giovedì 4 marzo 2010

Una comunità che celebra: La liturgia domenicale della III Domenica di Quaresima C - 7 marzo 2010

GESU’, il FIGLIO amore paziente del PADRE

Introduzione alla celebrazione

La 3a domenica di Quaresima dell’anno C non è di facile accesso, perché i testi non
sono di immediata comprensione; potremmo dire che la liturgia ci chiede di passare
dalla Scrittura intesa come ricettario di risposte automatiche alla Scrittura come «codice
» per leggere la vita (cf. Sal 119[118],105). La Parola di Dio è incarnata nelle parole
umane una volta per tutte: non si può più capire la prima senza comprendere le seconde.
Dio accetta di relativizzarsi, perché si condiziona, accettando il metodo umano della
ricerca di senso, non sempre immediato. Da ciò nasce l’esigenza dello studio, per
rendere l'ascolto sempre più attento e consapevole.
La 1a lettura narra del primo incontro di Mosè con il Dio della montagna, YHWH, venerato
dai suoi antenati. Il brano è centrato sulla «conoscenza del Nome»: Dio si rifiuta
di rivelare il suo Nome a Mosè, ma rinvia alla storia dei patriarchi, svelandosi come
Dio «storico», un Dio cioè talmente immerso negli avvenimenti umani che lo si può
conoscere solo attraverso «Abramo, Isacco e Giacobbe» e l'opera di grazia che compie
per loro. Per il mondo semitico, il «nome» indica la natura intima, profonda di chi lo
porta e ne determina la consistenza; conoscere il «nome» significa «possedere» la persona,
avere su di lei potere di vita e di morte. Adam nel giardino di Eden può dare il
nome agli animali perché li domina e ne dispone, secondo il disegno di Dio (Gen 2,19;
1,28). Egli vuole impossessarsi anche di Dio e disporre «del bene e del male», cioè del
destino delle cose, ma Dio non può essere possesso di nessuno, davanti a Lui l’uomo e
la donna possono solo inginocchiarsi. Gli Ebrei, per sommo rispetto, neppure pronunciano
il Nome di YHWH1, sostitunedolo con un sinonimo (Adonai, “Signore”,
Shekinàh, “Presenza”, Memràh, “Parola”, ecc.). La 2a lettura è una lezione di esegesi che
Paolo fa ai Corinzi usando il metodo del midràsh. Egli legge tre fatti dell’esodo (la manna,
la roccia e la nube) alla luce degli avvenimenti nuovi della vita di Gesù che così diventa
la chiave per capire il senso della storia passata. Ciò significa che i fatti antichi ave -
vano un significato più profondo di quello che apparentemente dichiaravano e che
solo altri fatti nuovi e successivi hanno evidenziato: il nuovo illumina, amplia e porta a
compimento il significato antico (cf. Gv 17,12; 19,28.36; At 1,16; 3,18, ecc.). Non bisogna
mai avere paura della novità, perché essa potrebbe essere portatrice di senso più
profondo. La gerarchia della Chiesa cattolica spesso ha paura del futuro, perché ha dimenticato
il vangelo e quindi non ricorda le parole di Gesù agli apostoli impauriti:
«Sono io. Non abbiate paura!» (Gv 6,20; Mc 6,50; Mt 14,27; cf. Es 14,23; Dt 1,29; Ger
10,2). Ciò significa negare la storia come luogo dell’incarnazione e, cosa ancora più
grave, assumere il passato come metro unico della rivelazione. Paolo, in sintonia con la
1a lettura, insegna che la storia e gli eventi che essa conduce sono il luogo primario per
cercare con discernimento la volontà di Dio che si manifesta attraverso gli eventi e le persone.
Nel Vangelo Gesù legge due avvenimenti di cronaca per mezzo di una parabola
presa dal mondo agricolo per parlare di vigilanza e provvisorietà. Una rivolta soppressa
nel sangue da Pilato e un disastro edilizio che provocò diciotto «morti bianche» servono
a Gesù per contestare la mentalità corrente che vedeva in questi fatti punizioni
di Dio, come se questi si divertisse a mandare disgrazie per saggiare la fedeltà del suo
popolo. Che concetto assurdo di Dio! Un Dio così non è un Padre, ma un carnefice;
un Dio che può tutto (?) per principio, diventa colpevole e responsabile di tutto il
male. Gesù, invece, con il suo invito alla conversione come purificazione del pensiero
1 Il tetragramma YHWH viene scritto con le vocali della parola Adonai, che significa «Signore
» in senso generico; nella lettura, si pronuncia direttamente tale nome.
(dal greco metanoèo, “cambio mentalità”), purifica il modo di pensare che possiamo
avere di Dio e ci rimanda alle nostre responsabilità e alla nostra storia (cf. Mc 1,14-15).
Da qui l’insegnamento che ciascuno/a deve essere pronto, perché noi non sappiamo
oggi cosa può accadere domani, e quindi non si può vivere rassegnati, ma pienamente
responsabili, in ogni istante e in ogni scelta.
Celebrare l’Eucaristia è immergersi nel mistero di Dio che per un verso ci proietta nel
Regno e per l’altro ci inchioda al presente di cui siamo protagonisti e artefici. Pregare
significa imparare a leggere gli eventi per assaporarli ascoltando la Parola e viverli con
la forza che viene dal mangiare e bere il Pane e il Vino. Vivere l’Assoluto nel provvisorio
è la dimensione costante e comune dei cristiani. Per questo l’invocazione allo Spirito
Santo precedere l’inizio della celebrazione dell’Eucaristia, per apprendere e aggiornare
le coordinate esatte per navigare nei mari della vita, dove è facile smarrirsi se si
cammina senza bussola e senza mèta.

Invocazione penitenziale

Signore, quando noi siamo lontani da te, Tu ci vieni incontro:
Signore pietà!
Cristo, quando siamo nemici tra noi, Tu ci unisci con la tua Croce:
Cristo pietà!
Signore, quando i nostri discorsi e le nostre azioni sono sterili,
Tu ci fecondi con la tua Parola: Signore pietà!

Preghiera dell’Assemblea

+ Padre santo e misericordioso, mai abbandoni i tuoi figli e ci riveli chi sei per noi. Infrangi la durezza della nostra mente e del nostro cuore, perché accogliamo la tua Parola e portiamo frutti di vera e continua conversione a te. Per il nostro Signore… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro dell’Esodo
15,5...18

In quei giorni. Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. (…) Egli guardò ed ecco: un roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. (…) Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! (…). E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele». Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io-sono-colui-che-sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”. (…) “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre (…)».
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 102

R./ Misericordias Domini in aeternum cantabo!

1. Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
2. Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.
3. Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
4. Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia
è potente su quelli che lo temono.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 10,1...12

Non voglio infatti ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. (…) Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro (…). Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte (Esodo, Numeri, Deuteronòmio) per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.
Parola di Dio!

Gloria e lode a te, Signore Gesù!
Cambiate vita, dice il Signore: il regno di Dio si è fatto vicino a voi.
Gloria e lode a te, Signore Gesù!

+ Dal vangelo secondo Luca
13,1-9

In quello stesso tempo. Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non cambiate modo di pensare, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non cambiate modo di pensare, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore!

Professione di Fede - Simbolo Apostolico

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

La Parola si fa Preghiera

+ Al Padre, che non si stanca di chiamarci a sé con tutte le sue forze, con il suo amore paziente e misericordioso, ci rivolgiamo con fiducia:
R./ Vieni in nostro aiuto!

- Ridesta la coscienza della tua Chiesa: ascolti il grido dei poveri e degli oppressi, si schieri in difesa della dignità dei più deboli; ti preghiamo.

- Ridesta la coscienza di chi opera nelle comunicazioni: siano corretti e liberi nel cercare la verità; ti preghiamo.

- Ridesta la coscienza dei “profeti”: non si lascino lusingare dai vantaggi e siano disposti ad affrontare i rischi della loro missione; ti preghiamo.

- Ridesta la coscienza di questa comunità parrocchiale: valuti alla luce del Vangelo i fatti della vita quotidiana e sia per il nostro territorio segno di condivisione e di speranza; ti preghiamo.

- Ridesta la coscienza di questa assemblea: tutti troviamo in te, Parola e Pane di Vita, la forza per cambiare il nostro cuore e imparare ad amare; ti preghiamo.

Intenzioni particolari della comunità

Dalla Parola all’Eucaristia

+ Ti ringraziamo, o Padre, perché sei paziente fino all’estremo e ce lo hai dimostrato nel tuo Figlio Gesù che ci ha amati morendo in croce per noi. Egli è la Vita che ci rende fecondi e liberi, già in questo Pane e Vino che oggi presentiamo a te. Ora e per sempre. Amen!

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