venerdì 8 ottobre 2010

ITINERARIO COMUNITARIO DI FORMAZIONE 2010-2011

Parrocchia S. Maria Assunta – Treglio (CH)
Arcidiocesi di Lanciano-Ortona

ITINERARIO COMUNITARIO DI FORMAZIONE 2010-2011

Sale della terra e Luce del mondo



1. In base all’esperienza maturata in questi anni ed a quanto evidenziato nel nostro Progetto Pastorale Parrocchiale 2008 – 2011: GESU’ CRISTO LA SPERANZA CHE CI FA VIVERE, in particolare riguardo alla formazione: “Annunciamo la Speranza”, sottopongo qui al nostro Consiglio pastorale alcuni orientamenti e linee guida per un Itinerario annuale di formazione comunitaria a cui si dovrebbero poi ispirare i percorsi degli adulti, dei giovani e dei ragazzi per l’anno pastorale 2010-2011.

2. Occorre tener presente che:
- Agli adulti sono state, in questi anni, diverse proposte di formazione: ascolto e approfondimento comunitario della Parola di Dio (vangelo domenicale) e di catechesi tematica nei “tempi forti” o in modo periodico (cfr Linee guida per una catechesi degli adulti), incontri specifici per genitori e per coppie.
- I bambini e i ragazzi sono coinvolti da anni in un percorso “comunitario”, legato alla liturgia e impegnato nella carità, nei tempi di “Avvento e Quaresima” che integra il loro cammino di catechesi di iniziazione Cristiana.

3. Il presente itinerario nasce dal percorso liturgico del “vangelo annuale” e dagli strumenti formativi elaborati dall’Azione cattolica italiana.

3.1. Il racconto evangelico di Matteo sarà proclamato nelle celebrazioni liturgiche domenicali da domenica 28 novembre 2010 (I di Avvento/A) a domenica 27 novembre 2011 (Cristo Signore), illuminerà la nostra comunità nelle domeniche dell’anno (dopo l’Epifania e dopo il Corpus Domini) e caratterizzerà i periodi di Avvento e Quaresima e ci accompagnerà nella nostra sequela di discepoli di Gesù maestro, mettendoci alla sua scuola perché ci guidi nella nostra esistenza cristiana quotidiana, comunitaria e individuale.

Il suo è un carattere esplicitamente “comunitario”: Gesù è “il Dio-con-noi” (1,22-23), che vive e rimane in mezzo a noi (18,20) ogni giorno e per sempre (28,20) (cfr. Allegato: Matteo: un vangelo comunitario per una chiesa - comunità).

3.2. Gli strumenti formativi dell’Azione cattolica italiana sono elaborati ogni anno in base dal riferimento evangelico e cercano di coniugare l’esperienza di adulti, giovani e ragazzi, con un cammino organico e aderente alle esigenze del cristiano di oggi nella nostra attuale società.

4. Un itinerario comunitario rivolto a tutti, per aiutarci a camminare insieme, seguendo Gesù, come discepoli di un maestro che “vede attorno a sé tantissime persone, ma non scappa infastidito”, che rivolge loro la sua parola insegnando e annunciando il regno di Dio e guarendo tutte le loro infermità (cf. Mt 4,23-25; 9,35-37). Gesù vuole coinvolgerci nel suo modo di vedere l’umanità e nel suo modo di esservi presente; per questo dice a noi: “Voi siete la luce del mondo. Voi siete il sale della terra” e sintetizza così sia il nostro rapporto con Lui, sia il nostro modo di “stare nel mondo” (cf. Giovanni 17,9-19).

4.1. SALE per dare sapore e gusto alla nostra esistenza, alle nostre attività quotidiane che siamo tentati di far diventare ripetitive e alla nostra storia personale e di comunità.

Gesù tuttavia mette in guardia che anche il sale può diventare insipido: è quello che succede a noi e alla nostra vita cristiana quando perdiamo il rapporto vitale con Lui.

Rilanciamo la formazione, non tanto studiando formule nuove, ma rendendo continuo e stabile l’essenziale del nostro impegno: l’ascolto della sua Parola (cf. Luca 10,42). Solo Gesù Maestro è il soggetto attivo della nostra formazione cristiana nella liturgia domenicale, negli incontri biblici, nelle catechesi periodiche.

Nel prossimo decennio (2010-2020) i vescovi impegneranno le chiese italiane in modo particolare sul versante dell’educazione (cfr. Orientamenti CEI 2010-2020)

Questi orientamenti pastorali nascono dall’aver colto, nella nostra attuale situazione socio-culturale, un forte bisogno educativo (emergenza, urgenza, sfida…).

Esso non va inteso soltanto nei confronti delle giovani generazioni, ma nel ritrovare anzitutto una “vocazione educativa” della comunità cristiana, che si lasci educare dallo Spirito e dalla Parola nella reciprocità delle relazioni (comunione); che non rinunci al proprio compito educativo, sostenendo anzitutto i genitori, motivando i catechisti, curando momenti specifici di impegno pedagogico… curando due priorità:

a. Umanizzare… far emergere l’umano vero, inverato da Gesù stesso con la sua esistenza “umano-divina” e manifestato anzitutto nel suo rapporto filiale con il Padre e fraterno con tutti: “Testimoni della vocazione spirituale dell’uomo” (AC).

“Il Vangelo ci dice che sono gli uomini e le donne, la nostra umanità, che dà sapore alla vita…; uomini e donne in quanto tali! …spesso dimentichiamo di tornare alla bellezza e alla sensatezza della nostra umanità. Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio! …aprire la nostra umanità all’invasione della vita nuova, all’immersione nella vita di Cristo …se questa vita è illuminata dalla fede …se sei cristiano non puoi nasconderti! …essere un fatto pubblico con cui tutti possono confrontarsi. Vi chiedo di non chiudervi nelle vostre sacrestie o di non diventare una collezione di bonsai, ma una foresta di persone. Eppure abbiamo ridotto… il Vangelo a galateo. La verità di Dio abita dovunque c’è una sua immagine, in ogni volto umano. Per tutti noi è scritta a metà: metà nella sua parola e l’altra nella vita degli uomini. A noi aiutare l’incontro e la scoperta“ (+ Sigalini).

b. Curare le relazioni… nelle quali l’umanità di ciascuno viene “messa alla prova” ed ha soprattutto la possibilità di riconoscersi ed affermarsi.

4.2. LUCE per illuminare, scaldare, per dare consistenza alla realtà di ciascuno, nella sua ricchezza e nel suo valore, con uno sguardo illuminato che permetta alla verità di mostrarsi su ogni volto. Questa illuminazione nasce dall’amore, vissuto quotidianamente… come risposta all’amore del Padre riversato su noi (cfr. Matteo 6,4; 5,16; Romani 5).

“Cristo mi ha redento: mi ha restituito nuova la mia umanità e l’ha resa degna di essere vissuta, in Lui!” (p. R.)

Non si tratta di un impegno “morale” individuale, prima di tutto è un’esperienza “sociale”: siamo il popolo di Dio in cammino (cfr. Lumen gentium) nella storia e nel mondo “per renderlo più umano”, iniziando da dove noi viviamo, negli ambiti di vita più comuni e condivisi (cfr. PPP p. 3).

Siamo chiamati a collocarci con semplicità e concretezza nell’orizzonte del bene comune, in sintonia con tutte le chiese italiane, anche grazie alla “settimana sociale dei cattolici italiani” (Reggio C. 14-16 ottobre p.v.).

La nostra partecipazione alla vita civile, come diritto e dovere di “cittadinanza attiva”, esprime in modo significativo ed efficace la santità laicale indicata dal Concilio vaticano II.


Il percorso formativo degli adulti: Com-pro-messi nella storia


Alcune semplici indicazioni per un percorso formativo annuale rivolto in modo particolare agli adulti che declini l’essere Sale della terra e Luce del mondo:


1. Condividiamo la Parola


Perseveriamo nell’incontro settimanale “attorno alla Parola”, come semplice rilettura del vangelo domenicale, all’interno del suo contesto liturgico, condiviso e pregato partendo dal nostro quotidiano. Le caratteristiche di questo appuntamento sono già state delineate e sperimentate.


2. Catechesi periodica


Secondo un nostro calendario stabiliamo degli incontri di catechesi seguendo la guida di ACadulti per l’anno 2010-2011: Com-pro-messi nella storia.


“Per adulti che non hanno paura di sporcarsi le mani… il cammino ci chiama ad una visibilità gratuita, luminosa, capace di dare sapore alla storia di tutti, a partire dai contesti quotidiani fino alle piazze. Il percorso prende vita da due elementi che si intrecciano: il vangelo di Matteo e l’urgenza educativa all’interno del forza intrinseca alla fede cristiana di trasmettersi (Traditio = consegna). Nella riscoperta della centralità di Cristo ritroviamo il senso di una trasmissione inclusiva, universale: tutti gli uomini sono destinatari del Vangelo, tutti gli dell’unico Padre”.


Cercheremo di aprirci alla nostra tipica “vocazione laicale”: uomini e donne al servizio degli altri = del bene comune di tutti, che avvertono la responsabilità della loro cittadinanza in modo partecip’attivo.



2.1. Compromessi nella storia - Incontro introduttivo: mercoledì 27 ottobre, ore 21.00




2.2. Una storia contaminata - Matteo e i vangeli dell’Avvento/A: mercoledì 1 dicembre

La nostra storia individuale e comunitaria comprende quella di tutta l’umanità…



2.3. Una storia illuminata – Matteo 5,13-16: mercoledì 12 gennaio 2011

Sale e Luce del mondo: essere segno vivo e vivificante, visibili ma non appariscenti:
il nostro modo di essere presenti nel mondo accanto ad ogni essere umano, vicino o lontano.



2.4. L’amore, pieno compimento della Legge - Matteo 7,12-21: mercoledì 16 febbraio

Una storia rigenerata: coerenti con il Vangelo, al di là di ogni legalismo e fariseismo.



2.5. Padre nostro: il primato di Dio - Quaresima/A 2011: mercoledì 16 marzo

Matteo 6, 1-16: senza separare la fede dalla vita pubblica, aprirci alla fratellanza universale fatta di pane, perdono e forza di resistere al male. Una catechesi sul “Padre nostro”: una storia abitata.




2.6. Una storia sconfinata – Meditazione musicale sulla Passione secondo san Matteo: mercoledì 13 aprile.



“Comprometterci senza compromettere la verità del Vangelo.. trasmettendola dentro la storia di tutti perché sia riscoperta illuminata,contaminata, rigenerata, abitata, sconfinata…
Si tratta di trasmettere il Vangelo dentro una storia che ci cambia. La nostra formazione deve farsi azione buona, annuncio di speranza, occasione di cambiamento spirituale, culturale, sociale".

3. Spazio alla famiglia - Incontri specifici e periodici con i genitori.

Vorremmo proporre quest’anno ai genitori che si sono avvicinati con interesse al catechismo dei loro figli, un cammino mensile di autoformazione, seguendo un sussidio on line per loro sul sito della azione cattolica italiana: http://www.azionecattolica.it/aci/famiglia/genitori-per.

Vengono fornite delle schede abbastanza flessibili (in versione “light” su carta e “full” on line) da usare in gruppo ogni mese e poi in coppia come genitori.

Il percorso dei giovani: Mi illumino di impegno

Sono diversi i giovani impegnati in parrocchia con diverse attività… è importante garantire a loro un momento di formazione periodico, anche se non facile affidarlo a qualcuno di adulto.

Il percorso dei giovanissimi: Sei impegnato? Con tutto il cuore!

Vorremo tentare un cammino per il biennio delle superiori (“dopo cresima”) affidandolo ad un giovane coppia di sposi. Se così fosse, il sussidio 2010-2011 per i giovanissimi di AC potrebbe essere un buon strumento di lavoro.

Il percorso dei bambini e dei ragazzi: Ciò che conta di più

Non siamo ancora in grado di fare un cammino completo per le diverse fasce d’età. Quest’anno ci concentriamo in particolare sui 10–12 (I e II media) e 13-14 (III media e I sup.)

Per i tempi liturgici di Avvento e Quaresima, continuiamo a proporre un cammino unitario seguendo i testi liturgici, come abbiamo già fatto gli anni scorsi.

Il programma pastorale parrocchiale 2010 – 2011:
Condividiamo la Speranza – Testimonianza della Carità

Più volte nei nostri consigli pastorali abbiamo dato spazio all’animazione caritativa svolta nella nostra parrocchia attraverso la commissione caritas, facendo emergere aspetti positivi e limiti anche intrinseci alla nostra situazione di paese e di parrocchia. Certamente si tratta di dare una miglior formazione e organizzazione a questo gruppo di persone volenterose; di intessere rapporti più costruttivi con le assistenti sociali comunali; di stare più collegati con la Caritas diocesana… Il primo impegno però è quello dell’animazione caritativa dell’intera comunità parrocchiale. Riporto alcune riflessioni contenute nella relazione sullo status della parrocchia che vi ho presentato il 10 gennaio 2008.

La carità costituisce il centro della vita cristiana ed è la sua più viva espressione (agape… 1Corinti 13; Benedetto XVI, Dio è amore); la Chiesa è mistero – evento di amore e di comunione.

Non è tuttavia facile valutare la consistenza di questa realtà nella nostra comunità parrocchiale. Si potrebbe prendere a riferimento 1Corinti 13 e fare una verifica, oppure altri testi come Colossesi 3, 12 ss.

Tuttavia noto che ci sono una viva cordialità e familiarità, a tratti compromessa da fratture o incomprensioni inevitabili creatisi in passato (… è normale che ci siano ferite, e che a volte tornino a dolere). Mi sembra anche che rapporti tra famiglie, schieramenti politici non sempre lascino i cristiani liberi di relazionarsi “nella verità con la carità”. Soprattutto siamo interpellati dall’arrivo di nuovi residenti e dalla loro accoglienza nella comunità parrocchiale.

L’Accoglienza credo sia l’atteggiamento più rilevante e impegnativo della carità vissuta tra noi. “Dall’amore che avrete gli uni verso gli altri… crederanno in me”.

A proposito di questa dichiarazione di Gesù nel vangelo di Giovanni (13, 35), sarebbe interessante interpellare la cittadinanza sulla nostra (di comunità parrocchiale…) testimonianza della carità!

Espressione squisitamente cristiana è la cura dei poveri.

Gesù, oltre a vivere in modo sobrio e povero, si è preso cura dei poveri (malati, soli, emarginati…) e nella sua prima comunità, a Gerusalemme, si praticava una condivisione piena e totale di beni anche economici e materiali per sovvenire alle necessità degli indigenti (Atti 4, 34 s.).

L’attenzione ai poveri, nella Chiesa di oggi (come altri aspetti fondamentali…) è diventata espressione di “una chiesa povera per poveri e con loro” (CELAM), un impegno comunitario e non solo un servizio di qualche ordine religioso dedito alla carità o di qualche associazione benefica come la “S. Vincenzo”! Anzi dovrebbe essere l’amore reciproco vissuto tra noi ad alimentare il nostro servizio ai poveri. Non è solo un fatto organizzativo… ma anche questo aspetto non va impostato in qualsiasi modo.

In questa luce va anche valutato il servizio dei ministri straordinari della comunione presso gli anziani e gli infermi. La caritas parrocchiale può essere uno strumento e uno stile molto utile, ma non si può delegare un aspetto così vitale che, se trascurato, smentisce tutta la nostra vita cristiana.



Come avevo scritto l’anno scorso nel presentare l’impegno formativo nel nostro anno comunitario, “si tratta di una vita animata dalla CARITA’: dall’ amore reciproco tutti riconosceranno che siamo discepoli di Gesù. Dal nutrimento del Vangelo dovrebbe nascere in noi l’urgenza ad aprirci, per non pensare solo a noi stessi e ai problemi nostri o della nostra famiglia.

Piccoli gesti di carità, come la raccolta di generi alimentari non risolvono i problemi, ma impediscono al nostro cuore di indurirsi e di inaridirsi preoccupandoci solo delle nostre necessità.

Il gruppo caritativo ha questo compito...

L’ascolto è il primo e fondamentale gesto di carità”.



Allegato:

Matteo: un vangelo comunitario per una chiesa - comunità



E’ il primo libro del Nuovo Testamento, ma non ad essere stato scritto.

Seguendo la traccia del vangelo di Marco, Matteo scrive un nuovo racconto evangelico su Gesù di Nazareth (in Siria/Palestina 80 - 90? Su un testo aramaico di qualche decennio precedente) per i cristiani della Palestina, o provenienti direttamente dalla tradizione giudaica, ma che verrà poi usato anche negli ambienti greci.

GESU’ è presentato da Matteo, non solo come il Maestro che si fa conoscere (si manifesta, si rivela) come il Figlio di Dio, che annuncia quindi il regno di Dio (dei cieli) che si avvicina a noi (4,17).

Egli è il Dio-con-noi, l’Emmanuele annunciato da Isaia 7,14; 8,8.10 (cfr. Matteo 1,22-23); il Maestro presente tra i suoi discepoli (cfr. 18,20); il Risorto che è con noi per sempre (cfr. 28, 20).

Matteo annuncia in Gesù il compimento delle promesse ad Israele (le sue origini ebraiche, i suoi antenati, la sua infanzia con Giuseppe e Maria); questo spiega le sue continue citazioni della Bibbia ebraica, in particolare dei profeti...).

Come Mosè viene presentato dalla Bibbia il fondatore del Popolo di Israele (…), così Matteo presenta Gesù come il fondatore del nuovo popolo di Dio: la Chiesa (cfr. il celebre passo del capitolo ai vv. : .

Questa prospettiva incide anche nel modo di redigere il suo racconto evangelico, il modo di strutturare il materiale (le tradizioni e le forme) che ha in comune con gli altri evangelisti.

Come nella Bibbia, i primi 5 libri (Pentateuco) sono i fondamenti del popolo di Israele (Torah), e come Mosè ha tenuto 5 grandi discorsi al suo popolo, prima di entrare nella terra promessa (Deuteronòmio), così Matteo fa pronunciare a Gesù 5 discorsi, come fossero la carta costituzionale del nuovo Israele, la comunità post-pasquale nuovo popolo dell’Alleanza (cfr. 21, 43):



I - cc. 5-7: Discorso sul monte

II - cc. 10-11: Discorso per la missione

III c. 13: Discorso in parabole: il Regno

IV - c. 18: Discorso per la comunità

V - c. 19: Discorso sui tempi futuri



Ad ogni discorso segue la descrizione dell’attività di Gesù:

c. Miracoli:

d. discussioni con i capi del popolo:

e. provocazioni a credere:

f. viaggi:

g. il racconto della morte e risurrezione:



Ogni pagina del suo vangelo mostra il legame tra Dio e la nostra storia: solo in lui infatti si attua la nostra speranza.

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