Quaresima 2010:
Ritornate con il cuore e lasciatevi riconciliare
Nella nostra aspirazione alla luce,
assomigliamo spesso alle mosche
che sbattono contro un vetro;
nei nostri assalti per diventare migliori,
ci ritroviamo regolarmente con la faccia a terra.
E’ un’esperienza necessaria:
per ricevere Gesù come salvatore,
occorre aver capito da che cosa abbiamo bisogno
di essere salvati.
La dimensione di verità che scava in noi la scoperta della deviazione,
che intacca i nostri atti migliori, diviene il campo in cui
si esercita l’attività trasformatrice dello Spirito santo.
Ma questa luce sulla nostra radicale indigenza può ferire terribilmente.
E’ in questi momenti che fa bene confidare la propria indigenza,
ricevere il perdono che rasserena e consente una nuova partenza;
ricevere l’assicurazione che i nostri peccati non posso venire a capo
del suo amore, più di quanto si potrebbero spegnere un vulcano
sputandoci dentro; che Dio non viene ad accusarci:
“Hai fatto del male!”,
ma che si preoccupa:
“Ti sei fatto male?”.
Il primo gesto di Dio è liberarci dalla paura;
il secondo, di liberarci dalla vergogna.
Quel Dio crocifisso, inchiodato nudo sulla croce,
qualunque sia stata la nostra viltà o la nostra sporcizia,
potremo sempre guardarlo senza vergogna.
Loïc Corlay
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