sabato 19 dicembre 2009
Le lectio del prete Carmine Miccoli
Luca 1
Il vangelo di oggi appartiene al ciclo dell’infanzia di Gesù messo per iscritto dopo
la Pasqua, alla cui luce viene interpretato. Dell’infanzia di Gesù parlano solo Mt
(1-2) e Lc (1-2); Mc che è il primo degli evangelisti non ne parla affatto, mentre Gv
descrive non la nascita terrena, ma l’eternità del Verbo incarnato (1,1-18). Da questi
dati appena abbozzati ricaviamo però un fatto: i vangeli dell’infanzia non sono
un racconto storico e cronologico della vita di Gesù, ma un affresco teologico in
cui Mt e Lc mettono a punto temi interessanti per la loro comunità. Il brano di
oggi (Lc 1,39-45) narra il racconto della visita di Maria alla cugina Elisabetta: si tralascia
il cantico del Magnifcat (Lc 1,46-55),che è il completamento necessario della
sequenza presa in analisi (Lc 1,39-56).
Il racconto della visitazione è l’affresco del viaggio che compie Maria partendo da
Nazareth di Galilea, nel nord di Israele, per andare a sud, in Giudea. Il brano deve
essere letto nel contesto dei primi due capitoli di Lc perché solo così si scopre
che è una rilettura in chiave cristiana del trasferimento dell’arca dell’alleanza da
Sichem a Gerusalemme ad opera di Davide come è descritto in 2Sam 6,2-11. I riferimenti
sono costanti e voluti, come si può vedere dallo schema:
1. Maria/l'arca si muove verso la regione di Giuda
Maria Arca
Lc 1,39 In quei giorni Maria si alzò e
andò in fretta verso la regione
montuosa, in una città di Giuda.
[Davide] 2Sam 6,2 Poi si alzò e partì con
tutta la sua gente da Baalà di Giuda,
per far salire di là l’arca di Dio, sulla
quale si proclama il nome del Signore
degli eserciti, che siede sui cherubini.
2. Maria/l'arca viene accolta con canti e grida di gioia
42-44 [Elisabetta] esclamò a gran
voce: “Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo
grembo... Ecco, appena il tuo saluto
è giunto ai miei orecchi, il bambino
ha sussultato di gioia nel mio grembo”.
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5 Davide e tutta la casa d’Israele danzavano
davanti al Signore con tutte le
forze, con canti e con cetre, arpe,
tamburelli, sistri e cimbali. […] 12b Allora
Davide andò e fece salire l'arca di
Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città
di Davide, con gioia.
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3. Maria/l'arca sono fonte di benedizione e di stupore
41- Appena Elisabetta ebbe udito il saluto
di Maria, il bambino sussultò
nel suo grembo. Elisabetta fu colmata
di Spirito Santo 42 - ed esclamò a
gran voce “[…] 43 - A che cosa devo
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12 Ma poi fu detto al re Davide: "Il Signore
ha benedetto la casa di Obed-
Edom e quanto gli appartiene, a causa
dell'arca di Dio".
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che la madre del mio Signore venga
da me?”
9 “Come potrà venire da me l'arca del
Signore?”
4. Maria/l'arca rimane ferma tre mesi in casa
40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta […] 56 Maria rimase
con lei circa tre mesi, poi torno a
casa sua.
10 Davide non volle trasferire l'arca
del Signore presso di sé nella Città di
Davide, ma la fece dirottare in casa di
Obed-Edom di Gat. 11 L'arca del Signore
rimase tre mesi nella casa di
Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse
Obed-Edom e tutta la sua casa.
Ci troviamo di fronte ad una simmetria voluta e ricercata, perché Lc ha un progetto
proprio: gli avvenimenti che accompagnano la nascita di Gesù sono anche il
compimento delle due profezie di Ml 3 che annuncia l’ingresso di YHWH nel suo
Tempio e Dn 9 che annuncia l’arrivo di Dio dopo il compimento delle settanta
settimane di anni1. Per Lc l’angelo di cui parla Malachia (3,1) è l’arcangelo Gabriele
che entra nel Tempio per annunciare al sacerdote Zaccaria la nascita di un fglio
che sarà il precursore del Messia (Lc 1,8-19). Nel leggere ogni singolo brano del
vangelo dell’infanzia di Lc, bisogna sempre tenere presenti i due capitoli nel loro
contesto globale, per rendersi conto che Lc fa un calcolo appropriato ed esplicito
per descrivere, attraverso il viaggio di Maria, nuova arca, il compimento della profezia
di Dn 9: le settanta settimane di anni, cioè 490 anni. Secondo la tradizione biblico-
giudaica, l’arcangelo Gabriele è il depositario del segreto messianico: è lui
infatti che deve spiegare la «visione» a Daniele2. Daniele profetizza che il Messia
comparirà al compimento delle settanta settimane di anni, cioè dopo 490 anni. Lc si
ricollega a questa profezia e ci offre la chiave per comprenderla come realizzata
non solo nel tempo, ma anche nella persona di Gesù. I primi due capitoli sono infatti scanditi...
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1 In Dn 9,24 i settant’anni indicati da Geremia devono essere intesi come settanta settimane di anni (=490 anni). Con questa interpretazione si giunge all’epoca di composizione del libro di Daniele: l’intento è quello di dare una lettura attualizzante alla profezia di Geremia.
In Dn 9,25 il principe consacrato dovrebbe essere Ciro re di Persia, che consentì agli Ebrei di tornare alla loro terra; sette settimane, cioè 49 anni, corrispondono al periodo tra il 587 (distruzione di Gerusalemme e deportazione) e il 538 (editto di Ciro). In Dn 9,26 il consacrato a cui ci si riferisce qui è, secondo molti interpreti, il sommo sacerdote Onia III,
deposto verso il 175 e poi ucciso (cf. 2Mac 4,30-38). In Dn 9,27 l’ultima settimana riguarda le vicende dell’epoca dei Maccabei; metà settimana rimanda ancora al periodo di tre anni e mezzo, ricordato in Dn 7,25, che è la durata della profanazione del santuario, prima della sua purifcazione da parte di Giuda Maccabeo (cf. 1Mac 1,41-64; 4,36-61).
2 Cf. Dn 8,15-16; 9,20-27. Gabriele è uno dei quattro angeli (gli altri sono: Michele, Uriele, Raffaele) che stanno ai quattro lati del trono di Dio e sono custodi delle quattro parti del globo (Enoch IX,1), ha la forma di uomo (Dn 8,15; 9,21) e secondo il Talmud (Yoma 77a) è «l’uomo vestito di lino» descritto dal profeta Ezechiele (9,3; 10,2).
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.....dall’espressione «quando furono compiuti i giorni» (Lc 1,23; 2,6.22)
che ritma il compimento profetico:
Lc Descrizione dell’evento
1,11 Gabriele appare al sacerdote Zaccaria nella solenne cornice del Tempio
1,23 Zaccaria «compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa»
1,26 Gabriele appare a Maria «al 6° mese» (=180 gg.)
2,6 Nove mesi dopo (=270 gg.) «si compirono per lei i giorni del parto»
2,22 Al «tempo della purifcazione», 40 giorni dopo, Maria va al Tempio.
La somma totale dei giorni (180 + 270 + 40) è 490 gg. cioè le 70 settimane di
anni previste da Daniele. Al centro di questo computo vi è Maria che, prima ancora
che il Messia nasca, lo porta a visitare la Terra di quel popolo di cui sarà al
tempo stesso «fglio» e «Messia». L’arca dell’alleanza precedeva il popolo verso la
terra promessa così come lo precedeva in combattimento: era il segno visibile
della Shekinàh di Dio in mezzo al suo popolo. Maria è la nuova arca che non porta
più il «segno», ma la stessa «Presenza» di cui ne precede l’ingresso nell’ultimo e
decisivo combattimento, quello del Regno. Non è più Gabriele che custodisce il
«segreto messianico»: ora è Maria, la fglia d’Israele, che porta nel suo grembo «il
segreto di Dio», che lei stesa svela e presenta al mondo intero, rappresentato dai
pastori e dai Magi (Lc 2,8-20; Mt 2,1-15). Tutto ciò avviene nei giorni «del decreto
di Cesare Augusto» (Lc 2,1). L’imperatore romano crede di dominare il mondo, invece
è Dio stesso che opera perché si compia il suo disegno di salvezza, mediante
la nascita del Messia nella città del suo antenato Davide (Lc 2,4-7).
La stessa logica di compimento profetico troviamo nel signifcato dei nomi che Lc
usa con sapienza esegetica di profondità memorabile. Negli avvenimenti che precedono
e accompagnano la nascita di Gesù, Lc riporta cinque nomi ebraici, che insieme
danno un quadro teologico straordinario:
Lc Italiano Ebraico Signifcato
1,5 Zaccaria Zakkariàh “Dio si è ricordato”
1,5 Elisabetta Elishàbet “Dio ha giurato”
1,13 Giovanni Johanàn “Dio ha fatto grazia”
1,27 Maria Miryàm “Dio ama” (o “amata da Dio”)
1,31 Gesù Ye(o)shuà “Dio salva”
Il viaggio di Maria verso Giuda è la prima tappa della realizzazione delle profezie,
perché il compimento pieno si avrà, quando il bambino sarà presentato uffcialmente
al Tempio al compimento del suo dodicesimo anno per il rito della Bar-mitzwa,
in cui diventerà fglio del comandamento (cf. Lc 2,41-50) e con cui avviene il
passaggio dalla minore età alla maggiore, assumendosi la responsabilità dell’osservanza
della Toràh3. In quella occasione Dio prenderà possesso della sua casa che è
la natura umana di Gesù, il nuovo Tempio (Gv 2,19), restituito alla sua funzione di
dimora della Presenza, come più tardi dirà Gesù stesso, scacciando coloro che vi
si erano introdotto abusivamente (Gv 2,13-17; cf. Mt 21,12-17; Mc 11,15-19; Lc
19,45-48; in Gv 2,17 si cita il Sal 69[68],10).
L’arca non è solo una cassetta di legno simbolicamente sacra, essa è la Presenza,
cioè il luogo visibile dove si posava la Gloria di Dio in mezzo al popolo (Es 25,21;
cf. 40,34.35;1Pt 4,14), di cui è forza e sostegno: l’arca, infatti, precede il popolo e
lo guida anche in combattimento (Nm 10,33.35). Fare memoria dell’arca nella festa
di Maria signifca richiamare un contesto di analogia tra la “lotta” dell’arca e
quella di Maria. Lc infatti presenta Maria come donna vittoriosa sulla linea femminile
dell’AT, non tanto delle matriarche (Sara, Rebecca, Rachele e Lia), ma quanto
delle donne guerriere come Giuditta (cf. Gdc 4,8). Il grido di esultanza di Elisabetta
(v. 42) richiama quello vittorioso di Deborah che canta la vittoria di Giaele
contro Sìsara (Gdt 5,24) e l’esultanza del popolo a favore di Giuditta che vince
Oloferne (Gdt 13,18; 15,9-10):
Lc 1,42 Elisabetta 42 Benedetta tu fra le donne...
Gdc 5,24 Giaele 24 Sia benedetta fra le donne Giaele… benedetta fra le
donne della tenda!
Gdt 13,18 Giuditta 18 Benedetta sei tu, fglia, davanti al Dio altissimo più di
tutte le donne che vivono sulla terra.
Gdt 15,9-10 Giuditta 9-10 Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifco vanto
d’Israele, tu splendido onore della nostra gente.
Compiendo tutto questo con la tua mano, hai operato
per Israele nobili cose; di esse Dio si è compiaciuto.
Sii per sempre benedetta dal Signore onnipotente.
Non si tratta più di una vittoria di guerra, perché Maria è il simbolo della vittoria
contro il Male che insidia il popolo di Dio (Ap 11,19-12,4). Ella inaugura l’èra messianica
che porterà la sconftta defnitiva del peccato e del male.
Sulla soglia del Natale, la Chiesa ci invita a guardare a Maria come modello di
donna fduciosa e credente, che non andò in giro a fare shopping, ma si dedicò a
servire una donna anziana e partoriente che era nel bisogno. Noi credenti oggi
3 In Israele fno al 12° anno ogni individuo è sotto la tutela genitoriale, ma all’inizio del
13° anno, egli diventa maggiorenne e quindi responsabile davanti alla comunità e a Dio: si
può sposare e deve osservare la Toràh. Nel rito della Bar-mitzvà al nuovo adulto vestito a
festa viene consegnato il rotolo del libro perché egli diventa «fglio del comandamento»
ed è accompagnato dal gesto del padre che, tenendo la mano destra sulla spalla destra del
fglio, pronuncia queste parole: Ti ringrazio, o Signore, perché da oggi mi togli la responsabilità
di educare questo tuo fglio.
siamo di scandalo: di fronte ad un mondo che sperpera e scialacqua sappiamo
solo adeguarci e non siamo in grado di contestarne la mentalità consumistica non
partecipando allo scempio del superfuo che si fa ostentazione di falsi sentimenti
e fnta generosità. Quando ad un regalo corrisponde un altro regalo secondo il
principio che bisogna ricambiare perché lo vuole il galateo di Natale, abbiamo
perduto il bene più prezioso che il Natale porta in sé: la gratuità. Non ci resta che
una strada obbligata: lasciarci prendere per mano dal Dio che si fa uomo ed entrare
con lui nel mistero della nascita di Gesù, che nella pittura bizantina ha sempre
la culla a forma di sepolcro, perché quel Bimbo che oggi nasce è già in cammino
verso la Croce, per farsi cireneo di tutte le sofferenze del mondo. Entrare nel
mistero dell’incarnazione signifca visitare non più Elisabetta, ma tutti i poveri e le
povere che aspettano nel mondo: affamati, assetati, carcerati, forestieri, senza dignità,
senza salute, senza amore, senza innocenza perché usati e venduti e uccisi
da quel mondo che ha smarrito la via della stessa esistenza. Oggi dobbiamo scegliere
tra la faba e il mistero. O il Bambino è una favola per fare ancora più soldi
o è l’inizio del giudizio fnale che ci chiederà conto dell’intera umanità che ci è affdata.
Non abbiamo paura, entriamo con Maria e Giuseppe nella grotta della verità,
nel pozzo profondo della nostra coscienza per sapere chi siamo e con chi vogliamo
stare. Possa la Parola che è il Pane della vita darci il sapore di Dio e il gusto
di noi stessi, immagine e somiglianza sua.
Natale 2009: DIO in-con-tra NOI
Venite, fedeli, lieti ed esultanti!
Venite, venite a Betlemme:
Nasce per noi Cristo salvatore.
Venite, adoriamo. Venite, adoriamo.
Venite adoriamo, il Signore Gesù!
Venite, fedeli, l’Angelo ci invita,
seguiamo i pastori a Betlemme:
Nasce per noi Cristo salvatore.
Venite, adoriamo. Venite, adoriamo.
Venite adoriamo, il Signore Gesù!
Siamo arrivati, con Geremia, con il Battista, con Paolo, con Elisabetta e con Maria davanti a Gesù, Dio in-con-tra noi.
1. Gesù, Dio IN noi
Non un ufo, un ET: è un uomo, nato bambino come tutti noi, che è prima di tutto Figlio di Dio!
Dio Padre lo ha fatto nascere da Maria, come tutti noi nasciamo dalla nostra mamma, perché tutti gli esseri umani possano diventare figli di Dio.
Così ha scritto san Paolo ai cristiani della Galazia: “Quando Dio considerò che i tempi fossero giunti a pienezza, mandò il proprio Figlio a nascere da una donna per riscattare una moltitudine di figli”.
Essere figli di Dio, rinati nel Battesimo, vuol dire che abbiamo la vita di Dio in noi, una vita che non finisce mai.
Preghiamo: Vieni, Gesù, nei nostri cuori!
Cantiamo:
1. Dio si è fatto come noi, per farci come Lui.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
2. Viene dal grembo di una donna, la vergine Maria.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
3. Egli era un uomo come noi e ci ha chiamato amici.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
2. Gesù, Dio CON noi
In questo modo Dio è sempre con noi, non dipende più dai nostri desideri, dal nostro bisogno di Lui. Gesù, dopo la sua risurrezione, ha salutato così i suoi discepoli: “Io sono CON voi, tutti i giorni, per sempre, fino alla fine del tempo”.
E’ una decisione irrevocabile, di restare con noi e di non lasciarci mai soli.
A noi il compito di scoprire dove “nasconde” la sua presenza.
Per aiutarci in questa ricerca abbiamo un “navigatore soprannaturale”: lo Spirito stesso che tiene uniti Gesù e il Padre ci aiuta a leggere la mappa della nostra vita, delle nostre esperienze con la Parola della Bibbia.
Preghiamo: Vieni, Gesù, sei Dio-con-noi!
Cantiamo:
Il Figlio di Dio, Re dell’universo
si è fatto bambino a Betlemme:
Nasce per noi Cristo salvatore.
Venite, adoriamo. Venite, adoriamo.
Venite adoriamo, il Signore Gesù!
“Sia gloria nei cieli, pace sulla terra”
un angelo annuncia a Betlemme:
Nasce per noi Cristo salvatore.
Venite, adoriamo. Venite, adoriamo.
Venite adoriamo, il Signore Gesù!
3. Gesù, Dio TRA noi
Così possiamo scoprire in quanti modi Gesù è presente in mezzo a noi: in noi stessi, negli altri, nel povero, nel prete, nella Parola, nell’Eucaristia…, NELLA COMUNITA’ RIUNITA.
Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Dove sono due o più riuniti nel mio amore, io sono presente TRA loro”.
Abbiamo questo “dono natalizio”: Gesù è presente tra noi se ci vogliamo bene e quando siamo riuniti nel suo amore: in casa, in chiesa, a scuola… al catechismo, mentre giochiamo!
Preghiamo: Vieni, Gesù, in mezzo a noi!
Cantiamo:
1. Egli ci ha dato la sua vita, insieme a questo Pane.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
2. Noi che crediamo nel suo amore, saremo sempre amici.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
3. Vieni, Signore, in mezzo a noi: resta con noi per sempre.
Rit. Vieni, Gesù, resta con noi, resta con noi!
4. Ogni gruppo presenta il suo “dono” a Gesù che si è fatto uomo per donarsi a noi.
5. Il gruppo Nazareth vuole darci un messaggio natalizio… dal dono di Gesù vengono tutti gli altri doni: la gioia, la pace, la giustizia…
6. Oggi scade il tempo per consegnare i moduli per partecipare al 2° Concorso – Presepe artigianale in casa – Treglio: “Inseguendo la stella”.
Canto:
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
sulla terra com’è nei cieli.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
gioia nei nostri occhi, nei cuori.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
luce limpida nei pensieri.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
una casa per tutti.
“Pace a voi”: sia il tuo dono visibile.
“Pace a voi”: la tua eredità.
“Pace a voi”: come un canto all’unisono
che sale dalle nostre città.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
sulla terra com’è nei cieli.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
gioia nei nostri occhi, nei cuori.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
luce limpida nei pensieri.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
una casa per tutti.
“Pace a voi”: sia un’impronta nei secoli.
“Pace a voi”: segno d’unità.
“Pace a voi”: sia l’abbraccio tra i popoli,
la tua promessa all’umanità.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
sulla terra com’è nei cieli.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
gioia nei nostri occhi, nei cuori.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
luce limpida nei pensieri.
“Pace sia, pace a voi”:
la tua pace sarà
una casa per tutti.
CELEBRAZIONI NATALIZIE 2009-2010
Giovedì 24 ore 17.00: Matrimonio a San Giorgio
ore 23.00: S. Messa nella santa Notte
Venerdì 25 ore 9.00: S. Messa a San Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le e Battesimo di Loris Di Ciano
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Santa Famiglia
Sabato 26 ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Domenica 27 ore 9.00: S. Messa a San Giorgio
ore 11.00: Matrimonio di Rita Della Guardia e Maurizio Carosella
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Lunedì 28 – Giovedì 31: p. Roberto è in famiglia (non si svolgono celebrazioni)
Giovedì 31 ore 18.00: S. Messa in Cattedrale a Lanciano, presiede il Vescovo e Te Deum
NUOVO ANNO 2010
1 Gennaio: Maria, Madre di Dio - Giornata Mondiale per la Pace
“Se vuoi coltivare la PACE, custodisci il CREATO”.
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Domenica di Natale
Sabato 2 ore 18.30: S. Messa in parrocchia
ore 21.00: Preghiera comunitaria mensile in casa Bianco
Domenica 3 ore 9.00: S. Messa in S. Giorgio
ore 11.00: S. Messa in parrocchia
Lunedì 4 ore 21.00: S. Messa a Paglieroni
Manifestazione del Signore - Epifania
Martedì 5 ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Mercoledì 6 ore 9.00: S. Messa in S. Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le – Presentazione Gruppo Nazaret
Giovedì 7 ore 18.30 S. Messa in chiesa p.le
Battesimo del Signore
Sabato 9 ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Domenica 10 ore 9.00: S. Messa in S. Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le – Memoria dei Battesimi 2009
Promesse battesimali del Gruppo Giordano
LUNEDI’ 11 RIPRENDE IL CATECHISMO DEI GRUPPI DI INIZIAZIONE CRISTIANA
MERCOLEDI’ 13, ORE 21.00, NEL SALONE DEI CONVEGNI: CATECHESI DEGLI ADULTI
“Una comunità in cammino seguendo Gesù con il vangelo di Luca”.
La Novena di Natale
21 dicembre:
O Oriente, splendore della luce eterna, tu che sei il Sole di giustizia, vieni a illuminare chi giace nelle tenebre.
Cantico 2,8-14; Sofonìa 3,14-18a
Salmo 32,2-3.11-12.20-21; Luca 1,39-45
22 dicembre:
O Re delle genti, atteso da tutti i popoli, tu che sei la pietra angolare riuniscili tutti in uno solo, vieni a salvare l’uomo che hai plasmato dalla terra.
1Samuele 1,24-28; 1Sam. 2,1.4-8
Luca 1,46-55
23 dicembre:
O Emmanuele, Dio-con-noi, Parola eterna, tu che sei la speranza e la salvezza dei popoli, vieni presto, Signore nostro Dio.
Malachìa 3,1-14. 23-24; Salmo 24
Luca 1,57-66
La Luce di Betlemme fino a noi!
Dal 1986 un bambino attinge una fiamma dalla quella luce perenne e gli Scuots austriaci la portano a Linz.
Da qui la “Luce della Pace” viene irraggiata in tutta l’Europa, tramite una staffetta degli Scuots che la portano in treno in tutte le capitali, consegnandola, ad ogni stazione, agli Scuots locali. Così arriva in tutte le comunità la “Luce di Betlemme”. Anche da noi la portano gli Scuots di San Vito Ch., da Pescara.
Ognuno potrà attingerla dalla lampada che sarà sull’altare e potrà portarla nella propria casa: sarà come se ciascuno l’avesse accesa personalmente dalla chiesa di Betlemme, dove è nato Gesù.
La luce della lampada arderà poi davanti al nostro presepe in chiesa.
Oggi benediciamo le statue del Bambino Gesù che ognuno di noi poi deporrà nel presepe allestito nella propria casa.
Agenda Nataliza: 21 - 31 dicembre 2009
Agenda NATALIZIA
21 - 31 Dicembre 2009
* * *
OGGI ore 16.30: Battesimo di
Adriano Codagnone
* * *
Lunedì 21, ore 19.00: S. Messa a Paglieroni
Martedì 22
ore 15.30: Penitenziale per i Gruppi:
Cenacolo - Cafarnao - Emmaus 1 e 2
ore 18.00: “Giubileo Celestiniano”
S. Messa in cattedrale a Lanciano
Mercoledì 23 - “La Squilla”
ore 21.00: Condividiamo la Parola
Giovedì 24
Natale del Signore
ore 17.00: Matrimonio a San Giorgio
ore 23.00: S. Messa della Notte
Venerdì 25
ore 9.00: S. Messa in San Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
Battesimo di Loris di Ciano
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Sabato 26
Festa della S. Famiglia di N.
ore 18.30: S. Messa in chiesa p-le
Domenica 27
ore 9.00: S. Messa in San Giorgio
ore 11.00: Matrimonio di
Rita Della Guardia e Maurizio Carosella
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
* * *
P. Roberto sarà in famiglia a Milano
dalla sera del 27 fino all’1 mattina:
non si svolgeranno celebrazioni.
* * *
Giovedì 31
ore 18.00: in Cattedrale a Lanciano
S .Messa e Te Deum con il Vescovo
Venerdì 1 Gennaio 2010
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Andiamo incontro a Gesù…...è Dio-con-noi. RINGRAZIAMO!
Ho appeso un cartello all’uscio del mio cuore:
affittasi
Un giorno Dio ha bussato in cerca di un abitazione per suo Figlio.
- Do in affitto a un prezzo basso – dico io.
Non voglio prendere in affitto, intendo comprare – dice Dio.
- Questa storia l’ho già sentita; da quel che si dice in giro
ci stai provando con tutti.
- Non so ancora se venderò, ma puoi entrare a dare un’occhiata.
Si, certo – dice Dio.
- Potrei cederti una o due stanze…
Mi piacciono – dice Dio. Prenderò le due stanze.
Un giorno forse ti deciderai a darmene altre. Posso aspettare.
- Vorrei darti di più, ma è un po’ difficile.
- Ho bisogno di un certo spazio per me.
Capisco – dice Dio – comunque aspetterò. Mi piace questa casa.
- Beh, forse posso cederti un’altra stanza,
in fin dei conti non è che ne abbia poi tanto bisogno per me.
Grazie – dice Dio – non ti butterei certo in mezzo alla strada.
La tua casa sarebbe la mia casa e ci abiterebbe mio figlio.
E tu avresti più spazio di quanto
non ne abbia mai avuto prima.
- Non ci capisco niente.
Lo so – dice Dio – ma non te lo posso spiegare.
Dovrai capirlo da te.
E questo capiterà solo se gli darai tutta la casa.
- È un po’ rischioso – dico io.
Si – dice Dio- ma provaci con me.
- Non so proprio… Ci penserò e poi ti dirò qualcosa.
Posso aspettare – dice Dio – mi piace questa casa.
Una Comunità che celebra:Liturgia domenicale - 20 dicembre 2009 - IV Domenica di Avvento C
Accogliamo la luce che viene da Betlemme:
arda anche qui come segno della presenza
di Gesù in mezzo a noi.
Invocazione Penitenziale
Vieni, Signore Gesù, a visitare il tuo
popolo nella pace e abbi pietà di noi:
Signore, pietà!
Vieni, Cristo Signore, a capovolgere
le sorti dell’intera umanità:
Cristo, pietà!
Vieni, nostro Salvatore, a compiere
ogni promessa di salvezza:
Signore, pietà!
Preghiera dell’Assemblea
+ O Padre, che hai scelto un’umile ragazza, figlia di Israele, per farne la tua dimora in mezzo a noi, donaci fiducia per aderire alla tua volontà come fece il tuo Figlio, venuto nel mondo per servire. E insieme a Maria ti canteremo, con tutta l’umanità, un perenne inno di lode.
Per il nostro Signore… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del profeta Michèa
5,1-4a
Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi
di Giuda, da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore
in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli
ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza
del Signore, con la maestà del nome
del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino
agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la Pace!».
Parola di Dio.
Salmo responsoriale - 79 (80)
R./ Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
[Eccomi… si compia in me la tua volontà.]
1. Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci.
2. Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
3. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Dalla lettera agli Ebrei 10,5-10
Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto
né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del Libro -
per fare, o Dio, la tua volontà (Salmo 40,7)
Dopo aver detto:
Tu non hai voluto
e non hai gradito né sacrifici né offerte,
né olocausti né sacrifici per il peccato,
(1Samuele 15,22) che vengono offerti
secondo la Legge, soggiunge:
Ecco, io vengo per fare la tua volontà.
Così egli abolisce il primo sacrificio
per costituire quello nuovo.
Mediante quella volontà siamo stati
santificati per mezzo dell’offerta
del corpo di Gesù Cristo,
una volta per sempre.
Parola di Dio.
Alleluja, alleluja!
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua Parola. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria,
il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore
le ha detto».
Parola del Signore!
Professione di Fede-Simbolo degli Apostoli
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
La Parola si fa Preghiera
+ A Dio Padre, nostro Salvatore, che opera grandi cose nella nostra vita, cantiamo con Maria:
R./Magnificat... anima mea Dominum!
Tu, che disperdi i pensieri dei superbi, donaci pensieri di pace.
Tu, rovesci i potenti dai troni,
donaci di essere una chiesa umile.
Tu, che innalzi gli umili, fa’ che
non ci vergogniamo di chi siamo.
Tu, che sazi gli affamati, aiutaci
a non sprecare quello che abbiamo.
Tu, che svuoti le tasche dei ricchi,
fa’ che non trascuriamo nessun povero.
Tu, che sempre usi misericordia,
aiutaci a perdonare i torti ricevuti.
Tu, che realizzi ogni tua promessa,
facci sinceri difensori della verità.
[Intenzioni proposte dai gruppi di I.C.]
Dalla Parola all’Eucaristia
+ Ti ringraziamo, Padre che ancora vieni a visitare la nostra terra nel tuo Figlio Gesù. In Lui tutte le tue promesse si sono realizzate e con Maria possiamo anche noi cantare la nostra esultanza e il nostro ringraziamento.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!
Preghiera Eucaristica - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Prendete, e bevetene… di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Mistero della fede!
- Annunciamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua Risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
+ E ora siamo qui… della nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Gesù è morto… né dolore.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Padre buono… il popolo cristiano.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Ricòrdati... la luce del tuo volto.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ … canteremo la tua gloria: [mani alzate]
+ Per Cristo, con Cristo e in Cristo… Amen!
Alla Comunione
Beata sei tu, vergine Maria,
perché hai creduto al compimento
delle parole del Signore.
domenica 13 dicembre 2009
Le lectio del prete Carmine Miccoli
Luca 3, 10-18
Il vangelo di oggi nella versione di Lc si limita a riportare i temi comuni agli altri due sinottici, Mc e Mt, e nello stesso tempo pone qualche problema di lettura. Egli scrive un vangelo non cronologico e lui stesso afferma di avere fatto delle ricerche dal momento che riporta notizie e fatti sconosciuti agli altri autori. Lc raccoglie tradizioni diverse e molte sono in comune con Mt e Mc. Quando possiede tutto il materiale lo riordina secondo un suo schema catechistico, probabilmente in uso nelle comunità da lui frequentate. Al tempo di Lc (seconda metà avanzata del sec. I d. C.) non interessava la questione del Gesù «storico», perché l’interesse delle comunità, degli apostoli e dei predicatori era suscitare la «fede» in lui, uomo ebreo che essi conobbero, con cui vissero e che credono «Figlio di Dio».
Lc usa lo schema del viaggio: ordina tutto il materiale trovato, distribuendolo lungo non solo ipotetico viaggio che Gesù avrebbe compiuto dal nord al sud, dalla Galilea alla Giudea, da Nàzaret-Cafarnao a Gerusalemme. Lungo il cammino Gesù insegna agli apostoli e a quelli che incontra; opera, compie azioni, mentre il suo passo e il suo volto sono indirizzati con determinazione alla città di Dio dove si compierà il ministero per cui è venuto: la morte e la risurrezione (cf Lc 9,51).
Questo viaggio è preceduto in tutti e tre i Sinottici (segno di una tradizione comune) dalla fgura di Giovanni Battista che è presentato come il battistrada, il recursore. Il vangelo di oggi parte da qui. Nella sua ossatura esteriore il brano è parte della sezione che comprende Lc 3,1-20 che riporta la triplice consegna etica di Giovanni a tre categorie di persone: folla, pubblicani e soldati (Lc 3, 10-14); segue l’attesa del popolo che scambia Giovanni con il Cristo (Lc 3,15), a cui simmetricamente corrisponde l’opposizione di Giovanni che annuncia il «vero» Cristo (Lc 3,16-17) e infne un sommario sul contenuto della predicazione di Giovanni che evangelizza il popolo (Lc 3,18).
Il rituale dell’abluzione era molto diffuso in Israele. Ogni abitazione aveva una vasca di acqua per la purifcazione dalle impurità per chi veniva dall’esterno o dal mercato (cf Mc 7,3-4). Al tempo di Gesù l’attesa messianica era così frenetica che tutti erano attenti ad ogni piccolo segno che potesse indicare l’arrivo del Messia.
La predicazione di Giovanni il Battezzante sulle rive del Giordano, nei pressi del Mar Morto e di Qumran, dove viveva la comunità degli Esseni, ebbe un grande seguito perché le folle videro in lui o il Messia (Lc 3,15; Gv 1,19-23; Mc 8,28) o un profeta (Mt 21,26; Mc 11,32; Lc 20,6; cf Mt 11,9; Lc 7,26). L’invito alla conversione riapriva il tempo di Dio che tornava a inviare i suoi profeti. Il popolo capiva che era fnito il castigo della siccità della Parola e trovava la «profezia» (cf Am 8,11).
Insegna la tradizione giudaica che quando Dio vuole punire l’umanità, chiude a chiave le acque superiori e manda la siccità sulla terra (Gb 12,15; Ag 1,10; cf Sal 148,4). Quando invece vuole benedire, toglie il chiavistello dalle cateratte e manda la pioggia. La pioggia nella tradizione è diventata simbolo dello Spirito Santo che scende sulla terra come profezia, come Shekinàh/Presenza. Il battesimo di Giovanni dato nell’acqua corrente signifca che è fnita la siccità della profezia e della Parola ed è tornata l’abbondanza dello Spirito di Dio che manda sulla terra la rugiada e la pioggia della Parola di Dio (Dt 32,2) che ci educa al «vangelo della vigilanza» per accogliere la Shekinàh/Presenza (Is 63, 19).
Il brano di oggi riporta tre categorie di persone che si avvicinano a Giovanni con la stessa domanda: «Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10.12.14), dichiarando così la disponibilità ad accogliere la novità. Le folle (Lc 3,10), i pubblicani (Lc 3,13) e i soldati (Lc 3,14), oggi diremmo le masse di disperati, percepiscono l’arrivo di eventi straordinari e vogliono partecipare da protagonisti. È logico che chiedano cosa debbano fare in un contesto socio-religioso orientale, dove tutto è deciso dalle autorità che resta sempre e comunque indiscussa e indiscutibile. Le folle sono anonime per defnizione; i pubblicani Giudei sono collaborazionisti dei Romani, invasori da cui hanno avuto l’appalto delle tasse e sono considerati ladri di professione ed evitati come i pagani; i soldati sono violenti che si offrono a chi li paga di più e sono considerati immondi per la violenza e i soprusi che operano. La domanda ripetuta tre volte apparteneva allo schema catecumenale della formazione cristiana (cf At 2,37; 16,30; 22,10; Lc 18,18) e con essa il candidato esprimeva la sua volontà di entrare nella novità di vita del discepolo di Cristo. Alle tre categorie Giovanni non chiede di cambiare vita, ma offre l’inizio di un percorso, la prospettiva da cui partire: la condivisione dei beni materiali come condizione di libertà interiore (Lc 3,11); la giustizia senza frode che signifca semplicemente non rubare
(Lc 3,13) e infne il rispetto degli altri e il rifuto di arricchirsi ingiustamente
a danno dei poveri (Lc 3,14). Convertirsi è cominciare a mettere ordine nella propria vita per muovere i primi passi verso un disegno globale della propria esistenza. La fgura di Giovanni il Battezzante è un grande fgura di terapeuta perché induce le persone a fare scelte adeguate, lasciando alla responsabilità individuale la prosecuzione del rinnovamento che avrà bisogno di altre prospettive e di altri sostegni. Non fa piazza pulita di ciò che esiste. La folla resta folla, i pubblicani esecrati restano pubblicani e i soldati non smettono di fare i soldati, ma a ciascuno dà una indicazione adeguata al proprio stile di vita e commisurata alla propria esperienza. Quando Dio ci chiede la conversione non sempre ci fa cadere di colpo
come Paolo di Tarso sulla via di Damasco (At 9,3-6), ma spesso si adegua al nostro passo e, munito di pazienza, cammina con noi fno a quando non si fa sera (cf Lc 24,15.29) perché convertirsi non è cambiare di punto in bianco, ma abituarsi al cambiamento ed educarsi al mutamento degli stili di vita. Non spetta a Giovanni dire «come» deve cambiare vita chi pone la domanda del «che cosa devo fare?». Giovanni offre la direzione di senso, spetterà poi a loro decidere il modo del cambiamento, quando incontreranno il Cristo. L’evangelista Lc ci mette su questo avviso perché nel descrivere il battesimo di Giovanni, usa il presente indicativo, mentre per annunciare il battesimo di Gesù usa il verbo al futuro, come a sottolineare una distanza tra i due battesimi: «io battezzo… egli battezzerà» (Lc 3,16). Giovanni è grande perché sa prospettare il futuro, non blocca gli uditori sulla sua persona, ma li proietta oltre se stesso, oltre il presente, verso l’incognita del futuro. È il compito dell’educatore autentico: presenta la propria esperienza come trampolino per una nuova conquista, una nuova avventura di vita e di amore. Le richieste di Giovanni sono molto lontane dalle esigenze richieste dal discorso della montagna, eppure, per cominciare ad intraprendere la via del Regno è suffciente mettere in discussione la struttura del proprio «io» per rimodellarla alla luce della prospettiva del Regno. La vera penitenza è prendere coscienza della propria personalità e indirizzarla all’incontro col Signore che viene e viene ad incontrare. Giovanni battezzante ha consapevolezza della verità:
egli non si appropria di identità che non possiede: la folla si chiede se non sia il Cristo (Lc 3,15) e già in fase di dubbio, egli non distorce la ricerca, ma la riporta sulla direzione giusta fno al punto di fare un passo indietro per mettere in risalto che colui che viene dopo, il solo a cui spetta di pulire l’aia col ventilabro del giudizio e della pace (Lc 3,16-17).
Giovanni contrappone il suo battesimo «con acqua» al battesimo «in Spirito Santo e fuoco» di «uno più forte di me» (Lc 3,16) che è il residuo di una controversi tra i discepoli di Giovanni il battezzante e i discepoli di Gesù. Noi sappiamo che il gruppo dei «giovanniti» e quello cristiano convissero assieme su posizioni opposte per lungo tempo fno all’ostracismo reciproco. I discepoli del Precursore ritenevano non superato il battesimo del loro maestro, mentre i cristiani predicavano la provvisorietà di Giovanni di fronte a Gesù. I vangeli sono pieni di allusioni a riguardo.
Lo stesso Lc nei «vangeli dell’infanzia» presenta Giovanni e Gesù in due
«dittici» paralleli, ma inversamente proporzionali: il quadro di Giovanni è funzionale a quello di Gesù e la stesa struttura letteraria è più breve nel racconto del Precursore e più ampia in quella di Gesù. L’espressione «Spirito Santo e fuoco» di Lc 3,16, nel contesto apocalittico del tempo indica che è giunto il tempo del giudizio delle nazioni del mondo: chi si farà battezzare con l’acqua di penitenza sarà preservato dalla condanna fnale (Ez 9,4-11; Ap 7,3; 9,4). In greco la parola pnèuma è neutro e traduce l’ebraico femminile ruàch, che signifca sia «spirito» che «vento
». Poiché Giovanni parla di pala e aia (Lc 3,17), è probabile che abbia detto
«battesimo nel vento e nel fuoco», ispirandosi a Is 41,16 che parla di Dio come «ventilatore» d’Israele1. Giovanni non può non ricorrere al bagaglio delle sue conoscenze scritturistiche che presentano il giudizio come una tempesta di fuoco
perché ci troviamo in un ambito religioso e morale (cf Mt 3,12).
che brucia tutto ciò che è scoria e impurità (cf Is 29,5-6; 30,27-28; 33,11-14;
66,15; At 1,14, ecc.). Chi non riceverà il battesimo di acqua, cioè non si convertirà, sarà immerso nel battesimo di fuoco, cioè brucerà per sempre. L’acqua indica la salvezza, il fuoco la condanna. Modifcando il vocabolario (vento con spirito), Lc contrappone il battesimo di Giovanni a quello cristiano (At 19,1-7), facendo di Giovanni non il Battezzatore, ma il Precursore del battesimo cristiano: Giovanni è la «fgura», Gesù è la «realtà». Nel vangelo di Giovanni (Gv 1,19-36) questo processo è compiuto: l’autore, infatti, sottolinea ormai che il Battista battezzava solo con acqua (Gv 1,26b.31.33).
L’espressione «sciogliere il legaccio dei sandali» (Lc 3,16)2 è un’espressione che appartiene al diritto matrimoniale e specifcamente al diritto del levirato, cioè di riscatto della vedova. Il signifcato dei sandali da sciogliere però può avere altre spiegazioni, senza escludere l’interpretazione del servo che si umilia. Nella Scrittura nulla è casuale e ogni minima differenza deve essere annotata e possibilmente spiegata. Se non si riesce a spiegare, bisogna dire umilmente: per ora non abbiamo
elementi e conoscenze suffcienti per spiegare questo testo e questa discordanza.
Se il tema del sandalo è comune a tutti e quattro i vangeli, ci dobbiamo interrogare sul motivo delle differenze. Le uguaglianze si spiegano facilmente (per es. con la dipendenza dalla stessa fonte), le differenze no, perché possono dipendere non solo da fonti diverse, ma da prospettive teologiche proprie dei singoli evangelisti.
Il rimando al sandalo richiama il rito di penitenza-conversione che signifca andare scalzi e senza sandali, che è più visibile in Mt che usa l’espressione: «non sono degno di portare i sandali (hypodèmata)» (Lc 3,11). Lc, al contrario parla di «sciogliere il legaccio dei sandali» (Lc 3,16), usando quasi lo stesso linguaggio di Giovanni (Gv 1,27). Dai testi riportati nella nota3 si rileva che non portare i sandali, ma andare scalzo, fa parte di un rito di penitenza, rito che a somiglianza di Davide e di Michea,
Giovanni Battista ha forse imposto ai suoi come segno distintivo in attesa
dell’arrivo del Messia che avrebbe comportato la conversione di tutto il popolo.
Con questa espressione si vuole dire che Giovanni il Battista non è in grado di imporre al Messia alcun rito di penitenza e tanto meno di conversione, dal momento che Lui è «l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29) e perché è «Colui che viene dopo di me era prima di me» (Gv 1,15). L’accenno al 2 Il tema del sandalo da sciogliere è comune sia alla tradizione sinottica (Mt 3,11; Mc 1,7; Lc 3,16; At 13,24-25) sia alla tradizione giovannea (Gv 1,30), dove probabilmente è un’aggiunta
posteriore. Questa unanimità è segno che dell’importanza attribuita dalla comunità primitiva al tema. Nei Sinottici l’espressione sul «sandalo» è preceduta dall’altra affermazione:
«Ma colui che viene dopo di me è più forte di me» (Mt 3,11) che esprime non un signifcato locale o temporale di un prima e di un poi, ma la dinamica complessa del discepolo che viene dietro al maestro e lo supera che dovrebbe essere il compito specifco di ogni educatore: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30; cf Talmud, Pirqè ‘Avot [Massime
dei Padri] 2,8).
3. Mt parlando di «portare i sandali» fa riferimento probabilmente ai seguenti testi: 2Sam 15,30; Mic 1,8; Ez 24,17.23.
«sandalo» potrebbe anche essere un richiamo al diritto matrimoniale che
prevede il gesto simbolico compiuto da un uomo quando rinuncia al suo diritto di levirato in base a Dt 25,5-10 che stabilisce la procedura in caso di vedovanza di una donna, moglie di un marito che abbia fratelli. Per comprendere il signifcato del testo di Dt e della sua applicazione più famosa, nel libro di Rut, bisogna fare riferimento alla lettura targumica che veniva fatta nella sinagoga4. Il Targum di Rt 3,12 traduce così: «Ora è vero che io ho il diritto di riscatto; ma ce n’è uno che è più degno di me» e rimanda istintivamente alla fgura di Giovanni in Lc 3,16. Nella stessa logica di Dt 25,5-10, in Rt 4,5-8 si aggiunge anche l’idea che sciogliere il sandalo è segno di riscatto. È lo stesso Giovanni ci dà l’indicazione che il senso
matrimoniale sia la pista giusta
agli anziani per imporgli la rinuncia al suo diritto coniugale sull’umanità,
sottomettendolo al rito dello scioglimento del legaccio del sandalo. «Non sono degno di sciogliere la fbbia del sandalo» signifca: io non sono il Messia, lo sposo atteso e non mi contrappongo a lui, perché io sono solo «una voce che grida» e anticipa il vero battesimo: quello in Spirito Santo e fuoco» con cui lo sposo-Gesù accoglierà Israele e la Chiesa come sua sposa. Nell’uno e nell’altro caso, Giovanni riconosce al Messia il diritto della primogenitura. Straordinaria fgura, Giovanni il Battezzante che non perde mai il contatto con se stesso e non va fuori della linea
maestra della sua vita e della sua ricerca. Egli ha coscienza di essere chi è e ciò gli asta. Fino in fondo. Fino ad assaporare la vita nella morte. Fino ad andare incontro alla morte come dovere della vita.
sabato 12 dicembre 2009
Agenda Natalizia: 14 - 25 Dicembre 2009
Agenda NATALIZIA
14 - 25 Dicembre 2009
* * *
Oggi 15.30, nella curia di Lanciano,
incontro di formazione per coppie:
“la sessualità’ nel rapporto
tra coniugi”.
- animazione per i bambini -
* * *
Lunedì 14, ore 21.00: S. Messa a Paglieroni
Martedì 15, ore 18.30: S. Messa a S. Giorgio
P. Roberto è in famiglia dal 16 al 18
Venerdì 18
2° Giorno della Novena di Natale
ore 18.30 e ore 21.00:
Penitenziale e Confessioni
Sabato 19
3° Giorno della Novena di Natale
ore 15.30: Celebrazione natalizia
per i Gruppi di Iniziazione Cristiana
Quarta Domenica di Avvento C
raccolta generi alimentari per caritas
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
ore 19.15: Concerto natalizio
del Coro “Centro Anziani” di Treglio
Domenica 20
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
Lunedì 21, ore 19.00: S. Messa a Paglieroni
Martedì 22
ore 16.00: Penitenziale per i Gruppi:
Cenacolo - Cafàrnao - Emmaus 1 e 2
ore 18.00: Giubileo Celestiniano
in cattedrale a Lanciano
Mercoledì 23 - “La Squilla”
ore 21.00: Condividiamo la Parola
Giovedì 24
Natale del Signore
ore 23.00: S. Messa della Notte
Venerdì 25
ore 9.00: S. Messa in San Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
Battesimo di Loris di Ciano
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
La Novena di Natale
LA NOVENA DEL NATALE
17 dicembre:
Genesi 49,2.8-10
Salmo 71,1-4.7-8.17; Matteo 1,1-17
18 dicembre:
Geremia 23,5-8; Salmo 71,1...19;
Matteo 1,18-24
19 dicembre:
Giudici 13,2-7.24-25a;
Salmo 70,3-6.16-17; Luca 1,5-25
20 dicembre:
[Letture della 4a Domenica di Avvento/C]
La Parola della Settimana
La Parola: PANE di ogni GIORNO
Proponiamo le Letture del Lezionario feriale
Lunedì: Numeri 24,2-7.15-17b; Matteo 21,23-27
Martedì: Sofonìa 3,1-2.9-13; Matteo 21,28-32
In sintonia con l’annuncio domenicale i testi biblici sono più espliciti nell’annuncio della venuta - nascita del Messia invocata dai profeti sulle tracce più antiche di Israele.
La sua venuta è sempre attuale anche e quindi oltre l’incredulità. Già il Battista ne evidenzia la presenza e l’urgenza. Solo da poveri è possibile accorgersene e invocarlo: con Gesù, il regno di Dio è in mezzo a noi!
Una Comunità che celebra: III Domenica di Avvento/C "della gioia" - 13 dicembre 2009
Accensione III Cero d’Avvento
Paolo, apostolo di Gesù
ci esorta alla gioia
che sperimentiamo
quando siamo benevoli
con gli altri.
Invocazione Penitenziale
Vieni, Signore Gesù, e liberaci dal male!
Signore pietà!
Vieni, Cristo risorto, e donaci la gioia!
Cristo pietà!
Vieni, Dio-con-noi, e purificaci con il fuoco dello Spirito!
Signore pietà!
Preghiera dell’Assemblea
+ Padre, fonte della vita e della gioia: rinnovaci con la potenza del tuo Spirito perché corriamo sulla via del Vangelo e portiamo a tutti la lieta notizia di Gesù nostro Salvatore, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito santo, oggi e per sempre. Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del profeta Sofonìa
3,14-17
Rallègrati, figlia di Sion, grida
di gioia, Israele, esulta e acclama
con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato
la tua condanna, ha disperso
il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore
in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà
a Gerusalemme: «Non temere, Sion,
non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente. Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
Parola di Dio.
Salmo responsoriale - Isaia 12,2-6
R./ Jubilate Deo, omnis terra.
Servite Domino in laetitia... Alleluja!
1. Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
2. Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore
e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
3. Cantate inni al Signore,
perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te
è il Santo d’Israele.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
4,4-7
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti.
La vostra amabilità sia nota a tutti.
Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla,
ma in ogni circostanza fate presenti
a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera
ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori
e le vostre menti in Cristo Gesù.
Parola di Dio.
Alleluja, alleluja!
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri
il lieto annuncio. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca
3, 7a [8-9]10-18
In quel tempo. Le folle che venivano per immergersi nel Giordano interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore!
Professione di Fede-Simbolo degli Apostoli
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
la Parola si fa Preghiera
+ Fratelli e sorelle, il Signore è vicino! Pur nelle angustie, rivolgiamo a Lui le nostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
R./ Visitaci, Signore, e riempici di gioia!
- Nella tua Chiesa, l’annuncio del Vangelo sia sempre fonte di fiducia e di gioia per chi è smarrito; ti preghiamo.
- Illumina gli uomini di buona volontà, per una società più giusta e solidale, che doni speranza e futuro; ti preghiamo.
- Fa’ che non ci facciamo travolgere dalla smània consumistica degli acquisti, ma doniamo attenzione e ascolto agli altri; ti preghiamo.
- Sostieni ed incoraggia i catechisti, si facciano compagni di chi, nel dubbio, ti sta cercando; ti preghiamo.
- Rinvigorìscici con la Parola e il Pane di Vita, perché viviamo nell’amore per tutti e nella comunione tra noi; ti preghiamo.
[Intenzioni proposte dai gruppi di I.C.]
Dalla Parola all’Eucaristia
+ Ti ringraziamo, Padre: la venuta del tuo Figlio è sempre più vicina. L’ascolto della sua Parola ci trasformi capaci di fare il bene con gioia, come il tuo Spirito trasformerà questo pane e vino che ti presentiamo.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!
Preghiera Eucaristica - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Prendete, e bevetene… di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Mistero della fede!
- Annunciamo la tua Morte, Signore;
proclamiamo la tua Risurrezione;
nell’attesa della tua Venuta!
+ E ora siamo qui… della nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Gesù è morto… né dolore.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Padre buono… il popolo cristiano.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ Ricòrdati... la luce del tuo volto.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto fra noi!
+ … canteremo la tua gloria: [mani alzate]
+ Per Cristo, con Cristo e in Cristo… Amen!
alla Comunione
Dite agli sfiduciati: “Coraggio,
non abbiate timore:
ecco, il nostro Dio viene a salvarci”.
sabato 5 dicembre 2009
Programmazione pastorale parrocchiale 2009 - 2010
2008-2009: Annunciamo la Speranza
I - La comunità cristiana e l’educazione: CEI 2009
Cresce l’appello di “domanda educativa” da parte della famiglia, della scuola, della società… espressa in modo particolare da papa Benedetto XVI come “urgenza” e raccolta dai vescovi italiani come una “sfida” e un’emergenza, tanto da orientare in tal senso l’impegno pastorale nel prossimo decennio 2010-2020.
La comunità parrocchiale è, e diventa, “luogo educativo”, per adulti, giovani, ragazzi, bambini… famiglie, se anzitutto risponde alla sua vocazione di essere “spazio umano e storico” (= sacramento, segno) di comunione con il Signore e con gli altri.
“Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo. Che cosa significa questo in concreto? Anche qui il discorso potrebbe farsi immediatamente operativo, ma sarebbe sbagliato assecondare simile impulso. Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità” (Giovanni Paolo II, NMI 43).
I momenti e gli strumenti che offrono formazione alla vita cristiana (catechesi, predicazione, celebrazioni, attività…) contribuiscono anche alla crescita e alla realizzazione umana delle persone se anzitutto sono espressione dello “stile educativo di Gesù” che, se da noi profondamente assimilato, diventa espressione e fonte di educazione: “Chi segue Cristo, vero uomo, diventa lui stesso più uomo” (Con. Vat. II)
Per questo anche le nostre proposte formative, nella loro modalità, stile e contenuto dovranno essere vicine alle esigenze più genuine e urgenti della nostra convivenza.
II -Catechesi degli/per/con gli adulti
1. La C.d.A. è indispensabile per il cammino ordinario della comunità cristiana. Con l’eucaristia domenicale costituisce il nucleo portante della sua stessa vitalità.
2. Essa si attua concretamente in diversi momenti nei quali gli adulti sono coinvolti ed è importante che essi siano coordinati in un progetto formativo unitario che ne determina il metodo, lo stile, gli obiettivi… in modo tale che essi ci permettano di “crescere insieme in Cristo Gesù”.
3. La predicazione domenicale, è sentita sempre più come formazione della coscienza cristiana individuale e comunitaria (attraverso un ascolto attento della parola di Dio, curando la preparazione dei lettori, dei testi e ai tempi liturgici, monizioni e introduzioni; fornendo a tutti materiale adatto per approfondire le tematiche bibliche annunciatele).
4. Essa necessita di un momento settimanale caratterizzato dalla condivisione e dalla preghiera.
5. Con un ritmo più o meno mensile saranno proposti incontri di catechesi che svilupperanno una tematica unitaria e legata alla nostra situazione attuale.
Anche la preghiera mensile è un’ulteriore occasione di crescita.
6. I genitori dei bambini e dei ragazzi dell’ I.C. hanno più possibilità degli altri.
6.1. Vanno intensificati gli incontri tra i genitori dei diversi gruppi, non solo all’inizio, in modo che, partendo dalla loro collaborazione, sia aiutarli in un loro cammino di crescita personale. Comunque il ruolo dei catechisti è determinante per un’azione formativa capillare e personalizzata.
6.2. A loro, dal mese di gennaio, possiamo proporre incontri periodici di condivisione e di auto-aiuto partendo dai quotidiani problemi educativi in famiglia.
7. Con le giovani coppie e fidanzati riprenderemo il cammino… speriamo che se aggiungano di nuovi. Occorrono persone e idee per l’animazione…
8. Rimane aperto l’orizzonte del “primo annuncio” ai “non praticanti”, vera sfida per la comunità cristiana.
III - Catechesi di Iniziazione Cristiana dei bambini e dei ragazzi
L’I.C. è ancora “un cantiere aperto”! Il P.C.P. di I.C. aggiornato al settembre 2009, testimonia il nostro continuo processo per rispondere adeguatamente alla necessaria educazione cristiana delle nostre giovani generazioni nel contesto del cammino con tutta la chiesa italiana.
Anche qui dobbiamo perseverare e approfondire curando soprattutto la formazione dei catechisti.
2009-2010: Celebriamo la Speranza
Liturgia e Preghiera
2. La liturgia, specialmente l'Eucaristia, contribuisce… a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.
6. La Chiesa mai tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare il mistero pasquale di Gesù Cristo: leggendo « in tutte le Scritture ciò che lo riguardava» (Lc 24,27), celebrando l’Eucaristia, nella quale
« vengono resi presenti la vittoria e il trionfo della sua morte » e rendendo grazie «a Dio per il suo dono ineffabile» (2 Cor 9,15) nel Cristo Gesù, «a lode della sua gloria» (Ef 1,12), per virtù dello Spirito santo.
7. Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche: nella Messa, sia nella persona del ministro, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente nella sua Parola: è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: « Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro » (Mt 18,20).
Nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
9. La sacra liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa. Infatti, prima che gli uomini possano accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e alla conversione.
10. Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia.
12. La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia.
Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, è sempre tenuto a entrare nella propria stanza per pregare il Padre in segreto; anzi, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, è tenuto a pregare incessantemente.
14. È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, « stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato » (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del Battesimo. A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della promozione della liturgia. Essa infatti è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime in tutta la loro attività pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione.
(Paragrafi della Costituzione del Concilio Vaticano II
sulla “Liturgia nella vita della Chiesa”)
1. La liturgia non può essere vissuta solo come “la messa domenicale” ma è, per la nostra comunità parrocchiale, “luogo e momento” nel quale Cristo forma la nostra comunità come popolo di Dio, attraverso la sua Parola e il dono di sé nel Pane di vita, per l’azione dello Spirito.
Celebriamo insieme una vita che continuamente ci rigenera come figlie e figli di Dio Padre, persone nuove.
* Questo ci impegna in modo speciale a curare ed a mostrare l’unitarietà tra i tre capisaldi dell’esperienza di comunità parrocchiale:
CATECHESI – LITURGIA – CARITA’.
2. In questi anni abbiamo curato la celebrazione eucaristica domenicale, non solo come momento cultuale, ma di comunione e di formazione comunitaria per ognuno, con una particolare attenzione alle famiglie e ai più piccoli.
Vogliamo che ciascuno si senta accolto in una comunità di fratelli e di sorelle, che abbia la possibilità di ascoltare, cantare, pregare… soprattutto di incontrare il Signore, maestro e pastore della nostra comunità.
* Questo ci impegna in modo particolare a curare L’ACCOGLIENZA alle celebrazioni (soprattutto quella domenicale). La redazione e la distribuzione dei SUSSIDI liturgici (foglietto domenicale e libretto dei canti). La disposizione degli AMBIENTI e degli ARREDI LITURGICI.
* Soprattutto a formare i lettori della Parola di Dio, la preparazione di chi presiede, la partecipazione dei bambini e dei ragazzi…
3. Preziosi sono per noi i tempi che da sempre la Chiesa dedica ad un cammino individuale e comunitario più intenso: Avvento e Quaresima. Gesti e simboli, ammonizioni diventano più evidenti e costituiscono i riferimenti per un itinerario che ci consenta di camminare tutti insieme, piccoli e adulti.
* E’ un’esperienza già in atto e che dà buoni frutti: l’itinerario liturgico che diventa formativo alla vita cristiana; l’unità con i momenti di catechesi degli adulti e dell’IC dei più piccoli; la maggiore consapevolezza nel celebrare il mistero di Cristo, crocifisso – risorto, nell’anno liturgico.
* Sono tempi in cui curare maggiormente la formazione alla liturgia e alla preghiera, sia comunitaria che individuale, fornendo materiale utile e adatto a ciascuno.
* Così come il richiamo al percorso penitenziale e al sacramento della riconciliazione.
4. La domenica celebriamo Cristo, crocifisso - risorto, che ci nutre della sua Parola e del suo Pane: per questo vogliamo che la sua Parola continui ad illuminarci e a guidarci lungo la settimana, fonte di vita e di comunione che si esprime anche con: - le celebrazioni eucaristiche feriali nelle contrade;
* Lunedì a Paglieroni; Martedì a San Giorgio; Sacchetti…?; Giovedì in centro;
- i momenti di adorazione, di preghiera comunitaria (anche nelle case);
* Primo Venerdì del mese; il 2 del mese in casa Bianco; le novene; la via crucis; il rosario…;
- la lettura orante della Parola domenicale;
* Comunitariamente ogni Mercoledì, alle ore 21.00 in chiesa p.le; individualmente con i testi biblici suggeriti sul foglietto domenicale;
- la preghiera di lode mattutina e serale.
* In alcune occasioni particolari viene proposta e celebrata, in modo che sia capita e utilizzata come preghiera individuale.
5. Annunciare e celebrare la morte e risurrezione del Signore ci impegna in uno stile di vita segnato dal desiderio e dall’impegno costante di rinnovamento di noi stessi, di ritorno fiducioso dal Padre, di cambiamento con la forza dello Spirito per vivere nella Riconciliazione e nel Perdono reciproco, anche attraverso il sacramento nel quale confessiamo l’amore misericordioso di Dio e i nostri “no” a Lui, agli altri e a noi stessi.
* E’ancora lungo il cammino per far acquisire ai cristiani di oggi il senso comunitario della Riconciliazione, sia come mistero del dono della salvezza che come atto salvifico personale; lo stesso vale per il senso del peccato e la consapevolezza della colpa con le sue manifestazioni e ripercussioni sociali: siamo un popolo di redenti!
* Le celebrazioni penitenziali comunitarie, nei vari periodi dell’anno, anche con la confessione individuale stanno diventando “normali”.
* Il prete è sempre a disposizione per il sacramento della confessione almeno mezz’ora prima di ogni celebrazione e per appuntamento.
* Il tempo quaresimale è il più indicato per un’opportuna catechesi (cfr. programma annuale della catechesi degli adulti).
6. La continua e progressiva azione salvifica di Cristo, morto e risorto, viene celebrata nella Chiesa attraverso i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana: Battesimo - Confermazione ed Eucaristia. Anche l’unione matrimoniale ha il suo valore sacramentale espresso nella celebrazione comunitaria, con l’eucaristia.
* Per il Battesimo si predilige la celebrazione nella liturgia domenicale quando è desiderata dalla famiglia e non ci sono controindicazioni coniugali che comprometterebbero la piena partecipazione dei genitori anche all’eucaristia. Comunque si preferisce il sabato o la domenica anche per una celebrazione familiare.
* Per il Matrimonio si cerca di far riflettere sull’opportunità della sua celebrazione nell’Eucaristia soprattutto quando si verifica la differenza di culto o la dichiarata non pratica sacramentale (cfr. Nuovo Rito della CEI del 2003). Solo se si tratta di sposi che frequentano assiduamente la comunità si concede la celebrazione nella liturgia domenicale.
* Per la prima Comunione eucaristica sono già date sufficienti e motivate indicazioni sulla modalità di preparazione e di celebrazione attualmente in uso nella nostra comunità. Su tutto prevale il criterio della sua celebrazione non in clima straordinario, ma domenicale e con la partecipazione della comunità parrocchiale e non solo dei parenti.
* Comunque è riconosciuto il valore catechetico e mistagogico di queste celebrazioni per tutta la comunità.
7. Evento singolare, che richiede una particolare cura celebrativa e catechetica, sono i Funerali.
* Il fatto che sovente siano presenti numerosi cristiani che non sono della nostra comunità o che hanno perso la pratica sacramentale ci induce ad una più efficace evangelizzazione sul senso della morte, della vita eterna e della risurrezione del nostro corpo. Nello stesso tempo è utile un richiamo alle condizioni necessarie per accostarsi degnamente alla comunione eucaristica.
8. Il nostro intento di evangelizzazione deve animare e trasformare le forme di pietà popolare: novene, processioni, pii esercizi, devozioni… perché Cristo ne sia il centro attraverso la sua Parola.
* Un impegno particolare nel tradizionale “Mese di Maggio” ci deve essere per un’efficace catechesi mariana. Inoltre è un forte momento aggregativo nelle contrade.
Consiglio pastorale di venerdì 4 dicembre 2009
Ha avuto il seguente svolgimento:
1. Preghiera iniziale sulla liturgia di Avvento: I Domenica (Emanuele B.)
2. Introduzione di p. Roberto
- Un momento di preghiera come CPP in questo tempo di Avvento… siamo invitati ad essere “vigilanti nella preghiera e operosi nella carità” anche grazie al discorso di Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa.
3. Presentazione del documento di base per la Programmazione 2009-2010
- Viene letta e commentata la parte del nostro Progetto Pastora Parrocchiale triennale riguardante “La vita liturgica e di preghiera” della nostra comunità parrocchiale che vorremmo curare in modo particolare in quest’anno.
- In modo speciale la catechesi settimanale in tempo di quaresima sull’evento della riconciliazione del peccato nell’opera redentiva di Cristo.
- Riguardo all’impegno educativo sulla scia della Chiesa italiana per il decennio 2010 – 2020 aspettiamo gli orientamenti della CEI; speriamo in una maggiore collaborazione delle parrocchie nella nostra zona pastorale e nel nostro distretto scolastico, anche con una maggior collaborazione con le scuole.
4. Osservazioni e riflessioni di approfondimento.
- Vengono apportate modifiche e completati alcuni passi.
5. Il calendario del mese di dicembre 2009
- Viene presentato e commentato in alcuni punti e vengono sottolineate alcune date.
6. Aggiornamento dalle Commissione pastorali
- Il parroco sottolinea la difficoltà riscontrata da molti in comunità parrocchiale, a capire la realtà di disagio di alcune famiglie e il significato del nostro intervento caritativo.
A partire dal CPP ci dovrebbe essere un’azione di sensibilizzazione e di chiarimento nei contatti personali per aiutare a capire il senso dell’azione caritativa cristiana.
Qualcuno dice che occorrerebbe una catechesi appropriata. O più interventi di chiarificazione.
7. I Consigli pastorali del 2010
- Attendiamo con fiducia gli Orientamenti CEI per il 2010 – 2020 sull’impegno educativo.
Varie ed eventuali
- Il consiglio si conclude alle 22.45 con la preghiera e la Benedizione.
Agenda settimanale: 6 - 13 dicembre 2009
Agenda settimanale
7 - 13 Dicembre 2009
* * *
Lunedì 7
Festa di Maria Immacolata
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Martedì 8 dicembre
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
e Battesimo di Tommaso La Morgia
Mercoledì 9
ore 21.00: Condividiamo la Parola
Giovedì 10, ore 18.30: S. Messa in chiesa p.
Sabato 12
Terza Domenica di Avvento C
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Domenica 13
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
Il Pane quotidiano della Parola di Dio
La Parola: PANE di ogni GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale
Lunedì: Isaia 35,1-10; Luca 5,17-23
Martedì: Lettura della Festa dell’Immacolata
Mercoledì: Isaia 40; Matteo 11,28-30
Giovedì: Isaia 41,13-20; Matteo 11,11-15
Venerdì: Isaia 48,17-19; Matteo 11,16-19
Sabato: Siràcide 48,1-4.9-11; Matteo 17,10-13
Prosegue l’annuncio domenicale e l’invito ad accogliere
Così dobbiamo attendere il ritorno di Cristo.
Dio lo realizza, non in modo appariscente:
Questa è la nostra consolazione!
Avvento in preghiera
Siamo sordi e ciechi, non vogliamo sentire
e vedere il nostro bisogno di Te:
Vieni, Signore, con la tua Parola!
Siamo preoccupati solo di noi stessi,
di star bene noi, nel nostro piccolo:
Vieni, Signore, nei problemi degli altri!
Siamo soli dietro i nostri muri
e abbiamo paura di come siamo
dietro le nostre maschere:
Vieni, Signore, abbatti le nostre barriere!
Siamo su strade senza senso,
percorriamo sentieri impraticabili
che non ci fanno incontrare:
Vieni, Signore, sei tu il Ponte tra noi!
Siamo delusi e amareggiati, incapaci di fare
il primo passo verso te e verso gli altri:
Vieni, Signore, sei tu la Via!
Siamo qui, Signore, affamati e assetati:
saziaci con il tuo corpo dato per noi:
Vieni, Signore, sei tu la Vita!
Una Comunità che celebra: II Domenica di Avvento/C - 6 dicembre 2009
Giovanni il battista
ci invita ad preparare
la strada al Signore
che viene, cambiando
i nostri atteggiamenti.
Aspersione Battesimale
Vieni, Signore Gesù, abbatti ogni ostacolo, ogni barriera tra noi e con Te.
Signore pietà!
Vieni, Cristo Signore, rendici irreprensibili nell’amore tra noi e con tutti.
Cristo pietà!
Vieni, Signore Gesù, colma il nostro vuoto con la tua presenza e salvaci!
Signore pietà!
Preghiera dell’Assemblea
+ O Padre d’immenso amore, tu ci chiami alla luce della tua presenta tra noi. Raddrizza i tuoi sentieri fino a noi, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio, che vive… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del profeta Baruc
5,1-9
Deponi, o Gerusalemme,
la veste del lutto e dell’afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloriache ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia
di Dio, metti sul tuo capo il diadema
di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendorea ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
Pace-di-giustizia e Gloria-di-pietà.
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi
sull’altura e guarda verso oriente;
vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto
del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo,
esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce in trionfo
come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro
sotto la gloria di Dio.Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele
per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Parola di Dio.
Salmo responsoriale - 125
R./ Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
- Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,la nostra lingua di gioia.
- Allora si diceva tra le genti:«Il Signore ha fatto grandi cose
per loro».Grandi cose ha fatto il Signore per noi:eravamo pieni di gioia.
- Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrimemieterà nella gioia.
- Nell’andare, se ne va piangendo,portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,portando i suoi covoni.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
1,4-6.8-11
Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente.
Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona,
la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi
nell’amore di Cristo Gesù.
E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza
e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio
ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto
di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Parola di Dio
Alleluja, alleluja!
Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca 3,1-6
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la Parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno dirittee quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
(Isaia 40,3-5)
Parola del Signore!
Professione di Fede - Promesse Battesimali
+ Rinunciate...? Rinuncio!
+ Credete in Dio, Padre…? Credo!
+ Credete in Gesù Cristo…? Credo!
+ Credete nello Spirito santo…? Credo!
+ Questa è la nostra fede… ! Amen!
La Parola si fa Preghiera
+ Fratelli e sorelle, oggi la Parola del Signore apre il nostro cuore alla sua venuta: si realizza la promessa di un mondo nuovo. Lo chiediamo nella nostra unanime preghiera:
R./ Vieni, Signore, e donaci la Vita!
- Rendi la tua Chiesa capace di annunciare la novità del Vangelo, il solo che può cambiare la vita di tutti: Vieni…
- Guida i capi delle nazioni, perché con i loro interventi preparino la strada ad un vero cambiamento sociale: Vieni...
- Raddrizza i percorsi delle nazioni, i pensieri dei governanti, perché la pace non sia solo un desiderio, ma un impegno quotidiano: Vieni...e donaci la Vita!
- Illumina ogni uomo e ogni donna, perché abbiano la possibilità di incontrarti:
Vieni, Signore, e donaci la Vita!
- Cambia ogni giorno il nostro modo di pensare e di agire, senza paura, ma fidandoci di te: Vieni... e donaci la Vita!
- Aiutaci a testimoniare e ad annunciare la novità della tua presenza che qui insieme sperimentiamo nella Parola e nell’Eucaristia: Vieni... donaci la Vita!
[Intenzioni proposte dai gruppi di I.C.]
Dalla Parola all’Eucaristia
+ Ti ringraziamo, Padre: tu mandi ancora oggi tra noi il tuo Figlio Gesù, perché il deserto della nostra vita torni a fiorire. Portiamo pane e vino, primizie della Vita nuova: il tuo Spirito compie per tutti gli uomini l’opera iniziata da Cristo, nostro Signore. Amen!
Preghiera Eucaristica - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della fede!
- Annunciamo la tua morte,Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
Alla Comunione
“Voce che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri”.
Ecco, finalmente uno che non si fa gli affari suoi…
che non si accontenta del tran tran quotidiano e che le cose vadano così.
50 milioni all’anno di persone
che muoiono per mancanza di cibo
e dell’indispensabile:
tra 50 anni, se non cambiamo stile di vita
e sistema economico, le future generazioni,
i nostri stessi figli, non potranno sopravvivere.
(Rapporto ONU)
Siamo dentro un sistema che permette a pochi di papparsi quasi tutto difendendo con le armi il proprio stile di vita
(1.000 miliardi in euro negli ultimi 3 anni per gli armamenti).
“E io… che c’entro, che ci posso fare?...”
Anzitutto riconoscere la cecità nella quale ci arrabattiamo
e imporci la consapevolezza che mi riguarda!
I CARE
La Parola di Dio viene su di noi per svegliarci:
ALZATEVI, STATE ATTENTI…
La lasceremo gridare nel deserto del nostro mondo,
insieme alle migliaia di grida inascoltate?
O ci uniremo a questo coro per gridare la nostra attesa,
il nostro desiderio… il nostro sogno: Vieni Signore.. a salvarci?!!
Ci sono percorsi da raddrizzare… per incontrarsi;
burroni da riempire... per riavvicinarsi;
barriere da abbattere…
ostacoli da spianare; ...ponti da ricostruire.
Gesù, colui che invochiamo,
ha iniziato la sua opera tra noi
e la porterà a compimento attraverso la nostra azione.
Deponiamo gli atteggiamenti disfattisti
e delusi, vestiamoci della giustizia di Dio
e incamminiamoci con tutti coloro che lo desiderano alla sua luce.
sabato 28 novembre 2009
Le lectio del prete Carmine Miccoli
Note di esegesi per la comprensione del testo
Il vangelo di oggi raccoglie idee e parole che Gesù ha pronunciato in occasioni diverse
e che Lc mette insieme per descrivere in termini tragicamente apocalittici
la fne di Gerusalemme come premessa della fne del mondo, con le categorie
mentali del suo tempo. La domanda a cui egli vuole rispondere è: «Come può la
comunità cristiana riconoscere i segni che annunciano gli avvenimenti degli ultimi
giorni?». A questa domanda Lc risponde in modo articolato, nel cap. 21, che costuisce
il suo discorso apocalittico; lo si può dividere in tre parti: a) l'offerta della
vedova povera (21,1-4; cf. Mc 12,41-44); b) l'annuncio della venuta del Figlio (21,5-
28, in parte letto nella liturgia); c) la parabola del fco e l'invito alla vigilanza e alla
preghiera (21,29-38; la parabola dei vv. 29-33 viene omessa dalla liturgia).
Per capire il senso del brano del vangelo, bisogna ritornare a quanto detto in
questi ultimi incontri sulla distruzione di Gerusalemme e sulla fne del mondo (cf.
Mt 24,37-44; Mc 13,33-37); sulla caduta di Gerusalemme, su cui Gesù pronuncia
parole durissime (Mt 23,37-38; Mt 24,1-2; cf. Ger 22,5; Ez 11,22-23). Lc dirà più
puntualmente che «Gerusalemme sarà calpestata dai pagani fnché i tempi dei pagani
siano compiuti» (Lc 21,24), in linea con i profeti che parlano di Gerusalemme
ridotta a «desolazione» (Is 64,9; Ger 25,18). Questi discorsi di Gesù, ripresi a distanza
di più di quarant'anni, vengono riletti e proiettati su scala universale. La
fne del mondo è descritta prendendo in prestito immagini e sensazioni da un
evento terribile, vissuto e subìto come un trauma irreversibile: la profanazione e
la distruzione con incendio del Tempio e della città santa di Gerusalemme. Nessuno
poteva immaginare che il Tempio sarebbe stato distrutto e che i pagani vi
avrebbero costruito un altare agli idoli: il popolo d’Israele vedeva Gerusalemme e
il tempio come la garanzia della protezione divina contro la quale nessuna potenza
avrebbe potuto vincere. Quando la struttura, anche la più sacra, diventa così
esorbitante da sostituirsi addirittura a Dio nella presunzione di essere intoccabile
e al sicuro (cf. Mt 3,9; Lc 3,8) giunge allora il momento in cui Dio parla il linguaggio
degli avvenimenti che sconvolgono schemi e ragionamenti precostituiti e
scontati. Gli Ebrei non hanno saputo leggere gli eventi che accadevano perché si
erano chiusi nel sistema religioso basato sull’osservanza materiale della Toràh, divenuta
un impedimento ad incontrare Dio per la maggior parte della popolazione:
ritualità, divieti e norme erano diventati «idoli», escludendo Dio dall’orizzonte
della vita (cf. Mt 15,3.6; Mc 7,9). Non era più Dio che si cercava, ma si adeguava la
realtà e la stessa Parola di Dio all’immagine che l’istituzione si era fatta di Dio.
Oggi nella Chiesa cattolica stiamo vivendo lo stesso rischio: la Chiesa è destinata
a fnire perché essa appartiene alla categoria del «tempo» e quindi non può appartenere
all’ordine dei «fni», ma solo a quello dei «mezzi»; questo costituisce il
fondamento della provvisorietà che chiunque nella Chiesa dovrebbe avere, mentre
spesso troviamo funzionari che pensano di essere eterni e insostituibili; sono
moderni farisei, che non solo non entrano nel regno di Dio, ma ne impediscono
l’accesso anche a chi vorrebbe entrarvi (Mt 23,13).
Nessun passo della Scrittura può e deve essere letto al di fuori del contesto
prossimo (ciò che precede e segue), del contesto remoto (libro) e del contesto
globale (tutta la Bibbia) se si vuole cogliere il senso genuino di una parola, espressione
o brano. Il contesto globale non può che essere quello della salvezza e della
liberazione per cui Gesù è venuto appositamente; quello remoto è il contesto del
vangelo di Lc che descrive la missione di Gesù come un viaggio che sta per giungere
alla fne e quello prossimo è il contesto della caduta di Gerusalemme, che
l’evangelista riprende come paradigma per il capitolo fnale della sua teologia della
storia. Lo schema che Lc usa è quello della «catastrofe cosmica» a cui partecipa
tutto il creato, come avvenne sul Sinai quando Dio si manifestò tra «lampi, tuoni e
nube densa sulla montagna» (Es 19,16). Il quadro di riferimento è l'apocalisse giudaica
che legge la distruzione di una città come la venuta «del giorno del
Signore» che arriva improvviso, grande e terribile, spaventoso e come un ladro
nella notte (Is 13,6-10; Ger 4,23-28; Ez 30,3; Gl 2,1.11; 4,14; Am 5,18.20; Ml 3,23;
1Ts 5,2; 2Ts 2,2; 2Pt 3,10). La caduta di Babilonia, di Samaria, di Gomorra e ora di
Gerusalemme è il simbolo di una fne più grande e più universale. Da questo punto
di vista, possiamo dire che l’evangelista non vuole dire quando e come il mondo
fnirà, ma solo che gli avvenimenti che accadono nella nostra storia e di cui noi
siamo testimoni sono soltanto una tappa nel cammino verso la conclusione della
storia stessa, le cui modalità sono conosciute solo da Dio: infatti quanto a quel
giorno e a quell’ora nessuno li consoce, nemmeno il Figlio, ma solo il Padre (Mc
13,32). Lo schema dell’apocalisse è un genere letterario che, diversamente da
quanto appare superfcialmente, vuole rafforzare la speranza e consolidare la fortezza
dei cristiani che debbono affrontare le sfde della vita. Il Figlio dell’uomo che
viene sulle nubi del v. 27 è certamente quello descritto da Daniele (7,13-14)
come giudice delle nazioni, che sono così convocate non per assistere alla distruzione
del mondo, ma per partecipare ad una nuova creazione in sostituzione di
quella antica (cf. Is 65,17; Gl 3,1-5; Ag 2,6). La venuta del Messia vista come «nuova
creazione» è comune nella mentalità biblica: Gv nel prologo descrive l’incarnazione
del Lògos come una «ri-creazione» e usa lo stesso linguaggio del libro della
Genesi (Gv 1,1). Lo stesso fa il salmista o il profeta quando annunciano la fne dell’esilio
come un ritorno trionfale attraverso il deserto trasformato in nuovo giardino
di Eden (Sal 107[106],33.35; Is 41,18; 43,20). In Lc la venuta del Figlio dell’uomo
come giudice delle nazioni coincide con la caduta di Gerusalemme perché
ora non è più la città santa che attende il raduno dei popoli, ma è la Chiesa che
va in mezzo ai popoli in un processo costante di simbiosi per cui credenti e non
credenti s’incontrano e lavorano per cambiare la disumanità del mondo in una avventura
di disponibilità tesa all’incontro fnale con il Figlio dell’uomo. Quando una
persona innamorata ha un appuntamento d’amore, il tempo dell’attesa è vissuto
con una intensità e profondità maggiori dell’incontro stesso: l’attesa è una tempesta
satura di emozioni che si acquieta e si risolve nella pace dell’incontro. Nell’attesa
si coagulano e si combattono tutti i sentimenti possibili e immaginabili: si è
irrequieti e pacifcati, tesi e sereni, agitati ed entusiasti, seduti e in piedi, fermi e
sempre in movimento. La persona amata non c’è ancora, ma la sua presenza non
visibile, eppure reale, gestisce e coordina tutta la nostra vita perché noi viviamo
in funzione di essa. Tutto ha senso perché siamo proiettati all’incontro che assaporiamo
già, ma senza averlo ancora realizzato. Aspettare chi si ama è la dimensione
del paradiso in terra; per questo, la vigilanza che ci raccomanda il Vangelo
diventa espressioe della dimensione del desiderio, che sa cogliere in ogni segno
della storia la presenza dell'Amato e la sua pienezza che ci riempie.
Agenda settimanale: 29 novembre - 8 dicembre 2009
Agenda settimanale
30 Novembre - 8 Dicembre 2009
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Lunedì 30 - Sant’Andrea ap.
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Messa a Paglieroni
Martedì 1 dicembre
ore 18.30: Messa a S. Giorgio e Novena
Mercoledì 2
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Condividiamo la Parola
Giovedì 3
ore 18.30: S. Messa e Novena in chiesa p.
Venerdì 4
ore 18.30: Novena dell’Immacolata
ore 21.00: Consiglio pastorale
Sabato 5
Seconda Domenica di Avvento C
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Domenica 6
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
Lunedì 7
Festa di Maria Immacolata
ore 18.30: S. Messa in chiesa p.le
Martedì 8 dicembre
ore 9.00: S. Messa in san Giorgio
ore 11.00: S. Messa in chiesa p.le
e Battesimo di Tommaso La Morgia
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Oggi ricorre il 26° anniversario
del ritorno al Padre
di don Antonio Chiaromonte
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La commissione caritativa
confezionerà dei dolci
che saranno messi a offerta
durante le S. Messe dal 5 all’8
per le attività di sostegno
alle famiglie indigenti.
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Di Domenica in Domenica
La Parola: PANE di ogni GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale:
Lunedì: Isaia 4,2-6; Matteo 8,5-11
Martedì: Isaia 11,1-8; Luca 10,21-24
Mercoledì: Isaia 25,6-10a; Matteo 15,29-37
Giovedì: Isaia 26,1-6; Matteo 7,21.24-27
Venerdì: Isaia 29,17-24; Matteo 9,27-31
Sabato: Isaia 30, 19...26; Matteo 9,35– 10,1.6-8
L’annuncio domenicale prosegue
Oggi tocca a noi vivere la novità del Vangelo:
Avvento in preghiera
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più soli:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione con gli altri
se non è in comunione con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.
Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore!