2008-2011: GESU’ RISORTO
LA SPERANZA CHE CI FA VIVERE!
2008-2009: Annunciamo la Speranza
I - La comunità cristiana e l’educazione: CEI 2009
Cresce l’appello di “domanda educativa” da parte della famiglia, della scuola, della società… espressa in modo particolare da papa Benedetto XVI come “urgenza” e raccolta dai vescovi italiani come una “sfida” e un’emergenza, tanto da orientare in tal senso l’impegno pastorale nel prossimo decennio 2010-2020.
La comunità parrocchiale è, e diventa, “luogo educativo”, per adulti, giovani, ragazzi, bambini… famiglie, se anzitutto risponde alla sua vocazione di essere “spazio umano e storico” (= sacramento, segno) di comunione con il Signore e con gli altri.
“Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo. Che cosa significa questo in concreto? Anche qui il discorso potrebbe farsi immediatamente operativo, ma sarebbe sbagliato assecondare simile impulso. Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità” (Giovanni Paolo II, NMI 43).
I momenti e gli strumenti che offrono formazione alla vita cristiana (catechesi, predicazione, celebrazioni, attività…) contribuiscono anche alla crescita e alla realizzazione umana delle persone se anzitutto sono espressione dello “stile educativo di Gesù” che, se da noi profondamente assimilato, diventa espressione e fonte di educazione: “Chi segue Cristo, vero uomo, diventa lui stesso più uomo” (Con. Vat. II)
Per questo anche le nostre proposte formative, nella loro modalità, stile e contenuto dovranno essere vicine alle esigenze più genuine e urgenti della nostra convivenza.
II -Catechesi degli/per/con gli adulti
1. La C.d.A. è indispensabile per il cammino ordinario della comunità cristiana. Con l’eucaristia domenicale costituisce il nucleo portante della sua stessa vitalità.
2. Essa si attua concretamente in diversi momenti nei quali gli adulti sono coinvolti ed è importante che essi siano coordinati in un progetto formativo unitario che ne determina il metodo, lo stile, gli obiettivi… in modo tale che essi ci permettano di “crescere insieme in Cristo Gesù”.
3. La predicazione domenicale, è sentita sempre più come formazione della coscienza cristiana individuale e comunitaria (attraverso un ascolto attento della parola di Dio, curando la preparazione dei lettori, dei testi e ai tempi liturgici, monizioni e introduzioni; fornendo a tutti materiale adatto per approfondire le tematiche bibliche annunciatele).
4. Essa necessita di un momento settimanale caratterizzato dalla condivisione e dalla preghiera.
5. Con un ritmo più o meno mensile saranno proposti incontri di catechesi che svilupperanno una tematica unitaria e legata alla nostra situazione attuale.
Anche la preghiera mensile è un’ulteriore occasione di crescita.
6. I genitori dei bambini e dei ragazzi dell’ I.C. hanno più possibilità degli altri.
6.1. Vanno intensificati gli incontri tra i genitori dei diversi gruppi, non solo all’inizio, in modo che, partendo dalla loro collaborazione, sia aiutarli in un loro cammino di crescita personale. Comunque il ruolo dei catechisti è determinante per un’azione formativa capillare e personalizzata.
6.2. A loro, dal mese di gennaio, possiamo proporre incontri periodici di condivisione e di auto-aiuto partendo dai quotidiani problemi educativi in famiglia.
7. Con le giovani coppie e fidanzati riprenderemo il cammino… speriamo che se aggiungano di nuovi. Occorrono persone e idee per l’animazione…
8. Rimane aperto l’orizzonte del “primo annuncio” ai “non praticanti”, vera sfida per la comunità cristiana.
III - Catechesi di Iniziazione Cristiana dei bambini e dei ragazzi
L’I.C. è ancora “un cantiere aperto”! Il P.C.P. di I.C. aggiornato al settembre 2009, testimonia il nostro continuo processo per rispondere adeguatamente alla necessaria educazione cristiana delle nostre giovani generazioni nel contesto del cammino con tutta la chiesa italiana.
Anche qui dobbiamo perseverare e approfondire curando soprattutto la formazione dei catechisti.
2009-2010: Celebriamo la Speranza
Liturgia e Preghiera
2. La liturgia, specialmente l'Eucaristia, contribuisce… a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.
6. La Chiesa mai tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare il mistero pasquale di Gesù Cristo: leggendo « in tutte le Scritture ciò che lo riguardava» (Lc 24,27), celebrando l’Eucaristia, nella quale
« vengono resi presenti la vittoria e il trionfo della sua morte » e rendendo grazie «a Dio per il suo dono ineffabile» (2 Cor 9,15) nel Cristo Gesù, «a lode della sua gloria» (Ef 1,12), per virtù dello Spirito santo.
7. Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche: nella Messa, sia nella persona del ministro, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente nella sua Parola: è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: « Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro » (Mt 18,20).
Nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
9. La sacra liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa. Infatti, prima che gli uomini possano accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e alla conversione.
10. Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia.
12. La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia.
Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, è sempre tenuto a entrare nella propria stanza per pregare il Padre in segreto; anzi, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, è tenuto a pregare incessantemente.
14. È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, « stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato » (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del Battesimo. A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della promozione della liturgia. Essa infatti è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime in tutta la loro attività pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione.
(Paragrafi della Costituzione del Concilio Vaticano II
sulla “Liturgia nella vita della Chiesa”)
1. La liturgia non può essere vissuta solo come “la messa domenicale” ma è, per la nostra comunità parrocchiale, “luogo e momento” nel quale Cristo forma la nostra comunità come popolo di Dio, attraverso la sua Parola e il dono di sé nel Pane di vita, per l’azione dello Spirito.
Celebriamo insieme una vita che continuamente ci rigenera come figlie e figli di Dio Padre, persone nuove.
* Questo ci impegna in modo speciale a curare ed a mostrare l’unitarietà tra i tre capisaldi dell’esperienza di comunità parrocchiale:
CATECHESI – LITURGIA – CARITA’.
2. In questi anni abbiamo curato la celebrazione eucaristica domenicale, non solo come momento cultuale, ma di comunione e di formazione comunitaria per ognuno, con una particolare attenzione alle famiglie e ai più piccoli.
Vogliamo che ciascuno si senta accolto in una comunità di fratelli e di sorelle, che abbia la possibilità di ascoltare, cantare, pregare… soprattutto di incontrare il Signore, maestro e pastore della nostra comunità.
* Questo ci impegna in modo particolare a curare L’ACCOGLIENZA alle celebrazioni (soprattutto quella domenicale). La redazione e la distribuzione dei SUSSIDI liturgici (foglietto domenicale e libretto dei canti). La disposizione degli AMBIENTI e degli ARREDI LITURGICI.
* Soprattutto a formare i lettori della Parola di Dio, la preparazione di chi presiede, la partecipazione dei bambini e dei ragazzi…
3. Preziosi sono per noi i tempi che da sempre la Chiesa dedica ad un cammino individuale e comunitario più intenso: Avvento e Quaresima. Gesti e simboli, ammonizioni diventano più evidenti e costituiscono i riferimenti per un itinerario che ci consenta di camminare tutti insieme, piccoli e adulti.
* E’ un’esperienza già in atto e che dà buoni frutti: l’itinerario liturgico che diventa formativo alla vita cristiana; l’unità con i momenti di catechesi degli adulti e dell’IC dei più piccoli; la maggiore consapevolezza nel celebrare il mistero di Cristo, crocifisso – risorto, nell’anno liturgico.
* Sono tempi in cui curare maggiormente la formazione alla liturgia e alla preghiera, sia comunitaria che individuale, fornendo materiale utile e adatto a ciascuno.
* Così come il richiamo al percorso penitenziale e al sacramento della riconciliazione.
4. La domenica celebriamo Cristo, crocifisso - risorto, che ci nutre della sua Parola e del suo Pane: per questo vogliamo che la sua Parola continui ad illuminarci e a guidarci lungo la settimana, fonte di vita e di comunione che si esprime anche con: - le celebrazioni eucaristiche feriali nelle contrade;
* Lunedì a Paglieroni; Martedì a San Giorgio; Sacchetti…?; Giovedì in centro;
- i momenti di adorazione, di preghiera comunitaria (anche nelle case);
* Primo Venerdì del mese; il 2 del mese in casa Bianco; le novene; la via crucis; il rosario…;
- la lettura orante della Parola domenicale;
* Comunitariamente ogni Mercoledì, alle ore 21.00 in chiesa p.le; individualmente con i testi biblici suggeriti sul foglietto domenicale;
- la preghiera di lode mattutina e serale.
* In alcune occasioni particolari viene proposta e celebrata, in modo che sia capita e utilizzata come preghiera individuale.
5. Annunciare e celebrare la morte e risurrezione del Signore ci impegna in uno stile di vita segnato dal desiderio e dall’impegno costante di rinnovamento di noi stessi, di ritorno fiducioso dal Padre, di cambiamento con la forza dello Spirito per vivere nella Riconciliazione e nel Perdono reciproco, anche attraverso il sacramento nel quale confessiamo l’amore misericordioso di Dio e i nostri “no” a Lui, agli altri e a noi stessi.
* E’ancora lungo il cammino per far acquisire ai cristiani di oggi il senso comunitario della Riconciliazione, sia come mistero del dono della salvezza che come atto salvifico personale; lo stesso vale per il senso del peccato e la consapevolezza della colpa con le sue manifestazioni e ripercussioni sociali: siamo un popolo di redenti!
* Le celebrazioni penitenziali comunitarie, nei vari periodi dell’anno, anche con la confessione individuale stanno diventando “normali”.
* Il prete è sempre a disposizione per il sacramento della confessione almeno mezz’ora prima di ogni celebrazione e per appuntamento.
* Il tempo quaresimale è il più indicato per un’opportuna catechesi (cfr. programma annuale della catechesi degli adulti).
6. La continua e progressiva azione salvifica di Cristo, morto e risorto, viene celebrata nella Chiesa attraverso i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana: Battesimo - Confermazione ed Eucaristia. Anche l’unione matrimoniale ha il suo valore sacramentale espresso nella celebrazione comunitaria, con l’eucaristia.
* Per il Battesimo si predilige la celebrazione nella liturgia domenicale quando è desiderata dalla famiglia e non ci sono controindicazioni coniugali che comprometterebbero la piena partecipazione dei genitori anche all’eucaristia. Comunque si preferisce il sabato o la domenica anche per una celebrazione familiare.
* Per il Matrimonio si cerca di far riflettere sull’opportunità della sua celebrazione nell’Eucaristia soprattutto quando si verifica la differenza di culto o la dichiarata non pratica sacramentale (cfr. Nuovo Rito della CEI del 2003). Solo se si tratta di sposi che frequentano assiduamente la comunità si concede la celebrazione nella liturgia domenicale.
* Per la prima Comunione eucaristica sono già date sufficienti e motivate indicazioni sulla modalità di preparazione e di celebrazione attualmente in uso nella nostra comunità. Su tutto prevale il criterio della sua celebrazione non in clima straordinario, ma domenicale e con la partecipazione della comunità parrocchiale e non solo dei parenti.
* Comunque è riconosciuto il valore catechetico e mistagogico di queste celebrazioni per tutta la comunità.
7. Evento singolare, che richiede una particolare cura celebrativa e catechetica, sono i Funerali.
* Il fatto che sovente siano presenti numerosi cristiani che non sono della nostra comunità o che hanno perso la pratica sacramentale ci induce ad una più efficace evangelizzazione sul senso della morte, della vita eterna e della risurrezione del nostro corpo. Nello stesso tempo è utile un richiamo alle condizioni necessarie per accostarsi degnamente alla comunione eucaristica.
8. Il nostro intento di evangelizzazione deve animare e trasformare le forme di pietà popolare: novene, processioni, pii esercizi, devozioni… perché Cristo ne sia il centro attraverso la sua Parola.
* Un impegno particolare nel tradizionale “Mese di Maggio” ci deve essere per un’efficace catechesi mariana. Inoltre è un forte momento aggregativo nelle contrade.
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