sabato 11 dicembre 2010

Approfondaimo al Parola domenicale: III di Avvento A

LA PAROLA: PANE DI OGNI GIORNO
Proponiamo le Letture del Lezionario feriale

LUNEDÌ: Numeri 24,2-7.15-17b; Matteo 21,23-27

MARTEDÌ: Sofonìa 3,1-2.9-13; Matteo 21,28-32 MERCOLEDÌ: Isaia 45,6b-8.18.21b-25; Luca 7,19-23

GIOVEDÌ: Isaia 54,1-10; Luca 7,24-30

In sintonia con l’annuncio domenicale i testi biblici sono più espliciti nell’annuncio della venuta-nascita del Messia invocata dai profeti sulle tracce più antiche di Israele.La sua venuta è sempre attuale anche e quindi oltre l’incredulità. Già il Battista ne evidenzia la presenza e l’urgenza. Solo da poveri è possibile accorgersene e invocarlo: con Gesù, il regno di Dio è in mezzo a noi!

LA NOVENA DEL NATALE

17 dicembre: O Sapienza, uscita dalla bocca dell’Altissimo, tu che riempi tutto l’universo e tutto disponi con forza e dolcezza, vieni ad insegnarci la via della saggezza.
Genesi 49,2.8-10; Salmo 71,1-4.7-8.17; Matteo 1,1-17

18 dicembre: O Altissimo, Pastore del popolo di Israele, ti sei manifestato a Mosè nel roveto ardente e sul Sinai hai dato la Legge, vieni a riscattarci con la tua presenza.
Geremia 23,5-8; Salmo 71,1...19;  Matteo 1,18-24

19 dicembre: O Germoglio di Iesse, innalzato come segno per i popoli, davanti a te ammutiscono i potenti della terra, tu che sarai invocato dalle nazioni, vieni a liberarci e non tardare.
Giudici 13,2-7.24-25a; Salmo 70,3-6.16-17; Luca 1,5-25

Agenda settimanale: 13 - 21 dicembre 2010

AGENDA SETTIMANALE 13 - 19 DICEMBRE 2010
* * *
Lunedì 13
ore 21.00: Messa in Paglieroni

Martedì 14
ore 18.30: Messa in S. Giorgio

Mercoledì 15
ore 21.00: Condividiamo la Parola

Giovedì 16
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

Venerdì 17
ore 18.30: Incontro genitori dell’I.C.
ore 20.00: Preparazione Matrimonio/3

Sabato 18
ore 15.30 e ore 16.45: Novena di Natale per i gruppi di I.C.

IV DOMENICA DI AVVENTO/A
ore 17.00, in Cattedrale a Lanciano:
ordinazione episcopale
di mons. EMIDIO CIPOLLONE


LA MESSA IN PARROCCHIA
DELLE ORE 18.30 SARA’ SOSPESA
E’ possibile seguire la Liturgia in TV:
TRSP e TELEMAX

DOMENICA 19
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

“Lasciamoci riconciliare con Dio”

LUNEDì 20 alle ore 18.30
e MARTEDì 21 alle ore 21.00
CELEBREREMO il SACRAMENTO
della PENITENZA
con la CONFESSIONE INDIVIDUALE
- ci saranno alcuni preti disponibili -






ore 17.00: Solenne Ingresso

del nuovo Vescovo

nella Cattedrale di Ortona

Una comunità che celebra la Liturgia domenicale: III Domenica di Avvento A: 12 diembre 2010

GESU’ E LA GIOIA DELLA SUA PRESENZA



ACCENSIONE III CERO D’AVVENTO

Maria, terra fertile, nella quale Dio fa fiorire la Vita per noi,
illumini la nostra perseverante attesa.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Signore Gesù, sana le nostre ferite, asciuga le nostre lacrime, consola chi è sfiduciato. Signore, pietà!

Cristo risorto, vieni a salvarci:orienta a te la nostra conversione e perdona i nostri timori. Cristo, pietà!

Divino agricoltore, ci inviti alla costanza e alla perseveranza, perdonaci se ci lamentiamo degli altri.
Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA

+ Sostieni, o Padre, con il tuo amore il nostro cammino incontro al tuo Figlio che viene a noi. Fa’ che, perseverando nella pazienza, maturiamo in noi la fede per accogliere con gratitudine il Vangelo della gioia.
Per il nostro Signore...Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del profeta Isaìa
35,1-6a.8a.10

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno
i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 145

R./ Vieni, Signore, a salvarci!

1. Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

2.Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

3. Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre, il tuo Dio,
o Sion, di generazione in generazione.


Dalla lettera di s. Giacomo apostolo
5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, e sorelle prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
11,1.2-11

Gesù partì per insegnare e predicare nelle città della Giudea. Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu Colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo (cf. Isaia 26; 29; 35; 61). E beato è colui che non perderà la fede in me!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto nella Bibbia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via (Esodo 23,20). In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, con tutta l’umanità, che anela alla vita piena, ci rivolgiamo al Signore che sana le nostre ferite:
R./ Vieni, Signore e riempici di gioia!

1. La tua Chiesa, annunci il Vangelo fonte di fiducia e di gioia per chi è smarrito. Ti preghiamo.

2. Sostieni con la speranza le donne e gli uomini che lottano per una società più giusta e solidale.
Ti preghiamo.

3. Fa’ che non ci facciamo travolgere dalla smània consumistica degli acquisti, ma doniamo attenzione e ascolto agli altri. Ti preghiamo.

4. Sostieni ed incoraggia coloro che svolgono il servizio della catechesi, si facciano compagni di chi, nel dubbio, ti cerca. Ti preghiamo.

5. Rinvigoriscici con la Parola e il Pane di Vita, perché viviamo nell’amore per tutti e in comunione tra noi. Ti preghiamo.
[Intenzioni particolari]

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, Padre, che sei paziente con noi: il tuo Figlio è sempre più vicino e con la sua parola ci renda capaci di fare il bene. Il tuo Spirito trasformerà pane e vino per darci forza nel cammino e gioia al cuore affranto. Oggi e per sempre. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!
+ Mistero della fede!
- Annunziamo la tua morte, Signore…
+ E ora siamo qui riuniti… nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto tra noi!
(si ripete durante la preghiera eucaristica)

ALLA COMUNIONE
Dite agli sfiduciati: “Coraggio, non abbiate timore:  ecco, il nostro Dio viene a salvarci”.

Avvento 2010: Accendi una LUCE e illumina il MONDO

Accendi una LUCE…  e illumina il MONDO!

Ti sembra che il mondo di oggi abbia bisogno di essere illuminato?
...se il mondo è al buio, accendi tu una luce!

Quando ti lasci trasportare dai tuoi istinti,
pensi solo a te stesso e ai tuoi bisogni da soddisfare senza preoccuparti degli altri… il mondo è al buio!

Abbiamo accolto l’invito del vangelo di Matteo: “State pronti!” (24,37-44)
Se accendi il CUORE allora si accende la VITA!
...e ascoltato la voce di Giovanni: “Cambiate modo di vivere!”
voce di uno che grida nel deserto: “Raddrizzate… la vostra vita!”(3,1-12).

GESU’ è in mezzo a noi, e in noi accende l’AMORE!

Dio ci viene incontro e si fa trovare se noi lo desideriamo!
Come l’acqua per l’assetato, la luce per cieco,
il sorriso per l’afflitto… la libertà per il prigioniero.
Prepariamo ghirlande, addobbi per l’abete e le finestre, magari anche un presepe…
Ma se non siamo pronti per l’avventura della vita,
non riusciamo a capire perché il Figlio di Dio si sia fatto uomo
e si sia gettato Lui in questa avventura pazzesca per dare senso,
significato e valore all’esistenza umana.
GESU’ è in mezzo a noi…
nel mondo tu accendi l’AMORE!

Il buio e la luce


È buio dentro di me,
ma presso di te c'è la luce;
sono solo, ma tu non mi abbandoni;
sono impaurito, ma presso di te c'è l'aiuto;
sono inquieto, ma presso di te c'è la pace;
in me c'è amarezza, ma presso di te c'è la pazienza;
io non comprendo le tue vie, ma la mia via tu la conosci.
(Dietrich Bonhoeffer)

Il luogo dell'appuntamento

Dio e l'umanità sono come due amanti che hanno sbagliato il luogo dell'appuntamento.
Tutti e due arrivano in anticipo sull'ora fissata ma in due luoghi diversi.
E aspettano, aspettano, aspettano.
Uno è in piedi inchiodato sul posto per l'eternità dei tempi.
L'altra è distratta e impaziente.
Guai a lei se si stanca e se ne va!
(Simone Weil)

lunedì 6 dicembre 2010

Approfondiamo la Parola domenicale: II Domenica di Avvento 2010

Le lectio del prete Carmine Miccoli

“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (cf. Matteo 3,2)

Note di esegesi per la comprensione del testo


Il brano evangelico di oggi ci presenta uno spaccato della predicazione dei profeti

al tempo in cui Gesù già viveva, attorno alla fgura di Giovanni il Battezzatore.

Questi è una fgura centrale di tutto il NT: vi è nominato oltre 100 volte, in tutti

e quattro i vangeli. I Sinottici (Mt, Mc e Lc) lo descrivono come il precursore di

Cristo con caratteristiche comuni: vi è concordia sul nome, sul fatto che opera

nel deserto di Giuda, i temi della sua predicazione sono la conversione fondata

sulla confessione dei peccati, il lavacro nell’acqua del Giordano e infne la citazione,

di stampo messianico, di Isaia (40,3). L’evangelista Mt a queste caratteristiche,

comuni con gli altri due evangelisti, aggiunge il tema della vicinanza del regno (v.

2), la zona geografca, lo stile di vita del profeta (v. 4)1. Giovanni riprende la predicazione

profetica sotto la prospettiva della preparazione e dell’impegno a predisporre

la strada in cui Dio dovrà passare. Gesù riprenderà da Giovanni la sua

predicazione iniziale con l’invito alla conversione come atteggiamento permanente

del credente (Mc 1,15; Lc 13,3-5). Dopo la risurrezione lo stesso invito verrà

fatto dagli apostoli e da Paolo (Lc 24,47; At 2,28; 26,20). La conversione, ovvero il

capovolgimento della mentalità e della vita, diventa un cammino vocazionale dove

ciascuno di noi, insieme come Chiesa, vive la propria missione profetica per affrontare

la vita in maniera qualitativamente più densa, più impegnata e vera.

In questa prospettiva, Dio non poteva prendere una strada diversa da quella che

intrapreso Gesù: farsi ultimo, farsi povero, mettersi in fla con i peccatori perché

solo partendo dalla vita negata poteva giungere a proclamare la pienezza della

vita. Non esiste una vita facile, nemmeno per Dio, perché anche lui deve sperimentare

cosa signifchi crescere «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e davanti

agli uomini» (cf. Lc 2,52). Le prove della vita possono essere un motivo di morte

oppure un appuntamento con lo Spirito Santo che mai ci farà mancare i suoi doni

perché possiamo essere resistenti ad ogni avversità come solo un germoglio sa e

può esserlo.

Possiamo realizzare tutto questo confrontandoci con la fgura di Giovanni il Battista

e la sua austera personalità, fgura centrale nella nuova alleanza, di sicura rilevanza

storica, perché è presente in tutti i vangeli di cui in qualche modo costitui sce il prologo.
Nei Sinottici precede Gesù come precursore, come annunciatore,

come amico; in Gv invece segue l’eternità del Lògos che indica come «agnello di

Dio» (Gv 1,36), davanti al quale assume solo la forma di una «voce», cioè poco

più di un cartello stradale per segnare la direzione (cf. Gv 1,37-38).

I vangeli sinottici, oltre alle caratteristiche comuni che abbiamo già citato2, sulla

scorta di Isaia presentano la predicazione del Battista come una evocazione dell’esodo

nuovo (cf. Is 43,16-19) che raccoglierà i fgli dispersi d’Israele nell’esilio attorno

alla fgura e alla parola del Messia che così viene presentato come un nuovo

Mosè, un condottiero che guiderà il “resto” d’Israele fno al Regno di Dio. Modifcando

la citazione di Isaia che aveva invitato a preparare una via «nel deserto»,

gli stessi Sinottici fanno di Giovanni «una voce che grida nel deserto», attribuendogli

così la missione dell’amico dello sposo che chiama la sposa (Gv 3,29) e la

funzione profetica di Osea che porta la fdanzata nel deserto per legarla a Dio

con legami d’amore (Os 2,16; Ger 2,2). Questi pochi accenni aprono invece una

prospettiva grande: il NT nello stesso annuncio dell’arrivo di Gesù unisce i due

grandi temi che fanno da perno all’AT, il tema dell’esodo e quello della nuzialità

della nuova alleanza che qui sono simboleggiati dalla presenza delle acque del fume

Giordano, che come un nuovo Mar Rosso immerge gli uomini e le donne del

nuovo Regno nelle acque della vita per rigenerarli ad una pienezza fondata sull’amore.

I quattro vangeli si inseriscono nella prospettiva dell’universalità profetica

che fa superare il particolarismo esclusivo di Israele: Dio non viene più per un

popolo solo, come è stato sul monte Sinai, dove ha dato la Toràh e con essa la coscienza

di popolo ad una massa di schiavi. Il Dio di Gesù Cristo, preannunciato da

Isaia e proclamato prossimo e presente da Giovanni Battista, viene per chiunque

si pente e si converte. Si potrebbe dire, parafrasando le parole dei profeti, che

Dio si converte a coloro che si convertono a lui (Dt 30,1-5; Ger 3,22-4,1; Ml 3,7)

fno al punto di pentirsi del male che avrebbe potuto fare (Ger 18,7-8). Qui è delineata

con chiarezza la teologia del «resto d’Israele» come è annunciato nell’oracolo

del «sentiero di Isaia» che abbiamo già ascoltato (Is 2,1-5).

L’annuncio-invito della conversione percorre tutto il NT dall’inizio della vita pubblica

di Gesù a dopo la risurrezione, dagli Atti degli Apostoli a Paolo perché costituisce

la chiave di volta dell’incontro tra Dio e ciascuno di noi3. La tradizione giudaica

ha letto la storia dell’umanità da Adam ed Eva fno ad Abramo come un

progressivo allontanamento da Dio che diventa inevitabilmente come una divaricazione

dell’uomo dall’uomo. Al contrario, la storia della salvezza da Abramo fno

a Mosè è letta come un processo di lento avvicinamento che proseguirà con la

predicazione profetica, interrotta con l’esilio e ripresa con il nuovo esodo descritto dal 2° Isaia.
Gesù inaugurando gli ultimi tempi, guida l’umanità allo stato

originario dell’Eden che si compirà alla fne della storia: questo appuntamento è

preceduto da un tempo di «conversione». Nel vangelo, «conversione» traduce il

termine greco metànoia, che indica letteralmente un capovolgimento del pensiero.

Troppo spesso pensiamo che convertirsi riguardi il solo comportamento o

atteggiamento esteriore, ma non è così; la conversione riguarda il pensiero, cioè

le ragioni che fondano la vita e i criteri che usiamo per organizzarla; le modalità e

gli stili di vita sono una conseguenza di questo superamento di sé interiore. La

conversione pertanto non è il riconoscimento, magari intellettualistico, di un Dio

onnipotente, ma la scoperta di un Dio che ha dimenticato se stesso per

permetterci di stare al suo fanco. Spesso identifchiamo la conversione con il

rimorso o con il senso di colpa, come se Dio dovesse stare lì a chiedere il conto

senza sconti e misericordia. La conversione è un impegno totale sulla proposta di

vita fatta da Dio in Gesù che diventa il nostro fondamento e la nostra misura. La

prospettiva del Regno di Dio ci obbliga a guardare in avanti, non a ripiegarci sul

passato: il passato possiamo solo accettarlo e, in un contesto di conversione,

offrirlo a Dio come un dono che ci appartiene.

Chi si converte ripone in Dio la fducia della propria salvezza (Ger 17,5-11; 31,16-

22; Is 2,6-22) e si fda di Dio, per cui il convertito è colui che fa l’affdamento della

sua vita ed è certo di non essere né frainteso, né deluso. Il segno di questo abbandono

avviene nel simbolismo dell’acqua che materialmente accoglie, circonda

e avvolge. Al tempo di Gesù erano diffuse molte forme purifcatrici d’acqua, come

le abluzioni di purità, il battesimo come lavacro che si svolgeva a Qumran, ecc.

Tutto queste forme di lavacro avevano la caratteristica di essere date da se stessi

per se stessi e ripetute tutte le volte che ve ne era bisogno. Con il battesimo di

penitenza di Giovanni inizia una nuova prospettiva: il battesimo è dato da un battezzatore,

cioè è un invito, un segno e un dono che si ricevono dalle mani di un

altro; lo si riceve così una sola volta, perché così diventa un impegno per tutta la

vita. Qui nasce l’etica come conseguenza di una scelta di vita e non come sua

premessa, come segnale che ci rivela la nostra consistenza e la nostra dimensione

interiore.

A differenza della religiosità del suo tempo, Giovanni invita ad entrare in un Regno

qualitativamente diverso, frutto di una doppia convergenza: Dio ci appartiene

per dono e noi gli apparteniamo per misericordia e per abbandono. In questo

rapporto siamo radunati con i nostri limiti e i nostri pregi; in essa confrontiamo

tutto ciò con la Parola di Dio, da cui sperimentiamo la comunione di vita che impongono

una conversione del cuore che ci rende liberi e veri. Qui insieme sperimentiamo

la conversione come abbondanza di amore che si mette a servizio: la

conversione come diaconìa, perché sperimentiamo la fragilità di Dio che pur di

conquistarci alla sua intimità non esita ad annientarsi fno a farsi servo (cf. Fil 2,6-

11).

--------------------------------------------------
1 Lo stile di vita del Battista, il suo vestito di pelli e il suo nutrimento sono un richiamo e
una sintesi di tutte le fgure profetiche dell'AT, specialmente di Elia, come viene anche affermato
nella tradizione giudaico-cristiana delle origini (cf. Mc 9,11; Mt 11,14).
2 Gli evangelisti modifcano l’ambientazione geografca della citazione di Is 40,3 in questo
modo: (Is. 40,3) «Una voce grida: nel deserto preparate la via del Signore, appianate nella
steppa i suoi sentieri»; (Mt 3,3 e par.) «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».

3 Mc 1,15; Lc 13,3-5; 24,47; At 2,28; 26,20.

sabato 4 dicembre 2010

ORDINAZIONE DEL NOSTRO NUOVO VESCOVO EMIDIO CIPOLLONE

ORDINAZIONE DEL NOSTRO NUOVO
VESCOVO EMIDIO CIPOLLONE

Sabato 18 dicembre alle ore 17.00
nella Cattedrale di Lanciano
della Madonna del Ponte.

LA MESSA IN PARROCCHIA
DELLE ORE 18.30 SARA’ SOSPESA
E’ possibile seguire la Liturgia in TV:
TRSP e TELEMAX

LA PAROLA: PANE DI OGNI GIORNO

LA PAROLA: PANE DI OGNI GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale
LUNEDÌ: Isaia 35,1-10; Luca 5,17-23

MARTEDÌ: Isaia 40; Matteo 18,12-14

MERCOLEDÌ: Lettura della Festa dell’Immacolata

GIOVEDÌ: Isaia 41,13-20; Matteo 11,11-15

VENERDÌ: Isaia 48,17-19; Matteo 11,16-19

SABATO: Siràcide 48,1-4.9-11; Matteo 17,10-13

Prosegue l’annuncio domenicale e l’invito ad accogliere
e riconoscere le venute del Signore nelle persone e negli eventi.
Così dobbiamo attendere il ritorno di Cristo.
Dio, da sempre ha un progetto di comunione con l’umanità ed Egli, tenacemente, tenta di ricostruirlo.
Dio lo realizza, non in modo appariscente: vuole rinnovare il mondo attraverso i più piccoli tra noi.
Questa è la nostra consolazione!

Agenda settimanale 6 - 12 dicembre 2010

AGENDA SETTIMANALE
6 - 12 DICEMBRE 2010
* * *
OGGI, ORE 16.00:
INCONTRO COPPIE DEL DECENNIO
* * *
Lunedì 6
ore 19.00: Messa in Paglieroni
ore 19.30: Preparazione al Matrimonio/2

Martedì 7 - FESTA DELL’IMMACOLATA
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

MERCOLEDÌ 8
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le
Giovedì 9, ore 18.30: Messa in chiesa
ore 21.00: Incontro catechisti I.C.
Venerdì 10
ore 19.30: Incontro Over 14

Sabato 11
III DOMENICA DI AVVENTO/A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 12
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

UNA COMUNITÀ CHE CELEBRA LA LITURGIA DOMENICALE - 5 DICEMBRE 2010: II di Avvento A

DATTI UNA MOSSA...È ORA DI CAMBIARE!

La 2a domenica del tempo di Avvento A è antitetica alla prima, pur essendo intimamente



coerente con il suo messaggio. Domenica scorsa, iniziando il tempo di Avvento,


abbiamo contemplato il Cristo nella «gloria» della fine della Storia; in altri termini,


la Chiesa ci ha fatto iniziare il nuovo anno liturgico invitandoci a riflettere sulla «fine»


del tempo. Oggi, invece, la liturgia ci propone la povertà del Cristo incarnato nella Storia,


dove assume l’identità dei peccatori, facendosi ultimo degli ultimi. Contempliamo,


quindi, l’incarnazione della prima venuta del Signore. È una prospettiva che parte dalla


conclusione per arrivare al principio.


Il metodo che induce a percorrere la propria esperienza, partendo dalla «fine» per


giungere al «principio», è un metodo efficace perché insegna a non fermarsi mai sul


passato, ma a vedere ciò che si vive alla luce del proprio esito finale. Ciò significa recuperare


tutti gli aspetti, anche secondari, per abituarsi a leggere la vita non come appare,


ma come veramente si esprime in vista di un obiettivo da raggiungere. Se ognuno


cerca di collocarsi dall’angolo di prospettiva della fine, riesce a vedere se stesso e gli al -


tri con maggiore distacco e anche con più verità perché dalla fine si lasciano cadere i


rami secchi e le foglie morte e si guarda solo a ciò che conta e vale.


«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!


» è la citazione di Isaia riportata dai tre Sinottici (Mt 3,3; cf. Is 40,3). La voce è


meno di un soffio che si perde nell’aria, ma è sempre la voce di qualcuno che parla,


che chiama, che insegna. Dietro ogni voce c’è sempre una persona viva e un sentimento


da comunicare, espresso o temuto. La voce grida nel deserto che è il luogo della non


vita e della aridità, dove facilmente da soli si muore. Il profeta Isaia chiede di preparare


una strada nel deserto, cioè di rendere anche il deserto percorribile perché ciò che oggi


appare un ostacolo può essere una via di salvezza. Mt invece pone la voce nel deserto


perché ora la strada è già segnata, basta percorrerla predisponendosi interiormente.


Preparare la via del Signore, nella logica dell’incarnazione contemplata dal punto di vista


della fine, significa predisporre la propria vita come progetto essenziale all’interno di


una visione più grande: nell’economia della vita del mondo, ognuno di noi è indispensabile


perché portatore di quella porzione di verità essenziale e necessaria per la comprensione


dinamica e totale del cosmo intero e quindi della verità finale. Nessuno può


dire di essere inutile, perché ognuno di noi «è» il mondo intero, il regno di Dio, la speranza,


la pace universale. Senza di noi il mondo e il regno di Dio somiglierebbero ad


un mosaico senza un tassello. Preparare la via del Signore, significa trovare se stessi e individuare


il percorso da compiere per giungere alla prospettiva di Dio che è la pienezza


delle singole persone e dell’insieme dei popoli.


La prima lettura ci parla di un germoglio che spunta da un tronco secco: questa è la


prospettiva di Dio che riesce a trovare anche nel legno secco quel pizzico di linfa che


fa emettere un germoglio che porta in sé l’annuncio di una nuova primavera. È vero!


Anche le pozzanghere riflettono il sole, senza mai sporcarlo. Ognuno di noi, per quanto


devastato possa essere dal male o dalla sofferenza porta in sé sempre uno sprazzo


di luce e di verità, forse flebile, ma di certo importante ed essenziale per la comprensione


dell’insieme e della totalità del mondo. Nessuno di noi ha il diritto di privare il


mondo del senso del proprio essere. Tutte le contraddizioni della natura si ricomporranno:


il lupo pascola con l’agnello, il leopardo farà la siesta con il capretto, il vitello e


il leoncello mangeranno l’uno accanto all’altro, la mucca e l’orsa giocheranno insieme:


sarà sufficiente un bambino a tenerli a bada. Tutte le contraddizioni hanno sempre


dentro di sé la propria soluzione: basta volere preparare la via, cioè predisporre i


mezzi per giungere a raddrizzare i sentieri, cioè prendere coscienza dei propri limiti e


delle proprie doti per sapersi affidare alla misericordia di Dio che non rifiuta alcuno.


È cominciato lo scempio del Natale, il rito dell’obbligo, la liturgia delle falsità: si fa finta


di fare sul serio perché bisogna rispondere alle aspettative che noi pensiamo che gli


altri abbiano: bisogna fare i regali, essere buoni, stare insieme; dobbiamo farlo per i figli,


per i genitori… e perdiamo un’occasione per essere veri e pensare al mistero della


nostra «incarnazione» che esige la sincerità della nostra consistenza che si traduce nell’essere


e nel fare ciò che veramente corrisponde alla nostra vita, alla nostra anima, al


nostro bisogno di autenticità. Non si può vivere di finta. Cominciamo noi a smitizzare


il Natale commerciale e a scegliere l’austerità come criterio di vita e partecipazione al


dolore e alla miseria che affligge tre quarti dell’umanità lontano e vicino a noi. Dio


non giudicherà per sentito dire, ma in base all’accoglienza che avremo riservato agli altri


in quanto immagine di Cristo che si fa servo d’Israele perché egli è la promessa fat -


ta ai padri. Celebrare l’Eucaristia nel tempo di Avvento significa prendere coscienza


che siamo servitori della verità che è già dentro di noi, ma verso la quale corriamo perché


è inesauribile e solo lo Spirito può contenerla, quello stesso Spirito che invochiamo insieme.

 
ACCENSIONE II CERO D’AVVENTO

Giovanni ci invita a preparare la strada del Signore
cambiando i nostri atteggiamenti

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Germoglio di vita nuova sulle radici inaridite dell’umanità: rinvigoriscici e rinnovaci! Signore, pietà!

Fuoco che consuma le nostre menzogne e le ingiustizie che distruggono il mondo: salvaci e perdonaci.
Cristo, pietà!

Amore sconfinato che ci accogli nell’abbraccio del Padre: rendici capaci di amare. Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA

+ O Padre, grande e misericordioso, suscita in noi il desiderio di cambiare. Rinnovàti dal tuo Spirito, sappiamo agire nella giustizia e con mitezza, per costruire la pace che il tuo Figlio Gesù ha fatto germogliare nel mondo, facendosi uomo come noi. Egli è Dio... Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa 11,1-10
[In quel giorno] un germoglio spunterà dal tronco della stirpe di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di Lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito che dà sapienza e intelligenza, consiglio e fortezza, conoscenza e amore per il Signore. Si compiacerà di obbedire a Dio. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma tratterà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. (…) La giustizia e la fedeltà saranno legate a lui come una fascia ai lombi e una cintura ai fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà che tutti i popoli seguiranno il discendente della stirpe di Iesse e lo cercheranno con ansia dove si manifesterà la sua presenza gloriosa.
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 71

R./ Vieni, Signore, re di giustizia e di pace!

1. O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

2. Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

3. Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

4. La sua fama duri in eterno,
e quanto il sole la sua discendenza
In lui siano benedetti i popoli del mondo
e tutti lo dicano beato.

Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Romani 15,4-9

Fratelli e sorelle. Tutto ciò che è stato scritto [nella Bibbia] prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché con la perseveranza e la consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. Dio, che dona perseveranza e consolazione, vi renda capaci di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate lode a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la manifestazione gloriosa di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore degli ebrei per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei patriarchi; gli altri popoli invece lodano Dio per la sua misericordia, come sta scritto nella Bibbia: “Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome” (Salmo 18,50). Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
3,1-12
In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” (40,3).
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA

+ Fratelli e sorelle, oggi la parola del Signore apre il nostro cuore alla sua venuta: si realizza la promessa di un mondo nuovo. Lo chiediamo nella nostra unanime preghiera:
R./ Vieni, Signore e illumina il mondo!

1. Dona alla tua Chiesa una continua conversione, perché prenda decisioni coraggiose nella difesa della giustizia e dei poveri, ti preghiamo.

2. Raddrizza i percorsi delle nazioni, i pensieri dei governanti, perché la pace non sia solo un desiderio, ma un impegno quotidiano, ti preghiamo.

3. Aiutaci a cambiare ogni giorno il nostro modo di pensare e di agire, senza paura, ma fidandoci di te, ti preghiamo.

4. Donaci di vivere questa Eucaristia come anticipo del tuo regno di riconciliazione e di pace, ti preghiamo.
[Intenzioni particolari]

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA

+ Ti ringraziamo, Padre, tu sei fedele: la parola di Cristo, tuo Figlio è “come fuoco consuma ciò che ha cadere e lascia in piedi solo la Verità”. Oggi, con il suo Spirito, feconda la nostra esistenza con il pane e il vino che ti presentiamo. Egli verrà presto a raccoglierne il frutto: è Dio, vive e regna per sempre con te e in mezzo a noi. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore…

+ E ora siamo qui riuniti… nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto tra noi!
(si ripete durante la preghiera eucaristica)

ALLA COMUNIONE

Voce che grida: nel deserto preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri

Accendi la vita... e illumina il mondo

Accendi una LUCE… e illumina il MONDO!

Ti sembra che il mondo di oggi abbia bisogno di essere illuminato?

...se il mondo è al buio, accendi tu una luce!

Quando ti lasci trasportare dai tuoi istinti,
pensi solo a te stesso e ai tuoi bisogni da soddisfare
senza preoccuparti degli altri… il mondo è al buio!

Abbiamo accolto l’invito del vangelo di Matteo: “State pronti!” (24,37-44)
Se accendi il CUORE allora si accende la VITA!
Ascolta la voce di Giovanni: “Cambiate modo di vivere!” (Mt 3,1-12)

50 milioni di persone che ogni muoiono per mancanza di cibo
e dell’indispensabile: tra 50 anni, se non cambiamo stile di vita
e sistema economico, le future generazioni, i nostri stessi figli,
non potranno sopravvivere. (Rapporto ONU 2009)
Siamo dentro un sistema che permette a pochi di papparsi
quasi tutto difendendo con le armi il proprio stile di vita
(1.000 miliardi in euro negli ultimi 3 anni per gli armamenti).

“E io… che c’entro, che ci posso fare?...”

Anzitutto riconoscere la cecità nella quale ci arrabattiamo
e imporci la consapevolezza che tutto questo mi riguarda: I CARE!
Voce di uno che grida nel deserto: “Raddrizzate… la vostra vita!”.

La lasceremo gridare nel deserto del nostro mondo,
insieme alle migliaia di grida inascoltate?!!
O ci uniremo a questo coro per gridare la nostra attesa,
il nostro desiderio… il nostro sogno: Vieni, Signore, a salvarci!
GESU’ ha iniziato la sua opera tra noi e la porterà a compimento
attraverso la nostra azione. Deponiamo gli atteggiamenti disfattisti
e delusi, vestiamoci della sua giustizia e camminiamo alla sua luce.

sabato 27 novembre 2010

Approfondiamo la parola domenicale: Matteo 23,37-44

Le lectio del prete Carmine Miccoli
Chiesa del Purgatorio – Lanciano (CH)


“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Matteo 23,42)

+ O Padre, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare

la tua parola: in essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’

tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella

tua parola, letta, ma non accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita,

contemplata, ma non realizzata, manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e

a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro incontro con la tua parola sarà rinnova -

mento dell’alleanza e comunione con te e con il Figlio e lo Spirito Santo, Dio benedetto

nei secoli dei secoli. A.: Amen.

L.: Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Matteo 23, [4a.36]37-44;
(trad. CEI 2008).

[4a Gesù rispose ai suoi discepoli: 36 «Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa,

né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre.] 37 Come furono i giorni di Noè,

così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il

diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al

giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio

e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno

nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno

alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete

in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di

casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe

scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate,

viene il Figlio dell’uomo».

Note di esegesi per la comprensione del testo

Il brano del vangelo è un centone, raccoglie cioè idee e parole che Gesù ha pronunciato

in occasioni diverse e che Mt mette insieme per descrivere in termini

tragicamente apocalittici la fne di Gerusalemme come premessa della fne del

mondo. Lo fa con le categorie mentali del suo tempo. La domanda a cui Mt vuole

rispondere è: «Come può la comunità cristiana riconoscere i segni che annunciano

gli avvenimenti degli ultimi giorni?». A questa domanda, la comunità dell'evangelista

Mt risponde in modo articolato con tre piccole parabole: a) il fco che annuncia

la primavera (24,32-35, assente nella liturgia domenicale e nel brano ascoltato);

b) il diluvio di Noè (24,36-41) e infne il proprietario e il ladro (24,42-44).

La caduta di Gerusalemme è inevitabile perché il Figlio dell’uomo con la sua persona

ha sostituito il Tempio, cioè il centro della vita stessa della santa città (Mt

23,38-39; 26,61-64). In questo modo pare che la caduta della città santa coincida

con il «giorno del Signore» che si presenta improvvisamente, come avvenne per il

diluvio che piombò sull’umanità senza preavviso, creando inevitabilmente una discriminazione:

alcuni furono risparmiati, altri caddero vittime (vv. 40-41 con Mt

24,19-22; cf. Gen 7,23). Allo stesso modo, i sopravvissuti alla caduta di Gerusalemme

formeranno un «piccolo resto» (cf. Ger 44,12.28), premessa e sorgente di un

nuovo popolo rinnovato, quasi una riedizione della famiglia di Noè che ripopola la

terra dopo la distruzione delle acque. Questo ricordo del diluvio è un modo per

dire che gli stessi discepoli e la prima comunità cristiana usavano, nell'incertezza

sulla data della fne del mondo, cercando nella Bibbia esempi che potessero richiamare

la vigilanza e la consolazione: se, a differenza di quanto fecero i contemporanei

di Noè, ci prepariamo a questo giorno e stiamo pronti, noi possiamo essere

il «resto» che ha la missione di ricominciare la nuova umanità. La caduta di

Gerusalemme è quindi la fne di una religione «chiusa» particolaristica, mentre il

«resto» si apre ad una prospettiva di universalità senza limiti.

La breve parabola del proprietario e del ladro (vv. 43-44) è probabilmente la ripresa

di un fatto di cronaca che impressionò l’opinione pubblica. Gesù se ne serve

per illustrare il suo pensiero. Gerusalemme sarà sorpresa come il ladro ha

sorpreso il proprietario e lo ha derubato: chi è negligente ne paga le conseguenze

(1Ts 5,2-4; 2Pt 3,10; Ap 3,3) perché sarà sorpreso senza preavviso. Coloro che invece

vivono la vita consapevolmente, aspetteranno e sperimenteranno la venuta

del Signore senza angoscia e senza traumi: sarà un incontro vitale.

La caduta di Gerusalemme per la Chiesa primitiva ha avuto lo stesso valore di un

parto: si è staccata dal giudaismo e ha cominciato a camminare autonomamente

per le strade del mondo con un sentire senza confni e aprendosi ad ogni cultura

e popolo. Per uscire dall’isolamento che può diventare isolazionismo anche religioso,

è necessario vivere la vigilanza che è l’attenzione che si presta agli avvenimenti

che accadono e la capacità di coglierne la portata e il signifcato alla luce

della risurrezione del Signore.

Essere vigilanti non signifca quindi essere preoccupati di ciò che può succedere

di strano, ma unicamente essere capaci di vivere in profondità la vita che accade

comunque, anche a nostra insaputa. In linguaggio moderno possiamo dire che la

vigilanza è il discernimento attento e partecipato di ciò che viviamo sia come singoli

che come popolo. La vigilanza ha in sé anche una componente psicologica

che si chiama desiderio di andare oltre, di raggiungere uno scopo per cui vigilanza

e desiderio di futuro sono le due molle che spingono la nostra anima ad essere

sempre presente in ciò che siamo e che viviamo.

Ci domandiamo: per essere libero o libera devo assistere alla caduta della «mia»

Gerusalemme; so darle un nome? Quando e se vedo cadere la «mia» Gerusalemme

» come reagisco? Fuggo da me stesso, nascondendomi, oppure so stare «lì» in

attesa di prendere coscienza di ciò che sta accadendo per mettere in moto gli

strumenti e i sentimenti necessari per fare fronte alle diffcoltà? Come mi preparo

di fronte alle imprevedibilità che la vita porta sempre con sé? Mi lascio travolgere

dagli avvenimenti oppure vivo equipaggiandomi giorno dopo giorno, prestando

attenzione agli accadimenti ordinari e straordinari della vita? Vivo rassegnato o

cerco di cogliere in ogni cosa e persona che incontro ciò che c’è oltre la superfcialità

di apparenza? Ho coscienza che l'ascolto della Parola è il luogo sacramentale

che anticipa e prepara alla fne come ad un incontro con una Persona viva,

che qui ed ora possiamo già sperimentare? Se abbiamo coscienza di essere una

assemblea convocata dalla Parola e per questo resa sacramento che rappresenta

e vive la totalità dell’umanità, allora possiamo intraprendere di nuovo il cammino

per andare incontro al Signore che viene con fducia e gioia, pellegrini verso la

convergenza fnale insieme ai popoli della terra sul monte del Signore, ossia nell'esperienza

della conoscenza di Dio nella fraternità tra di noi.

- pro manuscripto -

venerdì 26 novembre 2010

La PAROLA, PANE per il cammino di ogni giorno

LA PAROLA: PANE DI OGNI GIORNO
Proponiamo le letture del lezionario feriale

LUNEDÌ: Isaia 4,2-6 Matteo 8,5-11

MARTEDÌ: Isaia 11,1-8 Luca 10,21-24

MERCOLEDÌ: Isaia 25,6-10a Matteo 15,29-37

GIOVEDÌ: Isaia 26,1-6 Matteo 7,21.24-27

VENERDÌ: Isaia 29,17-24 Matteo 9,27-31

SABATO: Isaia 30,19...26 Matteo 9,35– 10,1.6-8

L’annuncio domenicale prosegue e richiama l’attesa per il compimento di ciò che il Messia opererà nell’umanità: guarigioni, segni prodigiosi, la compassione di Dio per i poveri. Gesù ha operato questo tra noi.

Oggi tocca a noi vivere la novità del Vangelo: vigilare, operosi nella carità! Così collaboriamo anche noi all’unità di tutti gli uomini in Dio, camminando con loro verso la luce, fuori dal buio dell’egoismo, e la sperimentiamo nella Parola e nell’Eucaristia.

Agenda settimanale: 29 novembre - 6 dicembre

AGENDA SETTIMANALE 29 NOVEMBRE - 5 DICEMBRE 2010
* * *
Lunedì 29, ore 21.00: Messa in Paglieroni
XXVII Anniversario della morte
di don ANTONIO CHIAROMONTE

Martedì 30, ore 18.30: Messa in S. Giorgio

Mercoledì 1, ore 21.00: Catechesi degli adulti

Giovedì 2, ore 18.30: Messa in chiesa p.le
ore 21.00. Preghiera in casa Bianco

Venerdì 3 - I del mese
ore 18.30: Messa e adorazione

ore 19.30: Preparazione al Matrimonio/2

Sabato 4
II DOMENICA DI AVVENTO/A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le

DOMENICA 5
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

Lunedì 6
ore 19.30: Preparazione al Matrimonio/2

AVVENTO 2010 dell'anno liturgico A

AVVENTO: tempo di attesa vigilante nella preghiera
e operosa nella carità



“L’Avvento si presenta come una scuola di spiritualità valida per tutta la storia
tra la Pentecoste e il ritorno glorioso del Signore Gesù risorto”.



La I domenica annuncia la venuta finale di Cristo Signore e chiede l’atteggiamento di un attesa vigilante, orante e operosa.

La II domenica annuncia il compimento delle promesse tramite Giovanni il battezzatore e chiede l’atteggiamento di prepararci(conversione) alla venuta tra noi dell’Inviato di Dio.

La III domenica annuncia la gioia di una venuta ormai prossima e chiede il coraggio di darvi la priorità su tutto.

La IV domenica annuncia l’incarnazione umana del Figlio, Parola del Padre, e chiede un’umile adesione di fede.

Quest’anno (A), seguendo il vangelo di Matteo vivremo l’Avvento
percorrendo un itinerario che possiamo descrivere in una sintesi:



E’ una presenza dunque che l’Avvento celebra, un evento liberatore che si fa avvenimento oggi nella fede, nella speranza (I domenica: profezia universale di Isaia 2), nell’amore non solo dei credenti, ma di tutti gli esseri umani.

Per questo è un cammino di conversione (II domenica: appello del Battista): Dio alla ricerca dell’essere umano, dell’umanità e noi alla ricerca di Lui.

Gesù di Nazaret unifica le due ricerche ininterrottamente sostenute dallo Spirito nelle due sfaccettature del “regno che viene” e che “deve venire”. E’ lo Spirito di Gesù risorto che rende possibile che sorghi la gioia (III domenica: i segni messianici), sempre vissuta e comunicata nei caldi toni della fede di chi, come Giuseppe e Maria, si fida del cammino di Dio in mezzo a noi (IV domenica).



Una Comunità che celebra la Liturgia domenicale: I di Avvento A - 28 novembre 2010

GESU': la salvezza vicina a tutti

Oggi inizia il nuovo anno liturgico con il tempo dell’Avvento, che ci invita a riflettere



sulla venuta di Gesù Cristo; propriamente, l’Avvento non è una preparazione al Natale,


ma una contemplazione della venuta di Gesù alla fine del mondo come compimento


della prima, avvenuta con l’incarnazione. L’Avvento, infatti, fluttua tra questi due appuntamenti


con il Cristo: uno già sperimentato, l’altro atteso: il termine stesso, filologicamente,


deriva dal latino ad-venio, da cui Adventus Domini, la venuta del Signore. Nella


prima venuta il Lògos si è fatto fragilità, assumendo la pienezza dell’umanità nel


grembo di Maria: Dio ha relativizzato la divinità condizionandosi al passo degli uomini


e delle donne. Nella seconda venuta, Cristo ritornerà di nuovo visibilmente sulla


terra, non più per incarnarsi, ma per liberare l’umanità intera da ogni condizionamento


e ricapitolare in sé tutto il creato (Ef 1,10). Noi viviamo nei penultimi tempi che precedono


questo appuntamento verso il quale camminiamo.


L’Avvento si estende per quattro settimane in cui prevale il colore liturgico viola, riservato


ai tempi di attesa (Avvento e Quaresima) o di dolore e penitenza, tranne la 3a domenica,


detta Gaudete dalla prima parola dell’antifona d’ingresso, in cui anticamente si


interrompeva il digiuno di Avvento, simile a quello di Quaresima, per l’imminente Natale


del Signore e si indossavano i paramenti liturgici di colore rosa: si fa festa a metà


percorso e l’attesa ormai rotola verso la fine. Durante il periodo di Avvento non si


canta, né si recita il Gloria a Dio..., che ha una struttura innica e gioiosa, mentre si mantiene


il canto dell’Alleluia, come speranza aperta al futuro.


Nel 490 il vescovo Perpetuo di Tours stabilì che il periodo precedente il Natale fosse


un tempo penitenziale nella Chiesa dell’Europa Occidentale: a tale scopo egli stabilì un


digiuno di tre giorni ogni settimana a partire dall’11 novembre, festa di san Martino di


Tours, protettore della sua città. Tra la festa di san Martino e il Natale intercorrono


esattamente 40 giorni. Questo periodo richiamò immediatamente il corrispondente


tempo dei 40 giorni della Quaresima, che a loro volta richiamavano i 40 giorni e le 40


notti di Mosè sul monte Sinai (Es 24,18; 34,28), i 40 anni del popolo d’Israele nel deserto


(Nm 14,33-24), i 40 giorni che impiegarono gli esploratori della terra di Canaan,


mandati da Mosè prima di entrarvi e prenderne possesso (Nm 13,25) e i 40 giorni e le


40 notti di Gesù nel deserto (Mt 4,2). Fu quindi naturale che il tempo di Avvento fosse


anche chiamato Quadragesima Sancti Martini: come la Pasqua era preceduta dalla Quaresima


di penitenza, così anche il Natale era preceduto dalla Quaresima di San Martino.


Non stupisce che anche le letture fossero prese in prestito dal tempo quaresimale. Si


venne così a creare una situazione abbastanza paradossale: si celebra la gioia dell’arrivo


del Messia nella sua duplice venuta, ma il clima che la liturgia crea è un clima di penitenza.


Un secolo dopo (sec. VI) anche a Roma viene introdotto il tempo di Avvento,


ma qui assume carattere gioioso e non penitenziale perché sviluppa di più l’aspetto di


preparazione al Natale. Si ebbe una strana situazione: in Gallia prima di Natale vi era


un tempo penitenziale più lungo perché composto di 40 giorni per assimilarlo alla


Quaresima, mentre a Roma, si celebrava un Avvento più festoso, ma anche più corto


perché composto di appena 30 giorni. Ciò ci induce a pensare che nella Chiesa non è


mai esistita una uniformità di pensiero e di liturgia, ma un sano pluralismo che si basa


sull’autonomia delle singole Chiese locali. Nel sec. XIII, al culmine del Medio Evo, si


raggiunse un compromesso che combinò i due aspetti: dalla liturgia gallicana si prese in


prestito il carattere penitenziale e i testi della Messa, mentre dalla tradizione romana si assunsero


il ciclo più breve (quattro settimane) e il suo andamento festoso. Questo compromesso


continua anche oggi perché Paolo VI nella riforma liturgica voluta dal concilio


Vaticano II, per rispetto alla tradizione volle mantenere la struttura dell’Avvento e della


Quaresima precedenti: pertanto la liturgia, specialmente quella del ciclo A che iniziamo


oggi, è rimasta la stessa della riforma di Pio V del sec. XVI. Paolo VI, però, volle che


anche i tempi di Avvento e di Quaresima fossero inseriti nel ritmo ciclico triennale che


vede una più ricca disponibilità di letture e qualche piccolo cambiamento per sottolineare


gli aspetti propri dell’Avvento. Con la 1a domenica di Avvento di oggi inizia il ciclo


A delle letture che avrà come filo conduttore il Vangelo di Matteo. Nei due tempi


forti di Avvento e Quaresima, quindi, avremo letture che non seguiranno l'andamento


quasi continuo di Mt, ma saranno in funzione del tema particolare che si tratta in quel


giorno.


Invochiamo come maestro della nostra vita lo Spirito Santo che veglia sull’Avvento di


Cristo affinché ci dia la sapienza dell’ascolto e il ministero della veglia per entrare nel


sacramento dell’Eucaristia che ci fa conoscere il volto di Dio nel volto dei fratelli e


delle sorelle. Abbiamo concluso l’anno liturgico C con l’invito alla vigilanza, apriamo il


nuovo anno con lo stesso invito perché l’Eucaristia è il sacramento dell’attesa che ci


nutre e ci apre all’incontro con il Cristo, quando ritornerà alla fine dei tempi per prendere


possesso del suo Regno preparato fin dalla fondazione del mondo (Mt 25,34).
 
ACCENSIONE I CERO D’AVVENTO

Isaìa ci invita ad aver fiducia nelle promesse del Signore.
Egli verrà e sarà Pace tra tutti.

INVOCAZIONI PENITENZIALI

Pigrizia, egoismo e disimpegno ci fanno pensare solo a noi stessi: svegliaci e rinnovaci. Signore, pietà!

Il compromesso con il male ci ostacola nel rapporto con te e con gli altri: illuminaci e trasformaci.
Cristo, pietà!

Invidie, gelosie e conflitti lacerano i rapporti tra noi: facci capaci di amare e costruttori di pace.
Signore, pietà!

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ Padre misericordioso, per riunire tutti i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo unigenito Figlio, maestro di verità e fonte di riconciliazione. Svegliaci!
Vigilanti nell’attesa, cammineremo illuminati da te sulle tue vie di pace e di amore, seguendo fedelmente Gesù Cristo, tuo figlio, nostro Signore… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA

Dal libro del profeta Isaìa 2,1-5
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del Tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al Tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 121
R./ Andiamo con gioia incontro al Signore!



1. Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

2. E’ là che salgono insieme

le tribù del Signore,

secondo la Legge di Israele,

per lodare il Signore.

3. Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;

Sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

4. Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: Su di te sia pace!

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.



Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Romani 13,10b-14a

Fratelli e sorelle. Chi ama non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento in cui viviamo: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Comportatevi come il Signore Gesù Cristo.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Matteo
24,1.37-44

Mentre Gesù, uscito dal Tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del Tempio. Egli disse loro: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca - e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti - così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si ascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, solo il Signore fa germogliare, ogni giorno, la novità della nostra vita. A lui rivolgiamo la nostra preghiera:
R./ Vieni, Signore nella nostra vita!
1. Rendi la tua Chiesa vigilante, perché tenga viva nel mondo la speranza del tuo incontro con ogni persona. Vieni...
2. Accompagna e illumina i responsabili della convivenza sociale, perché facciano scelte di giustizia e di pace tra le nazioni. Vieni, Signore nella nostra vita!

3. Illuminaci con la tua parola, perché sappiamo correggere i nostri comportamenti e rivestirci di te. Vieni, Signore...

4. Aiutaci nelle nostre scelte di ogni giorno, perché l’amore sia il nostro unico riferimento e vero bene. Vieni...
5. Spalanca gli orizzonti di questa eucaristia su tutto il mondo, perché ci sentiamo uno con tutti in te. Vieni, Signore nella...

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre: la venuta del tuo Figlio è sempre vicina e ci sorprende non come ladro, ma come amico atteso. Egli ci convoca alla sua mensa per condividere con noi pane e vino, per vivere uniti a Lui, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- Grazie, Gesù, che ci vuoi bene!

+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore…

+ E ora siamo qui riuniti… nostra vita.
- Vieni, Signore Gesù, vieni presto tra noi!
ALLA COMUNIONE
“State svegli, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà”.

Avvento 2010 per l'Iniziazione Cristiana

Accendi una luce… e illumina il mondo!



Finché ci saranno persone senza casa, lavoro, medicine, istruzione, giustizia… senza pace il mondo è al buio!

Quando ti lasci trasportare dai tuoi istinti, pensi solo a te stesso e ai tuoi bisogni da soddisfare...
senza preoccuparti degli altri il mondo è al buio!



Ascolta, il vangelo ci invita: “State pronti!” (Matteo 24,37-44)
allora… accendi il CUORE!

Ascolta, una voce ci esorta: “Cambiate modo di vivere!” (Matteo 3,1-12)
allora… accendi la VITA!

Ascolta, la chiesa ci annuncia: “Gesù è presente!” (Matteo 11,2-11)
allora… accendi l’AMORE!
Ascolta, il cielo ci incoraggia: “Non avere paura” (Matteo 1,18-24)
allora… accendi la FIDUCIA!

“GESU’: è Dio che in-con-tra noi” (Luca 2,1-14) allora… accendi GIOIA!

Dillo a tutti: “Abbiamo visto la sua Stella!” (Matteo 2,1-12)
allora… accendi il MONDO!

sabato 20 novembre 2010

PAROLA CHE SI FA VITA

Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.



Per la morte alla gloria.
Ebrei 1,1-9; 2,9-18

Il Signore che serve.
Isaia 42,1-12    Zaccaria 9,9-17   Luca 22,24-29

In Cristo, Dio è tutto in tutti.
1Corinzi 15,20-25 Atti 4,24-35

Puoi pregare:

Salmo 19 - Esulteremo per la tua vittoria!
Salmo 20 - Grande la tua salvezza!
Salmo 144 - Ti esalto, Dio mio re!

Approfondiamo la Parola: Luca 23,32-43 - La lectio del prete Camine Miccoli

+ O Padre, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua


parola: in essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’ tacere in noi ogni

altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella tua parola, letta, ma non

accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita, contemplata, ma non realizzata,

manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro

incontro con la tua parola sarà rinnovamento dell’alleanza e comunione con te e con il

Figlio e lo Spirito Santo, Dio benedetto nei secoli dei secoli. A.: Amen.


L.: Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Luca (23,[33]35-43; trad. CEI 2008).

[33 Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, [i soldati] vi crocifissero lui e i malfattori,
uno a destra e l'altro a sinistra. 34 Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.]
35 Il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri!
Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36 Anche i soldati lo deridevano, gli si
accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: 37 «Se tu sei il re dei Giudei, salva te
stesso». 38 Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso
e noi!». 40 L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu
che sei condannato alla stessa pena? 41 Noi, giustamente, perché riceviamo quello che
abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E disse:
«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità io
ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Note di esegesi per la comprensione del testo

Il brano che abbiamo appena letto è tratto dal racconto della passione di Gesù, il

nucleo più imporante e più antico del Vangelo; con esso siamo invitati a rifettere

sulla realtà del Regno di Dio e sulla messianicità singolare di Gesù che bisogna

ben intendere, per cogliere la novità della fede nel Risorto.

Il versetti che parlano della crocifssione (vv. 33-34, non riportati dalla liturgia domenicale)

sono seguiti dal nostro brano, che si divide in due parti distinte: i vv. 35-38

descrivono la parodia della investitura regale di Gesù; i vv. 39-43 l’episodio dei

due ladroni, dove si può vedere la mano propria di Lc. Gesù è re, ma esercita la

sua regalità in maniera particolare, perché non somiglia a nessun sovrano e potente

di questa terra, come egli stesso dice a Pilato (cf. Gv 18,36-37). Il suo trono

non è un seggio di oro e pietre preziose, ma il supplizio della croce; la sua corte

non sono dignitari e nobili, ma i rifuti dell’umanità, malfattori e assassini. Sul trono

della gogna c’è il suo stemma: «“Costui” è il Re dei Giudei» (v. 38), ma Lc non

dice che è il motivo della condanna come invece afferma Mt 27,37. I capi lo

scherniscono, come anche i soldati pagani, mentre il popolo «sta a guardare»: il

popolo sta sempre a guardare e non si sporca mai le mani direttamente, ma si

predispone a correre dietro come massa a chi ha in animo di ingannarlo e coinvolgerlo

in un’avventura di potere, pronto a saltare sul carro del vincitore di turno.

L’intronizzazione da burla diventa, come sempre nel vangelo, una profezia che

i presenti non sanno cogliere (cf. Gv 19,1-3). L’iscrizione sulla croce sostituisce la

formula di consacrazione e di investitura, come avvenne nel battesimo, quando il

Padre fece udire la sua voce: «Tu sei il mio Figlio, il prediletto: in te mi sono compiaciuto

» (Lc 3,22), o come nella trasfgurazione, prima d’intraprendere l’esodo

verso Gerusalemme, quando dalla nube si udi la voce del Padre che investiva il Figlio

come suo Messia: «Questi è il mio Figlio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35). Ora

non c’è più la voce del Padre perché il Figlio deve sperimentare la condizione

umana fno alla feccia, senza sconti e senza scorciatoie: per incontrare gli esseri

umani, anche Dio deve passare attraverso la solitudine, l’abbandono, il fallimento,

la disperazione, la morte. Gesù è solo con la sua missione di Figlio e con la sua

regalità derisa: chi può credere a questo re crocifsso, tra due malfattori? Gesù fa

paura al potere civile e religioso e per questo deve essere eliminato. I soldati, custodi

armati di un potere fasullo perché non si regge senza armi, chiedono che dimostri

i veri titoli della sua regalità. Essi pretendono i titoli esteriori, espressione

della prepotenza del potere: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso» (v. 37)1.

Per salvarsi dalla morte, Gesù avrebbe dovuto venire meno alla sua identità di Figlio

che offre la vita per amore fedele. Il popolo è accecato da chi lo manovra e

1 Lc mette in bocca ai soldati le parole che invece in Mt 27,42-43 più logicamente mette

in bocca ai capi del popolo; è questo un altro segno che Lc vuole addolcire le responsabilità

della morte di Gesù da parte dei Giudei.

lo inganna, come sempre, e non sa vedere quello che è davanti ai suoi occhi,

come vero e proprio «spettacolo» terribile e sublime (v. 35).

La seconda parte, che riguarda il racconto dei due ladroni (vv. 39-43), è propria di

Lc, sebbene la notizia scarna appartenga alla tradizione sinottica (cf. Mt 27,38; Mc

15,28). La Toràh di Mosè stabilisce che la morte deve essere testimoniata da due

o tre testimoni (Dt 17,6). Nella trasfgurazione i testimoni furono Mosè ed Elia,

cioè la Legge e la Profezia (Lc 9,28-36); nella risurrezione i testimoni saranno due

personaggi misteriosi, angelici (Lc 24,4). Qui i testimoni sono soltanto due volgari

briganti, condannati a morte: la beffa da un punto di vista umano è totale. Chi è il

Cristo? Egli è Re solo percorrendo fno in fondo l’investitura beffarda, fno a toccare

l’abisso dell’ignominia, bevendo il calice fno alla feccia.

Quale messaggio arriva alla noi, alla Chiesa intera da questo trono di scherno?

Quando la Chiesa si schiera con i potenti o fa la corte al potere e a chi lo esercita,

si allontana dal trono della croce; forse diventa importante, forse raggiunge accordi

vantaggiosi, certamente è circuita, adulata e riverita come «potenza», ma

rinnega il suo Signore e Re, il re dei briganti e dei malfattori, il re degli esclusi e

dei reclusi, il re di coloro che non contano nulla, il re dei falliti e dei diseredati: il

Cristo di Dio. La Chiesa è rappresentativa di Cristo quando è perseguitata, insultata

e derisa, mai quando è richiesta di essere alleata di sistemi e di strutture di

peccato. Cristo è un re che anche quando è beffato e deriso, sul trono della croce,

trova ancora la forza di perdonare e accogliere, liberare e salvare. Al brigante

che lo implora non chiede di convertirsi, non chiede nemmeno il pentimento

come premessa del suo perdono, ma lo include nella sua vita e nel suo regno senza

alcuna condizione.

«Oggi con me sarai nel paradiso!» (v. 43): Gesù non afferma che oggi il ladrone sarà

salvo, libero di tornare a casa, ma solo che sarà con lui; le due vite si fondono insieme

nella prospettiva della grazia e del regno. Insieme, nell’unico mondo possibile:

quello del perdono e dell’accoglienza, della dignità che sa riscattare con una

parola anche un brigante sull’orlo della morte. «Io sarò con te» è la formula di fedeltà

di Dio con i patriarchi, con Giosuè, con Israele (Gen 26,3; 31,3; Es 3,12; Dt

31,23; Gs 1,5; 1Re 11,38, etc.), una formula che ora sulla croce si ribalta: non è più

Dio che scende, ma è il brigante che sale a Dio. Nella risposta di Gesù c’è una parola,

«oggi», che teologicamente e spiritualmente è tanto pregnante da formare

un criterio di lettura di tutto il vangelo di Lc che, infatti, può essere letto alla luce

di questo «oggi» (gr. sémeron), che ci dà la dimensione dell’attualità della Parola di

Dio. Il termine ricorre 41 volte nel NT e 11 volte solo nel vangelo di Lc, di cui 8

volte nello stesso senso pregnante del brano odierno:

1. Lc 2,11 Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo

Signore.

2. Lc 4,21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che

voi avete ascoltato».

3. Lc 5,26 Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio. Pieni di timore,

dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

4. Lc 19,5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo,

scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».

5. Lc 19,9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché

anch’egli è fglio di Abramo».

6. Lc 22,34 Gesù gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima

che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

7. Lc 22,61 Allora il Signore si voltò e fssò lo sugardo su Pietro, e Pietro si

ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il

gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte».

8. Lc 23,43 Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Oggi, noi dove siamo? Dove vogliamo essere? Con chi vogliamo essere? Qual è il

nostro «oggi» di persone, di coppia, di genitori, di fgli, di amici, di testimoni della

vita donata e liberatrice di Cristo nel mondo? Abbiamo «quest'oggi» per rifettere

e pregare e stare ai piedi della Croce, il trono del fallimento di Dio come premessa

della sua investitura regale e nello stesso tempo il trono del perdono senza

condizioni. «Oggi» è il nostro giorno, l’unico che conta per dar senso a tutta la

nostra vita, a tutta la storia umana.

Agenda settimanale. 22 - 28 neovembre 2010

AGENDA SETTIMANALE 22 - 28 NOVEMBRE 2010
* * *
Lunedì 22, ore 21.00: Messa in Paglieroni
ore 18.30: Consiglio pastorale diocesano

Martedì 23, ore 18.30: Messa in S. Giorgio
ore 10.00: Incontro diocesano dei preti
con il nuovo vescovo Emidio

Mercoledì 24, ore 21.00: Vicina la Parola

Giovedì 25, ore 18.30: Messa in chiesa p.le
Sabato 27
- GIORNATA NAZIONALE COLLETTA ALIMENTARE -

ore 15.00: L’Avvento dell’I.C.
“Accendi una luce e non lasciare il mondo al buio”.
ore 16.30: Gruppo Emmaus (medie)

I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A
ore 18.30: Messa in chiesa p.le
DOMENICA 28
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le

ore 15.30: Incontro diocesano per giovanissimi e giovani  a Ortona (S. Gabriele):
“Accendiamo il cuore per illuminare la vita”.

Iniziamo dalla FINE: l'AVVENTO

AVVENTO È...
VENUTA
PRESENZA
AVVENIMENTO

Questo triplice significato, è ripreso dai Padri della Chiesa (autori autorevoli di scritti cristiani dei primi tre secoli) e può essere così riassunto: il Signore Gesù viene oggi in mezzo a noi nella liturgia, perché è già venuto nella nostra natura umana, ed è lo stesso che verrà un giorno nella gloria. Anzi, la sua è una continua e ininterrotta venuta in mezzo a noi nella storia umana, dopo che egli, glorificato nella risurrezione, mediante il suo Spirito continua a guidare il cammino dell’umanità e della creazione intera verso la pienezza.

E’ la vita cristiana stessa che non conosce ripetizioni, ma sempre nuovi eventi inattesi e sorprendenti: essa è sempre venuta del Signore crocifisso - risorto e, quindi, sempre e solo un evento pasquale.

L’atteggiamento del cristiano e della Chiesa è una riposta ad aprirsi, all’appello di vigilare, a mettersi in cammino nella gioia e nella fiducia, nella carità alla presenza del Misericordioso nel mondo, alla luce del Vangelo di Gesù di Nazaret. Il tempo di Avvento mette in evidenza l’aspetto centrale e dinamico della vita cristiana, della storia: andare incontro a Colui che si fa vicino a noi, a tutti!

I preti aiutano TUTTI: aiuta TUTI i preti!

Giornata nazionale per il sostentamento dei PRETI

I preti italiani ricevono un compenso mensile direttamente dalla CEI
che li preleva dalle offerte dell’8xmille e dalle rendite dei beni.
Quello del vostro parroco è di € 918.47.
Tutte offerte versate da voi rimangono
alla parrocchia per le sue attività e spese.
Siamo invitati oggi a contribuire
al sostentamento dei preti
in modo che l’8xmille sia maggiormente
a disposizione per le altre necessità.

USATE I CCP CHE TROVATE ALL’INGRESSO
L’IMPORTO VERSATO E’ DEDUCIBILE
DALLA DICHIARAZIONE ANNUALE DEI REDDITI.

Una Comunità che celebra la Litrgia domenicale: CRISTO RE E SIGNORE DELL'UNIVERSO - 21 NOVEMBRE 2010

L’OGGI DI GESU’ TRA NOI: NOSTRO PARADISO!

Con la domenica di oggi si conclude l’anno liturgico C e con esso si chiude anche l’in -



tero ciclo triennale di letture della Bibbia. La fine dell’anno liturgico e di un triennio


ricco di Parola di Dio coincide con l’inizio di un nuovo anno e di un nuovo triennio.


Questa coincidenza tra una fine e un inizio ci invita a cercare di comprendere il senso


della regalità di Dio nel tempo, di cui oggi la liturgia ci fornisce abbondante materiale.


Alla domanda dei farisei che chiedono «Quando verrà il regno di Dio?», Gesù risponde


che «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno vi dirà:


“Eccolo qui”, oppure “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc


17, 21)1. Nessuno ha la chiave di questo regno, solo il Cristo che è nel seno del Padre


ne conosce la natura e la verità. Un regno che viene silenzioso, senza scenografie e


senza rumore perché il regno non è un sistema di governo o una dimensione politica


o una struttura organizzativa ecclesiastica: esso è solo la persona di Gesù Cristo che si


comunica a noi nella sua Parola, nella fraternità che viviamo, nella vita che celebriamo


nell'Eucaristia.


La regalità di Cristo è un argomento da manovrare con prudenza perché spesso è stato


usato ideologicamente per giustificare scelte clericali e politiche di natura mondana


in compromesso o in contrapposizione ai poteri di questo mondo; a questa solennità


si rifanno i nostalgici della messa di Pio V perché vogliono restaurare il «regno in terra


» del Cristo, attraverso la collusione e l’eresia dei «governi cristiani», chiamati a imporre


con la forza della legge le conclusioni religiose ed etiche a cui giunge l’unica


vera, esclusiva religione che è quella «cattolica-romana»2. Si torna così indietro e si uccide


lo Spirito Santo che invece procede inesorabile verso nuovi orizzonti, verso il Regno


che è oltre e dentro, non dietro di noi. Si vuole restaurare il clima che dominò il


1 Da tutto il contesto del NT, noi sappiamo che Gesù non ebbe alcuna intenzione di


fondare una Chiesa perché il suo orizzonte non era la sola storia umana, ma il Regno di


Dio. Il Regno non è un luogo materiale o una forma di governo, ma indica uno


«stato», una condizione per essere figli di Dio. Il «Regno» apre due prospettive: la pri -


ma afferma che c’è una dimensione più grande di qualsiasi realizzazione umana che si


chiama «Dio» e l’altra dice che non può esservi realizzazione umana nella dimensione


di Dio senza condivisione e fraternità, senza assumere su di sé l’anelito di salvezza integrale


che c’è in tutta l’umanità. Il Regno non è una «sètta», ma l’universale volontà di


Dio che vuole tutti gli uomini e le donne salvati (cf. 1Tm 2,4).


2 La festa di Cristo Re è recente: fu istituita da Pio XI nel 1925 in un contesto storico


particolare, che vedeva da un lato gli Stati d’Europa che si avviavano verso la deriva


della dissoluzione umana, morale e religiosa culminata nel «regno» nazifascista, abominio


della coscienza e negazione di ogni dignità, compresa quella della forma politica


del governo terreno. L’istituzione della festa di un Dio «regale» fu accolta dalla maggioranza


dei cattolici e dal clericalismo rampante di sistema come uno strumento per


difendere il regno di Dio, identificato con i regni della terra, contro la modernità che


si connotava di laicismo, spesso acritico. Nessuno capì che proprio questa festa nelle


intenzioni del papa voleva opporsi sia al laicismo che al clericalismo: contro il laicismo, affermando


la centralità di Cristo di fronte alla pretesa di instaurare il paradiso in terra;


contro il clericalismo che, mettendo da parte Cristo, coltivava l’eresia della centralità


salvifica della Chiesa detentrice di ogni potere spirituale e politico. È evidente che questa


concezione pagana del potere clericale era finalizzata all’esaltazione sulla terra del


potere ecclesiastico inteso come strumento divino per instaurare il Regno di Dio.


mondo durante il regime di cristianità: governare politicamente in nome della teocrazia.


Tutto ciò accade anche oggi quando nella chiesa prevale lo spirito clericale che chiede


appoggi non sempre limpidi al potere di turno, il quale è ansioso di concedere privilegi


pur di avere in cambio un appoggio incondizionato nella gestione pratica del potere,


primo fra tutti la complicità del «tacere» anche di fronte ad ingiustizie evidenti


compiute contro il fondamento primario della legalità che è il «bene comune».


La liturgia di oggi, proponendo il vangelo di Lc, ci offre la chiave ermeneutica di questa


festa perché l’intronizzazione di Gesù è abominevole: viene inscenata una investitura


di burla in mezzo a due testimoni abietti, di cui uno lo insulta anche. Poiché la


Scrittura ha sempre un duplice senso, bisogna andare oltre la lettera e cogliere lo spiri -


to e l’intenzione dell’autore. Qui ci è sufficiente sottolineare che Gesù è coerente con


le parole aveva pronunciato prima dell’ultima Cena: «Se il chicco di grano, caduto in


terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,23).


Gesù non diventerà mai un presidente di una Repubblica perché egli resta per sempre,


in eterno «Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani… il lògos


della croce, infatti è stoltezza… e potenza di Dio» (cf. 1Cor 1,22.18). Gesù, usando gli


schemi del suo tempo, utilizza il simbolismo del re, ma ci tiene a precisare che il suo


regno non è di questo mondo (cf. Gv 18,36): esso si estende a tutti i regni della terra


perché è universale, ma non s’identifica con alcuno perché non è nazionalista, escludendo


così categoricamente ogni velleità di instaurare una «civiltà cristiana», come fanno


coloro che evirano il Cristo della sua divinità e lo trasformano nell'idolo di una religione


civile, fondata sui valori e non sul mistero pasquale, cioè sulla morte e risurre -


zione di Gesù di Nazareth, Messia del Dio misericordioso e liberatore. L’Eucaristia


che celebriamo è lo spazio di questa regalità paradossale in cui entrare per sperimentare


la salvezza: invochiamo lo Spirito Santo che ci fa comprendere, sperimentare e scegliere


di seguire Cristo fino e oltre la Croce.



INVOCAZIONI PENITENZIALI

Gesù, tu ci guidi verso la vera Vita ma noi non ti seguiamo con amore. Signore, pietà!

Cristo risorto, che sei l’unico vero nostro salvatore, noi non ci fidiamo di te. Cristo, pietà!

Signore, Re che apri a tutti le porte del tuo regno, noi ti chiudiamo il cuore. Signore, pietà!

INNO DI LODE: Gloria a Dio…

PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell'amore, liberaci dal potere delle tenebre. Fa' che seguiamo il tuo Figlio, e come lui doniamo la nostra vita per gli altri, certi di condividere la sua gloria nel paradiso.
Egli è Dio e vive e regna… Amen!

LITURGIA DELLA PAROLA

Dal secondo libro di Samuèle 5,1-3

Tutte le tribù d’Israele vennero dal re Davide, in Ebron, e gli dissero: «Ecco, noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi il popolo d’Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai Israele mio popolo, tu sarai capo in Israele”». Il re Davide concluse un’alleanza con tutti gli anziani d'Israele, in Ebron, davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.
Parola di Dio!

Salmo responsoriale - 121

R./ Andremo con gioia alla casa del Signore.

[Quale gioia mi dissero… n. 31]


1. Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

2. E’ là che salgono unite le tribù
del Signore, secondo la Legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.

Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Colossési 1,12...20

Fratelli e sorelle. Ringraziate con gioia il Padre che vi ha fatti capaci di partecipare dei beni promessi al suo popolo santificato nella luce, che ci ha liberati dal potere della tenebra e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio, che ci redime perdonandoci i peccati.

Egli è immagine visibile del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione: tutto, in cielo e in terra, ciò che è invisibile e visibile, è stato creato in Lui. (…) Tutto fu creato per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutto e tutto insieme egli tiene in vita.

Egli è il capo di quel corpo che è la Chiesa. Egli è principio [di vita], il primo risuscitato dai morti, perché sia Lui ad essere il primo fra tutti. Infatti Dio ha voluto pienamente essere presente in Lui e che, per mezzo di Lui e in vista di Lui, siano riconciliate a sé tutte le creature, della terra e del cielo. Dio ha fatto pace con tutti nel sangue di Cristo morto in croce.
Parola di Dio!

Alleluja, alleluja!
Benedetto colui che viene dal Signore!
Benedetto il suo Regno che viene! Alleluja!

+ Dal vangelo secondo Luca 23,32-33.35-43
[Giunti al luogo detto Cranio, lì crocifissero (Gesù) e (altri due) malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra]. Il popolo stava guardando; i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo l’Inviato di Dio, il suo Eletto». Anche i soldati avvicinandosi lo deridevano, porgendogli aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!». Sopra di lui c'era anche una scritta: “Costui è il re dei Giudei”. Uno dei malfattori appesi lo bestemmiava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». L'altro rispondendo invece lo rimproverava: «Tu non temi Dio, che subisci la stessa condanna? Noi, giustamente, infatti riceviamo ciò che abbiamo meritato per le nostre azioni; costui invece non ha compiuto nessun misfatto».
E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando verrai come re». Gli rispose: «Io ti assicuro: oggi con me sarai nel paradiso».
Parola del Signore!

PROFESSIONE DI FEDE SIMBOLO NICENO - COSTANTINOPOLITANO
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la Vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, rivolgiamoci al Signore Gesù con la stessa fiducia del malfattore in croce, sicuri che Egli ascolterà le nostre preghiere e ci darà la gioia della comunione con sé.
R./ Ricòrdati, Signore Gesù!

1. Della tua Chiesa, sparsa in tutto il mondo, perché stia con te nella passione e nella croce per entrare nel tuo regno.

2. Dei nostri responsabili politici, perché reagiscano all’attuale deriva istituzionale con senso di responsabilità e onestà.

3. Di coloro che commettono atti criminosi, perché abbiamo la possibilità di pentirsi e di riparare al male compiuto.
4. Di coloro che soffrono interiormente e fisicamente, perché riescano a farsi aiutare nel loro dolore.
5. Dei nostri fratelli e sorelle dell’Iraq, che patiscono la tremenda prova della testimonianza cruenta della fede.

6. Di noi riuniti nell’Eucaristia e dei nostri fratelli e sorelle assenti.

DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, Padre: attraverso il tuo Figlio apri a noi e a tutti gli esseri umani le porte della comunione con te. Fa’ che non chiudiamo il nostro cuore agli altri e al perdono reciproco nel segno di questo pane e vino che tutti ci riunisce in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen!

LITURGIA EUCARISTICA

PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni

+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!

+ Mistero della fede!
Ogni volta che mangiamo di questo pane
e beviamo a questo calice,
annunziamo la tua morte, Signore,
nell’attesa della tua venuta!

ALLA COMUNIONE
“Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo regno”. “Oggi sarai con me nel paradiso” - dice il Signore.