L’OGGI DI DIO NELLA NOSTRA VITA: ADESSO!
Con la domenica 31a del tempo ordinario siamo giunti quasi alla conclusione dell’anno
liturgico del ciclo C e dell’intero triennio: mancano ancora tre domeniche per concludere
e ripartire per un nuovo viaggio. Per ben diciassette domeniche abbiamo seguito
Gesù nel suo «viaggio verso Gerusalemme» iniziato in Lc 9,51; oggi arriviamo a Gerico
(attuale Tell es-Sultan, «Collina del Sultano») a km 30 a sud-est di Gerusalemme e km
120 a sud di Cafàrnao in Galilea: è l’unica città menzionata lungo i 150 ca. km percorsi
da Gesù, Maestro e Guida, come un itinerario formativo dei suoi discepoli. Gerico è la
più antica città del mondo di cui abbiamo testimonianza archeologica, risalente a
11.000 anni addietro. Sorge a 240 metri sotto il livello del mare, nei pressi del fiume
Giordano, nella zona del Mar Morto. Fu espugnata da Giosuè e maledetta con una
formula tragica: se qualcuno avesse voluto ricostruirla, l’avrebbe fatta sul sangue del
proprio figlio (Gs 6,26), come accadde al re Chiel di Betel che la ricostruì sul sangue
dei suoi figli Abiràm e Segùb (1Re 16,34). Gerico è la fortezza del male perché protegge
dentro le sue mura Zacchèo, «il capo dei pubblicani» (Lc 19,2) che è strumento di
oppressione del popolo attraverso l’esosità delle tasse, imposte con arbitrio e la colla -
borazione con l’occupante romano da cui ha ricevuto l’appalto del fisco. Ancora una
volta, troviamo il tema caro a Luca: la misericordia di Dio non aspetta la conversione e
il pentimento, ma corre a cercare la pecorella smarrita, qui Zacchèo, per riportarla alla
vita (cf. Lc 15,4-7), riconducendolo alla sua dignità di figlio di Abramo: colui che era
escluso dal popolo per indegnità, riceve da Gesù la veste della dignità di figlio di Dio,
figlio di Abramo per la promessa e membro del suo popolo per la fede (v. 9 e Lc 15,22-
24).
Il racconto del salvataggio di Zacchèo è, in qualche modo commentato dalla 1a lettura,
dove un ebreo di cultura e formazione greca, che vive ad Alessandria di Egitto, nella 2a
metà del sec. I a. C., medita sulla storia passata del suo popolo e per la prima volta
guarda ai nemici tradizionali, gli Egiziani, con lo sguardo di Dio: Dio non ha punito gli
Egiziani solo per salvare Israele, ma per salvare essi stessi perché anche gli Egiziani
che hanno seviziato gli Ebrei con la schiavitù sono chiamati da Dio a fare parte del
suo popolo universale. Nessun popolo, questo è l’insegnamento, può e deve essere
escluso dal processo di alleanza che YHWH ha codificato con Israele. Il popolo eletto
così diventa quasi il paradigma di tutti gli altri popoli.
Nel vangelo, Dio verso Zaccheo viene gratuitamente e indipendentemente dalle disposizioni
dell’individuo; nel pensiero del sapiente, Dio viene per tutti i popoli perché
YHWH, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Mosè è il Dio senza più confini
nazionalistici, il Dio straripante che convoca dall’oriente e dall’occidente tutti i popoli
della terra «sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe» dove «un popolo
non alzerà più la spada contro un altro popolo e non si eserciteranno più nell’arte della
guerra» (cf. Is 2,2-5). La 2a lettura ha oggi una funzione parenetica, cioè esortativa, di
ammonimento sul tema della «fine del mondo» che fa da introduzione alle ultime domeniche
dell’anno liturgico che ruotano intorno a questo tema. Tecnicamente si dice
che questa lettura, collocata qui in questa domenica, è una prolèssi, ossia un'anticipazione,
quasi un assaggio di ciò che rifletteremo nelle prossime settimane. Le lettere ai
Tessalonicesi che Paolo ha scritto probabilmente da Corinto, durante il suo 2° viaggio
missionario (anni 50-52) sono le prime in ordine cronologico di tutto il NT, antecedenti
anche i vangeli. Uno dei problemi che assillava i cristiani della prima generazio -
ne, dopo la morte di Gesù, avvenuta presumibilmente intorno all’anno 30, riguardava
il ritardo della fine del mondo: se Gesù è il Messia atteso da Israele e se è morto e
risorto come mai «questo» mondo non finisce e non inizia il Regno di Dio annunciato
da Gesù stesso e che non è di questo mondo? (Gv 18,36). I Tessalonicesi erano anche
confusi da false lettere fatte circolare come se fossero di Paolo: i nemici dell’Apostolo
seminavano zizzania in una chiesa appena nata e ancora non formata del tutto. A
queste inquietudini risponde Paolo infondendo consolazione e fiducia e smentendo la
paternità di quanto gli attribuivano. Egli invece invita a fidarsi di Dio che non si
prende gioco dei suoi figli, ma sa quello che fa, anche se spesso noi non riusciamo a
coglierne il significato immediato. Per questo motivo noi veniamo dalle nostre
diaspore all’Eucaristia: essa è, in primo luogo, un raduno di popoli, di cui noi siamo un
segno visibile perché aperti al mondo e all’universalità. In secondo luogo, essa è una
scuola, dove impariamo a conoscere noi stessi riflettendoci sul volto e sul
comportamento di Dio, rivelato in Gesù di Nazareth. In terzo luogo, essa è una
condivisione di Parola, di Pane, di speranza e di agàpe per il viaggio della vita che
riprendiamo con la forza dello Spirito Santo che ora invochiamo.
INVOCAZIONI PENITENZIALI
Signore, tu ami la vita e hai compassione di tutte le tue creature.
Kyrie, eleyson!
Cristo risorto, infondi in noi il tuo Spirito e rinnovaci interamente.
Christe, eleyson!
Signore Gesù, vieni a cercare e a salvare chi si perde nell’egoismo e nel male.
Kyrie, eleyson!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, che nel tuo Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi si era perduto, apri il nostro cuore perché ti accogliamo con gioia nella nostra casa. Porta a compimento ogni nostra volontà di compiere il bene e di condividere con i poveri i beni che tu ci dai. Per il nostro Signore… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro della Sapienza 11,22...12,2
Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina
caduta sulla terra. Hai compassione
di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli esseri umani, aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutto ciò che esiste
e non provi disgusto per nulla di ciò
che hai creato; se qualcosa non gradissi,
non l’avresti neppure formata. (…)
Tu sei indulgente con tutti, perché tutto
è tuo, Signore, che ami la vita.
Poiché il tuo soffio vitale è dappertutto.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci,
ricordando loro in cosa consiste
il loro peccato, perché, messa da parte ogni malvagità, credano in te, Signore.
Parola di Dio!
Salmo responsoriale - 144
R./ Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Confitemi Domino... quoniam bonus. ...alleluja!
1. O Dio, mio Signore, voglio esaltarti.
Ti voglio benedire ogni giorno,
e per sempre cantare le tue lodi!
2. Paziente e misericordioso è il Signore,
costante e generoso nell’amare.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza egli diffonde
su tutte le sue creature.
3. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere,
ti ringrazino i tuoi figli.
Manifestino agli esseri umani i tuoi prodigi
e la tua gloriosa presenza in mezzo a noi.
Il Signore sostiene gli insicuri
e rialza chi è abbattuto.
Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1,11- 2,2
Fratelli e sorelle. Preghiamo continuamente per voi, perché Dio vi renda degni di sé che vi chiama, e con la sua potenza, porti a compimento ogni vostro proposito di bene e ciò che operate da credenti. Così glorificherete il Signore nostro Gesù, e voi in Lui per l’amore gratuito del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo!
Riguardo alla ritorno del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare, né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
Parola di Dio!
Alleluja, alleluja!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in Lui ha la Vita eterna. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca 17,1. 19,1-10
[Nell’andare verso Gerusalemme, Gesù] entrato in Gèrico la attraversava, quand’ecco un uomo, chiamato Zacchèo, capo degli esattori delle tasse (i pubblicani) e ricco, cercava di vedere chi fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul posto, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Scese in fretta e lo accolse con gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato ad alloggiare da un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è avvenuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare chi era perduto».
Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Al Signore Gesù, che viene nella nostra casa e ci rinnova con la sua parola di salvezza, rivolgiamo la nostra preghiera fiduciosa: R./ Vieni a salvarci, Signore Gesù!
1. Fa’ che la tua Chiesa sia la casa aperta a tutti, dove ognuno possa incontrare il Padre che lo ama, noi ti preghiamo:
2. Fa’ che i politici e gli amministratori pubblici siano onesti e lottino contro ogni forma di corruzione, noi ti preghiamo:
3. Fa’ che chi ha sbagliato con azioni criminose sia aiutato a cambiare la propria vita e ad intraprendere un nuovo cammino, noi ti preghiamo:
4. Fa’ che noi cristiani non critichiamo chi cerca la verità con ogni mezzo, ma ne condividiamo la fatica, noi ti preghiamo:
5. Fa’ che il nostro impegno per una società più giusta e solidale si concretizzi in azioni quotidiane di amore fraterno e di comunione, noi ti preghiamo:
6. Fa’ che la partecipazione a questa eucaristia sia per noi fonte di perdono e di riconciliazione, noi ti preghiamo:
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Ti ringraziamo, o Dio nostro Padre: nel tuo Figlio Gesù ogni essere umano è tuo figlio, nostro fratello e sorella. Non ci dividano i nostri beni, ma ci unisca l’unico amore per te e per i poveri, come il pane e il vino che ti presentiamo. Per Cristo, nostro Signore. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi. - E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me. - E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della fede!
Tu ci hai redenti con la tua morte e la tua risurrezione. Salvaci, o Salvatore del mondo!
ALLA COMUNIONE
“Scendi, Zaccheo: perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
sabato 30 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
Agenda settimanale: 25 ottobre - 2 novembre 2010
AGENDA SETTIMANALE
25 OTTOBRE - 2 NOVEMBRE 2010
MESE MISSIONARIO:
“spezzare PANE per tutti i popoli”
Mese di preghiera ed offerta a sostegno delle comunità cristiane più lontane e povere del mondo
25 – 31 ottobre: RINGRAZIAMENTO - Ti ringrazio, Signore: mi hai salvato
* * *
Lunedì 25, ore 21.00: Messa in Paglieroni
Martedì 26, ore 18.30: Messa in S. Giorgio
Mercoledì 27, ore 21.00: Catechesi degli adulti
Giovedì 28, ore 18.30: Messa in chiesa p.le
Venerdì 29, ore 18.30: Vespri missionari
Sabato 30
XXXI DOMENICA DELL’ANNO C
ore 18.30: Messa in chiesa p.le
DOMENICA 31
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le
LUNEDÌ 1 NOVEMBRE
TUTTI I SANTI E LE SANTE
ore 9.00: Messa in S. Giorgio
ore 11.00: Messa in chiesa p.le
ore 16.00: Messa al Cimitero
e benedizione delle tombe
MARTEDÌ 2
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I DEFUNTI
ore 8.30: Messa in chiesa p.le
ore 18.30: Messa in S. Giorgio
ore 21.00: Messa in Paglieroni
Etichette:
Agenda settimanale
Suffragi di Carità
Suffragi di Carità
Durante le nostre visite
al Cimitero per ricordare
i nostri cari troveremo all’ingresso le volontarie
della caritas parrocchiale
che raccolgono le offerte in loro suffragio:
GIOVEDì 4, alle 18.30
sarà celebrata la S. Messa in chiesa parrocchiale per tutti questi defunti.
Etichette:
Treglio in cammino
Approfondiamo la Parola domenicale: XXX annoC: 23 ottobre 2010
PAROLA CHE SI FA VITA
Alcuni brani biblici a commento della Parola domenicale:
ci aiutano ad accoglierla come avvenimento di salvezza nella nostra vita.
Perdonàti gratuitamente
Romani 2,1-29; 3,21-36 1Corinti 3,8– 4,13
Nell’amore non c’è timore
1Giovanni 4,16-18
La gioia del perdono
Baruc 2,11-18; 4,21-23.27-31; 5,7-9
Puoi pregare:
Salmo 31 - Ti ho manifestato il mio peccato.
Salmo 37 - Non abbandonarmi Signore!
Salmo 84 - Mostrami la tua misericordia.
Etichette:
La Parola che si fa vita
UNA COMUNITA' CHE CELEBRA: LA LITURGIA DOMENICALE:XXX Domenica anno C - 24 ottobre 2010
GESÙ: UN NUOVO RAPPORTO CON DIO-AMORE
INVOCAZIONI PENITENZIALI
Signore, tu ci perdoni sempre, ma noi non giustifichiamo gli altri.
Kyrie, eleyson!
Cristo risorto, ti sei abbassato fino a noi, ma noi trattiamo gli altri con superiorità.
Christe, eleyson!
Signore Gesù, tu ci metti in pace con Dio, ma noi non seminiamo pace tra noi.
Kyrie, eleyson!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera di chi si umilia giunge fino a te; guarda anche noi peccatori, e fa’ che confidiamo in te che sei misericordia per essere in pace con te e tra noi, nell’amore di Gesù Cristo tuo Figlio, nostro e nostro Dio, che vive… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del Siràcide 35,15-17.20-22
Il Signore è giudice e per lui
non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia
intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Parola di Dio!
Salmo responsoriale - 33
R./ Il povero grida e il Signore lo ascolta.
[Bonum est confidere in Domino. Bonum sperare in Domino.]
1. Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
2. Il Signore è vicino
a chi ha il cuore spezzato,
egli salva chi ha l’animo affranto
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timòteo 4,6-8.16-18
Figlio mio. Io sto per offrire la mia vita come sacrificio a Dio ed è giunto il momento di sciogliere le vele per l’ultimo viaggio. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e anche i pagani lo ascoltassero: e così fui liberato come dalla bocca di un leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo (…) nel suo regno. A lui la gloria per sempre. Amen! Parola di Dio!
Alleluja, alleluja!
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della Riconciliazione. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca [17,1]18,9-14
[Nell’andare verso Gerusalemme, Gesù] disse ancora questa parabola per alcuni che hanno l’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro un esattore delle tasse (pubblicano). Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si innalza sarà abbassato, chi invece si abbassa sarà innalzato».
Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, Dio Padre ci è sempre vicino e non ci abbandona mai, in nessuna situazione.
A lui possiamo rivolgere con umiltà e confidenza la nostra unanime preghiera:
R./ Padre, abbi pietà di noi!
1. La tua Chiesa sia la casa dove ognuno, senza vergogna o diffidenza, possa riconoscersi figlio peccatore, ma amato.
2. La nostra società possa avere il dono di politici e amministratori onesti, saggi e che difendono la giustizia e la verità.
3. La preghiera quotidiana alimenti la fiducia nel tuo amore e ci sollevi dalla bassezza della nostra povertà.
4. I cristiani che sono perseguitati non si sentano soli e abbandonati, ma sostenuti dalla nostra preghiera e carità.
5. Noi, che siamo qui radunati in assemblea, non ci accontentiamo solo di condividere il Pane dell’Eucaristia, ma sentiamo l’urgenza di “spezzare pane per tutti popoli” del mondo.
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Sii benedetto, o Padre, che con il dono del tuo Figlio hai attraversato il cielo fino a noi. Ora, in questa liturgia di lode, la nostra preghiera può giungere fino a te e noi trovare posto nel tuo cuore grazie al pane e vino che portiamo a te.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
Alla comunione
Il pubblicano diceva: “O Dio, abbi pietà di mepeccatore”.
E tornò a casa sua giustificato.
INVOCAZIONI PENITENZIALI
Signore, tu ci perdoni sempre, ma noi non giustifichiamo gli altri.
Kyrie, eleyson!
Cristo risorto, ti sei abbassato fino a noi, ma noi trattiamo gli altri con superiorità.
Christe, eleyson!
Signore Gesù, tu ci metti in pace con Dio, ma noi non seminiamo pace tra noi.
Kyrie, eleyson!
INNO DI LODE: Gloria a Dio…
PREGHIERA DELL’ASSEMBLEA - COLLETTA
+ O Padre, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera di chi si umilia giunge fino a te; guarda anche noi peccatori, e fa’ che confidiamo in te che sei misericordia per essere in pace con te e tra noi, nell’amore di Gesù Cristo tuo Figlio, nostro e nostro Dio, che vive… Amen!
LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del Siràcide 35,15-17.20-22
Il Signore è giudice e per lui
non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia
intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Parola di Dio!
Salmo responsoriale - 33
R./ Il povero grida e il Signore lo ascolta.
[Bonum est confidere in Domino. Bonum sperare in Domino.]
1. Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
2. Il Signore è vicino
a chi ha il cuore spezzato,
egli salva chi ha l’animo affranto
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
Dalla seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timòteo 4,6-8.16-18
Figlio mio. Io sto per offrire la mia vita come sacrificio a Dio ed è giunto il momento di sciogliere le vele per l’ultimo viaggio. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e anche i pagani lo ascoltassero: e così fui liberato come dalla bocca di un leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo (…) nel suo regno. A lui la gloria per sempre. Amen! Parola di Dio!
Alleluja, alleluja!
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della Riconciliazione. Alleluja!
+ Dal vangelo secondo Luca [17,1]18,9-14
[Nell’andare verso Gerusalemme, Gesù] disse ancora questa parabola per alcuni che hanno l’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro un esattore delle tasse (pubblicano). Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si innalza sarà abbassato, chi invece si abbassa sarà innalzato».
Parola del Signore!
PROFESSIONE DI FEDE-SIMBOLO DEGLI APOSTOLI
Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
+ Fratelli e sorelle, Dio Padre ci è sempre vicino e non ci abbandona mai, in nessuna situazione.
A lui possiamo rivolgere con umiltà e confidenza la nostra unanime preghiera:
R./ Padre, abbi pietà di noi!
1. La tua Chiesa sia la casa dove ognuno, senza vergogna o diffidenza, possa riconoscersi figlio peccatore, ma amato.
2. La nostra società possa avere il dono di politici e amministratori onesti, saggi e che difendono la giustizia e la verità.
3. La preghiera quotidiana alimenti la fiducia nel tuo amore e ci sollevi dalla bassezza della nostra povertà.
4. I cristiani che sono perseguitati non si sentano soli e abbandonati, ma sostenuti dalla nostra preghiera e carità.
5. Noi, che siamo qui radunati in assemblea, non ci accontentiamo solo di condividere il Pane dell’Eucaristia, ma sentiamo l’urgenza di “spezzare pane per tutti popoli” del mondo.
DALLA PAROLA ALL’EUCARISTIA
+ Sii benedetto, o Padre, che con il dono del tuo Figlio hai attraversato il cielo fino a noi. Ora, in questa liturgia di lode, la nostra preghiera può giungere fino a te e noi trovare posto nel tuo cuore grazie al pane e vino che portiamo a te.
Per Cristo, nostro Signore. Amen!
LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA EUCARISTICA - Acclamazioni
+ Prendete, e mangiate… per voi.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Prendete, e bevetene… memoria di me.
- E’ il Signore Gesù: si offre per noi!
+ Mistero della fede!
Annunziamo la tua morte, Signore;
proclamiamo la tua risurrezione;
nell’attesa della tua venuta!
Alla comunione
Il pubblicano diceva: “O Dio, abbi pietà di mepeccatore”.
E tornò a casa sua giustificato.
Catechesi degli - perl - con gli adulti
CATECHESI degli ADULTI
Mercoledì 27 ottobre
alle ore 21.00 in sala convegni
Inizieremo una serie di 6 incontri
per approfondire la nostra tipica “vocazione laicale”:
uomini e donne al servizio degli altri
del bene comune di tutti, che avvertono la responsabilità
della loro cittadinanza in modo partecip’attivo.
Ci guiderà il vangelo di Matteo
nella riflessione sui percorsi storici personali e sociali.
Luce della terra
e Sale del mondo
La tua presenza è importante: anche tu puoi dare il tuo contributo
per non rimanere al buio e insipidi!
“Per adulti che non hanno paura di sporcarsi le mani…
il cammino ci chiama ad una visibilità gratuita, luminosa, capace di dare sapore alla storia di tutti, a partire dai contesti quotidiani fino alle piazze. Il percorso prende vita da due elementi che si intrecciano: il vangelo di Matteo e l’ urgenza educativa all’interno della forza intrinseca alla fede cristiana di trasmettersi
(Traditio = consegna)”.
“Nella riscoperta della centralità di Cristo ritroviamo il senso di una trasmissione inclusiva, universale: tutti gli uomini sono destinatari del Vangelo, tutti figli dell’unico Padre”.
Comprometterci senza compromettere la verità del Vangelo,
trasmettendola dentro la storia di tutti perché sia riscoperta illuminata,
contaminata, rigenerata, abitata, sconfinata…
Si tratta di trasmettere il Vangelo dentro una storia che ci cambia.
La nostra formazione deve farsi azione buona, annuncio di speranza,
occasione di cambiamento spirituale, culturale, sociale”.
Etichette:
Catechesi parrocchiale
lunedì 18 ottobre 2010
Approfondiamo la Parola: la Lectio del prete carmine Miccoli
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (cf. Lc 18,8)
Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Luca 18,1-8 (trad. CEI 2008).
1 [Gesù] diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza
stancarsi mai: 2 «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo
per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva:
3 “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4 Per un po’ di tempo egli non volle; ma
poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che
questa vedova mi dà tanto fastidio, 5 le farò giustizia perché non venga continuamente
a importunarmi”». 6 E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.
7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso
di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Note di esegesi per la comprensione del testo
Per comprendere il brano del vangelo di oggi (Lc 18,1-8) bisogna esaminarlo nel
suo contesto immediato. Il capitolo precedente del vangelo (Lc 17), che abbiamo
letto e meditato per la sua prima metà negli incontri precedenti, si chiude con la
descrizione del «giorno» del Figlio dell’uomo giudice del mondo che coglierà di
sorpresa chiunque non è preparato. Da qui il costante invito di Gesù alla vigilanza
(Lc 12,35.36; Mt 24,42; 25,13, ecc.). È la prospettiva escatologica, cioè l’annuncio
che invita a prepararsi per la fne della storia. In quel giorno si stabilirà la verità
della creatura umana e la regalità di Dio. Quel giorno è descritto con le tinte
drammatiche di una selezione senza scampo. Nel brano del vangelo di oggi vi è
una discreta ripresa di questo tema che collega il brano al capitolo precedente: «il
Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (v. 8).
Un altro indizio che dobbiamo considerare in questo contesto escatologico è
l’invito a pregare sempre «senza mai stancarsi» del v. 1, che è una caratteristica
costante di chi attende il giorno di YHWH (Am 5,18; Lc 21,36; 1Ts 5,17; 2Ts 3,13;
Rm 1,10, ecc.). L’insistenza ha lo scopo di predisporre psicologicamente a questo
evento: ricordarsi sistematicamente che quel giorno deve arrivare. Un altro elemento
importante è l’espressione «fare giustizia» che nel brano appena proclamato
ricorre ben quattro volte (vv. 3.5.7.8). Questa espressione richiama direttamente
il giorno della vendetta in cui Dio consolerà/salverà tutti gli affitti (cf. Is
61,2). Mettendo in relazione preghiera e giorno del Signore o escatologia e fne della
storia, l’evangelista ci invita a non stancarci mai di pregare anche se il Signore sembra
tardare o apparire sordo alla preghiera. È l’esperienza che facciamo tutti i
giorni: preghiamo e non concludiamo nulla; preghiamo e ci sembra di annegare in
un mare di parole vuote e senza senso. Preghiamo e Dio resta muto e assente e
nulla cambia nelle situazioni che ci opprimono. Ci lasciamo andare e concludiamo…
che tanto pregare non serve a nulla. È lo stesso atteggiamento degli apostoli
sulla barca durante la tempesta: Gesù è presente, ma dorme; la tempesta sovrasta
e anche Dio sembra inutile: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?»
(Mc 4,38). Lo smarrimento degli apostoli diventa terrore nonostante la presenza
del Signore.
La parabola contrappone due personaggi. Un giudice arrogante, senza dio e morale,
che crede di potere manovrare come vuole chi vuole: egli esercita la sua onnipotenza
con i deboli come la vedova. Eppure alla fne fa giustizia alla vedova (v. 5),
ma solo per non essere più importunato: fa giustizia per il suo benessere. Egli piega
l’istituzione al suo tornaconto. Dall’altra parte c’è una povera vedova, sola e
senza potere, in balia del capriccio del potere: ella è forte, però, del suo diritto
che difende ad ogni costo (v. 3.4). La sua «resistenza» è prima di tutto un ricordare
a se stessa la sua dignità di persona e di donna, è nutrirsi del suo diritto disat -
teso e quindi rafforzare la volontà di avere giustizia. L’insegnamento di Gesù è
semplice: se un uomo esecrabile, per un suo interesse, riesce anche a fare giustizia
alla vedova, quanto più Dio che è giusto e Padre farà giustizia ai suoi fgli? Dio
farà giustizia prontamente (v. 8), ma dopo un certo tempo (v. 7), cioè mantiene
una dilazione che è lo spazio di tempo concesso ancora per dare la possibilità ai
peccatori di convertirsi. La dilazione che Dio si concede è parte integrante della
preghiera cristiana che si fa carico della salvezza di tutti gli esseri umani, affnché
nessuno vada perduto. In questo sta la ragione della preghiera fatta senza mai
stancarsi: bisogna pregare, anche se nulla sembra accadere, anche se tutto sembra
inutile… perché la nostra preghiera diventa lo spazio che Dio si è preso per dare
un po’ più di tempo agli esseri umani per salvarli. Pregare non è richiedere che
Dio intervenga immediatamente a fare vendetta (Lc 13,6-9; cf. Ap 6,10); essa, al
contrario, sposa la pazienza di Dio e la volontà sua di salvezza per permettere ai
peccatori di convertirsi (cf. 2Pt 3,9-15). Pregare è sposare il cuore, la volontà e la
mentalità di Dio per essere di lui il segno tra gli uomini e le donne che incontria -
mo per strada. Il credente che prega è un intercessore che si frappone fra Dio e
il mondo: sta davanti al mondo per indicare il volto di Dio e sta davanti a Dio per
invocare il perdono e la misericordia. Il modello dell’orante è ancora una volta
Mosè che, di fronte alla richiesta di Dio di annientare il popolo «dalla dura cervice
» (Es 32,9), intercede in difesa del popolo, usando tutte le sue armi di seduzione
per modifcare l’intenzione di Dio, riuscendovi (Es 32,11-14); eppure, davanti al
popolo, non esita a mettere quest'ultimo di fronte alle sue responsabilità (Es
32,15-24). Il credente orante ha, per vocazione, uno sguardo duplice: contemporaneamente
deve essere rivolto a Dio e chino sul suo popolo, sul mondo, perché
la preghiera è essere immersi nella vita che si fa salvezza nella storia e oltre la
storia.
- pro manuscripto -
Ascoltiamo la Parola del Signore dal racconto dell'evangelista Luca 18,1-8 (trad. CEI 2008).
1 [Gesù] diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza
stancarsi mai: 2 «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo
per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva:
3 “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4 Per un po’ di tempo egli non volle; ma
poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che
questa vedova mi dà tanto fastidio, 5 le farò giustizia perché non venga continuamente
a importunarmi”». 6 E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.
7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso
di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Note di esegesi per la comprensione del testo
Per comprendere il brano del vangelo di oggi (Lc 18,1-8) bisogna esaminarlo nel
suo contesto immediato. Il capitolo precedente del vangelo (Lc 17), che abbiamo
letto e meditato per la sua prima metà negli incontri precedenti, si chiude con la
descrizione del «giorno» del Figlio dell’uomo giudice del mondo che coglierà di
sorpresa chiunque non è preparato. Da qui il costante invito di Gesù alla vigilanza
(Lc 12,35.36; Mt 24,42; 25,13, ecc.). È la prospettiva escatologica, cioè l’annuncio
che invita a prepararsi per la fne della storia. In quel giorno si stabilirà la verità
della creatura umana e la regalità di Dio. Quel giorno è descritto con le tinte
drammatiche di una selezione senza scampo. Nel brano del vangelo di oggi vi è
una discreta ripresa di questo tema che collega il brano al capitolo precedente: «il
Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (v. 8).
Un altro indizio che dobbiamo considerare in questo contesto escatologico è
l’invito a pregare sempre «senza mai stancarsi» del v. 1, che è una caratteristica
costante di chi attende il giorno di YHWH (Am 5,18; Lc 21,36; 1Ts 5,17; 2Ts 3,13;
Rm 1,10, ecc.). L’insistenza ha lo scopo di predisporre psicologicamente a questo
evento: ricordarsi sistematicamente che quel giorno deve arrivare. Un altro elemento
importante è l’espressione «fare giustizia» che nel brano appena proclamato
ricorre ben quattro volte (vv. 3.5.7.8). Questa espressione richiama direttamente
il giorno della vendetta in cui Dio consolerà/salverà tutti gli affitti (cf. Is
61,2). Mettendo in relazione preghiera e giorno del Signore o escatologia e fne della
storia, l’evangelista ci invita a non stancarci mai di pregare anche se il Signore sembra
tardare o apparire sordo alla preghiera. È l’esperienza che facciamo tutti i
giorni: preghiamo e non concludiamo nulla; preghiamo e ci sembra di annegare in
un mare di parole vuote e senza senso. Preghiamo e Dio resta muto e assente e
nulla cambia nelle situazioni che ci opprimono. Ci lasciamo andare e concludiamo…
che tanto pregare non serve a nulla. È lo stesso atteggiamento degli apostoli
sulla barca durante la tempesta: Gesù è presente, ma dorme; la tempesta sovrasta
e anche Dio sembra inutile: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?»
(Mc 4,38). Lo smarrimento degli apostoli diventa terrore nonostante la presenza
del Signore.
La parabola contrappone due personaggi. Un giudice arrogante, senza dio e morale,
che crede di potere manovrare come vuole chi vuole: egli esercita la sua onnipotenza
con i deboli come la vedova. Eppure alla fne fa giustizia alla vedova (v. 5),
ma solo per non essere più importunato: fa giustizia per il suo benessere. Egli piega
l’istituzione al suo tornaconto. Dall’altra parte c’è una povera vedova, sola e
senza potere, in balia del capriccio del potere: ella è forte, però, del suo diritto
che difende ad ogni costo (v. 3.4). La sua «resistenza» è prima di tutto un ricordare
a se stessa la sua dignità di persona e di donna, è nutrirsi del suo diritto disat -
teso e quindi rafforzare la volontà di avere giustizia. L’insegnamento di Gesù è
semplice: se un uomo esecrabile, per un suo interesse, riesce anche a fare giustizia
alla vedova, quanto più Dio che è giusto e Padre farà giustizia ai suoi fgli? Dio
farà giustizia prontamente (v. 8), ma dopo un certo tempo (v. 7), cioè mantiene
una dilazione che è lo spazio di tempo concesso ancora per dare la possibilità ai
peccatori di convertirsi. La dilazione che Dio si concede è parte integrante della
preghiera cristiana che si fa carico della salvezza di tutti gli esseri umani, affnché
nessuno vada perduto. In questo sta la ragione della preghiera fatta senza mai
stancarsi: bisogna pregare, anche se nulla sembra accadere, anche se tutto sembra
inutile… perché la nostra preghiera diventa lo spazio che Dio si è preso per dare
un po’ più di tempo agli esseri umani per salvarli. Pregare non è richiedere che
Dio intervenga immediatamente a fare vendetta (Lc 13,6-9; cf. Ap 6,10); essa, al
contrario, sposa la pazienza di Dio e la volontà sua di salvezza per permettere ai
peccatori di convertirsi (cf. 2Pt 3,9-15). Pregare è sposare il cuore, la volontà e la
mentalità di Dio per essere di lui il segno tra gli uomini e le donne che incontria -
mo per strada. Il credente che prega è un intercessore che si frappone fra Dio e
il mondo: sta davanti al mondo per indicare il volto di Dio e sta davanti a Dio per
invocare il perdono e la misericordia. Il modello dell’orante è ancora una volta
Mosè che, di fronte alla richiesta di Dio di annientare il popolo «dalla dura cervice
» (Es 32,9), intercede in difesa del popolo, usando tutte le sue armi di seduzione
per modifcare l’intenzione di Dio, riuscendovi (Es 32,11-14); eppure, davanti al
popolo, non esita a mettere quest'ultimo di fronte alle sue responsabilità (Es
32,15-24). Il credente orante ha, per vocazione, uno sguardo duplice: contemporaneamente
deve essere rivolto a Dio e chino sul suo popolo, sul mondo, perché
la preghiera è essere immersi nella vita che si fa salvezza nella storia e oltre la
storia.
- pro manuscripto -
Etichette:
La Parola che si fa vita
Iscriviti a:
Post (Atom)