sabato 28 marzo 2009

Treglio in cammino - Quaresima 2009

Cristo, nostra Pasqua, come l’agnello è stato sacrificato” . (1Corinzi 5,7)


La Pasqua di quest’anno non è come le altre!
Potremmo dirlo ogni volta, ma c’è qualcosa che ce ne fa sentire un po’ di più l’amaro in bocca, che il cioccolato delle uova o i canditi delle colombe
non riusciranno a raddolcire.
Forse ci farà bene questo gusto un po’ strano, insolito, a cui non siamo abituati
perché veniamo da anni di boom economico e di miraggi di un benessere sicuro.
Tutto ciò che ci sembrava scontato e necessario per la nostra esistenza
in realtà è pagato da milioni di persone che con quel gusto amaro in bocca
ci sono nati e non ne hanno mai sentito un altro.
La loro esistenza è stata sacrificata, in nome del progresso globale, perché noi
che siamo il 20% della popolazione mondiale, avessimo la possibilità
di vivere sereni e di far crescere i nostri figli con l’illusione
di una felicità pretesa, ma non desiderata!.
Siamo sconvolti davanti alle notizie raccapriccianti di gesti di violenza e di crudeltà inauditi… ma anche a questo ci stiamo abituando e ci stiamo illudendo che a noi non succederà nulla, che la nostra vita scorrerà comunque inalterata.
E questo è il nostro sbaglio!
L’indifferenza e l’estraneità sono virus che indeboliscono il nostro organismo,
il nostro apparto immunitario e così, senza nemmeno accorgerci, siamo minati
dentro dal male che prima o poi ci farà star male, senza capire il perché.
Non basterà l’alcol che si assorbe, la cocaina che si sniffa,
il sesso che si consuma, le immagini che ci plagiano…
ad alleviare il nostro malessere.
Gli Ebrei per secoli hanno sacrificato un agnello il cui sangue doveva tutelare
la vita stessa dalla minaccia del male; così era successo in Egitto un notte di fuga.
Il sangue continua a scorrere a fiumi sulla nostra terra, inzuppandola fino in fondo
ed è per noi una maledizione, sappiamo che non porterà nulla di buono.
“Cristo, il nostro agnello pasquale, è stato sacrificato”.
Per chi, perché?
Perché solo l’Amore, più forte della morte,
può generare in noi la speranza di una vita nuova,
di un’esistenza capace di trovare,
al di là della morte, la Vita.

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