domenica 3 ottobre 2010

UNA COMUNITÀ CHE CELEBRA: La Liturgia domenicale della XXVII Domenica dell'anno C - 3 ottobre 2010

CREDERE È AMARE: AMARE È SERVIRE !

La liturgia della 27a domenica del tempo ordinario che celebriamo oggi ci pone di



fronte al dramma della «Presenza» di Dio che gli esseri umani percepiscono spesso


come «Assenza» o, con una espressione divenuta classica, come «silenzio di Dio». Di


fronte a tutto ciò che schiaccia o che non trova soluzioni adeguate, di fronte alla impotenza


disarmata e traumatica che cataclismi naturali o fatti aberranti, come la morte


violenta di una persona innocente o la morte di un bambino mettono in evidenza,


istintivamente siamo portati a domandarci se Dio c’è e, se c’è, perché tace. Ancora una


volta dobbiamo constatare che di Dio abbiamo un immagine sconvolgente: lo vorremmo


come un «grande orologiaio» che regola il traffico nelle ore di punta, secondo ciò


che noi riteniamo giusto, ingiusto, buono e cattivo. Ancora una volta noi crediamo in


un Dio «fatto a nostra immagine e somiglianza» piuttosto che credere di essere noi


creati «a sua immagine e somiglianza» (Gen 1,27). Il «dio» di cui spesso parliamo è una


nostra proiezione che nulla ha da spartire con il Dio rivelato da Gesù Cristo; è un nostro


bisogno, anzi un robot a nostra disposizione per attuare ciò che noi vogliamo. Il


Dio universale, asettico regolatore, grande architetto che sovrintende il mondo, a suo


capriccio, è morto definitivamente in Gesù Cristo. Il primo «vangelo» che Gesù ha dichiarato


è questo: «convertitevi», cioè cambiate mentalità, modificate il pensiero che avete di


Dio perché io sono venuto a svelarvi il suo vero volto e a dirvi il suo unico Nome, che


è agàpe, cioè relazione intima di comunione nell'amore (cf. Mc 1,14-15; Gv 1,18; 1Gv 4,8; Gv


14,10.17.23). Entrare in questa logica significa scoprire che il «Silenzio» di Dio non è


«tacere», ma è la Parola più alta che Dio può pronunciare se vuole rispettare la libertà


della nostra coscienza e l’autonomia delle nostre decisioni. Dio fa silenzio perché possiamo


parlare noi con la nostra vita e la nostra testimonianza. Coloro che pretendono


un Dio interventista, fanno di lui un meccanismo su misura, un vero deus ex machina;


l’orologiaio o l'architetto universale o il «Dio tappabuchi» di cui parla plasticamente il


grande teologo luterano Dietrich Bonhöffer, testimone della fede fino al martirio nel


lager nazista di Flossebürg. Egli, sviluppando la teologia di Karl Barth, afferma che l’ateismo


moderno e la secolarizzazione smascherano la religione e il suo «Diotappabuchi


», invenzione dell’uomo per dare una risposta alle proprie insicurezze: «Dio


come ipotesi di lavoro, come tappabuchi, è diventato superfluo per i nostri imbarazzi»1.


Il Concilio Vaticano II dichiara che i cristiani stessi possono essere causa dell’ateismo


contemporaneo, in quanto generano essi stessi quell’atteggiamento che dovrebbero


contrastare con la loro vita, quando non sanno presentare la propria fede in modo


adeguato, o mostrano incoerenza personale e sociale nella testimonianza della propria


vita (cf. Gaudium et Spes, n. 19). Dio «ha taciuto» nell’orrore della Shoàh perché i cristiani


con il loro comportamento gli hanno tappato la bocca e gli occhi; Dio «ha taciuto» in


Rwanda perché i cristiani hanno fatto prevalere l’istinto tribale sulla fraternità della natura


e della fede; Dio «tace» quando i cristiani lo imbavagliano di fronte alle ingiustizie


di cui sono causa e spesso complici o quando sostengono governi e politiche che sono


la negazione della dignità della persona e dei suoi diritti in vista di interessi particolari


e per il mantenimento del potere come garanzia del malaffare economico. Al contrario,


«il silenzio di Dio» è l’urlo che risuona nel cuore dell’aberrazione dei sedicenti credenti


che si tappano la coscienza per non sentire e vedere: essi vogliono un «dioburattino


» da portare in processione e da rinchiudere subito dopo in un museo fino


alla prossima occasione. Il «silenzio di Dio» grida nel bisogno di liberazione dell’uma-


1 Cf. Id., Resistenza e resa: lettere e appunti dal carcere, Milano 1969, 264.


nità e nel bisogno che uomini e donne hanno di assoluto e di verità. Il «silenzio di


Dio» diventa così la premessa della nostra profezia attraverso la vita, le parole, gli at -


teggiamenti. Con la figura letteraria dell’«ossimoro», che esprime l’antitesi tra due termini


di significato opposto, potremmo dire che Dio è «Presenza-Assente»2.


Due sono le coordinate attraverso le quali noi incontriamo Dio «Presenza/Shekinàh» e


che costituiscono altrettanti comandamenti: le persone che incontriamo sul nostro


cammino e gli avvenimenti che viviamo. Gli uni e gli altri sono portatori del kairòs,


cioè di senso o dell’accadimento come fatto qualitativo che viene ad incidere nella nostra


vita, determinandone un cambiamento. Non tutto ciò che avviene è un accadimento,


perché tanti fatti hanno un senso immediato e univoco: mangiare, bere, respirare,


essere liberi, pensare, amare, morire sono fatti così ordinari che non vi prestiamo


alcuna attenzione. Quando però gli stessi fatti sono portatori di un supplemento di


senso, allora diventano accadimenti e s’impongono alla persona attenta e critica: mangiare


e bere oltre misura in presenza di chi muore di fame, impedire a qualcuno di for -


marsi o esprimere un pensiero, «amare» una persona gelosamente facendone un possesso,


sproloquiare sui bisogni della gente e frodare il fisco, sono eventi che inchiodano


la coscienza alle nostre responsabilità. Per scoprire e ascoltare la Shekinàh è necessario


creare le condizioni perché Dio non abita nel chiasso o nel caos: bisogna purificarsi


da ogni urgenza e frettolosità. Dio cammina in punta di piedi ed è appena un sussurro


che si può udire solo nel più assoluto silenzio del cuore e dell’anima. L’errore


che si compie spesso è quello di cercare Dio in alcuni «luoghi» materiali; ma per


incontrare Dio bisogna prima trovare se stessi e scendere nel cuore profondo di sé, perché


Dio non sta sulla superficie, ma ha la sua tenda nell’intimo di ciascuno, là dove


non siamo soliti andare. In questo viaggio verso la nostra intimità che nasconde come


un tesoro la «Presenza silenziosa di Dio» ci guida lo Spirito Santo, il Consolatore che


noi invochiamo per avere luce e forza nel nostro cammino lungo i sentieri della storia.


INVOCAZIONI PENITENZIALI


Signore, noi ci riteniamo credenti, ma non così tanto da fidarci di te.

Signore, pietà!

Cristo, a noi piace sentirci utili nella vita, ma non fino al punto di servire gli altri.

Cristo, pietà!



Signore, tu ci fai tuoi testimoni ma noi ci vergogniamo del tuo Vangelo.

Signore, pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…



PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA (Colletta)

+ O Padre, sempre ci ascolti anche se la nostra fede è piccola quanto un granello di senape.
Il tuo Spirito in noi ci renda credenti fiduciosi e umili servi, ma chiamati da te a testimoniare nel mondo la tua feconda presenza e la tua forza nel vangelo d’amore di Gesù Cristo, tuo Figlio... Amen!



LITURGIA DELLA PAROLA



Dal libro del profeta Abacuc

1,[1]2-3;2,2-4 Oracolo ricevuto in visione (con incarico) dal profeta Abacuc.

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non mi ascolti? A te alzerò il grido:

«Violenza!» e non ci salvi?

Perché mi fai vedere l’ingiustizia e resti (mi lasci) spettatore dell’oppressione?

Ho davanti a me rapina e violenza

e ci sono liti e si muovono contese. (…)

Il Signore rispose e mi disse:

«Scrivi ciò che ti faccio vedere e incidilo bene sulle tavolette, perché lo si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza

e non inganna; se indugia, attendila,

perché certo avverrà e non tarderà.

Ecco, soccombe chi non è fedele a Dio, mentre chi si fida di Lui

vivrà per la sua fedeltà». Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 94

R./ Ascoltate oggi la voce del Signore.

Confitemini Domino, quoniam bonus.Confitemini Domino. Alleluja!

1. Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo
a Lui, roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a Lui per rendergli grazie,
a Lui acclamiamo con canti di gioia.

2. Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo che egli conduce
come un gregge al suo pascolo.

3. Se ascoltaste oggi la sua voce:
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere!».



Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

1,6-8.13-14

Figlio mio. Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. (…) Prendi come modello i sani insegnamenti che da me hai udito, nella fede e nell’amore che sono in Cristo Gesù. Custodisci il bene prezioso che ti è stato affidato mediante lo Spirito santo che abita in noi.

Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!

La parola del Signore rimane in eterno: e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca

17,[1...4] 5-10

In quel tempo. [Gesù disse ai suoi discepoli: «(…) Se qualcuno fa perdere la fede a una di queste persone semplici… State bene attenti! Se un tuo fratello ti fa del male, tu rimproveralo; ma se poi si pentirà, tu perdonalo! Anche sette volte al giorno…»].

Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci (in noi) la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo soltanto servitori. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, la Parola del Signore è Vita: chiediamo il dono di essere non solo ascoltatori attenti, ma servi e operatori della Verità.

R./ Signore Gesù, ascoltaci!

1. Cristo, Servo obbediente del Padre, fa’ sperimentare alla tua Chiesa la beatitudine di proclamare e mettere in pratica la tua Parola, ti preghiamo.

2. Cristo, nostro Maestro, dona a chi ha compiti politici e amministrativi di essere al servizio degli altri, ti preghiamo.

3. Cristo, Speranza del mondo, sostieni il sofferto cammino delle chiese cristiane, perché tutti credano in te, ti preghiamo.

4. Cristo, Agnello che prendi su te il peccato del mondo, salva chi lotta pacificamente per la libertà, ti preghiamo.

5. Cristo, Luce del mondo, guida il cammino di Alessandro e di Michelle, perché crescano nel tuo amore, ti preghiamo.

6. Cristo, vero Pastore della nostra comunità, fa’ che vivendo insieme la tua Parola rendiamo più saldi i nostri vincoli di comunione fraterna, ti preghiamo.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Benedetto sei tu, o Padre, per la testimonianza del tuo Figlio Gesù: in Lui hai rivelato il tuo volto di amore e ci ha permesso di fidarci di te da persone libere. Donaci di usare la nostra libertà nella carità: mettendoci al servizio degli altri. Per Cristo, nostro Signore. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!

Annunziamo la tua morte, Signore; proclamiamo la tua risurrezione; nell’attesa della tua venuta!

Alla comunione

Dissero gli apostoli a Gesù: “Signore, accresci la nostra fede!”.

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