La liturgia di oggi ci apre alla dimensione propria di Dio, di cui ci rivela l’identità: il Dio della Bibbia è un Dio «serio» e non gioca a fare il «religioso d’occasione» per avere una fetta in più di clienti «paganti» in sacrifici e offerte.
Tutte le religioni nascono dalla paura che esorcizzano attraverso rituali impressionanti, come i sacrifici cruenti, o coinvolgenti, come le liturgie estetiche e teatrali. Tutte queste forme religiose hanno in comune il tentativo di accattivarsi la sensibilità dei propri utenti garantendo la protezione divina che passa attraverso due modalità: un coinvolgimento esteriore, fatto di offerte e profferte a Dio, oppure l’impegno morale del cuore che si colloca sul piano della relazione spirituale.
La prima modalità, quella esteriore, è tipica della religione mercantile: l’utente si pone di fronte a Dio e contratta la «reciprocità» che consiste nel quantificare lo scambio basato sul criterio del «tu dai una cosa a me e io do una cosa a te». Una volta pagato (candela, messa, preghiera, offerta, sacrificio, ecc.), ci si sente tranquilli in coscienza e senza ulteriori impegni di natura spirituale.
La seconda modalità, quella spirituale, invece, pone il credente di fronte ad una scelta imperativa: l’incontro con Dio è un incontro tra persone e tra persone ci si conosce, accetta, rispetta, coinvolge, verifica, confronta sulla base di una relazione di amore. È dentro questo contesto che si colloca l’«alleanza» come dinamismo di relazione tra due contraenti.
La persona di fede non necessariamente deve essere «religiosa» nel senso comune del termine, ma si pone con spirito di verità in ciò che è e che fa.
La persona di fede, quindi, non va «in chiesa» per pagare un pedaggio al fine di avere un utile, ma entra «nella Chiesa» come comunità reale, all’interno della quale la «singolarità» individuale trova la propria collocazione relazionale e nella quale si pone davanti a Dio per vedere meglio e in profondità la propria coscienza per valutare con discernimento (1Ts 5,21) la via da percorrere per giungere ad una dimensione più matura, più adulta e più armonica della vita.
In parole più semplici: la religione rende sempre più infantili, la fede fa crescere e risorgere, come Matteo. Gesù chiama ciascuno di noi a risorgere per seguirlo e domandiamoci da dove dobbiamo alzarci e che cosa dobbiamo lasciare per camminare con lui.
Seguire Gesù esige una scelta: oggi ciascuno di noi è messo davanti alla verità del suo cuore.
Carmine Miccoli, prete
1 commento:
...però, il primo "post" del sito della "nostra" parrocchia tregliese lo hai lasciato al sottoscritto! Che dire, Roberto: grazie... ma non esagerare con queste cose, mi commuovo facilmente, e rischio di far danno!
Buon cammino... insieme!
C.
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