Il RISORTO CI RASSICURA CON LA SUA PRESENZA
Continuiamo ad assaporare la dimensione della vita oltre la morte che la liturgia della
3a domenica di Pasqua ci propone. In questo periodo si legge il libro degli Atti degli
Apostoli, che narra la presenza di Gesù dopo la sua morte e risurrezione: essi completano
quindi il Vangelo, che narra la presenza di Gesù durante la sua vita terrena. Anche
gli Atti, come i Vangeli, sono scritti alla luce della Risurrezione: se i Vangeli sono la
raccolta essenziale di ciò che «Gesù fece e insegnò dagli inizi» durante la sua vita (cf. At
1,1), gli Atti sono ciò che Gesù ha fatto e insegnato dopo la sua morte attraverso i suoi
discepoli e discepole nella Chiesa.
Il brano degli Atti di oggi riporta il 3° discorso missionario di Pietro ai Giudei dopo la
guarigione del paralitico al Tempio (cf. At 3,1-11), che costa loro la proibizione di predicare
il nome di Gesù. Pietro e gli altri disattendono questo divieto, continuando a
predicare apertamente; contestano l’autorità legittima e ufficiale perché essa si è allontanata
dal disegno di Dio, arroccandosi nella difesa dei propri privilegi. È la prima
obiezione di coscienza nella Chiesa, ed è notevole constatare che il primo atto ufficiale
di nascita della Chiesa è una contestazione della religione e del potere esistenti. Gli
apostoli che disobbediscono sono considerati dalla religione e dal potere ribelli e scismatici,
perché alla fine saranno espulsi dalla sinagoga, ma di fronte al primato della
coscienza, costoro scelgono di ascoltare la voce di Dio che parla in loro. Convocato
per la seconda volta davanti al sinedrio, massima istanza giuridica e religiosa, Pietro di -
chiara apertamente che i capi del popolo sono responsabili della morte di Gesù (At
5,30); nello stesso tempo afferma la sua libertà di coscienza come criterio di scelta e di
verità: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini» (At 5,29). Se veniamo a cercare
nell’Eucaristia una consolazione sentimentale o un tranquillante per la coscienza
perché, obbligati dalla «legge», abbiamo compiuto un dovere necessario, siamo ancora
morti e restiamo incapaci di cogliere la novità della storia che coniuga il volto di Dio
nel volto dei suoi amici/e (cf. At 5,13). Oggi siamo qui per un atto d’amore libero e
gratuito, un desiderio interiore e umano di vita e di comunione, perché qui sono la Pa -
rola, il Pane e il Vino, il Perdono e la Fraternità, nell’assemblea eucaristica in cui Cristo
diventa presente in tutti/e.
Nel Vangelo di Giovanni, prendiamo coscienza che Gesù si manifesta a Pietro e recupera
il triplice tradimento di questi nell’ora della passione (cf. Gv 18,17-18.25-27), chiedendogli
per tre volte la sua professione d’amore. Nel giardino di Getsèmani, mentre
Gesù si presenta ai soldati e alle guardie affermando la sua identità divina (Gv 18,5-6.8)
Pietro non tradisce soltanto il maestro, ma rinnega se stesso, affermando la sua inesi -
stenza (Gv 18,17.25). Gesù instaura un metodo ecclesiale di comportamento: Pietro ha
tradito e secondo la giustizia degli uomini dovrebbe essere espulso dal suo gruppo di
discepoli; nel regime del Vangelo, la giustizia di Gesù ha il solo scopo di recuperare e
salvare, sempre. Pietro è scelto non perché più bravo, ma perché peccatore; in questa
scelta deve conformarsi il metodo della pastorale della Chiesa: se il successore di Pietro,
il papa, è peccatore, egli saprà essere misericordioso con i/le figli/e che sbagliano
e saprà parlare al loro cuore, sollevando le loro sofferenze e pesi, aiutandoli ad incontrare
il Signore. Pietro non è condannato, ma è recuperato radicalmente attraverso un
triplice attestato di fede e di amore. Quasi a compensare il suo rifiuto di quella notte,
Pietro dichiara: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene» (Gv 21,17), quanto
basta a Gesù per affidargli il ministero della comunione, il primato del perdono e il
mandato dell’amore. Egli non è mandato nel mondo per assimilare la logica del potere
o per sedere nel consesso dei governanti, ma unicamente per essere segno che l’amore
di Dio è un amore a perdere, senza limiti. Gesù non gli conferisce il potere
dell’assolutismo e la discrezionalità sulla Chiesa, ma unicamente il ministero profetico
del servizio (cf. Mc 10,43).
Nella 2a lettura viene descritta una liturgia domenicale che oscilla tra il rito ebraico e
quello cristiano. È il giorno in cui domina la figura dell’Agnello attorno a cui tutto
ruota: il cielo, gli angeli, i vegliardi e i viventi. L’Agnello che Isaia contemplò come
reietto e macellato dalla cattiveria umana (cf. Is 53,1-12), ora è vivo e porta con sé la
chiave di comprensione della storia. L’Agnello è la prospettiva pasquale: in aramaico la
stessa parola talyà significa sia «agnello» che «servo», quasi a dire che il servizio per
amore diventa offerta della vita. È il paradosso cristiano: Gesù vive perché ha dato la
sua vita. Spesso gli uomini di potere e di ideologia giustificano i loro misfatti ricorrendo
alla categoria del «bene del popolo»; nel regno dell’Agnello non è così, perché il pastore
dà la vita per le sue pecorelle e le difende dagli assalti dei lupi (Gv 10,11.15). Entrando
nella dinamica dell’Eucaristia, impariamo il criterio di Cristo e mettiamolo in
pratica perché solo così possiamo ancora aiutare l’umanità e il creato a risorgere e a
sperare.
INVOCAZIONE PENITENZIALE
Signore, tu sei Santo e Giusto perché ci converti al tuo amore,
Signore, pietà!
Cristo risorto, tu sei vittima di espiazione dei peccati nostri e di tutti,
Cristo, pietà!
Signore, tu invii i tuoi discepoli ad annunciare la Riconciliazione,
Signore, pietà!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA
+ Padre misericordioso, accresci in noi, la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore.
Egli è Dio, e vive… Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Dagli Atti degli Apostoli
5,27...41
In quei giorni il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di [Gesù], ed ecco voi avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest'uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito santo, che Dio ha dato a coloro che gli obbediscono». [Li] Fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Ed essi se ne andarono dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per amore del nome di Gesù.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale - 29
R./ Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
[Mia forza e mio canto è il Signore,
egli mi ha salvato e lo voglio lodare!
...è il mio Dio, gloria!]
1. Signore Dio mio, a te ho gridato
e tu mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita.
2.Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
ringraziatelo perché la sua bontà
dura per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
3. Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre!
Dall’Apocalisse di san Giovanni apostolo 5,11-14
Io, Giovanni vidi e udii voci di molti angeli intorno al trono dell’Agnello, agli esseri viventi e agli anziani. (…) Gridavano con tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen!». E gli anziani si prostrarono in adorazione.
Parola di Dio.
Alleluja, alleluja!
Cristo è risorto, lui ha creato il mondo e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Giovanni
21,1-14 (15-19)
Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Teberìade. Si trovavano insieme Simone Pietro, Tommaso detto Gemello, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simone Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era lui. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simone Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora».
Allora Simone Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento-cinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: «Venite a mangiare».
E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE - SIMBOLO APOSTOLICO
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, Cristo continua a manifestarsi in mezzo a noi quando siamo riuniti nel suo nome. Preghiamo perché chiunque lo cerca possa incontrarlo:
R/. Resta con noi, Signore!
1. Per il nostro pastore Benedetto XVI, non abbia paura di gettare le reti della misericordia e della verità nell’umanità di oggi per riportarla Te, ti preghiamo.
2. Per i cristiani che si impegnano nella vita politica e sociale, abbiano un dialogo franco e aperto con tutti, ti preghiamo.
3. Per i cristiani perseguitati e uccisi, non venga loro meno il coraggio e la fiducia, anche con il nostro aiuto e la nostra preghiera, ti preghiamo.
4. Per le nostre ragazze e i nostri ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione: il tuo Spirito li renda cristiani consapevoli e tuoi testimoni, ti preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale, dall’eucaristia celebrata ogni domenica, attinga la forza per il suo cammino quotidiano, nella tua presenza di Risorto, ti preghiamo.
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre, per questa mensa che il tuo Figlio risorto ha preparato per noi. Qui attingiamo la certezza che, tra le fatiche e le difficoltà quotidiane, camminiamo sempre verso di te che mai ci abbandoni.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene…
Fate questo in memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della Fede!
Annunciamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
ALLA COMUNIONE
“Venite a mangiare”.
- disse Gesù ai suoi discepoli -
e prese il pane e lo diede loro. Alleluja!
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