sabato 18 settembre 2010

Una Comunità che celebra: La Liturgia della XXV domenica del ciclo C - 19 settembre 2010

GESÙ CI FA RICCHI
CON LA POVERTÀ DEL SUO AMORE


La liturgia di oggi, 25ma domenica del tempo ordinario C, risulta quanto mai attuale,



con la riflessione che parte dall'economia concreta di ogni tempo della storia umana.


Nel vangelo abbiamo un chiaro esempio di questa economia nell’amministratore che


specula alla rovescia perché sta per essere licenziato per furto. L’ultimo atto che


compie è un furto ancora maggiore e originale con cui prova a sistemarsi per sempre:


trasforma la crisi economica del padrone che lui stesso ha generato in opportunità per


lui e in una ulteriore perdita per il padrone. Forse l'episodio è stato un fatto di cronaca


così eclatante che era ancora conosciuto al tempo di Gesù, e che lui assume come pa -


rabola. Nello stesso brano leggiamo che «il padrone lodò quell’amministratore disonesto,


perché aveva agito con scaltrezza» (Lc 16,8). La traduzione è ambigua ed è più corretto


ritenere che Lc faccia un’annotazione redazionale per dire che è Gesù, il «Signore


», che loda l’amministratore infedele per la sua capacità di capovolgere una catastrofe


in una opportunità, ponendo come modello la sua capacità di valutazione e di inventi -


va. Gesù non loda la condotta truffaldina, ma la capacità di cambiare radicalmente


condizione, senza smarrirsi e cadere nella paura. I figli del Regno, invece, che si sentono


adagiati sull'assicurazione della salvezza eterna, non sanno sfruttare le situazioni


contraddittorie della vita in un progetto a lungo termine verso il Regno. La rassegnazione


non è una virtù cristiana, ma un comodo alibi per fuggire la responsabilità dell’impegno.


La 1a lettura è una pagina drammatica di Amos: nel sec. VIII a.C. esistevano


«veggenti» professionisti che lavoravano per il re e da lui erano pagati e mantenuti; di


certo, le loro profezie così cortigiane non erano libere, né sincere. Amos non appartiene


a questa categoria e per questo è una voce libera che sfida senza bavaglio e con for -


za la corte e lo stesso re, che usa la profezia per ingannare il suo popolo. Il re non è


vittima, ma responsabile e complice del degrado del Paese. Per questo, il profeta viene


espulso da parte di quei religiosi ufficiali che, invece, avrebbero dovuto riconoscerlo


come inviato da Dio; essi non possono riconoscere ciò, perché usano Dio stesso


come merce scadente per i propri interessi. Quando Dio e la religione diventano moneta


di scambio, tutto può accadere, anche la negazione di Dio, nonostante la finzione


formale del suo rispetto. Amos è un contadino che lo Spirito di Dio strappa al suo lavoro


per scaraventarlo in mezzo alla mischia della storia contro i «veggenti del re» che


profetizzano sempre benessere e prosperità per avere per sé una vita garantita, senza


annunciare mai qualcosa che vada contro il suo padrone e i suoi interessi. Se si ha un


padrone, è difficile mantenere una coscienza, specialmente se il padrone la può corrompere


per una pagnotta. Quando l’istituzione ecclesiastica prevale sul mistero e la


struttura di potere prevarica sui profeti, si potrà salvare forse l’uniformità esteriore


dell'«ordine», ma la «religione» perde la sua anima e diventa inutile, perché ha come


obiettivo quello di perpetuare se stessa, diventando cassa di risonanza vuota e senza


contenuto. Questa storia è uguale, dalla corte del re d’Israele o dal tempio ufficiale di


Gerusalemme, fino alla Chiesa di ieri e di oggi. Ogni religione che combatte la profezia


resta un mostro, vero oppio che vanifica le coscienze.


Il profeta Amos si scaglia contro un sistema economico che favorisce il lusso dei ric -


chi, alimentato dalla povertà dilagante. Egli bolla questo perbenismo come sacrilegio


davanti a Dio (Am 5,7-13; 8,4-7; 5,11-27; 6,1-7); condanna i riti di una religione di comodo


che copre misfatti e ingiustizie e annuncia il ripudio del ricco da parte di Dio.


D’altra parte, i ricchi ritengono Dio una suppellettile utile al loro sistema, perché funge


da cianfrusaglia per le menti meno sviluppate. La struttura religiosa in cui anche noi


siamo prigionieri non reagisce, vanificando la forza profetica della Parola di Dio per il


desiderio di acquietarci la coscienza mentre dividiamo la nostra parte di ricchezze.


Come succede anche oggi, al tempo di Amos, mentre cresceva la ricchezza illecita, aumentavano


le offerte al tempio: i ricchi approfittavano anche di questo, come se Dio


potesse essere comprato e piegato a giustificazione del proprio operato iniquo. Dovremmo


essere talmente esperti in discernimento da essere subito capaci di riconoscere


ciò che viene da Dio e ciò che gli è avverso. Non tutte le offerte, specialmente quelle


consistenti di uomini e politici equivoci dovrebbero essere accettate, nemmeno se


tutti i poveri morissero di fame e le chiese-edifici crollassero su stesse. Il profeta, in


modo semplice e duro, ci dice che ogni ricchezza che supera la decenza del necessario


è un furto ai danni della giustizia, un insulto a Dio e la causa dello squilibrio ecologico


ed etico del mondo intero. La Chiesa non può tacere e non può partecipare a questo


infame banchetto di indegnità. In questo sistema c’è la responsabilità diretta che appartiene


a coloro che governano, sia in ambito civile che religioso. Ad essi guarda Paolo


quando ordina a Timoteo di pregare «per i re e per tutti quelli che stanno al potere»


(1Tm 2,2a), indipendentemente se sono credenti o meno: se costoro seguono la coscienza


della loro funzione, dovrebbero giungere agevolmente a promuovere il «bene


comune» dei loro popoli con lo scopo di giungere a «trascorrere una vita calma e tranquilla,


dignitosa e dedicata a Dio» (1Tm, 2,22b), ossia sviluppare in armonia la realizzazione


della felicità propria insieme a quella degli altri, senza prevaricazioni. «Dio vuole


che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tm 1,4) attraverso


la concordia e la condivisione dei beni della terra che appartengono a tutti/e:


per fare questo non occorre che ci sia uno stato cristiano, ateo o agnostico, ma che


ciascuno riconosca il primato della legge e l'orizzonte del bene comune, misurato sempre


sul bisogno dei più poveri.


Entriamo nel Santuario dell’Eucaristia per imparare la salvezza e la conoscenza della


verità perché nella presenza dello Spirito possiamo essere testimoni credibili della scelta


preferenziale dei poveri che Dio ha fatto da tutta l’eternità e che affida a noi come


sacramento della sua paternità materna nel mondo.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Signore, quando poniamo fiducia nel denaro e nelle ricchezze.

Kyrie, elèison!

Cristo Gesù, quando cerchiamo compromessi con il potere di questo mondo.

Christe, elèison!

Signore, quando pretendiamo di vivere il Vangelo senza rinunciare a nulla.

Kyrie, elèison!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA

+ O Padre, tu ci chiami ad amarti come unico nostro Signore: perdonaci per il nostro desiderio di possedere e se commettiamo l’errore di amare le cose e usare le persone. Fa' che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore… ... Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Amos 8,4-7

Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo la misura (l’efa) e aumentando la valuta (il siclo), usando bilance false? Venderemo anche lo scarto del grano! I poveri non potranno pagare i loro debiti, nemmeno per comprare un paio di sandali”». Il Signore davanti all’arroganza della discendenza di Giacobbe, giura: «Certo non dimenticherò mai le loro opere». Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 112

R./ Laudate Dominum… omnes gentes. Alleluja!

1. Lodate il Signore, voi che lo amate,
lodatelo: grande è il Signore!
Ringraziate il Signore, ora e sempre.

2. Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio:
siede nell'alto, ma si china
a guardare quaggiù.

3. Solleva dalla polvere l'indigente,
dall'immondizia rialza il povero,
per farlo sedere al primo posto
tra i prìncipi del suo popolo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2, 1-8

Figlio mio. Raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli esseri umani, per quelli che stanno al potere, perché tutti possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli esseri umani siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli esseri umani, l'Uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nel tempo stabilito, e di essa io sono stato fatto annunciatore e apostolo - dico la verità, non mentisco - maestro nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo tutti preghino, alzando a Dio (Cielo) mani pure, senza collera e senza contese. Parola di Dio.

Alleluja, alleluja!

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

+ Dal vangelo secondo Luca 16,1...14*

Gesù disse ai suoi discepoli: (…) «Coloro che vivono in questo mondo, nei loro rapporti con gli altri, sono più astuti di voi, “figli della luce”. Ebbene, io vi dico: ogni ricchezza è ingiusta, ma voi usatela per farvi degli amici; perché, quando questa vi verrà a mancare, essi vi accolgano nell’amicizia con Dio (dimore eterne).

Chi è fedele in cose di poco conto, lo è anche in quelle importanti; e chi è ingiusto in cose di poco conto, lo è anche in quelle importanti. Se dunque voi non siete stati fedeli nella ricchezza ingiusta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nell’amministrare i beni altrui, chi vi darà quelli veri che spettano a voi?

Nessun servitore può servire a due padroni: preferirà l'uno o l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro.

Non potere servire il Signore Dio e il dio denaro!».

I farisei stavano ad ascoltare tutto quello che Gesù diceva e ridevano delle sue parole perché erano molto attaccati al denaro. Parola del Signore!



PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, chiediamo a Dio Padre di liberarci dal desiderio di possedere beni materiali e di farci capaci di amare e di donare. ./ Insegnaci la fedeltà, o Padre!
1. Alla tua Chiesa, chiamata a testimoniare il primato dell’amore, dona di manifestare sobrietà e povertà nell’amministrare i beni che le sono affidati. Preghiamo
2. A chi ha doveri amministrativi verso la società, dona di non scendere a compromessi con il potere ingiusto. Preghiamo
3. A tutti le persone ispira il desiderio di arricchire la vita con amicizie vere e durature, e di scoprire in esse il tuo amore. Preghiamo

4. A Doriana e a Claudio dona il sostegno della nostra comunità cristiana nella loro comunione in Cristo. Preghiamo

5. Alla nostra comunità parrocchiale, che inizia il nuovo anno pastorale, dona una particolare attenzione ai poveri vicini a noi e a quelli lontani. Preghiamo

6. A tutti noi che celebriamo l’Eucaristia, dona di scoprire con stupore e riconoscenza la presenza di Gesù: da ricco che era, si fece povero. Preghiamo

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, o Padre, perché trasformi noi e le nostre povere cose in un dono d’amore, come il pane e il vino che ti presentiamo, e che diventeranno vero cibo per la nostra fame di vita vera. Per Cristo, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi. E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me. E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!

Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!

+ Celebrando… popolo sacerdotale. - Noi ti ringraziamo, o Padre!

+ Ti preghiamo… un solo corpo.

- Un cuor solo, un’anima sola, per la tua gloria, o Padre!

+ Ricòrdati… il popolo cristiano. - Un cuor solo, un’anima sola, per la tua gloria, o Padre!

+ Ricòrdati... la luce del tuo volto. - Ricordati, o Padre!

+ Di noi tutti abbi misericordia… canteremo la tua gloria. [mani alzate]

Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito santo,
ogni onore e gloria
per tutti secoli dei secoli. Amen!

Alla comunione

“Non potere servire il Signore Dio e il dio denaro! - dice il Signore Gesù”.

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