Giovanni XXIII apre il Concilio Vat. II
...una primavera che deve ancora dare tutti i suoi frutti
L’efficacia del Vaticano II è derivata dall’essere giunto all’improvviso, deciso da papa Giovanni XXIII senza aver consultato i suoi collaboratori (Pio XII, che aveva proposto l’idea di un Concilio, ne venne dissuaso proprio dai suoi collaboratori!), convinto dell’importanza di un Concilio, ma forse senza avere ben chiaro quali avrebbero dovuto essere i suoi risultati (pare che fosse già soddisfatto della settantina di documenti che le commissioni preparatorie avevano approntato).
Il secondo motivo di positività fu che papa Giovanni lo indisse non come un Concilio “dogmatico”, che cioè definisse alcune verità (i dogmi) comminando “anatemi” su quanti non li accettassero (cioè scomunicandoli), bensì come un Concilio “pastorale”, che parte cioè dalle persone e dai popoli del nostro tempo, dalle loro culture, dalle loro storie, dalle loro mentalità per condurli verso il regno di Dio, il mondo come Dio lo vuole (che dà “gloria a Dio e pace in terra”), di cui la Chiesa è “sacramento”, cioè segno sensibile e strumento efficace.
Ma la ragione più forte della sua positività fu che papa Giovanni fece capire fin dall’inizio che il Concilio era nelle mani dei vescovi, concedendo ai vescovi il tempo di modificare totalmente la composizione delle Commissioni di studio preparate dalla Segreteria – espressione delle strutture centrali – e rimandando d’autorità a rielaborare il documento su “le fonti della Rivelazione”, che la maggioranza aveva respinto, ma senza giungere ai due terzi dei Padri conciliari, come il regolamento esigeva per riscrivere un documento. E Paolo VI che nel primo periodo, come arcivescovo di Milano, s’era reso conto del pericolo che il Concilio venisse… addormentato da chi, appellandosi alla tradizione, temeva troppi cambiamenti, accolse la proposta che il Concilio fosse guidato da vescovi membri dell’Assemblea e nominò quattro cardinali moderatori che furono in grado di assecondare l’esigenza di rinnovamento che emergeva con forza dall’insieme dei vescovi. Chi incolpa il Concilio di aver creato le premesse per le crisi di religiosità di cui sembra soffrire la cristianità (mentre forse ha anticipato la diagnosi della crisi salvando la possibilità di affrontarla e di superarla), accusa di faziosità quanti esaltano le novità del Concilio… Quando parlo del Concilio Vaticano II, lo commento sempre con un “già e non ancora”: ha già dato molto, ma ha ancora molto da dare… io sto sognando che si attui pienamente il Concilio Vaticano II!
Vescovo Luigi Bettazzi
* Uno dei pochi vescovi italiani ancora in vita che ha partecipato al Concilio vaticano II
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