venerdì 26 novembre 2010

Una Comunità che celebra la Liturgia domenicale: I di Avvento A - 28 novembre 2010

GESU': la salvezza vicina a tutti

Oggi inizia il nuovo anno liturgico con il tempo dell’Avvento, che ci invita a riflettere



sulla venuta di Gesù Cristo; propriamente, l’Avvento non è una preparazione al Natale,


ma una contemplazione della venuta di Gesù alla fine del mondo come compimento


della prima, avvenuta con l’incarnazione. L’Avvento, infatti, fluttua tra questi due appuntamenti


con il Cristo: uno già sperimentato, l’altro atteso: il termine stesso, filologicamente,


deriva dal latino ad-venio, da cui Adventus Domini, la venuta del Signore. Nella


prima venuta il Lògos si è fatto fragilità, assumendo la pienezza dell’umanità nel


grembo di Maria: Dio ha relativizzato la divinità condizionandosi al passo degli uomini


e delle donne. Nella seconda venuta, Cristo ritornerà di nuovo visibilmente sulla


terra, non più per incarnarsi, ma per liberare l’umanità intera da ogni condizionamento


e ricapitolare in sé tutto il creato (Ef 1,10). Noi viviamo nei penultimi tempi che precedono


questo appuntamento verso il quale camminiamo.


L’Avvento si estende per quattro settimane in cui prevale il colore liturgico viola, riservato


ai tempi di attesa (Avvento e Quaresima) o di dolore e penitenza, tranne la 3a domenica,


detta Gaudete dalla prima parola dell’antifona d’ingresso, in cui anticamente si


interrompeva il digiuno di Avvento, simile a quello di Quaresima, per l’imminente Natale


del Signore e si indossavano i paramenti liturgici di colore rosa: si fa festa a metà


percorso e l’attesa ormai rotola verso la fine. Durante il periodo di Avvento non si


canta, né si recita il Gloria a Dio..., che ha una struttura innica e gioiosa, mentre si mantiene


il canto dell’Alleluia, come speranza aperta al futuro.


Nel 490 il vescovo Perpetuo di Tours stabilì che il periodo precedente il Natale fosse


un tempo penitenziale nella Chiesa dell’Europa Occidentale: a tale scopo egli stabilì un


digiuno di tre giorni ogni settimana a partire dall’11 novembre, festa di san Martino di


Tours, protettore della sua città. Tra la festa di san Martino e il Natale intercorrono


esattamente 40 giorni. Questo periodo richiamò immediatamente il corrispondente


tempo dei 40 giorni della Quaresima, che a loro volta richiamavano i 40 giorni e le 40


notti di Mosè sul monte Sinai (Es 24,18; 34,28), i 40 anni del popolo d’Israele nel deserto


(Nm 14,33-24), i 40 giorni che impiegarono gli esploratori della terra di Canaan,


mandati da Mosè prima di entrarvi e prenderne possesso (Nm 13,25) e i 40 giorni e le


40 notti di Gesù nel deserto (Mt 4,2). Fu quindi naturale che il tempo di Avvento fosse


anche chiamato Quadragesima Sancti Martini: come la Pasqua era preceduta dalla Quaresima


di penitenza, così anche il Natale era preceduto dalla Quaresima di San Martino.


Non stupisce che anche le letture fossero prese in prestito dal tempo quaresimale. Si


venne così a creare una situazione abbastanza paradossale: si celebra la gioia dell’arrivo


del Messia nella sua duplice venuta, ma il clima che la liturgia crea è un clima di penitenza.


Un secolo dopo (sec. VI) anche a Roma viene introdotto il tempo di Avvento,


ma qui assume carattere gioioso e non penitenziale perché sviluppa di più l’aspetto di


preparazione al Natale. Si ebbe una strana situazione: in Gallia prima di Natale vi era


un tempo penitenziale più lungo perché composto di 40 giorni per assimilarlo alla


Quaresima, mentre a Roma, si celebrava un Avvento più festoso, ma anche più corto


perché composto di appena 30 giorni. Ciò ci induce a pensare che nella Chiesa non è


mai esistita una uniformità di pensiero e di liturgia, ma un sano pluralismo che si basa


sull’autonomia delle singole Chiese locali. Nel sec. XIII, al culmine del Medio Evo, si


raggiunse un compromesso che combinò i due aspetti: dalla liturgia gallicana si prese in


prestito il carattere penitenziale e i testi della Messa, mentre dalla tradizione romana si assunsero


il ciclo più breve (quattro settimane) e il suo andamento festoso. Questo compromesso


continua anche oggi perché Paolo VI nella riforma liturgica voluta dal concilio


Vaticano II, per rispetto alla tradizione volle mantenere la struttura dell’Avvento e della


Quaresima precedenti: pertanto la liturgia, specialmente quella del ciclo A che iniziamo


oggi, è rimasta la stessa della riforma di Pio V del sec. XVI. Paolo VI, però, volle che


anche i tempi di Avvento e di Quaresima fossero inseriti nel ritmo ciclico triennale che


vede una più ricca disponibilità di letture e qualche piccolo cambiamento per sottolineare


gli aspetti propri dell’Avvento. Con la 1a domenica di Avvento di oggi inizia il ciclo


A delle letture che avrà come filo conduttore il Vangelo di Matteo. Nei due tempi


forti di Avvento e Quaresima, quindi, avremo letture che non seguiranno l'andamento


quasi continuo di Mt, ma saranno in funzione del tema particolare che si tratta in quel


giorno.


Invochiamo come maestro della nostra vita lo Spirito Santo che veglia sull’Avvento di


Cristo affinché ci dia la sapienza dell’ascolto e il ministero della veglia per entrare nel


sacramento dell’Eucaristia che ci fa conoscere il volto di Dio nel volto dei fratelli e


delle sorelle. Abbiamo concluso l’anno liturgico C con l’invito alla vigilanza, apriamo il


nuovo anno con lo stesso invito perché l’Eucaristia è il sacramento dell’attesa che ci


nutre e ci apre all’incontro con il Cristo, quando ritornerà alla fine dei tempi per prendere


possesso del suo Regno preparato fin dalla fondazione del mondo (Mt 25,34).
 
ACCENSIONE I CERO D’AVVENTO

Isaìa ci invita ad aver fiducia nelle promesse del Signore.
Egli verrà e sarà Pace tra tutti.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Pigrizia, egoismo e disimpegno ci fanno pensare solo a noi stessi: svegliaci e rinnovaci. Signore, pietà!

Il compromesso con il male ci ostacola nel rapporto con te e con gli altri: illuminaci e trasformaci.
Cristo, pietà!

Invidie, gelosie e conflitti lacerano i rapporti tra noi: facci capaci di amare e costruttori di pace.
Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ Padre misericordioso, per riunire tutti i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo unigenito Figlio, maestro di verità e fonte di riconciliazione. Svegliaci!
Vigilanti nell’attesa, cammineremo illuminati da te sulle tue vie di pace e di amore, seguendo fedelmente Gesù Cristo, tuo figlio, nostro Signore… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa 2,1-5
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del Tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al Tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 121
R./ Andiamo con gioia incontro al Signore!



1. Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

2. E’ là che salgono insieme

le tribù del Signore,

secondo la Legge di Israele,

per lodare il Signore.

3. Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;

Sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

4. Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: Su di te sia pace!

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.



Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Romani 13,10b-14a

Fratelli e sorelle. Chi ama non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento in cui viviamo: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Comportatevi come il Signore Gesù Cristo.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
24,1.37-44

Mentre Gesù, uscito dal Tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del Tempio. Egli disse loro: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca - e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti - così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si ascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, solo il Signore fa germogliare, ogni giorno, la novità della nostra vita. A lui rivolgiamo la nostra preghiera:
R./ Vieni, Signore nella nostra vita!
1. Rendi la tua Chiesa vigilante, perché tenga viva nel mondo la speranza del tuo incontro con ogni persona. Vieni...
2. Accompagna e illumina i responsabili della convivenza sociale, perché facciano scelte di giustizia e di pace tra le nazioni. Vieni, Signore nella nostra vita!

3. Illuminaci con la tua parola, perché sappiamo correggere i nostri comportamenti e rivestirci di te. Vieni, Signore...

4. Aiutaci nelle nostre scelte di ogni giorno, perché l’amore sia il nostro unico riferimento e vero bene. Vieni...
5. Spalanca gli orizzonti di questa eucaristia su tutto il mondo, perché ci sentiamo uno con tutti in te. Vieni, Signore nella...

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre: la venuta del tuo Figlio è sempre vicina e ci sorprende non come ladro, ma come amico atteso. Egli ci convoca alla sua mensa per condividere con noi pane e vino, per vivere uniti a Lui, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore…

+ E ora siamo qui riuniti… nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto tra noi!
ALLA COMUNIONE
“State svegli, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà”.

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