Lanciano-Ortona,
Mercoledì delle Ceneri 2009
Mercoledì delle Ceneri 2009
Carissimi,
per la Quaresima, ormai prossima, desidero rivolgervi un messaggio speciale come del resto ho fatto altre volte. Prego il Signore che anche in questo modo ci aiuti a rimanere saldi nella fede, uniti nella carità e ricchi di speranza.
Che cosa è infatti la Quaresima se non un sempre nuovo invito che la Chiesa madre ci rivolge per procedere nel nostro modesto ma sincero cammino di vita cristiana, la quale alla fine si concretizza nell’esercizio delle tre virtù teologali?
Nel proporvi queste brevi riflessioni, mi lascio condurre dalle parole di Gesù: “E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Matteo 6, 4.6.18). E mi domando: che cosa intendeva dire Gesù con quelle sue parole? A che cosa alludeva parlando ai suoi contemporanei di elemosina, di preghiera e di digiuno? Perché questa singolare insistenza sul “segreto” da osservare nelle nostre relazioni con Dio e con gli altri?
Ecco il momento favorevole
E’ la Chiesa che, per mezzo della liturgia quaresimale, vuole scuotere la nostra pigrizia spirituale. Abbiamo bisogno tutti di questo invito che ritorna puntuale per tutti e per ciascuno. Oggettivamente la Quaresima un tempo favorevole, sotto diversi aspetti: per la preghiera, per la carità, per il raccoglimento e per tante altre cose.
Ma chi potrà cogliere l’importanza e l’urgenza di questo momento favorevole? Solo chi ha imparato a coltivare “nel segreto” il suo rapporto con Dio. Dovremmo essere gelosi di questo, per il semplice motivo che il nostro Dio è un Dio geloso e ama coltivare il suo rapporto d’amore con noi nel segreto.
Ciò non toglie che noi preghiamo anche in pubblico: ma non per farci vedere, ma solo per rendere gloria a Dio e anche chi vede renda gloria al Padre che è nei cieli (vedi Matteo 5,16). Ma non dimentichiamo che senza questa preghiera personalissima, anche quella pubblica minaccia di perdere molto del suo significato.
Pregare nel segreto: ecco la consegna che riceviamo oggi dal Signore Gesù e noi cercheremo di accoglierla volentieri, dimostrando di essere discepoli docili e fedeli.
Perdonaci, Signore, abbiamo peccato
Accolto l’invito della Chiesa a considerare la “Quaresima come il tempo favorevole, sentiamo il bisogno di rivolgerci a Dio, che è Padre ricco di bontà e di misericordia. Ci rivolgiamo a Lui anzitutto perché sappiamo di essere peccatori e riconosciamo di avere bisogno del suo perdono.
Ma anche questo incontro desideriamo avvenga “nel segreto”: nel segreto della nostra coscienza, nel segreto della nostra camera, nel segreto della confessione sacramentale. E’ tanto facile sciupare questo rapporto intimo con il Signore! E noi certamente ci esponiamo a questo pericolo ogni volta che ci accontentiamo di partecipare alle preghiere pubbliche, forse anche travolti da un ritmo che no sempre corrisponde alla situazione spirituale nella quale ci troviamo.
Fare l’elemosina nel segreto: ecco l’altra consegna che oggi vogliamo accogliere dal Signore Gesù. Stiamo dunque attenti a non rovinare con atteggiamento esteriori e plateali ciò che invece può conservare integro il suo valore se lo facciamo nel silenzio e forse anche nell’anonimato.
Laceratevi il cuore, non le vesti
Ora siamo in grado di comprendere e di accogliere questo altro invito del profeta Gioele, tanto semplice e pur tanto significativo. E’ proprio in questo modo che noi possiamo conservare quel “segreto” di cui stiamo parlando. Le vesti lacerate le vedrebbero tutti; il cuore invece no!
Noi tutti siamo chiamati a dialogare con Dio a tutolo strettamente personale, senza che altri si possano intromettere in questa relazione d’amore che ci è stata donato di vivere.
La Bibbia ci insegna che solo la parola di Dio ha il potere di entrare nel nostro cuore con la potenza di un a spada che taglia( vedi Ebrei 4,12), soprattutto mediante la predicazione, come di legge di coloro che ascoltarono l’esortazione dell’apostolo Pietro il giorno di Pentecoste: “All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore” (Atti 2, 37)
Fare digiuno nel segreto: ecco l’ultima consegna che ci viene da colui che si è dichiarato nostro unico maestro (vedi Matteo 23, 10) e che infinite volte durante il suo pellegrinaggio terreno si è manifestato come modello di una vita tutta spesa per amore di Dio e dei fratelli.
Conclusione
Non vi pare, carissimi, che in queste poche e scarne pennellate il Signore Gesù ci offre uno stile di vita cristiana del quale dovremmo essere custodi consapevoli e gelosi? E’ quanto auguro a me e a tutti voi, nella speranza di poter condividere con tutti la gioia di quella intimità divina che sola può semimare nel nostro cuore i semi della vera gioia.
Con ogni migliore benedizione mi dico vostro aff.mo
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