venerdì 23 aprile 2010

Una comunità che celebra: La liturgia di Domenica 25 aprile 2010: IV del Tempo di Pasqua

Il RISORTO ci guida alla VITA VERA e PIENA

La 4a domenica di Pasqua è solitamente detta «del buon Pastore» perché in questa domenica,
nel ciclo dei tre anni (A-B-C), si proclama tutto il capitolo 10 di Gv che presenta
Gesù come «il Pastore bello» (cf. v. 11). La funzione delle domeniche pasquali
hanno il compito di farci assaporare più intimamente il mistero pasquale che abbiamo
celebrato nei giorni del santo triduo. «Mistero pasquale», infatti, non è una formula
magica o misteriosa riservata agli adepti di una nuova religione. Essa è la sintesi felice
di tutta la vita di Gesù che è stato costituito «Signore e Cristo» (At 2,36). Per Gv, tutto
si compie nel momento supremo dell’«ora» di Gesù che è l’ora della sua morte, in cui
Dio manifesta la sua potenza e la sua gloria, risuscitando il Figlio e sconfiggendo quella
morte che Adam aveva introdotto nel giardino di Eden. In questo momento, con il
dono del suo Spirito (cf. Gv 19,30), Gesù compie la Pentecoste che At 2 colloca cinquanta
giorni dopo la Pasqua. Perché questa differenza? Bisogna distinguere tra il momento
reale del fatto (l’«ora» di Gesù) e la catechesi con cui la Chiesa trasmette quest'evento:
per questo motivo abbiamo bisogno del tempo pasquale, affinché possiamo
prendere coscienza del mistero, assimilarlo e viverlo. La riforma liturgica di Paolo VI
in attuazione delle direttive del Concilio Vaticano II definisce la domenica Pasqua della
settimana: la domenica è pertanto la perpetuazione nel tempo, ogni ottavo giorno, del
«mistero pasquale» che abbiamo celebrato nel Triduo santo, di cui la Veglia pasquale
costituisce il fulcro, il cuore e la sorgente.
La liturgia di oggi ci offre uno spaccato degli inizi del cristianesimo, che non furono
né semplici, né rosei: gli esseri umani sono sempre gli stessi nei secoli, cambiano forse
modalità di approccio, ma le dinamiche psicologiche restano quasi sempre immutate;
Paolo sceglie di predicare Gesù il Cristo come Messia agli Ebrei e per questo ogni sabato
si reca nelle sinagoghe. Durante il suo 1° viaggio missionario, ad Antiochia di Pisidia
(oggi in Turchia), accade un fatto nuovo: la folla dei Pagani che accorre per ascoltare
Paolo suscita la gelosia degli Ebrei che pertanto si oppongono con veemenza a lui
e al suo annuncio. Paolo e Barnaba leggono questo fatto come un indizio chiaro che
devono rivolgersi non più ad Israele, ma al mondo intero delle “Genti”: inizia qui la
missione, ma anche la separazione del cristianesimo dall’ebraismo. Nasce l’universalità
della Chiesa cristiana, che cessa di essere una chiesa nazionale per pretendere di diventare
veramente cattolica, cioè aperta a tutti/e, secondo il mandato dato nella Pentecoste
(cf. At 1,8), come è testimoniato anche dalla 2a lettura che proietta questa universalità
non solo nella liturgia del tempo, ma addirittura in quella celeste (Ap 7,9). Nel brano
del Vangelo per tre volte ricorre il termine «Padre», per concludere con l’ardita affer -
mazione con cui Gesù dice: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30). Gesù s’identifica
con il Padre e apre uno squarcio sulla vita intima di Dio che cominciamo a
scoprire come vita di relazione. Dio non può essere un «dio solitario», perché si definisce
come intima unione di Padre e di Figlio, relazione fondamentale di ogni altra reciprocità
nella comunione. Questa pagina del vangelo c’introduce alla rivelazione che
«Dio è agàpe», cioè relazione di amore che genera. L’Eucaristia che celebriamo è immersione
in questo abisso di conoscenza e di vita piena che ci nutre e ci abilita a vivere
come persone che vivono di relazioni vive e rigenerative. Con l’aiuto dello Spirito Santo,
che è la dinamica che intercorre tra il Padre e il Figlio, anche noi possiamo vivere la
pienezza della Trinità che ora nella celebrazione eucaristica anticipiamo e condividiamo

INVOCAZIONE PENITENZIALE

Signore, Pastore che ci conosci e ci attiri a te, noi non ti seguiamo:
Signore pietà!

Cristo risorto, Agnello che ci conduci alla Vita, noi ti chiudiamo il cuore:
Cristo pietà!

Signore, Figlio che ci porti al Padre, noi ci facciamo allontanare da Lui:
Signore pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA

+ Padre, sostienici con la forza del tuo Spirito perché non ci separiamo mai dal tuo Figlio a cui hai affidato le sorti dell’umanità. Gesù Cristo, è il nostro pastore che ci guida alle sorgenti della Vita. Egli è Dio, e vive… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dagli Atti degli Apostoli
13,14.43-52
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra (Isaìa 49,6)». Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero.
La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito santo. Parola di Dio.

Salmo responsoriale - 99

R./ Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

1. Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

2. Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

3. Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà per ogni generazione.

Dall’Apocalisse di san Giovanni apostolo 7,9.14-17

Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!
Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Giovanni
10, [22-26] 27-30 [31]

Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione: Era inverno. Gesù camminava nel Tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo.
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE - SIMBOLO APOSTOLICO

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, Cristo cerca tra noi i suoi collaboratori e fa appello alle nostre risorse personali e comunitarie per rinnovare questo mondo con l’amore. A lui chiediamo:

R/. Fa’ che ti ascoltiamo, Signore!

1. Tu conosci le necessità delle nostre Chiese, di persone che si assumano il servizio della carità e dell’annuncio, non lasciarci soli, ti preghiamo

2. Tu continui a proporre ai nostri giovani di mettersi al totale servizio degli altri e della comunità cristiana, dona loro fiducia in te e coraggio, ti preghiamo

3. Tu vuoi che attraverso uomini e donne, famiglie serene e motivate dall’amore, impariamo a vivere, a soffrire, ad amare, ti preghiamo

4. Tu affidi alle capacità e alla responsabilità di persone sensibili e capaci l’amministrazione della vita pubblica, conducili nella verità, ti preghiamo

5. Tu ci nutri ancora con la tua Parola e il tuo Pane: ci fai diventare il tuo Corpo glorioso, fa’ che ognuno di noi lo accresca con il suo amore, ti preghiamo.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, o Padre: le nostre povere risorse e capacità, con la forza del tuo Spirito, vengono trasformate in dono per tutti - come il pane e il vino che ti portiamo - se rimaniamo uniti al tuo Figlio Gesù, che per noi dona se stesso ora e per sempre. Amen!

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.

- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene…

Fate questo in memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della Fede!

Annunciamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!

ALLA COMUNIONE

“Io sono il buon pastore e offro la vita per le pecore”
- dice il Signore -

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