A proposito dell'uso di cremare il corpo dei battezzati defunti
e della conservazione o dispersione delle loro ceneri.
In attesa del nuovo «Rito delle Esequie» che i vescovi italiani, riuniti in assemblea dal prossimo 9 novembre (proprio oggi) ad Assisi, dovranno esaminare e approvare, ho ritenuto utile segnalare nell’occasione queste riflessioni.
“La dispersione delle ceneri è prevista come possibilità dalla legge italiana ma con precise regole.
La cremazione non contraddice la dottrina cristiana della resurrezione dei corpi.
La Chiesa però ha molti motivi per essere contraria alla prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come ad esempio, nelle abitazioni private
La cremazione non contraddice la dottrina cristiana della resurrezione dei corpi.
La Chiesa però ha molti motivi per essere contraria alla prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come ad esempio, nelle abitazioni private
o anche alle «sepolture anonime»; simili scelte, possono sottointendere concezioni naturalistiche», mentre per la fede cristiana, anche dopo la morte, la persona umana conserva
la propria identità e la propria individualità, non si «disperde» nell’universo.
Inoltre simili prassi impediscono la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso
Inoltre simili prassi impediscono la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso
il dolore personale e comunitario. Infine, si rende più difficile il ricordo dei morti,
estinguendolo anzitempo.
Inauguriamo ora e leviamo una preghiera davanti a questo Cinerario che resta collocato pur sempre dentro il Cimitero”.
Inauguriamo ora e leviamo una preghiera davanti a questo Cinerario che resta collocato pur sempre dentro il Cimitero”.
(Notiziario on line della Parrocchia di san Giuliano m.se)
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