sabato 25 ottobre 2008

Gesù RISORTO: la SPERANZA che ci fa vivere!

Un progetto triennale di vita parrocchiale 2008-2011


Vogliamo partire da Gesù, il Crocifisso Risorto

Egli ti dice: “Sono risorto e ora sono sempre con te. (…)
La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce” (Benedetto XVI).
Questa Parola è per ciascuno di noi: è l’annuncio che il 'salto’ decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso per tutta l’umanità, la storia e l’intero universo è iniziato!
L’incontro con il Risorto e la fiducia in lui, ci rendono persone nuove, risorti con lui e rigenerati quotidianamente.

Donne e uomini del Risorto

“La Vita di Dio già circola in noi, e nello Spirito ci dona la pienezza di un’umanità vissuta come Gesù: amando, pensando, operando, pregando, scegliendo come lui”.
Nell’Eucaristia domenicale il Risorto ci nutre della sua Parola e del suo Pane, per questo è il cuore pulsante, il centro propulsore della nostra comunità: noi siamo il suo Corpo vivente!
Da qui l’ascesi personale, il servizio ai poveri, l’impegno a lasciarci formare da Lui, nostro unico Maestro.

Rinati dalla Speranza, capaci di donare Speranza

La presenza del Risorto in mezzo a noi è fonte di speranza per ciascuno e per tutti. Non si tratta, certo, di un ottimismo illusorio o di un’indefinita fiducia in un domani migliore, ma di un impegno comunitario e personale.

Il quotidiano è la nostra sfida!

Scegliamo la vita di tutti i giorni come luogo di ascolto, di condivisione, di annuncio, di carità
e di servizio nel quale esercitarci, progettare insieme.
Diciamo il nostro “sì” con Dio ad ogni uomo e ad ogni donna, per ogni momento dell’esistenza: nella sua costitutiva dimensione affettiva, nel rapporto con il tempo del lavoro e della festa, nell’esperienza della fragilità, nel cammino della tradizione, nella responsabilità e nella fraternità sociale.

Un progetto per la nostra parrocchia?

La Chiesa comunica la speranza, che è Cristo, soprattutto attraverso il suo modo di essere e di vivere nel mondo.
E’ fondamentale allora curare la qualità della nostra esperienza di comunità, affinché sappiamo mostrare un volto fraterno, aperto e accogliente.
Vogliamo una parrocchia che sia un cantiere di relazioni, dove ogni persona possa sentirsi valorizzata e protagonista del suo cammino e della comunità; con uno stile che valorizzi ogni risorsa e ogni sensibilità; in un clima di fraternità e di dialogo, di franchezza nello scambio e di mitezza nella ricerca di ciò che corrisponde al bene della comunità intera.
Accogliere la comunione che viene da Dio (cfr 1Giovanni 1.1-4) richiede disciplina, concretezza, gesti coerenti che coinvolgono non solo le persone, ma anche la comunità.
La corresponsabilità è quindi un’esperienza che dà forma concreta alla comunione, attraverso la disponibilità a condividere le scelte che riguardano tutti.
Dobbiamo rendere operativi quei luoghi in cui ci si allena al discernimento spirituale, all’ascolto reciproco, al confronto delle posizioni, fino a maturare, secondo le responsabilità di ciascuno, decisioni ponderate e condivise: il Consiglio pastorale, il Consiglio per gli affari economici, le Commissioni pastorali e di progettazione, le Assemblee parrocchiali…
Scegliamo uno stile evangelico di convivenza, per maturare il consenso e assumerci le responsabilità, per affrontare le questioni che riguardano la vita di Chiesa, con uno sguardo aperto ai problemi del territorio e dell’intera società.

Guardiamo al futuro con gioiosa speranza

Camminiamo verso il futuro con gioiosa speranza. Portiamo una parola di speranza agli uomini e alle donne, stretti nella morsa dell’inquietudine e del disorientamento. In questo cammino non siamo soli. Lo Spirito del Risorto continua a spingere i nostri passi, ad attenderci nel cuore degli uomini, ad allargare gli orizzonti ogni volta che prevale la stanchezza o l’appagamento.

(Ispirato alla Nota dei Vescovi Italiani, giugno 2007)

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