sabato 20 novembre 2010

Una Comunità che celebra la Litrgia domenicale: CRISTO RE E SIGNORE DELL'UNIVERSO - 21 NOVEMBRE 2010

L’OGGI DI GESU’ TRA NOI: NOSTRO PARADISO!

Con la domenica di oggi si conclude l’anno liturgico C e con esso si chiude anche l’in -



tero ciclo triennale di letture della Bibbia. La fine dell’anno liturgico e di un triennio


ricco di Parola di Dio coincide con l’inizio di un nuovo anno e di un nuovo triennio.


Questa coincidenza tra una fine e un inizio ci invita a cercare di comprendere il senso


della regalità di Dio nel tempo, di cui oggi la liturgia ci fornisce abbondante materiale.


Alla domanda dei farisei che chiedono «Quando verrà il regno di Dio?», Gesù risponde


che «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno vi dirà:


“Eccolo qui”, oppure “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc


17, 21)1. Nessuno ha la chiave di questo regno, solo il Cristo che è nel seno del Padre


ne conosce la natura e la verità. Un regno che viene silenzioso, senza scenografie e


senza rumore perché il regno non è un sistema di governo o una dimensione politica


o una struttura organizzativa ecclesiastica: esso è solo la persona di Gesù Cristo che si


comunica a noi nella sua Parola, nella fraternità che viviamo, nella vita che celebriamo


nell'Eucaristia.


La regalità di Cristo è un argomento da manovrare con prudenza perché spesso è stato


usato ideologicamente per giustificare scelte clericali e politiche di natura mondana


in compromesso o in contrapposizione ai poteri di questo mondo; a questa solennità


si rifanno i nostalgici della messa di Pio V perché vogliono restaurare il «regno in terra


» del Cristo, attraverso la collusione e l’eresia dei «governi cristiani», chiamati a imporre


con la forza della legge le conclusioni religiose ed etiche a cui giunge l’unica


vera, esclusiva religione che è quella «cattolica-romana»2. Si torna così indietro e si uccide


lo Spirito Santo che invece procede inesorabile verso nuovi orizzonti, verso il Regno


che è oltre e dentro, non dietro di noi. Si vuole restaurare il clima che dominò il


1 Da tutto il contesto del NT, noi sappiamo che Gesù non ebbe alcuna intenzione di


fondare una Chiesa perché il suo orizzonte non era la sola storia umana, ma il Regno di


Dio. Il Regno non è un luogo materiale o una forma di governo, ma indica uno


«stato», una condizione per essere figli di Dio. Il «Regno» apre due prospettive: la pri -


ma afferma che c’è una dimensione più grande di qualsiasi realizzazione umana che si


chiama «Dio» e l’altra dice che non può esservi realizzazione umana nella dimensione


di Dio senza condivisione e fraternità, senza assumere su di sé l’anelito di salvezza integrale


che c’è in tutta l’umanità. Il Regno non è una «sètta», ma l’universale volontà di


Dio che vuole tutti gli uomini e le donne salvati (cf. 1Tm 2,4).


2 La festa di Cristo Re è recente: fu istituita da Pio XI nel 1925 in un contesto storico


particolare, che vedeva da un lato gli Stati d’Europa che si avviavano verso la deriva


della dissoluzione umana, morale e religiosa culminata nel «regno» nazifascista, abominio


della coscienza e negazione di ogni dignità, compresa quella della forma politica


del governo terreno. L’istituzione della festa di un Dio «regale» fu accolta dalla maggioranza


dei cattolici e dal clericalismo rampante di sistema come uno strumento per


difendere il regno di Dio, identificato con i regni della terra, contro la modernità che


si connotava di laicismo, spesso acritico. Nessuno capì che proprio questa festa nelle


intenzioni del papa voleva opporsi sia al laicismo che al clericalismo: contro il laicismo, affermando


la centralità di Cristo di fronte alla pretesa di instaurare il paradiso in terra;


contro il clericalismo che, mettendo da parte Cristo, coltivava l’eresia della centralità


salvifica della Chiesa detentrice di ogni potere spirituale e politico. È evidente che questa


concezione pagana del potere clericale era finalizzata all’esaltazione sulla terra del


potere ecclesiastico inteso come strumento divino per instaurare il Regno di Dio.


mondo durante il regime di cristianità: governare politicamente in nome della teocrazia.


Tutto ciò accade anche oggi quando nella chiesa prevale lo spirito clericale che chiede


appoggi non sempre limpidi al potere di turno, il quale è ansioso di concedere privilegi


pur di avere in cambio un appoggio incondizionato nella gestione pratica del potere,


primo fra tutti la complicità del «tacere» anche di fronte ad ingiustizie evidenti


compiute contro il fondamento primario della legalità che è il «bene comune».


La liturgia di oggi, proponendo il vangelo di Lc, ci offre la chiave ermeneutica di questa


festa perché l’intronizzazione di Gesù è abominevole: viene inscenata una investitura


di burla in mezzo a due testimoni abietti, di cui uno lo insulta anche. Poiché la


Scrittura ha sempre un duplice senso, bisogna andare oltre la lettera e cogliere lo spiri -


to e l’intenzione dell’autore. Qui ci è sufficiente sottolineare che Gesù è coerente con


le parole aveva pronunciato prima dell’ultima Cena: «Se il chicco di grano, caduto in


terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,23).


Gesù non diventerà mai un presidente di una Repubblica perché egli resta per sempre,


in eterno «Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani… il lògos


della croce, infatti è stoltezza… e potenza di Dio» (cf. 1Cor 1,22.18). Gesù, usando gli


schemi del suo tempo, utilizza il simbolismo del re, ma ci tiene a precisare che il suo


regno non è di questo mondo (cf. Gv 18,36): esso si estende a tutti i regni della terra


perché è universale, ma non s’identifica con alcuno perché non è nazionalista, escludendo


così categoricamente ogni velleità di instaurare una «civiltà cristiana», come fanno


coloro che evirano il Cristo della sua divinità e lo trasformano nell'idolo di una religione


civile, fondata sui valori e non sul mistero pasquale, cioè sulla morte e risurre -


zione di Gesù di Nazareth, Messia del Dio misericordioso e liberatore. L’Eucaristia


che celebriamo è lo spazio di questa regalità paradossale in cui entrare per sperimentare


la salvezza: invochiamo lo Spirito Santo che ci fa comprendere, sperimentare e scegliere


di seguire Cristo fino e oltre la Croce.



INVOCAZIONI PENITENZIALI

Gesù, tu ci guidi verso la vera Vita ma noi non ti seguiamo con amore. Signore, pietà!

Cristo risorto, che sei l’unico vero nostro salvatore, noi non ci fidiamo di te. Cristo, pietà!

Signore, Re che apri a tutti le porte del tuo regno, noi ti chiudiamo il cuore. Signore, pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell'amore, liberaci dal potere delle tenebre. Fa' che seguiamo il tuo Figlio, e come lui doniamo la nostra vita per gli altri, certi di condividere la sua gloria nel paradiso.
Egli è Dio e vive e regna… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal secondo libro di Samuèle 5,1-3

Tutte le tribù d’Israele vennero dal re Davide, in Ebron, e gli dissero: «Ecco, noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi il popolo d’Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai Israele mio popolo, tu sarai capo in Israele”». Il re Davide concluse un’alleanza con tutti gli anziani d'Israele, in Ebron, davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 121

R./ Andremo con gioia alla casa del Signore.

[Quale gioia mi dissero… n. 31]


1. Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

2. E’ là che salgono unite le tribù
del Signore, secondo la Legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.

Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Colossési 1,12...20

Fratelli e sorelle. Ringraziate con gioia il Padre che vi ha fatti capaci di partecipare dei beni promessi al suo popolo santificato nella luce, che ci ha liberati dal potere della tenebra e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio, che ci redime perdonandoci i peccati.

Egli è immagine visibile del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione: tutto, in cielo e in terra, ciò che è invisibile e visibile, è stato creato in Lui. (…) Tutto fu creato per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutto e tutto insieme egli tiene in vita.

Egli è il capo di quel corpo che è la Chiesa. Egli è principio [di vita], il primo risuscitato dai morti, perché sia Lui ad essere il primo fra tutti. Infatti Dio ha voluto pienamente essere presente in Lui e che, per mezzo di Lui e in vista di Lui, siano riconciliate a sé tutte le creature, della terra e del cielo. Dio ha fatto pace con tutti nel sangue di Cristo morto in croce.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Benedetto colui che viene dal Signore!
Benedetto il suo Regno che viene! Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca 23,32-33.35-43
[Giunti al luogo detto Cranio, lì crocifissero (Gesù) e (altri due) malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra]. Il popolo stava guardando; i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo l’Inviato di Dio, il suo Eletto». Anche i soldati avvicinandosi lo deridevano, porgendogli aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!». Sopra di lui c'era anche una scritta: “Costui è il re dei Giudei”. Uno dei malfattori appesi lo bestemmiava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». L'altro rispondendo invece lo rimproverava: «Tu non temi Dio, che subisci la stessa condanna? Noi, giustamente, infatti riceviamo ciò che abbiamo meritato per le nostre azioni; costui invece non ha compiuto nessun misfatto».
E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando verrai come re». Gli rispose: «Io ti assicuro: oggi con me sarai nel paradiso».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE SIMBOLO NICENO - COSTANTINOPOLITANO
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la Vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, rivolgiamoci al Signore Gesù con la stessa fiducia del malfattore in croce, sicuri che Egli ascolterà le nostre preghiere e ci darà la gioia della comunione con sé.
R./ Ricòrdati, Signore Gesù!

1. Della tua Chiesa, sparsa in tutto il mondo, perché stia con te nella passione e nella croce per entrare nel tuo regno.

2. Dei nostri responsabili politici, perché reagiscano all’attuale deriva istituzionale con senso di responsabilità e onestà.

3. Di coloro che commettono atti criminosi, perché abbiamo la possibilità di pentirsi e di riparare al male compiuto.
4. Di coloro che soffrono interiormente e fisicamente, perché riescano a farsi aiutare nel loro dolore.
5. Dei nostri fratelli e sorelle dell’Iraq, che patiscono la tremenda prova della testimonianza cruenta della fede.

6. Di noi riuniti nell’Eucaristia e dei nostri fratelli e sorelle assenti.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre: attraverso il tuo Figlio apri a noi e a tutti gli esseri umani le porte della comunione con te. Fa’ che non chiudiamo il nostro cuore agli altri e al perdono reciproco nel segno di questo pane e vino che tutti ci riunisce in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!
Ogni volta che mangiamo di questo pane
e beviamo a questo calice,
annunziamo la tua morte, Signore,
nell’attesa della tua venuta!

ALLA COMUNIONE
“Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo regno”. “Oggi sarai con me nel paradiso” - dice il Signore.

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