venerdì 8 ottobre 2010

Una Comunità che celebra: la Liturgia della XXVIII Domenica dell'anno C: 10 ottobre 2010

L’AMORE DI GESU',  FONTE DI VITA NUOVA

Il tema di fondo della domenica 28a del tempo ordinario C è certamente la gratuità, che dovrebbe segnare e caratterizzare ogni azione e ogni respiro di chi crede.
La gratuità ha due caratteristiche: essa esprime l’interesse per la persona a cui si rivolge e manifesta l’affabilità di chi la dona. Un gesto gratuito è sempre un gesto di amore perché pone al centro della propria attenzione la persona dell’altro come è, indipendentemente da come la si vorrebbe. La gratuità rispetta l’altro nel suo essere e nella sua libertà. Il segno visibile di questa «altezza» è il disinteresse di chi compie il gesto di gratuità. Agire gratuitamente oggi è una sfida in una cultura che tutto trasforma in «mercato». Si è arrivati perfino a mortificare la disponibilità interiore che animava il volontariato perché lo si è trasformato in un impiego fittizio retribuito e precario. Non temiamo di dire che è morta la «civiltà del dono», sacrificata sull’altare del profitto secondo la perversa logica che tutto deve avere un prezzo, anche le coscienze, anche le persone. Assistiamo, infatti, ad uno spettacolo inverecondo di persone che in ambito lavorativo, politico e clericale vendono se stesse e le loro idee a chi li paga meglio in carriera, denaro e potere. La Toràh proibisce il prestito ad interesse (Es 22,24; Lv 25,36.37; Dt 23,20; Pr 28,8; Ez 18,8.13; cf. Mt 5,42) perché nessuno possa dire nel mondo «questo è mio», perché nel creato tutti sono ospiti provvisori. L'ospitalità, che era la caratteristica dei popoli antichi e fino a qualche decennio dopo la 2a guerra mondiale, si è trasformata in «accoglienza turistica» perché fonte di guadagno. La 1a lettura è tratta dal ciclo delle gesta di Eliseo, profeta vissuto nel sec. IX a.C. e successore del grande profeta Elia. Eliseo organizza il suo ministero, che non lascia all’improvvisazione: ha un ufficio di relazione con collaboratori alle dipendenze che mediano tra lui e coloro che richiedono il suo intervento. La visita del siriano Nàaman è un evidente pretesto della Siria per scatenare la guerra con Israele: la Siria infatti ha sempre cercato di dominare la scena politica medio orientale. Il re siriano manda un suo luogotenente affetto da lebbra al re di Israele perché lo guarisca. L’assurdo della richiesta dimostra l’intenzione guerrafondaia di chi l’ha architettata perché la risposta negativa del re d’Israele sarà interpretata politicamente come un’offesa diplomatica al re di Siria che invece si fidava del re d’Israele. La guerra è inevitabile. I giochi diplomatici per scatenare catastrofi e guerre «preventive» sono sempre esistiti e sono il segno che nell’uomo c’è una tendenza alla perversione, che è il segno evidente del suo peccato di fondo, la presunzione di essere onnipotenti. Il guerrafondaio re di Siria però non ha calcolato una variabile indipendente: in Israele c’è un profeta di quel Dio che scruta i reni e i cuori, sventa le trame e denuda le intenzioni. Nell’acqua del Giordano non si rinnova più il passaggio del Mare Rosso per entrare nella terra promessa (cf. Gs 3,15-17), ma avviene la guarigione dalla lebbra e il lebbroso diventa un uomo nuovo e può ritornare alla vita civile e religiosa: è purificato, «battezzato». Era venuto come pretesto per scatenare una guerra, trova la guarigione e scopre Dio: sulle rive del fiume Giordano, l’impossibile diventa possibile perché «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37; cf. Gen 18,14). Nàaman non deve sottostare a impegni particolari, non riceve obblighi morali
e non deve nemmeno pagare un tributo perché il Dio del profeta Eliseo non è un «codice etico», e neppure può essere comprato perché nessuno lo può vendere. Egli deve solo compiere un gesto simbolico per sottolineare la gratuità della salvezza che sta per ricevere: deve lavarsi nel Giordano «sette volte» (2Re 5,14). Il numero «sette» indica completezza, totalità e l’acqua è simbolo di conversione, di trasparenza, di vita nuova. Lavarsi nel Giordano vuol dire cambiare modo di pensare e di vedere le cose perché la sua purificazione non è solo liberazione dalla lebbra, ma anche rinnovazione interiore, conversione radicale. Egli ha ancora una concezione della religione come contratto, perché vuole ricompensare il profeta con regali, come si usa nella mondanità delle corti e civiltà dei finti liberi. Non sa che il Dio d’Israele è il Signore del cielo e della terra (cf. Gen 2,4; 24,7; Is 61,1) e non una merce da contrattare. Il profeta con il suo stile di vita gli testimonia che Dio non si può vendere, né comprare, profetizzando con la sua vita la gratuità di Dio e costringendo Nàaman a fare il salto dalla religione alla fede, dalla dipendenza alla grazia. Se la Chiesa non profetizza la gratuità di Dio, condanna gli uomini e le donne ad una religiosità di prostituzione, trasformando in merce di scambio sia Dio che l'umanità. Nel vangelo vi è lo stesso tema e lo stesso schema: Gesù è in viaggio e opera in due regioni «eretiche»: in Samaria (parte centrale della Palestina, abitata dai Samaritani ostili) e in Galilea (regione a Nord della Palestina), considerata terra pagana, tanto da essere chiamata dagli stessi Ebrei «Galilea delle Genti» (Mt 4,15). Gesù non si limita solo ad attraversare la Samarìa, ma «entra in un villaggio»: egli va controcorrente, contravviene alle norme e diventa impuro con gli impuri, non teme la scomunica, ma ha come solo obiettivo quello di suscitare sentimenti di gratitudine e di gratuità. Si direbbe che Gesù cerchi volutamente l’umanità più disumana per fare esplodere in essa lo splendore nascosto che i superficiali e i bigotti non sanno né vedere, né apprezzare. Gesù è un esperto di umanità: «Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo» (Gv 2,25). Non si è santi nell’imparare ad essere disumani, ma vivendo fino in fondo la pienezza della propria umanità, il luogo privilegiato della Shekinàh/Presenza di Dio che svela in noi la misura del perdono come dimensione della gratuità.
È proprio ben poco quello che possiamo acquisire con i nostri sforzi, perché sia che moriamo sia che viviamo noi siamo sempre immersi nella gratuità del Signore (cf.Rm 14,8). Invochiamo lo Spirito Santo, il dono di Dio per eccellenza, perché ci apra alla comprensione piena della fede che salva.

INVOCAZIONI PENITENZIALI


Gesù Maestro, tu solo puoi guarire le nostre ferite più nascoste. Kyrie, eleyson!

Cristo Risorto, attraverso i sacramenti ci doni continuamente una vita nuova. Christe, eleyson!

Gesù Salvatore, non ti saremo mai grati se non amiamo gratuitamente gli altri. Kyrie, eleyson!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA (Colletta)

+ O Padre, fonte della vita terrena ed eterna, tu sani ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito. Oggi, tutti insieme, ti ringraziamo nel giorno della Risurrezione del tuo Figlio: egli sempre fedele a te, ci fa morire e vivere in Lui, che è nostro Signore e nostro Dio… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal secondo libro dei Re 5,14-17
[Dopo le parole del profeta Eliseo, Naamàn, comandante siro che era lebbroso] scese al fiume Giordano e si lavò sette volte, e la sua carne ridivenne come quella di un giovinetto; egli era purificato. Tornò con tutto il seguito da l'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele. Accetta adesso un dono dal tuo servo». Elisèo rispose: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». Naamàn insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Allora Naamàn disse: «Se è no, almeno sia permesso al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo al Signore». Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 97

R./ Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

† Laudate Dominum omnes gentes. Alleluja!
1. Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Ha vinto con la forza del suo braccio santo.

2. Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla discendenza di Israele.

3. Fino i popoli più lontani hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutto il mondo:
gridate, esultate, cantate inni!

Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timòteo 2,8-13

Figlio mio. Ricordati che io annuncio nel mio vangelo Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide! Per Lui io soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto tutto questo per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che ci viene da Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Di questa parola ci fidiamo:

Se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo.

Se perseveriamo con lui, con Lui anche regneremo.

Se lo rinneghiamo, Lui pure ci rinnegherà.

Se siamo infedeli, Lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso!

Parola di Dio!


Alleluja, alleluja!
In ogni circostanza ringraziate il Signore. Questo Dio vuole da voi, vivendo uniti a Cristo Gesù. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca 17,11-19

Nell’andare a Gerusalemme, [Gesù] attraversava Samaria e Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci uomini lebbrosi che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».

Vedendoli, [Gesù] disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Costui era Samaritano. Allora Gesù gli rispose: «Non ne sono stati purificati dieci? Ora i nove dove sono? Non sono stati visti tornare a rendere gloria a Dio, se non questo straniero?». E disse a lui: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!

Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, la Parola di Dio è Vita: risana e rende liberi! Di essa noi ci fidiamo e al Cristo fedele ci rivolgiamo con la nostra preghiera:
R./ Gesù maestro, abbi pietà di noi!

1. Signore, che la tua Chiesa ti riconosca come unico suo Signore e che fuori di te non vi è possibilità di vita vera.

2. Fa’ che i cattolici italiani, riuniti a Reggio C.a, si facciano voce delle comunità cristiane per un futuro di speranza nel nostro Paese e per il bene comune.

3. Fa’ che i nostri amministratori politici si mettano in umile e attento ascolto, per vedere e operare il vero bene di tutti.

4. Suscita in noi una viva e profonda gratitudine per il tuo amore che ci sana da quelle infermità che noi invece tentiamo di nascondere.

5. Illumina Luca nel cammino cristiano che oggi inizia con il Battesimo, sostenuto anche dalla nostra compagnia.

6. Ridesta nella nostra comunità cristiana il desiderio di costruire insieme, con te il tuo regno in mezzo a noi.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Sii benedetto, o Padre, le piaghe del tuo Figlio crocifisso sono per noi fonte di Vita. Trasforma tutti noi in un canto di lode alla tua bellezza e alla tua santità come il pane e il vivo che oggi portiamo a te. Per Cristo... Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi. - E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me. - E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore; proclamiamo la tua risurrezione; nell’attesa della tua venuta!

Alla comunione

“Non sono dieci i guariti? E gli altri nove dove sono? Alzati e va’: la tua fede ti ha salvato!”.

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