sabato 6 febbraio 2010

11 febbraio 2010: Giornata del Malato


La Chiesa a servizio dell’amore per i sofferenti

11 febbraio: Giornata del Malato

La sofferenza è una dimensione inalienabile della vita di ciascuno e, pur essendo un mistero insondabile e inspiegabile, non è priva di senso e di valore nel contesto del’esperienza umana.
Anzi essa diventa, nella luce di Cristo crocifisso e risorto, “luogo di apprendimento della speranza”. Per questo le persone sofferenti non vanno lasciate mai sole nel loro dolore e siano sostenute efficacemente anche con la preghiera e vicinanza fraterna. La chiesa da secoli è al servizio del malato; in diverse forme, attraverso ogni singolo cristiano, testimonia l’Amore di Colui che per noi ha dato la sua vita morendo in croce.
Andrea MANTO

Approfondiamo la Parola domenicale. 7 febbraio 2010


Parola che si fa Vita

Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.

1Timoteo 1,12-17
Cristo ha fiducia in me.

Giovanni 21,1-14
Pescarono una quantità enorme di pesci. E’ il Signore!

Apocalisse 1,9-18
Non temere!

Esodo 3,1-15
Perdonami, Signore,
manda chi vuoi; io non so parlare.
1Corinzi 2,1-5

2Corinzi 4,1-15
Investiti di questo
ministero per la misericordia
che ci è stata data, non ci perdiamo d’animo, anche se portiamo
un tesoro in vasi di creta.
.

Agenda settimanale: 8 - 14 febbraio 2010


Agenda settimanale
8 - 14 Febbraio 2010
* * *
Lunedì 8, ore 21.00: Messa a Paglieroni

Martedì 9
ore 10.00: Incontro zonale dei preti
ore 18.30: Messa in San Giorgio

Mercoledì 10
ore 21.00: Condividiamo la Parola

Giovedì 11 - B. V. Maria di Lourdes
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

Venerdì 12
ore 21.00: Genitori Nazaret

Sabato 13
Domenica VI dell’Anno C
ore 15.30: Gruppo Nazaret
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

Domenica 14
ore 9.00: Messa in san Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le
Battesimo di Colanero Ludovica

ore 16.00: Ortona-Salesiani: “Etica della responsabilità e della solidarietà”.

Una Comunità che celebra - La Liturgia domenicale: V Domenica dell'Anno C - 7 febbraio 2010

GESU’, DIO che opera nella nostra debolezza


Invocazione penitenziale

Signore, Parola che purifica, espia la nostra colpa! Signore pietà!

Cristo, morto per i nostri peccati, facci risorgere con te a vita nuova!
Cristo pietà!
Signore, che ti avvicini a noi peccatori, facci capaci di prossimità con gli altri.
Signore pietà!

Inno di lode: Gloria a Dio…

Preghiera dell’Assemblea

+ O Padre, infinitamente grande che affidi a noi peccatori e alle nostre mani fragili il compito di portare agli uomini l’annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito. La tua Parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni uomo sulla terra.
Per il nostro Signore… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa
6,1...8
Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. (2-3) E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo
dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo dalle labbra
impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re,
il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,perciò è scomparsa la tua colpae il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore:
«Chi manderò e chi andrà per noi?».
E io risposi: «Eccomi, manda me!».
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 137

R./ Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

[Magnificat… anima mea, Dominum!]

1. Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo.
2. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa
più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato,
mi hai risposto,hai accresciuto in me la forza.
3. Ti renderanno grazie, Signore,
tutti i re della terra, quando ascolteranno
le parole della tua bocca. Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore!
4. La tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
15,1...11
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto(…); quello che anch'io ho ricevuto:
Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta (…). Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca
5,1-11
In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore!


Professione di Fede - Simbolo Apostolico

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

la Parola si fa Preghiera

+ Fratelli e sorelle, Gesù ci chiama ad ascoltarlo e a seguirlo. Preghiamo insieme perché egli renda fruttuose le nostre capacità e il nostro impegno.

R./ La tua presenza ci salvi, Signore!

1. La Chiesa faccia scelte mai dettate dagli equilibri di potere, ma sempre da giustizia e misericordia. Preghiamo.


2. La consapevolezza di essere deboli non sia per noi un ostacolo, ma solo grazia per sentirci amati. Preghiamo.


3. Perché lasciamo gli altri liberi nelle loro scelte, come tu sei sempre paziente con noi. Preghiamo.

4. I credenti combattano la povertà per amore e difesa della vita. Preghiamo

5. Sostienici, con la forza della tua Parola e del Pane di vita nel seguirti sempre, oltre le nostre forze. Preghiamo.

dalla Parola all’Eucaristia

+ Ti ringraziamo, o Padre, per il tuo Figlio Gesù: con la forza della sua Parola Egli rende fecondi le nostre azioni e i nostri pensieri; così come il tuo Spirito trasforma il pane e vino che ti presentiamo. Siano fonte di vita nella nostra debolezza per la salvezza del mondo. Ora e per sempre. Amen!

Giornata per la vita - La forza della vita: una sfida nella povertà

Chi guarda al benessere economico alla luce del Vangelo sa che esso non è tutto,
ma… fedele al messaggio di Gesù, venuto a salvare l’uomo nella sua interezza,
la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale, che richiede anche il superamento dell’indigenza e del bisogno. La disponibilità di mezzi materiali, arginando la precarietà
che è spesso fonte di ansia e paura, può concorrere a rendere ogni esistenza più serena e distesa. Consente, infatti, di provvedere a sé e ai propri cari una casa, il necessario sostentamento,
cure mediche, istruzione.
Avvertiamo perciò tutta la drammaticità della crisi finanziaria che ha investito molte aree
del pianeta: la povertà e la mancanza del lavoro che ne derivano possono avere effetti disumanizzanti. La povertà, infatti, può abbrutire e l’assenza di un lavoro sicuro può far perdere fiducia in se stessi e nella propria dignità. Si tratta, in ogni caso, di motivi di inquietudine
per tante famiglie. Molti genitori sono umiliati dall’impossibilità di provvedere, con il proprio lavoro, al benessere dei loro figli e molti giovani sono tentati di guardare al futuro con crescente rassegnazione e sfiducia.
Proprio perché conosciamo Cristo, la Vita vera, sappiamo riconoscere il valore della vita umana
e quale minaccia sia insita in una crescente povertà di mezzi e risorse. Il benessere economico, però, non è un fine ma un mezzo, il cui valore è determinato dall’uso che se ne fa: è a servizio della vita, ma non è la vita. Quando, anzi, pretende di sostituirsi alla vita e di diventarne la motivazione, si snatura e si perverte. Anche per questo Gesù ha proclamato beati i poveri
e ci ha messo in guardia dal pericolo delle ricchezze (cfr Luca 6,20-25).
Alla sua sequela e testimoniando la libertà del Vangelo, tutti siamo chiamati a uno stile di vita sobrio, che non confonde la ricchezza economica con la ricchezza di vita. Ogni vita, infatti,
è degna di essere vissuta anche in situazioni di grande povertà. L’uso distorto dei beni
e un dissennato consumismo possono, anzi, sfociare in una vita povera di senso e di ideali elevati, ignorando i bisogni di milioni di uomini e di donne e danneggiando irreparabilmente la terra,
di cui siamo custodi e non padroni.
Proprio il momento che attraversiamo ci spinge a essere ancora più solidali con quelle madri che, spaventate dallo spettro della recessione economica, possono essere tentate di rinunciare
o interrompere la gravidanza, e ci impegna a manifestare concretamente loro aiuto e vicinanza.
Ci fa ricordare che, nella ricchezza o nella povertà, nessuno è padrone della propria vita
e tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla come un tesoro prezioso dal momento
del concepimento fino al suo spegnersi naturale.

I Vescovi Italiani

sabato 30 gennaio 2010

Una Comunità allla scuola di Gesù e del suo Vangelo: Introduzione al racconto evangelico di Luca

Una Comunità che si forma alla Scuola di Gesù e del Vangelo

Un vangelo per un anno

Ogni anno, durante la liturgia domenicale, noi proclamiamo e ascoltiamo la lettura quasi continua di un vangelo: Matteo (anno A), Marco (anno B), Luca (anno C), Giovanni (ogni anno durante il tempo di Natale e Pasqua; il cap. 6 nell’estate dell’anno B).
Questa scelta fa parte della riforma liturgica operata dal Concilio vaticano II (1962 - 1965) per riportare al centro del culto, della spiritualità e della vita cristiana la Parola di Dio.
Il brano evangelico è culmine e centro della Liturgia della Parola domenicale: dà il tema alla domenica e il senso alla celebrazione (cfr. antifona alla comunione di ogni messa); la prima lettura, di solito tratta dall’Antico Testamento, è scelta proprio per commentare il brano evangelico. “La lettura del Vangelo costituisce il culmine della stessa liturgia della Parola; all'ascolto del Vangelo l'assemblea viene preparata dalle altre letture, proclamate nel loro ordine tradizionale, prima cioè quelle dell'Antico Testamento e poi quelle del Nuovo”. (Ordinamento delle letture, 13)
Durante l’anno 2009-2010 (dall’avvento di quest’anno, 29 novembre, fino al 21 novembre del 2010) noi leggeremo il racconto evangelico di Luca. Questo spiega il motivo della pubblicazione che viene offerta anzitutto agli operatori pastorali della nostra comunità parrocchiale.

Persone e comunità in ascolto

L’ascolto non connota solo l’atteggiamento del popolo di fronte a Dio (cfr. Deuteronomio 6,4); Gesù lo indica come fondamentale per entrare in rapporto di fiducia con lui e quindi per seguirlo (cfr. Luca 4,21; 7,1; 8,19-21).
Maria, proprio nel racconto di Luca, è indicata come la donna in ascolto (cfr. Luca 2, 19. 51b; 11,34)
Ogni persona matura la sua interiorità proprio nella capacità di ascoltare, e questo è il requisito di ogni dialogo: nell’ascoltare le sue parole io accolgo la persona che me le offre. Chiudermi all’ascolto vuol dire rifiutare la persona stessa che mi parla.
Anche la comunità cristiana trova nell’ascolto attento e accogliente della parola di Dio il principio fondamentale della propria formazione e della propria crescita, che è opera anzitutto dello Spirito di Gesù risorto.
“Sebbene l'azione liturgica non sia, per se stessa, una forma particolare di catechesi, essa ha però un suo criterio didattico”. (O.L., 61)
“La parola di Dio viene pronunziata nella celebrazione liturgica non soltanto in un solo modo, né raggiunge con la medesima efficacia il cuore dei fedeli: sempre però nella sua parola è presente il Cristo, che attuando il suo mistero di salvezza, santifica gli uomini e rende al Padre un culto perfetto”. (4)
“Quando pertanto Dio rivolge la sua parola, sempre aspetta una risposta, la quale è un ascolto e un'adorazione in "Spirito e verità" (Gv 4, 23). È infatti lo Spirito santo che rende efficace la risposta, in modo che ciò che si ascolta nell'azione liturgica si attui poi anche nella vita, secondo quel detto: "siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori" (Gc 1, 22). (6)
“Ogni volta pertanto che la Chiesa, riunita dallo Spirito santo nella celebrazione liturgica, annunzia e proclama la parola di Dio, sa di essere il nuovo popolo, nel quale l'alleanza, sancita negli antichi tempi, diventa finalmente piena e completa. A loro volta tutti i fedeli, che in forza del Battesimo e della Cresima, sono divenuti nello Spirito annunziatori della parola di Dio, una volta ricevuta la grazia di ascoltare questa parola, devono farsene annunziatori nella Chiesa e nel mondo, almeno con la testimonianza della loro vita”. (7)



Luca e il suo racconto del Vangelo di Gesù

1. Da Marco a Luca

Sappiamo che il racconto di Gesù, steso da Marco (tra il 50 e il 70 d.C.) per la comunità di Roma e per coloro che si preparavano al battesimo, si diffuse ben presto all’interno della chiesa del I secolo. Il suo schema narrativo, utilizzato tra le comunità palestinesi, diede origine al testo in aramaico di Matteo (Siria tra l’80 e il 90 d.C.); la sua lettura, nelle comunità di origine e di lingua greca, pervase dalla cultura ellenistica, si arricchì di nuovi elementi provenienti da una nuova “fonte - Q” (1,1-3), dando origine al racconto evangelico di Luca (Antiochia? 80 – 90 d.C.).
Luca non ha conosciuto Gesù (cfr. Luca 1,1-4) e non vuole solo “raccontare”: al centro stanno “gli avvenimenti portati a compimento tra noi”, testimoniati e ormai accolti, che tuttavia vanno fondati e attualizzati affinché continuino a parlare ad una nuova generazione di cristiani, probabilmente evangelizzati da Paolo e che rischiavano di perdere lo spessore storico e umano di Gesù.
Egli esclude nella sua narrazione quanto potrebbe non interessare ai pagani di lingua greca (cfr. Marco 9,11-13.43.48; 13,22), spiega quanto non potrebbero capire, o addirittura urterebbe la loro sensibilità (cfr. 8,43 con Marco 5,26).
L’annuncio di Gesù, Figlio del Dio vivente e Inviato atteso da secoli, non si limitò solo a coloro che provenivano dalla tradizione israelitica affinché lo accogliessero come il Dio-con-noi. Nella prospettiva di Luca divenne la testimonianza del Salvatore di ogni essere umano (Atti 5,31; 13,23), “nato da donna” (Galati 4), che avvicina tutti (cfr. Luca 3,6), senza distinzione e soprattutto “allontanati dal male”, per comunicare l’amore misericordioso di Dio, intrecciato con la loro vicenda personale (2,1; 3,1-4), stabilendo così “l’oggi” della salvezza.

2. Una nuova prospettiva:
Dio salva nella storia. Tutta la storia è “salvezza”.
Gesù è il salvatore di tutti.


Luca presenta Gesù non come il culmine della storia della salvezza iniziata con il popolo di Israele, colui che finalmente attualizza il regno di Dio: egli è “il centro” di tutta la storia e della salvezza operata da Dio. [Lohse]
Israele – GESU’ – la Chiesa sono i tre momenti di tutta la storia nella quale Dio opera seguendo un percorso di annuncio/promessa – compimento/realizzazione – continua attualizzazione.
Questa dinamica storico-salvifica può essere colta nella stessa narrazione di Luca, in alcuni elementi essenziali:
2.1. Anzitutto presenta Gesù “in viaggio verso Gerusalemme” (9,51; 13,22; 19,28); la sua predicazione e la sua attività messianica si volgono proprio camminando per le strade della Galilea e della Giudea (4,14), ipotizzando un “viaggio” che occupa la parte centrale del racconto evangelico (9,51 – 19,41).

2.2. Gerusalemme ha un posto centrale nel racconto (anche se al suo tempo era ormai ridotto ad un cumulo di macerie). Tutto parte da lì, dal Tempio (1,8-11) e gli episodi dell’infanzia di Gesù sono un po’ come un “vangelo in miniatura” (si svolgono in cammino tra i villaggi della Galilea…). Tutto scorre volutamente “verso Gerusalemme”, dove si compie tutta la storia salvifica del popolo di Israele e il destino messianico di Gesù (passione-morte, risurrezione-manifestazioni, ascensione-effusione dello Spirito).
Da Gerusalemme si va verso Roma e da lì al mondo intero, dato che gli apostoli, ricevuto lo Spirito, sono mandati dal Risorto “fino ai confini della terra” (Atti 1,28ss.).
Gerusalemme è nell’opera letteraria di Luca un punto di attrazione e di irradiazione.
2.3. Il racconto evangelico di Luca non si riduce alla figura e all’azione di Gesù, ma coinvolge anche quella della prima comunità cristiana e dell’apostolo Paolo.
“La passione e risurrezione di Gesù non rappresentano tutta l’opera del messia, affinché questa sia completamente adempiuta è necessario che Paolo annunci la salvezza ai gentili e porti il messaggio evangelico a Roma… porti a termine la realizzazione del programma che le profezie messianiche assegnavano a Cristo” [Dupont].

2.4. Diversi studi fanno pensare ad un’unica opera successivamente divisa in due: il vangelo e gli Atti degli apostoli [Menoud, Ghidelli]. Ci sono diversi paralleli che costituiscono i segnali di un unico progetto letterario (Luca 1,3 - Atti 1,1; Luca 4,14 - Atti 1,15) [Conzelman]. In questo modo risulterebbe anche constatabile a livello letterario lo schema teologico di Luca che abbraccia la storia salvifica da Israele fino alla Chiesa.
Luca vorrebbe sostenere la convinzione, maturata in quegli anni nelle comunità cristiane anche fuori dall’ambiente palestinese, che “il ministero di Gesù e l’attività missionaria della Chiesa si iscrivono nell’unità di un unico disegno salvifico” [X.L.Dufour, Maggioni, Ghidelli].
I discorsi di Pietro, nel libro degli Atti, evidenziano uno schema formale generale con il quale viene presentato tutta la vicenda e il ministero di Gesù stesso; ad esempio Atti 10,36-43.

3. Oggi, Dio salva proprio me, nel mio incontro con Gesù e con tutti gli uomini.

E’ questa l’esperienza che Luca vuole far fare a noi, suoi lettori, come ai primi destinatari della sua opera!

3.1. Per Luca la salvezza è un fatto, un avvenimento che avviene all’interno di un incontro! Si intreccia con le vicende umane (cfr. 2,1; 3,1-4), nell’incontro tra te e quest’uomo, Gesù di Nazaret!
Luca è l’unico evangelista che chiama Gesù come “il Salvatore” (2,11) e lo definisce spesso “il Signore” (200 volte usato da Luca), proprio come i primi cristiani identificavano il Risorto dopo la Pasqua. Fin dall’inizio della sua esistenza umana il Figlio di Dio è il Signore, colui che attraverso la sua morte e risurrezione, salva ogni uomo dal peccato e dal male (cfr. 7,16; 11,20) [De La Potterie].

3.2. La salvezza è frutto di una promessa a Israele e si realizza attraverso la presenza di persone: Gesù, i discepoli, la comunità… Dio che manda la sua Parola, evangelizzando per mezzo di Cristo con la forza del suo Spirito (Atti 10,36.38).

3.3. E’ l’irrompere di Dio nell’umanità (come natura e come storia; cfr. Luca 1,26…) di ogni uomo, di tutti gli uomini (cfr. 2,14.32; 3,6.38; 7,9; 10,25-37; 17,15-19); di ieri, come di oggi… coinvolgendo tutto verso il compimento futuro. “Tutto l’uomo e tutti gli uomini” (5,25-26; 7,16; 9,43; 13,13; 17,15-18; 18,43) [Lagrange].

3.4. E’ liberazione dal male fisico e dal peccato che separa e allontana da Dio e gli uomini tra loro; la risposta d’amore è il segno della salvezza avvenuta (cfr. 7,44-47; 19,8-9; 23,39-43) [Magnolfi].
“Ricostruire l’uomo nelle sue radici liberandolo da quella fatalità che lo fa schiavo del male e della paura (cfr. 11,20)… suscitare in lui quella fiducia e apertura che lo rendono disponibile alla libertà e novità del Regno di Dio” [Fabris] che lo ricerca, lo accoglie, lo ama.

3.5. La gioia è il segno messianico (cfr. Isaia 54,1; 55,12 e 43,19; 44,3) che accompagna l’operato di Gesù e denota il compimento di ogni aspettativa di salvezza da parte di tutti i popoli, non solo di Israele (cfr. 1,14.28.41.58; 2,11; 10,17.20.21; 13,17; 19,6; 24,21.52). Così pure i frequenti banchetti (7,36-50; 11,37-54; 14,1-24).
3.6. Oggi: la Vita è adesso!
Leggiamo in quest’ottica Luca 2,11; 3,22; 4,21; 12,52; 13,32; 19,5.9; 23,43. “Oggi” è la connotazione di attualità di tutto l’agire di Dio: da Israele a Gesù; dai discepoli alla comunità di Luca; dal racconto evangelico fino a noi…

4. L’umanità partecipa e collabora con la sua fiducia, semplice e povera, sincera (cfr. 7,1-10, 8,50; 18,42), ma anche con la caparbietà del suo rifiuto (4,28-30; 6,11; 11,53s.; 19,28- 20,19).
Luca più volte connota l’agire di Gesù con una “divina necessità” (“bisogna che” = dèin) che si riferisce all’ostinato disegno salvifico di Dio Padre nei confronti dell’umanità (cfr. 4,43; 9,22; 15,32; 24,7.26.44); esso emerge soprattutto nel modo in cui racconta la passione-morte di Gesù e nella consapevolezza della prima comunità cristiana: che vede in Lui sia la realizzazione della profezia del Servo (Marco e Matteo), che l’obbedienza esemplare del Figlio alla volontà salvifica del Padre.

4.1. L’eccomi di Maria è “tipico” di ogni uomo, credente e discepolo che aderisce all’annuncio della salvezza! (cfr. 1, 26-38)
4.2. Persone concrete e figure tipiche: Zaccaria, Maria, Elisabetta, il Battezzatore, Simeone, Anna, i pastori, i discepoli… Ogni persona vuol dire ciascuno, con la sua libertà e la sua esistenza storica.
Gesù si rivolge soprattutto ai “poveri”, persone poco importanti, malate o disprezzate, il Vangelo è anzitutto per loro e l’inizio del regno di Dio si manifesta proprio attraverso di loro (cfr. 4,14ss.).
4.3. Senza barriere e limiti… anche gli scomunicati (cfr. 5,27-32), le prostitute (cfr. 7,36-50), la gente di malaffare (cfr. 5,30; 7,34+; 15,1), i ladri (cfr. 19,8; 23,39ss.)
4.4. La comunità cristiana di Luca è presente fin dall’inizio del racconto evangelico.
Luca racconta anch’egli l’infanzia di Gesù, ma in modo diverso da Matteo (i cui protagonisti sono Giuseppe, “il giusto israelita” e le profezie delle Scritture sacre): la genealogia di Gesù risale fino ad Adamo (cfr. 3,22-30); il compimento della storia israelitica è significata dalla sterilità di Zaccaria e di Elisabetta (1,5-25), dall’ultra anzianità di Simeone ed Anna (2,25-33); la protagonista è una donna, Maria di Nazaret, “tipo” di tutta l’umanità e non solo del popolo eletto; l’infanzia di Gesù è intrecciata con quella del Battista suo cugino (1,57-80); Gesù nasce e cresce in una famiglia (2,1-32) e in una cerchia di parenti… cellula della nuova umanità. Sono episodi che già racchiudono un po’ tutto il racconto evangelico e vanno letti in parallelo con quelli della risurrezione (cfr. cap. 24)
E’ una comunità che ha accolto la predilezione di Gesù per i poveri (5,11.28; 6,20.24s.30; 11,4, 12,15.33; 14,12-14.26.33; 16,19-31) e i peccatori 5,27-32; 7,35-50; 9,55; 19,1-10) e vuole metterla al centro della sua vita (cfr. Atti 2,42-47 e 4,32-35); ma anche la radice della missione di Gesù, il suo rapporto con il Padre attraverso la preghiera (3,21; 5,16; 6,12; 9,18.29s.) di cui ne riporta anche gli insegnamenti (11,1-13; 12,22.32; 18,1-8.10.14; 21,36; 22,40,46) che hanno un riscontro nella vita della prima comunità cristiana (cfr. Atti 1,14.24; 2, 42.46; 4,24.31; 6,6; 7,59; 10,4.9; 13,3)

5. Gesù: l’Amore che salva

5.1. Dio ha un cuore: è amore reciproco di comunione che lo fa essere per noi!
Nell’incontro con Gesù, ogni persona può sperimentare il vero volto di Dio che ama ciascuno come figlio (cfr. Luca 15, 11ss.). Dio è Padre misericordioso per tutti, non solo per Israele, e tutti sono tra loro fratelli. La fraternità che vediamo sgorgare e pervadere la prima comunità cristiana di Gerusalemme (cfr. Atti 2 e 4) è frutto proprio di questa esperienza di amore.
Basta leggere: 15,1.5.7.10.11-32; 7,36-50; 19,1-10; 23,34.39-43 dove Luca mette in evidenza la misericordia; 1,51-53; 6,20-26; 12,13-21; 14,7-11, 16,15.19-31; 18,9-14, dove sottolinea il perdono. La salvezza è un avvenimento d’amore nella storia individuale e collettiva; “la storia è una vicenda d’amore” [Rosmini], di cui potremmo dire che il Padre è lo sceneggiatore, il Figlio l’attore e lo Spirito il regista.

Anche Luca riporta le parabole raccontate da Gesù. Non sono semplici similitudini cariche di simboli o di allegorie del “Regno di Dio” (cfr. Marco e Matteo), sono racconti esistenziali di vita quotidiana il cui vero protagonista è Dio, o Gesù stesso. Illustrano, con il loro genere letterario, gli incontri di Gesù raccontati da Luca.
Per questo la parabola è spesso utilizzata come un’iperbole del comportamento umano che mette proprio in luce l’assurdità dell’agire salvifico di Dio nei confronti di singoli individui e dell’intera umanità. Ciò non solo a motivo del “ritardo” della fine del tempo, ma per la mutata situazione di vita della comunità cristiana, sia nella sua vita interna che nella sua attività missionaria. [Dodd]

5.2. Lo Spirito
Come annunciato da Gioele 3,1-5 (cfr. Atti 2, 16ss.) lo Spirito di Dio accompagna l’agire di Gesù, sia come Profeta che come Inviato di Dio (cfr. 1,15,35,41,67; 2, 25-27; 3,22; 4,1.14.18; 10,21; 11,13; 24,49). Così accompagna anche i primi passi e tutte le vicende della prima comunità cristiana e degli apostoli (Atti 2; 4.31; 10,44; 13,2.52, 16,26;) sia nella comprensione delle Scritture profetiche alla luce di Gesù, sia del suo stesso ministero messianico, come soprattutto nella coscienza di essere essa stessa radicata nella sua stessa missione [George].

Schema e struttura del racconto evangelico di Luca


Presentazione dell’opera (cfr. Atti 1,1-2) 1, 1-4

L’annuncio della Salvezza 1, 5- 9, 50

Giovanni e Gesù: profezia e realizzazione 1,5- 3,22
Annuncio di Giovanni a Zaccaria 1,5-25
Annuncio di Gesù a Maria di Nazaret 1,26-38
Incontro tra Maria ed Elisabetta 1,38-56
Nascita di Giovanni il battezzatore 1,57-80
Nascita di Gesù ed eventi della sua infanzia 2,1-41
Predicazione di Giovanni il battezzatore 3,1-20
Battesimo di Gesù 3,21-22

Missione di Gesù in Galilea e in Giudea 3,23- 6,49
Genealogia di Gesù 3,23-38
Gesù nel deserto 4,1-13
Insegnamento di Gesù nella sinagoga di Nazaret 4,14-30
Insegnamento e guarigioni a Cafàrnao 4,31-44
Chiamata dei discepoli e dei dodici; 5,1-
guarigioni - il digiuno – il sabato 6,16
Beatitudini e l’amore, come Legge e fondamento 6,17-49

Realizzazione delle profezie messianiche 7,1- 9,50
Discepolato e ascolto operoso della Parola 8,1-21
Missione - poteri e destino messianico 8,22- 9,1-50


Il realizzarsi della Salvezza: verso Gerusalemme 9,51- 21,38

Accoglienza e rifiuto messianico 9,51- 14,35
Profezia del rifiuto messianico 9,52-56
Accoglienza messianica: discepolato e missione 9,57- 10, 24
La prossimità e il vero culto - preghiera 10,25- 11,13
L’accoglienza di Gesù illumina l’esistenza 11,14-36
Il vero discepolo di Gesù: no all’ipocrisia 11,37- 13,30
e nuovo sapore all’esistenza 13,31- 14,35

Il primato della misericordia,
dell’amore gratuito 15,1- 19,28
Le parabole della misericordia 15,1-1-32
Le parabole della gratuità 16,1- 17,19
Il compimento del regno di Dio nell’esistenza
dei poveri, dei peccatori, dei piccoli 17,20- 37
e nella passione di Gesù 18,1-30
permette di vedere e di cambiare: 18,31-
il cieco e Zaccheo - 19,10
e di far fruttificare il dono 19,11-28

L’insegnamento di Gesù in Gerusalemme 19,29–21,38
Il rifiuto messianico di Gesù 19,28- 20,19
Segno di contraddizione 20,20- 21,4
La fine di tutto e il fine dell’esistenza 21,5-38

Il compimento della salvezza in Gesù crocifisso-risorto
(cfr. Atti 1, 3- 14) 22,1- 24, 53

La consegna messianica di Gesù 22,1-62
La consegna di Giuda al sinedrio 22,1-6
La consegna di Gesù nella cena pasquale 22,7-23
La consegna del servizio ai discepoli 22,24-30
La consegna del discepolo: Pietro 22,31-38
La consegna di Gesù alla volontà del Padre 22,39-47
La consegna di Gesù ai soldati 22,48-53
La consegna del discepolo: Pietro 22,54-62

La sofferenza messianica 22,63-23,38
Oltraggi e interrogatorio 22,63-71
Gesù da Pilato 23,1-7
Gesù da Erode 23,8-12
La consegna di Gesù ai Giudei 23,13-25
Chi segue Gesù portando la croce 23,26-32

La morte messianica svela l’amore 23,33-49
La crocifissione di Gesù 23,33-38
La consegna del Paradiso al malfattore 23,39-43
La consegna dello Spirito 23,44-49
La consegna nel sepolcro 23,50-56

L’esperienza del Risorto 24,1-53
L’esperienza delle donne al sepolcro 24,1-12
L’esperienza dei due discepoli verso Emmaus 24,13-35
L’esperienza dei discepoli riuniti 24,36-49
La definita consegna al Padre 24,50-53



Lettura del vangelo di Luca nelle Domeniche
2009 – 2010 Anno C

29 novembre 2009 – I domenica Avvento C 21, 25-28. 34-36
6 dicembre II di Avvento 3, 1-6
8 Immacolata 1, 6-3
13 III di Avvento 3, 10-18
20 IV di Avvento 1, 39-49
25 Natale del Signore 2, 1-20 / 15-20
27 S. Famiglia di N. 2, 41-52
1 gennaio 2010 Maria Ss. Madre di Dio 2,16-21
3 II domenica di Natale Giovanni 1, 1-18
6 Epifania del Signore Matteo 2, 1-12
10 Battesimo del Signore 3,15-16. 21-22
17 II domenica Anno C Giovanni 2, 1-11
24 III domenica 1, 1-4. 4, 14-21
31 IV domenica 4, 21-30
7 febbraio V domenica 5, 1-11
14 VI domenica 6, 17. 20-26
21 I domenica di Quaresima 4, 1-13
28 II di Quaresima 9, 28-36
7 marzo III di Quaresima 13, 1-9
14 IV di Quaresima 15, 1-3. 11-32
21 V di Quaresima Giovanni 8, 1-11
28 Domenica di Passione 22, 14- 23, 56
4 aprile Veglia Pasquale 24, 1-12
Domenica di Pasqua (sera) 24, 13-35
II – VI di Pasqua Giovanni 20. 21. 10. 13. 14
16 maggio Ascensione del Signore 24, 46-53
6 giugno Corpo del Signore 9, 11-17
13 XI domenica Anno C 7, 36- 8, 3
20 XII domenica 9, 18-24
27 XIII domenica 9, 51-62
4 luglio XIV domenica 10, 1-12. 17-20
11 XV domenica 10, 25-37
18 XVI domenica 10, 38-42
25 XVII domenica 11, 1-13
1 agosto XVIII domenica 12, 13-21
8 XIX domenica 12, 38-42
15 Assunzione di Maria 1, 39-56
22 XXI domenica 13,22-30
29 XXII domenica 14, 17-24
5 settembre XXIII domenica 14, 25-32
12 XXIV domenica 15, 1-32
19 XXV domenica 16, 1-13
26 XXVI domenica 16, 19-31
3 ottobre XXVII domenica 17, 5-10
10 XXVIII domenica 17, 11-19
17 XIX domenica 18, 1-8
24 XXX domenica 18, 9-14
31 XXXI domenica 19,1-10
7 novembre XXXII domenica 20, 27-38
14 XXXIII domenica 21, 5-19
21 Gesù Cristo Signore 23,35-43

Agenda pastorale del mese di Febbraio 2010 (aggiornata al 31 gennaio)

Lunedì 1 ore 18.00: Commissione caritativa e ore 19.00: Incontro Giovanissimi
ore 21.00: Messa a Paglieroni

Martedì 2 – Presentazione del Signore al Tempio
ore 18.30: Liturgia della Luce - Benedizione delle candele
e Messa in chiesa p.le

Mercoledì 3 ore 21.00: Condividiamo la Parola – in chiesa p.le
Giovedì 4 ore 10.00: Consiglio presbiterale diocesano
ore 18.30: Messa in chiesa parrocchiale
ore 21.00: Incontro catechisti dell’I.C.: Preparazione della Quaresima
Venerdì 5 ore 18.30: Messa e Adorazione comunitaria in san Giorgio

Domenica 7 – Giornata per la vita: la forza della vita: una sfida nella povertà
- Raccolta parrocchiale generi alimentari -
ore 16.00: Commissione liturgica per la preparazione della Quaresima C

Lunedì 8 ore 21.00: Messa a Paglieroni
Martedì 9 ore 10.00: Incontro a Treglio dei preti della zona III – Lanciano 2
ore 18.30: Messa in San Giorgio
Mercoledì 10 ore 21.00: Condividiamo la Parola – in chiesa p.le
Giovedì 11 - Giornata mondiale del Malato: la Chiesa a Servizio dell’Amore
per i Sofferenti
ore 18.30: Messa in chiesa p.le
Venerdì 12 ore 21.00: Incontro genitori Nazaret
Sabato 13 ore 15,30: Incontro Gruppo Nazaret

Domenica 14 ore 11.00: Battesimo di Colanero Ludovica
ore 16.00: Incontro diocesano a Ortona-Biblioteca diocesana:
“Etica della responsabilità e della solidarietà”.

Lunedì 15 ore 21.00: Messa a Paglieroni
Martedì 16 ore 10.00: Incontro diocesano dei preti in curia a Lanciano
ore 18.30: Messa in San Giorgio

Mercoledì 17 - Le Ceneri: Inizio dell’Itinerario Quaresimale C
ore 18.30: Messa in chiesa parrocchiale e Imposizione delle Ceneri
ore 21.00: Celebrazione Penitenziale in chiesa p.le

Giovedì 18 ore 18.30: Messa in chiesa parrocchiale
Venerdì 19 ore 18.30: Via Crucis in chiesa p.le – Consiglio pastorale diocesano
ore 21.00. Incontro fidanzati
Sabato 20 ore 15.30: Celebrazione penitenziale per i Gruppi di I.C. in chiesa p.le

Domenica 21 - I Domenica di Quaresima/C – Imposizione delle Ceneri
ore 15,30: Incontro diocesano dei catechisti presso la parrocchia di Sant'Antonio a Lanciano

Lunedì 22 ore 21.00: Messa a Paglieroni
Martedì 23, ore 18.30: Messa in San Giorgio
Mercoledì 24 ore 21.00: Catechesi comunitaria degli adulti in salone
Giovedì 25 ore 18.30: Messa in chiesa parrocchiale
Venerdì 26 ore 18.30: Via Crucis in chiesa p.le
Sabato 27 ore 16.00: Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali in curia a Lanciano

Domenica 28 - II Domenica di Quaresima/C
Battesimo di Trivilini Jacopo Pio
ore 11.00: Consegna del Padre nostro al gruppo Galilea di IC