratelli con il suo stesso amore.
L’amore di Dio: agape ed eros
Agape, nel NT, indica l’amore di chi ricerca esclusivamente il bene dell’altro; eros denota invece l’amore di chi desidera possedere ciò che gli manca ed anela all’unione con l’amato. L’amore di cui Dio ci circonda è senz’altro agape, ma è anche eros. Il profeta Osea esprime questa passione divina con immagini audaci come quella dell’amore di un uomo per una donna adultera (cfr 3,1-3; Ez 16, 1-22). L’eros fa parte del cuore stesso di Dio che attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo, fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7).
La Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio
E’ nel mistero della Croce che si rivela appieno la potenza incontenibile della misericordia del Padre: per riconquistare l’amore della sua creatura, Egli ha accettato di pagare un prezzo altissimo: il sangue del suo Unigenito Figlio. La morte, che per il primo Adamo era segno estremo di solitudine e di impotenza, si è così trasformata nel supremo atto d’amore e di libertà.
Nella Croce si manifesta l’eros di Dio per noi “che non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge ad unirsi all’amato”.
(Pseudodionigi)
Quale più “folle eros” (Cabasilas) di quello che ha portato il Figlio di Dio ad unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti?
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Cristo trafitto in Croce! E’ Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio, un amore in cui eros e agape… è Dio stesso che mendica l’amore della sua creatura: Egli ha sete dell’amore di ognuno di noi. Gesù ha detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
La risposta che il Signore ardentemente desidera da noi è innanzitutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui.
Occorre corrispondere a tale amore: Cristo “mi attira a sé” per unirsi a me, perché impari ad amare i fratelli con il suo stesso amore.
Benedetto XVI
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