venerdì 7 maggio 2010

Una comunità che celebra - La Liturgia domenicale VI di Pasqua C: 9 maggio 2010

Il RISORTO RIVIVE IN NOI PER IL SUO SPIRITO

La liturgia della 6a domenica di Pasqua C, così ricca di contenuti, è la penultima domenica
prima della solennità di Pentecoste e il ritmo liturgico lo segnala, quasi avesse
fretta di giungere al nuovo Sinai per ricevere l’abbondanza del fuoco che purifica e rinnova.
La 1a lettura accenna a quello che comunemente viene definito «Concilio di Gerusalemme
», celebrato tra il 49 e il 50 d. C. per discutere la questione che lacerò la Chiesa
delle origini: l’ammissione dei Pagani che chiedevano il battesimo nel nome di Gesù.
Due erano, fondamentalmente, le posizioni che si confrontavano: la scuola di Giacomo,
espressione dell’ala tradizionalista dei Giudeo-cristiani, che voleva imporre ai Pagani
di diventare prima Ebrei attraverso la circoncisione per poter essere riconosciuti
cristiani a pieno titolo; la posizione di Paolo e dei suoi compagni di apostolato, che sosteneva
che Dio chiama chi vuole, indipendentemente dall’essere Ebrei o Pagani. Per
questi, i Pagani che accolgono Cristo non devono sottomettersi alle prescrizioni del
Giudaismo che lo stesso Gesù combatté con forza. Questo è il contesto in cui si svol -
se l’assemblea di Gerusalemme, una riunione così importante non solo per questo
episodio, ma anche perché Paolo si oppose anche a Pietro per il suo comportamento
ambiguo su questo tema (cf. Gal 2,11-16). Passò la linea di Paolo, che affermò con forza
la novità assoluta di Gesù, dimostrando la cosa con i risultati della sua missione: i
Pagani sono sullo stesso piano degli Ebrei in forza dello Spirito Santo che senza differenza
si dona agli uni e agli altri, operando in tutti gli stessi eventi. Il cristianesimo, da
gruppo giudaico, divenne proposta di fede universale. La posta in gioco fu grande e il
momento drammatico. La sola condizione che si pose fu quella di evitare comportamenti,
anche leciti, che potessero scandalizzare i semplici.
Tuttavia, Giacomo non si fidava di Paolo e inviava suoi uomini fidati a spiarne la predicazione
e il comportamento in ogni città dove questi andasse. È ciò che stiamo vivendo
ai nostri giorni a livello teologico, culturale e pastorale: la corrente «centralista»
sostiene che vi è un solo modo di essere Chiesa e coincide, guarda caso!, con il modo
«romano», per cui le esperienze di tutti gli altri popoli devono essere solo ripetitive di
questo; altre correnti, più adeguatamente, sostengono la necessità per ogni popolo di
dovere esprimere la propria fede con il proprio genio, la propria cultura, i propri stili
di vita. I primi vogliono un cristianesimo occidentalizzato e pianificato a livello mondiale,
i secondi vogliono una sola fede nella multiformità della diversità. Non è una
concessione di qualche papa benevolo, ma un diritto innato legato alla propria stessa
esistenza: la storia insegna che non è mai esistito un solo cristianesimo, ma tanti modi
di credere, perché l’unità nasce sempre dalla diversità, mai dall’uniformità.
La 2a lettura è tratta dalla conclusione dell’Apocalisse, e racconta una visione grandiosa
e rivoluzionaria. Si elimina ogni differenza tra terrestre e celeste; scompare ogni imperfezione
e tutto è armonico. La Dimora di Dio escatologica accoglie Ebrei e Pagani,
Israele e la Chiesa che riflettono l’unità di Dio, simboleggiata dal quadrato. Non esiste
più separazione tra sacro e profano, perché la luce dell’Agnello ammanta dello splendore
di Dio ogni cosa. Ora si compie l’anelito espresso nel prologo di Gv: le tenebre
sono sconfitte e la luce di Dio illumina tutti i figli/e che si lasciano accogliere dalla
luce dello Spirito. Viene risanata la ferita dell’Eden, dove, secondo una tradizione giudaica,
Adam ed Eva erano vestiti della luce della gloria di Dio che risplendeva nella
loro pelle1. La perfezione della Chiesa non sta nell’esteriorità, nel successo,
nell’organizzazione, nella conformità, ma nell’adesione all’unità di Dio che ci fa vedere
ogni cosa con i suoi occhi. L’Eucaristia è la nostra visione, dove noi impariamo a
«dimorare» nella logica della Parola che si effonde, del Pane che si spezza e del Vino
che si sparge per tutti e per ciascuno.


INVOCAZIONE PENITENZIALE

Signore, il tuo Spirito ci libera, ma noi viviamo schiavi e divisi.
Signore, pietà!

Cristo, il tuo Spirito è luce di Verità, ma noi preferiamo il buio e la menzogna.
Cristo, pietà!

Signore, il tuo Spirito è la nostra Pace,
ma noi siamo prigionieri della paura.
Signore, pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA

+ O Padre, tu hai promesso di dimorare in chi ascolta la tua Parola e la mette in pratica. Manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato, e ci renda capaci di testimoniarlo con le opere e con le parole. Egli vive… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dagli Atti degli Apostoli
15,1...31
In quei giorni. Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non aderite alle usanze della legge mosaica, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dai cibi offerti agl’idoli (…) e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!». Essi allora, congedàtisi, discesero ad Antiòchia e riunita la comunità consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale - 66

R/ Laudate Dominum, omnes gentes. Alleluja!

1. Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

2. Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

3. Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dall’Apocalisse
di san Giovanni apostolo 21,10...23

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. (…) È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. (…) sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo Tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!
Se uno mi ama, osserverà la mia parola,
dice il Signore, e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Giovanni
14,22-29
[Nel cenacolo Gesù disse ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito (avvocato difensore, consolatore), lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace.
Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE - SIMBOLO APOSTOLICO

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, invochiamo lo Spirito, perché la Parola che abbiamo ascoltato ci faccia sentire amati dal Padre. Egli solo può donarcelo, se noi lo chiediamo come Gesù ci ha promesso.

R/ Donaci il tuo Spirito, o Padre!

1. Per la Chiesa, lo Spirito la sostenga e la guidi nell’annunciare il Vangelo di Gesù al mondo, ti preghiamo.

2. Per coloro che propongono leggi alla nostra società, perché si impegnino per le famiglie e per i giovani, ti preghiamo.

3. Per il papa Benedetto non si senta solo, incoraggiato dal nostro affetto e dalla nostra comunione, ti preghiamo.

4. Per i gruppi che in questo mese si ritrovano in preghiera con Maria, lo Spirito ci faccia più Chiesa, ti preghiamo.

5. Per gli operatori umanitari, siano sostenuti da politiche che difendano la giustizia e la pace, ti preghiamo.

6. Per la nostra assemblea che ogni domenica viene nuovamente animata e plasmata dallo Spirito di Gesù risorto, perché ognuno di noi sia docile alla sua azione, ti preghiamo.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, o Padre, per il tuo Spirito che fai abitare in noi e che mantiene viva la memoria del tuo Figlio Gesù, anche in questa eucaristia.
Trasformi noi nel suo Corpo, come il pane e il vino che ora presentiamo a te.
Per Cristo nostro Signore. Amen!


PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene…
Fate questo in memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della Fede!
Annunciamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
ALLA COMUNIONE


“Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui
e prenderemo dimora presso di lui”.
Alleluia!

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